Molly Weasley agitò lievemente la bacchetta, e le
tazze della colazione volarono nel lavandino, pronte per essere lavate.
Mai che Charlie ed Arthur, una volta finito di mangiare, si prendessero
la briga di sparecchiare. Ma la colpa era sua, e lo sapeva. Era
lei che li aveva abituati troppo bene.
-Cara, vado al lavoro- annunciò suo marito, schioccandole un
bacio sulla fronte mentre si infilava il mantello.
-Torni tardi?-
-Non più del solito. Charlie è rimasto di
là,
comunque...Dice che deve finire delle cose- spiegò Arthur,
uscendo nella neve di quella mattina del 19 dicembre.
Molly gettò un'occhiata distratta all'orologio. L'immagine
dell'uomo si spostò dalla voce "Casa" a quella "Lavoro". Lei
sospirò, guardando il secondo orologio, anche più
grande
del primo, appeso lì accanto. Quello era riservato ai suoi
nipoti. Dodici per l'esattezza, o meglio tredici, dato che vi era
riportato anche Teddy, ormai considerato a tutti gli effetti un membro
della famiglia.
La donna accarezzò con lo sguardo gli ultimi sei volti,
tutti
vicini, che segnavano "Hogwarts". Gli altri sette invece erano in giro,
come al solito. Chi sotto "Casa", chi sotto "Viaggio", chi sotto
"Lavoro". Erano grandi ormai.
Ma presto sarebbero tornati tutti lì.
Mancava una settimana a Natale, ma era più di un mese che la
Tana era addobbata. Il conto alla rovescia lì era cominciato
già da tempo...Erano così poche le occasioni per
ritrovarsi tutti insieme, soprattutto adesso che i ragazzi avevano
tutti i loro impegni e le loro vite, che Natale era rimasto l'unico
periodo veramente dedicato alla famiglia.
-A che pensi mamma?- La voce di Charlie la riscosse dai suoi pensieri.
Era diventato proprio un bell'uomo...votato però solo al suo
lavoro. E questa era proprio una cosa che la angustiava,
considerò Molly mentre ravviava i capelli al suo
secondogenito.
-Ma quando ti deciderai a sistemarti anche tu?- lo
rimproverò dolcemente.
-Mamma non cominciare, ti prego- ridacchiò lui, scansandola.
La donna tacque, incrociando le braccia. In cuor suo ci sperava ancora
di vederlo con una brava ragazza, magari con dei figli. Senza
più essere obbligato a girare il mondo a caccia di draghi,
ma
con un lavoro che lo tenesse di più a casa.
-Vedrai tra qualche giorno, quando arriveranno i tuoi fratelli- disse,
con aria sognante -E le loro famiglie...Vedrai come sono contenti!-
-Ah già...a proposito- cominciò Charlie,
torcendosi le
mani a disagio -Purtroppo non potrò restare qui, per il
giorno
di Natale...Mi ha appena chiamato il mio Capo, c'è un caso
difficile in Polonia, mi aspettano lì domattina-
Sua madre aprì la bocca come per dire qualcosa, poi la
richiuse.
-Dai non fare così- la supplicò l'uomo, notando
che gli
occhi le diventavano lucidi -E' lavoro capisci? Pagano bene, non posso
rinunciare. Farò il possibile per sbrigarmela in fretta,
anche
se ci vorranno parecchi giorni temo-
Molly si asciugò gli occhi con l'orlo del grembiule,
velocemente. -Capisco- mormorò.
Charlie le sorrise, quindi l'abbracciò rapido, prima di
andare a
fare le valigie, già con la mente da un'altra parte.
La donna si sedette su una sedia, con un sospiro. Le parole di suo
figlio le avevano spezzato come qualcosa dentro. Era quasi Natale, ed
era un rito ormai ritrovarsi tutti insieme la sera della vigilia per
scambiarsi i regali. Poi avrebbero dormito tutti lì,
accampati
alla bell'e meglio, per svegliarsi ed essere già pronti per
il
banchetto del giorno dopo.
Nel tardo pomeriggio ci sarebbe stata la tradizionale battaglia a palle
di neve, poi la classica partita di Quidditch...infine tutti dentro a
scaldarsi, con una bella cioccolata calda e il gioco della tombola.
Lo sguardo di Molly cadde sullo specchio vicino al lavello. L'immagine
che le rimandò le parve patetica. Una donna ormai anziana,
con
diverse sfumature grigie tra i capelli di un rosso spento, e
l'espressione triste.
Ma perchè doveva rimanerci così
male?
Certo, forse Charlie non ci sarebbe stato, ma avrebbe fatto in
modo che quello fosse comunque un bel Natale.
Avrebbe messo i regali sotto l'albero come sempre, e accolto figli e
nipoti nel suo caldo e rassicurante abbraccio, da Percy e Audrey che
arrivavano per primi, a Ginny ed Harry che come sempre arrivavano per
ultimi.
La famiglia si sarebbe riunita, come aveva sempre fatto. E lei si
sarebbe sentita di nuovo completa.
Ginevra Molly Weasley in quel momento stava camminando su e
giù
per l'ufficio di suo marito al Quartier Generale degli Auror. Le
avevano detto che Harry stava parlando con dei colleghi, e che
l'avrebbe raggiunta al più presto.
Infatti l'uomo rientrò dopo qualche minuto.
-Che sorpresa- sorrise, chiudendosi la porta alle spalle -Che ci fai
qui?-
-E' successo qualcosa?- aggiunse poi subito dopo, preoccupato nel
vedere l'espressione tesa della moglie.
-A quale domanda devo rispondere per prima?- sorrise lei, dandogli un
leggero bacio a fior di labbra.
-Alla seconda-
-Beh...diciamo che c'è una situazione di cui dovrei
discutere
con te- mormorò Ginny, posando i fianchi contro la scrivania
del
marito, mentre lui si sedeva di fronte a lei.
-Ti ascolto- la invitò a proseguire Harry, serio.
-Mezz'ora fa il mio Capo è venuto a cercarmi-
cominciò Ginny -Mi ha offerto una promozione-
-Davvero?- esultò Potter, alzandosi e correndo ad
abbracciarla -Ma è fantastico!-
Sapeva quanto sua moglie tenesse a quell'avanzamento di carriera. Erano
anni ormai che lavorava alla Gazzetta del Profeta, ed era ora che il
suo impegno e la sua bravura fossero premiati.
-Frena l'entusiasmo- lo bloccò Ginny -Mi ha detto
però
che se accetto dovrò andare a seguire una coppa di Quidditch
che
si terrà in Grecia durante le vacanze natalizie-
Il sorriso di Harry gli si congelò sul viso, e la donna gli
carezzò una guancia.
-So quanto tieni a passare le festività con i ragazzi- gli
sussurrò -E non voglio privartene-
-Che intendi dire?-
-Tengo molto a questa promozione...Ma non al punto di saperti triste a
Natale!- disse Ginny -Per cui rinuncerò-
-Non ci provare-
Il tono di voce di Harry, deciso come non mai, quasi la
spaventò.
-Mi hai sempre appoggiato in questi anni- cominciò lui- Ora
tocca a me-
Lei sorrise, grata. -D'accordo allora, ma andrò da sola. Tu
e i ragazzi
potrete andare da mia madre come tutti gli anni. Io prometto che
cercherò di raggiungervi il prima possibile-
-Davvero pensi che ti lascerei partire senza di me?- la
canzonò il marito -Ti accompagno-
-Ma no...-cercò di dissuaderlo Ginny -Cosa diranno i
ragazzi?-
-Diremo loro di rimanere ad Hogwarts per le vacanze...Non gli
dispiacerà per un anno, si divertiranno un sacco! Il Natale
in
famiglia lo festeggeremo il prossimo anno, non succede niente-
Sua moglie gli gettò le braccia al collo, felicissima di
poter
cogliere al volo una delle opportunità migliori che le
fossero
capitate in vita sua.
Ad un tratto però un pensiero orribile le
attraversò la mente.
-Ora come lo dico a mia madre?-
-Sono a casa!-
Arthur Weasley rientrò poco prima di cena, tutto intirizzito
dal freddo.
Sua moglie arrivò a salutarlo, e gli prese il cappotto per
asciugarlo.
-Nevica ancora?- gli chiese sentendolo bagnato fradicio.
-Già, non vuole accennare a smettere- borbottò
l'uomo,
seguendola in salotto -Se continua così dovremo rinunciare
al
Quidditch, il giorno di Natale-
-Charlie dov'è?- chiese poi.
-E' passato a fare un giro di saluti ai suoi fratelli-
spiegò Molly, senza guardarlo.
-Perchè mai?-
-Parte domattina- disse la donna, girandosi per non vedere
l'espressione delusa che si era disegnata sul volto di suo marito.
Arthur ci rimase molto male, ma il tono affranto nella voce di sua
moglie gli suggerì che era lei quella ad aver maggior
bisogno
di conforto in quel momento.
-Ha problemi di lavoro?- le chiese, cercando di apparire tranquillo, e
posandole le mani sulle spalle. Lei annuì.
L'uomo le posò un bacio sui capelli, stringendola con
dolcezza.
-Vedrai che sarà un bellissimo Natale lo stesso- le
sussurrò.
-Ma non saremo tutti insieme...-
-Non fisicamente è vero- la interruppe Arthur -Ma il bene
che ci
vogliamo basterà a tenerci uniti anche se non ci vediamo
spesso.
E poi sono certo che Charlie farà il possibile per tornare
in
tempo-
Le parole del marito le strapparono un sorriso.
-Hai ragione- disse, stringendogli le mani -Sarà meglio che
vada
a consultare il mio ricettario per decidere cosa cucinare!-
Vedendola sparire in cucina, rassicurata, suo marito sospirò
e si sedette in poltrona.
Mancavano cinque giorni a Natale. Ma già nell'aria c'era il
sentore che sarebbe stato molto diverso rispetto agli altri.
Ecco che alla fine sono
cascata anch'io nelle storie Natalizie. Non che abbia qualcosa in
contrario, anzi, adoro leggerle, mi piacciono da morire. Ammetto che
però non ho mai avuto il coraggio di scriverne una tutta
mia, perchè temevo di cadere nel banale e nello scontato.
Quest'anno invece non ce l'ho fatta a trattenermi, così tra
ieri e oggi sono usciti i primi cinque capitoli di questa storia.
Considerato che credo che in tutto i capitoli saranno sei, il
più è fatto, quindi spero di essere abbastanza
veloce ad aggiornare, in modo che entro poco sia finita. Che altro
dire...Spero tanto che vi piaccia, e magari mi diciate che ne pensate!
Grazie in anticipo!
Gaia
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