Christmas (S)trip
Questa
One shot è dedicata a tutti coloro che mi seguono
costantemente redendomi la fanwriter più felice del mondo
con le loro recensioni e che non mi abbandonano nemmeno durante i
capitoli più noiosi. Ma soprattutto è dedicata a
Viviana (alias BeDifferent) che domani compie 18 anni!
Buona
lettura.
Gli eschimesi hanno 52 termini per indicare la neve,
perché
essa per loro è tanto speciale;
ce
ne dovrebbero essere altrettanti per l’amore.
Margaret
Atwood
23
Dicembre 2010, The Q club, Londra, UK.
La neve
cadeva ormai fitta ed inesorabile da parecchie ore imbiancando tutto
ciò che
trovava nel suo passaggio, come una pesante coltre andava a ricoprire
ogni cosa
cercando forse di nascondere ogni peccato sotto la sua candida
freddezza.
Infondo era
quasi Natale e un po’ di candore non avrebbe certo fatto
male, se fosse bastata
la rigida neve e le calde luci festive della città allora
forse ci sarebbe
stata una speranza per tutti, anche per lui.
Guardava in
alto Draco Malfoy come era solito fare ogni volta che la neve si faceva
talmente fitta da non lasciar intravedere nient’altro,
guardava in alto come a
scorgere una luce di speranza, un fardello a cui aggrapparsi ed essere
sicuro
di riuscire a redimersi.
Certo, un
primo passo era stato fatto già qualche settimana prima
quando si era
volutamente presentato all’ufficio Auror per incontrare
Potter.
<< Voglio rendermi utile, voglio
aiutarvi, in qualsiasi modo. >>
<< Bene, visto che da qualche
anno
sono in debito con te e soprattutto con tua madre, direi che possiamo
fare una
specie di accordo. >>
Era quello
il motivo per il cui si trovava là, lo stupido accordo fatto
con lo
stupidissimo Potter.
Continuava a
camminare in quell’assurdo tempo, il cappuccio del mantello
nero tirato fin
sugli occhi e l’andatura elegante ed eretta come se dopo
tutti quegl’anni
avesse dovuto dimostrare ancora qualcosa a qualcuno.
In realtà
qualcosa da dimostrare lo aveva, ma non a qualcuno, a sé
stesso. Doveva
dimostrare di essere in grado di fare qualcos’altro nella sua
insulsa vita,
qualcosa che non fosse rannicchiarsi in un angolo e tremare.
Anche il
famoso debito di cui Potter andava farfugliando non era
nient’altro che una
farsa, lui quella sera a Malfoy Manor si era limitato solamente ad un
atto di
pura vigliaccheria, evitare del tutto di prendere una qualsiasi
decisione,
evitare di dire se quello fosse o meno Harry Potter, evitare di
chiamare il
Lord Oscuro. E sua madre, sangue del suo stesso corrotto sangue, non
era stata
di certo più coraggiosa dichiarando che il bambino
sopravvissuto fosse morto,
quel gesto non fu certo dovuto ad un chissà quale spirito di
sacrificio bensì
ad un molto più marcato spirito di sopravvivenza, il suo
unico erede stava
morendo nella battaglia e lei aveva agito di conseguenza.
La neve ora
si era fatta molto più fitta e Draco non riusciva a scorgere
nemmeno l’entrata
del locale nel quale avrebbe dovuto trovarsi già da
parecchio tempo. All’improvviso
un’insegna luminosa attirò la sua attenzione, su
di essa una grande Q viola
troneggiava illuminando la ormai bianchissima strada di
tutt’altra tonalità,
molto meno immacolata e natalizia.
<<
Nome prego? >> chiese la specie di orso che faceva da
buttafuori sfidando
baldanzosamente le fredde temperature londinesi con una striminzita
t-shirt.
<<
Draco Malfoy, sono ospite del signor Nott. >> rispose
meccanicamente.
Il gigante
si spostò di lato rivelando la stretta entrata del locale.
<<
Prego signor Malfoy il signor Nott la sta aspettando. >>
Tre ore, tre
fottutissime ore passate dentro quello squallido posto per bavosi e non
aveva
concluso un emerito cazzo.
Ma questa
volta avrebbe seriamente ammazzato Potter&Co. e fanculo la
redenzione.
<< C’è un
locale sulla Fifth Avenue,
un locale all’apparenza Babbano ma è gestito dal
tuo vecchio amichetto Nott, è
là che tutti i Mangiamorte rimasti vanno a cercarsi del
divertimento ed è là
che tu andrai per scoprire qualcosa, qualsiasi cosa che possa esserci
utile. Se
riuscirai a portare al Capo un’informazione utilizzabile
sarai dei nostri.>>
La voce
seria del Prescelto gli rimbombava ancora nelle orecchie al ritmo
incessante della
musica che da ore gli ostruiva vergognosamente l’udito, le
luci di quello
strano posto lampeggiavano talmente veloce che spesso non si era in
grado di
distinguere chi si aveva di fronte, non che a Draco interessasse
saperlo visto
che i suoi regali occhi avevano per il momento captato solo corpi
esageratamente svestiti ed esageratamente ritoccati.
Quello era
uno strip club, questo pensiero era balenato nella testa di Draco
già dal suo
ingresso, quando, colpito dall’eccessiva afa che regnava
all’interno, aveva
tolto il mantello ed era stato gentilmente aiutato da una ragazza che
indossava
solo uno striminzito perizoma nero ed un paio di altissimi stivali
rossi di
pelle. Naturalmente Potter non aveva accennato a nulla del genere,
anche se lui
avrebbe dovuto immaginarselo, da San Potter non potevi mai aspettarti
di sapere
tutta la verità, magari qualche scampolo qua e là
ma mai interamente. O magari
avrebbe dovuto dedurlo dai toni della lettera ricevuta da Theodore Nott
in
persona come risposta alla sua richiesta di visitare il locale.
Sarò lieto di mostrarti le mie
meraviglie e
ti assicuro che ne rimarrai estasiato.
Al momento
si era effettivamente chiesto quali potessero essere le suddette
“ meraviglie”
poi la cosa gli era sfuggita di mente, magari se avesse chiesto
informazioni
più dettagliate non si sarebbe mai trovato in una posizione
così … scomoda.
Sì perché
scomoda era l’unico possibile aggettivo per quella
determinata circostanza,
Draco odiava quel tipo di locale quasi quanto odiava quel tipo di donne
ed
avrebbe voluto dirlo alla ragazza che, smaniosa di attenzioni, si stava
dimenando con gran foga di fronte a lui, il problema era che
sicuramente lei
non lo avrebbe nemmeno sentito. Al tavolo a cui era seduto intanto
altre
ragazze si strusciavano contro i suoi commensali mentre questi, quasi
del tutto
indifferenti si limitavano a fumare sigari cubani e discorrere tra loro
come se
non ci fossero prosperosi seni scoperti che si muovevano sinuosamente a
pochi
centimetri dai loro volti.
<< Ho
sentito che ci sarà una manifestazione sui diritti dei gay
fra qualche giorno
ed i Babbani si uniranno tutti per quell’occasione, sarebbe
perfetto per uno
dei nostri rendez-vous. >> stava dicendo Mc Nair il boia.
<< Si
lo credo anche io sai? La data esatta dell’avvenimento?
>> aveva chiesto
Nott seduto a capotavola.
<< I
primi di gennaio, il due credo. >> rispose quello.
<<
Bene, allora è deciso no? Ci vediamo il due gennaio nella
Londra Babbana e mi
raccomando, portate come al solito mantello e maschere!
>> a quell’affermazione
di Nott tutta la tavolata era scoppiata in una fragorosa risata.
A Draco non
interessava il non essere stato ammesso nella discussione,
l’unica cosa che
importava ora era il fatto che finalmente aveva un informazione utile,
aveva un
dove ed un come che sarebbero serviti agli Auror per fermare una volta
per
tutte Nott e i suoi folli seguaci che da anni inseguivano il fantasma
di
Voldemort ormai morto e sepolto assieme alla maggior parte dei loro
genitori.
Fece per
scostare bruscamente la ragazza che ormai da parecchi minuti cercava
disperatamente le sue attenzioni ma quella si mosse prima che lui fosse
costretto a toccarla ed in quel momento tutte le luci si spensero di
colpo,
solo un occhio di bue era rimasto ad illuminare il centro del
palcoscenico.
<<
Caro il mio Draco, se stavi pensando di andartene temo che sarai
costretto a
rivedere le tue priorità. >> la voce di
Theodore gli era arrivata come un
soffio alle orecchie già stanche della pressante musica del
locale, che ora
però era stata prontamente sostituita da una più
bassa, quasi graffiante.
Dal retro
del palco, con uno sbuffo di fumo ed un leggero rullo di tamburi, una
figura
stranamente familiare era apparsa avanzando con passo sinuoso e lento,
quasi
tentatore.
Draco si
chiese immediatamente cosa ci fosse di così familiare in
quelle curve appena
accennate, fasciate da un drappo rosso rubino che da una spalla cadeva
fin sui
fianchi aprendosi poi in uno spacco vertiginoso all’altezza
delle cosce.
Il viso,
ancora coperto dal cono d’ombra non dava nessun indizio
sull’identità della
donna, ma il corpo era così diverso da tutti quelli che
erano apparsi ai suoi
occhi quella sera da risultare quasi fuori posto.
Per
cominciare la ragazza in questione non mostrava certo i segni di
eccessiva
magrezza che erano invece ben visibili nelle altre, la curva dei suoi
fianchi e
del suo seno delineavano la sua figura in modo seducente, non
aggressivo e
nulla lasciava pensare all’uso di trucchi magici atti a
trasfigurare
mostruosamente il corpo cosa invece molto evidente nelle colleghe.
<< Il
mio Diamante >> ancora un caldo sussurro da Nott .
Nello stesso
istante in cui la ragazza cominciò a cantare Draco
avvertì un brivido lungo la
spina dorsale … quella voce…
I come home in the morning light
My mother says when you gonna live your life
right
Oh mother dear we're not the fortunate ones
And girls they want to have fun
Oh girls just want to have fun
Un
passo avanti ed un paio di costose scarpe di vernice entrarono nel cono
di luce
assieme ad una nuvola di capelli castani che scendevano a boccoli
disordinati
fino ai fianchi.
Non
può essere lei, non è possibile.
The phone rings
in the middle of the night
My father yells what you gonna do with your
life
Oh daddy dear you know you're still number one
But girls they want to have fun
Oh girls just want to have--
That's all they really want
Some fun
When the working day is done
Girls-- they want to have fun
Oh girls just want to have fun
Il
bacino si muoveva sinuosamente al ritmo della musica e le preziose
pieghe del
vestito solleticavano la coscia scoperta, ogni uomo
all’interno di quel locale
era ipnotizzato da quella vista.
Some boys take a beautiful girl
And hide her away from the rest of the world
I want to be the one to walk in the sun
Oh girls they want to have fun
Oh girls just want to have
Un altro passo avanti ed
eccola là,
bellissima come non era mai stata, donna ora più che mai,
Hermione Granger incatenò
i suoi occhi dorati a quelli di Draco imprigionandolo in un mondo in
cui i
peccati non esistono e la lussuria non è altro che una delle
sfaccettature
della vita.
That's all they really want
Some fun
When the working day is done
Girls--they want to have fun
Oh girls just want to have fun,
They want to have fun,
They want to have fun...
Fu solo a canzone
terminata, quando la vide
inchinarsi alla platea e scomparire dietro le quinte che si riebbe
dallo shock
subìto e cercò di razionalizzare i fatti appena
avvenuti.
Ok,
la
Sanguesporco fa la ballerina. In un Night. Di Mangiamorte.
Ma
che cazzo
è successo al Mondo Magico?
Se quella era davvero la
Granger allora
c’era qualcosa che non gli tornava.
Deciso più che
mai a trovare una soluzione
approfittò dell’apparente distrazione di Nott e
compagni per sgusciare dietro
le quinte.
Il retro del palco, buio
quasi quanto il
locale, era composto da un lungo corridoio tappezzato di piccole porte
arancioni con i nomi delle ragazze stampati sopra.
Draco lo percorse tutto
fino in fondo e
quando finalmente scorse la scritta “Hermione” su
di un uscio il suo cuore
perse inspiegabilmente un battito.
Bussò mesto ed
attese che lei venisse ad
aprirgli.
<< Cosa vuoi?
>> disse la
Sanguesporco con un sopracciglio alzato.
<< Buonasera
Granger. >>
<< Ciao
Malfoy, cosa vuoi? >>
Draco appoggiò
una mano allo stipite della
porta con fare lascivo e con l’altra accarezzò
piano il volta della ragazza.
<< Secondo
te? >> disse.
<< Secondo me
stai giocando col fuoco.
>> rispose Hermione togliendo con un movimento di stizza
la mano dal suo
viso.
Draco ci mise un solo
misero secondo ad
afferrale il polso destro e stringere con forza.
<<
Perché fai la puttana? >>
chiese senza mezzi termini.
<< Oh, era
questo che volevi sapere
eh? Beh, faccio la puttana per lavoro Malfoy, non si vede?
>>
La Sanguesporco aveva la
risposta pronta ed
un atteggiamento che poco si confaceva ad una serva del piacere come
lei.
<<
Tu non puoi fare la puttana, non tu! >>
<<
Che significa? >>
<<
Che se anche la ragazza più brillante di Hogwarts
è finita in un ghetto come
questo, non c’è più speranza per
nessuno. >> le ultime parole avevano
segnato una discussione rivolta più e sé stesso
che alla sua interlocutrice ed
accortosi di questo Draco deviò abilmente il discorso su
altri fronti.
<<
Vieni via con me. >> le disse.
<<
Cosa? >> il volto della Granger ora era una maschera di
incredulità e
Draco si trovò ad annegare tra le sue labbra leggermente
spalancate.
<<
Ti porto via, vieni con me. >> ripeté
stringendole ancora il polso.
La
ragazza si divincolò velocemente
dalla stretta ed affettò una strana espressione tra
l’offeso e lo stupito.
<<
Grazie ma no grazie! Non ho
certo bisogno di essere salvata da te! >> disse.
Stupida
orgogliosa Grifondoro!
<<
La mia non voleva essere una
domanda Sanguesporco! Era un ordine! >> disse perentorio
riacciuffando
alla svelta il polso della ragazza e tirandola verso di sé.
La
schiaffo della Sanguesporco arrivò
quasi inaspettato ma certamente molto doloroso e Draco la
lasciò immediatamente
andare allontanandosi da lei.
<<
Ti ho detto che non ho
bisogno di essere salvata. >> sussurrò lei
fissandolo negli occhi con
determinazione.
Draco si
massaggiò distrattamente la
guancia arrossata e in quel momento prese la sua decisione.
Tornerò
tutte le sere se sarà necessario, ma alla fine ti
porterò via da
qui Granger, che tu lo voglia oppure no. Forse con questo gesto
riuscirò a
redimermi, forse un giorno potrò chiederti scusa anche per
tutto ciò che ti ho
detto in passato. Forse un giorno anche’io sarò
candido come la neve di Natale.
Questo pensava
Draco
immerso fino alle caviglie nella fredda coltre che ricopriva Londra
quella
notte.
24
Dicembre 2010, Ufficio Auror, Ministero
della Magia, Londra.
L’ascensore
gracchiante era realmente
odioso, una di quelle cose che ti potrebbero spingere a stare
direttamente a
casa, soprattutto la Vigilia di Natale.
Percorrendo
il labirinto di cubicoli
dell’Ufficio Auror Draco pensava con malinconia al proprio
letto caldo e alle
lenzuola ancora stropicciate dalla notte insonne che aveva passato
pensando
alla Sanguesporco.
L’ultima
cosa che voleva fare quella
mattina era andare da Potter a fare rapporto, ma fatto stava che il
famigerato
“ Grande Capo”, di cui fra l’altro tutti
sembravano avere una paura matta, li
aveva convocati tutti al ministero.
La sala
riunioni era in fondo al
corridoio e già dal suo ingresso Draco storse il naso per
l’assordante rumore
che proveniva dall’interno, per non parlare poi della
compagnia.
Potter,
Weasel, Paciock, Goldstein,
la Piattola e Lunatica Lovegood stavano parlottando tra loro in un tono
che
sembrava molto più quello di una riunione di famiglia che
quello formale di un
vertice tra Auror.
<<
Guarda guarda chi si rivede,
Malfoy! Com’è andata la serata? >>
chiese la Donnola ridacchiando.
<<
Di merda Weasel, come tutta
la tua vita d'altronde! >> rispose.
Il
diretto interessato parve offendersi
ma poi riprese il suo tono da “Weasley è il nostro
Re”.
<<
Che c’è Malfoy, sei
diventato gay tutto d’improvviso? Pensavo che le belle
ragazze ti piacessero…
>>
Il
ghigno Malfoyesco perennemente
presente sulle labbra di Draco si accentuò ancora.
Mai dare del
finocchio ad un Malfoy.
<<
Chiedi alla tua fidanzata
di Hogwarts Weasel, magari lei te lo sa dire se le belle donne mi
piacciono oppure
no.
>>
La
Donnola maledetta si alzò di
scatto puntando la bacchetta verso di lui, il volto, se possibile,
ancora più
rosso dello stemma della sua casata.
<<
E con questo cosa vorresti
dire? >> sputò.
Quello
che successe nei successivi
trenta secondi si impresse nella mente di Draco come una scena di uno
di quei
film Babbani senza voce, dove immagini pressoché statiche si
susseguivano a
vignette esplicative.
Vide la
Donnola abbassare la
bacchetta e cambiare repentinamente l’espressione del viso:
da incazzato a
spaventato.
<<
Cosa stai facendo Ronald?
>> disse una voce alle spalle di Draco.
Quella voce
…
<<
Io, ehm niente capo.
>>
Capo? Capo?
Draco si
girò lentamente e dopo aver
visualizzato chi stava poggiata
allo
stipite della porta non poté fare a meno di esprimere
chiaramente ed
indiscutibilmente ciò che pensava.
<<
Oh Cazzo! >>
Hermione
Granger, ancora più bella
della sera prima, stava sull’uscio con una spalla poggiata
alla colonna del
divisorio ed un espressione di impagabile soddisfazione stampata in
faccia.
<<
Seduti! >> ordinò
perentoria a tutta la sala.
Con
grande stupore di Draco ogni mago
della sala si apprestò a prendere posto sulle sedie attorno
al grande tavolo.
Solo
allora l’occhio cadde
sull’abbigliamento della Sanguesporco; ciò che
certamente attirava maggiormente
l’attenzione era il lungo mantello nero ed il ricamo su di
esso che, senza
tante cerimonie, recitava: Hermione
Granger, Capo Auror, sezione Mangiamorte.
Lei
intercettò subito il suo sguardo
e si affrettò a far uscire tutti i presenti dalla sala.
<<
Te l’avevo detto che facevo
la puttana per lavoro Malfoy! >> disse ridendo una volta
che tutti ebbero
lasciato la stanza.
Draco
cercò disperatamente di
afferrare un po’ del suo famosissimo aplomb
Purosangue e le si posizionò di fronte.
<lavoro di cui andavi
farfugliando è
questo. >> le disse con sicurezza.
<<
Già, sono il capo della
squadra che da anni si premura di catturare i Mangiamorte.
>>
Draco si
passò una mano sul viso.
<<
Eri sotto copertura e non mi
hai detto niente maledetta Sanguesporco! >>
<<
Modera i termini
Malfoy!>> rispose lei irata.
<<
E perché dovrei farlo?
>> ribatté lui.
Hermione
gli si avvicinò arrivando a
pochi centimetri dal suo viso, era così vicina che poteva
sentire il suo
profumo.
Lavanda. Dannata
Sanguesporco.
<<
Perché sono il tuo capo ora.
>> gli disse con un sussurro appena percettibile.
<<
E tu allora dimmi sempre la
verità. >> ribattè lui, ancora
perso nel suo profumo.
<<
E perché dovrei farlo?
>> parafrasò lei.
Le si
avvicinò, se possibile ancora
di più e non esitò nemmeno un secondo a poggiare
le sue labbra su quelle della
ragazza che, immobile coma una statua nella sua determinazione, non
ebbe il
tempo di scostarsi.
Il bacio
durò solo pochi istanti al
termine dei quali Draco si limitò ad un sussurro lieve sulle
sue labbra.
<<
Perché io sono Draco Malfoy
e sappi che ora siamo in due a giocare. >>
Detto
questo, con un fruscio del
mantello, si limitò ad abbandonare la stanza lasciando alle
sue spalle una muta
Hermione che fissava inerme il rametto di vischio miracolosamente
apparso
proprio sopra al punto in cui, pochi secondi prima, le sue labbra aveva
incontrato quelle di Draco Malfoy.
::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::: SPAZIO AUTRICE
:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::.
Questa One-shot è nata da un'idea malsana che mi
è venuta leggendo parecchie Dramione in cui la nostra cara
eroina finiva disperata a fare la ballerina di Night club oppure
addirittura la prostituta, ritengo che il personaggio di Hermione, come
quello di Draco, sia stato alquanto bistrattato nelle fan fiction e
quindi sconvolto fino all'inverosimile, rendendo la povera Hermione
un'oca senza cervello molto più somigliante alla Parkinson
che alla riccioluta amica di Harry Potter di cui abbiamo letto nella
saga. Questa One-Shot, assieme a quella
già scritta per
Halloween ed a quelle che ho in progetto di scrivere in
furturo,
andrà a far parte di una serie di storie intitolata "
Dramione o Draco/Hermione? " atta a sfatare tutti i clichè
creatisi attrono a questa coppia che personalmente ritengo la
più prolifica di quelle non canoninche.
Le date naturalmente sono state inserite solo per far capire meglio lo
svolgimento della storia e non sono assolutamente esatte,
così come il profumo di Hermione che non ho idea di quale
sia ma diciamo che amo particolarmente la Lavanda e quindi ho inserito
quello. Il Rating è giallo perchè, come avrete
notato, ci sono parecchie parolacce, non ho inserito scene di sesso
soprattutto perchè non amo mischiare una cosa sacra come il
Natale al profano, credo di aver già forzato la mano
eccessivamente inserendo il Night Club.
COME CONTATTARMI ED ALTRI LINK UTILI:
1) Aggiungetemi agli amici di Facebook QUI
2) Leggete anche la mia Long Draco/Hermione QUI
3) La canzone cantata da Hermione è Girls Just
Want To Have Fun di Cindy Lauper
Detto questo non mi resta che augurarvi....
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