Aborto nascente

di AmetistaCassandra
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La prima cosa di cui mi resi conto, venendo al mondo, era che nessuno mi avrebbe mai baciata perchè non avevo le labbra. Sorrisi nel constatarlo.
Non sarebbe stato facile per me fingermi donna senza le labbra ma sapevo che la donna ama ed ero decisa ad amare un uomo vero, non come quelli di cartapesta che avevo visto sfogliando cataloghi di placenta nel luogo del non-essere. Mi presero le contrazioni e capii che probabilmente non sarei vissuta abbastanza, o che ero già vissuta troppo. Mi appoggiarono di malagrazia su un foglio bianco, lasciando che le mie unghie stridessero al contatto con la carta.
Non ebbi abbastanza occhi per vedere mia mamma allontanarsi portata via dal suo dio ma seppi che non c'erano speranze di tornare indietro nel non-essere e allora pregai soltanto che mamma tornasse indietro a cancellarmi, perchè ero sbagliata. Sbagliata in tutto. Ma la mamma non tornò, giaceva abbandonata in mezzo a tutti i suoi simili: gli sporchi genitori incapaci di partorirsi ma maestri nel creare mostri senza labbra.
Giacqui per mesi su quel foglio, senza riuscire a morire di fame, di sete o di tristezza.
Sbiadii lentamente, raccontando a ogni passante questa mia stupida storia, sempre la stessa, incapace di variare un singolo punto o di baciare il vero uomo che mi lesse dentro.
Lo amai, è vero, e lui mi amò.
Non era uno degli uomini di cartapesta dei cataloghi. Lui era vero, di carne.
E mi amò.
Ma non seppe mai quanto amore avrebbe voluto dargli quella piccola parola "donna" scritta sulla carta.




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