Deep
to the heart.
#70. Minacce telefoniche.
Quando
le dita, pizzicando una chitarra, sfiorano e muovono anche qualcosa
dentro, nel petto, che ha la stessa consistenza delle corde –
metallo tagliente e sottile – viene al mondo una creatura, ma
non
ha niente a che fare col legno e la cassa armonica e col manico:
mangia aria e note, e respira coi polmoni di quelli che l'ascoltano.
È in un crescendo che si arricchisce di sfumature
sorprendenti e
intense, e vorticando in un tornado fatto di emozioni, sprigiona una
forza che trascina, che stringe lo stomaco e prende a pulsare, si fa
spazio con prepotenza famelica, aggredendo e sottomettendo pezzi di
cuore – li divora e li bagna di lacrime, che calde sgorgano
dagli
occhi senza preavviso, così, con la stessa tenerezza
nostalgica
dell'acqua piovana. Diventa tutto suo e d'improvviso lo sguardo si
sorprende della visione nuova e fresca, perché il mondo non
ha mai
avuto quei colori e quella nitidezza che fanno capire di aspirare e
deglutire e vomitare dolcemente aria – di vivere, veramente.
Solo
coi tramite è possibile rendersene conto, e la
potenza di una sensazione si amplifica solo quando la sia afferra a
mani nude, abbracciandola e cullandola e solleticandola – lo è,
allora, bellissima e profonda e personale, lo diventa, mentre
il cuore prende a battere allo stesso ritmo, seguendo docile i suoi
suoni.
A
quel punto telefonate che parlano di chitarre e soldi e minacciano di
morte, non fanno che riscaldarti il cuore, perché non basta
una voce
metallica a recidere la sola corda – quella di ferro
arrugginito e
vecchio, che ti lascia una sottile traccia rossa quando premi sopra
le dita, quella che ti ostini a non cambiare perché no,
è un
ricordo e va tenuto intatto così com'è
– che ancora si ostina a
vibrare, l'ultimo suono che ha risuonato nell'aria, quella sera,
prima di riagganciare la cornetta e dedicarsi ai ricordi.
È
una melodia effettivamente breve, e non ci si può permettere
di
pensare alla fine quando la si suona e ascolta.
N/A.
Flash-fiction
scritta ascoltando una delle tante versioni di Devil's
way. Ho cercato di inquadrare il personaggio di Eddie Lee,
che mi
piace parecchio e che mi mette addosso una nostalgia incredibile.
Spero di riuscire a trasmettere qualcosa – al momento sto
seriamente correndo il rischio di esplodere per l'abbuffata di
emozioni che ho fatto rileggendo Beck MCS.
Fanfiction
partecipante al 2010:
a year together, indetto dal «
Collection of starlight », said Mr Fanfiction Contest,
« since
01.06.08 ».
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