ORAMAI E' DA LUGLIO CHE
NON AGGIORNAVO, MA DI ETICHETTARE QUESTA STORIA COME "INTERROTTA"
PROPRIO NON MI ANDAVA. CI VOLEVANO LE VACANZE DI NATALE PER FARMI
RIPRENDERE.
MI DISPIACE DAVVERO
TANTO; SPERO POSSIATE PERDONARMI E TORNARE A LEGGERE CON LO STESSO
VIGORE (O QUASI) LA MIA FANFICTION.
BUON NATALE IN RITARDO E,
SE DOVESSI POSTARE DOPO IL 1° GENNAIO L'ULTIMO CAPITOLO
(Sì, QUESTO E' IL PENULTIMO), ALLORA VI AUGURO UN FELICE
ANNO NUOVO E BUON DIVERTIMENTO PER CAPODANNO.
RINGRAZIO CON IL CUORE
LUDOVICA, LA MIA CARISSIMA AMICA E BETA, ELISABETTA CHE, COME ME, HA UN
BLOCCO DELLO SCRITTORE, E TUTTI VOI CHE MI AVETE SEGUITA FINO AL
CAPITOLO PRECEDENTE. SPERO DI RITROVARVI ANCORA UNA VOLTA.
BUONA LETTURA :)
Capitolo 16
16
novembre 1996
La tensione era alta tra Draco e Theodore. Quel pomeriggio
il suo amico aveva scoperto un legame tra lui e Harry, e si era
infuriato e ne era rimasto completamente deluso.
Si poteva aspettare di tutto, tranne questo: Draco e Harry non
più nemici mortali. Tutt'altro.
- Theo, parla. Io non so cosa dirti, non so da dove cominciare per
chiarirti la situazione, se tu non parli - chiese per l'ennesima volta
il biondo. Era stravolto e lentamente le speranze di una veloce
riappacificazione stavano scemando.
- Che domanda stupida, mi fai. Lo sai benissimo per quale motivo odio
Potter. Mi hai deluso, Malfoy - esordì a un tratto l'altro
con disprezzo.
Draco si sentì mancare dentro. Aveva davvero lacerato
così tanto l'animo di uno dei suoi più cari
amici?
- Perché non vuoi capire che tutto quello che voglio
è farti capire che... insomma, mi sento... meglio con lui -
spiegò a fatica cercando le parole giuste.
- Meglio? Che cavolo dici, Draco? Sei diventato un cretino, tutt'a un
tratto! Che ti dice il cervello?! - urlò l'altro.
- Non sono un cretino, Theo - ribatté gelidamente Malfoy.
- Ah no? E allora dimmi, come mai, così, all'improvviso, ti
sei ritrovato a fare comunella con Potter? Vorrei rinfrescarti la
memoria e ricordarti che tu hai un compito, che tu sei al servizio di
Tu-Sai-Chi, che la tua famiglia dipende da te e che quel Marchio Nero
è lì proprio per ricordarti tutto questo! -
- Lo so, stupido! Credi che mi scivoli così dalla mente il
fatto che la vita dei miei genitori dipende da me?! Davvero hai una
così bassa stima di me? - questa volta anche Draco si era
messo ad urlare con rabbia.
Theodore Nott si ricompose e, guardatolo negli occhi con
serietà, rispose:
- Sì, da quando nella tua mente si è intromesso
Potter. Draco, per favore, torna in te; devi capire che questo non
porterà a nulla di buono. Cosa avevi pensato di fare, dopo?
Sarà una continua lotta, verrai allontanato da tutti.
Chiediti dunque: ne vale la pena? Saresti disposto a sacrificare tutto
ciò che hai, ciò che tu hai costruito col tempo,
per uno come lui? -.
Draco si fermò a pensare, dubbioso.
Ne vale la pena? Non lo
so più, ora come ora.
I dubbi c'erano sempre stati, fin dall'inizio, e ora stavano tornando
più forti di prima.
Avrebbe davvero avuto tutte le forze per combattere i suoi amici, la
sua Casa, la sua famiglia e... Voldemort? Era impensabile... Sarebbe
stato un suicidio, sia per lui che per Harry.
Pensò al ragazzo di grifondoro, e si sentì morire
dentro quando ipotizzò la sua morte.
Per salvarlo avrebbe dovuto allontanarsi da lui, perché se
fossero stati troppo vicini il Signore Oscuro sarebbe arrivato con
più facilità a catturare Potter.
- Esci, voglio restare da solo a pensare - sentenziò con
autorevolezza il biondo.
L'amico non disse nulla, felicemente convinto di aver fatto breccia
dentro Draco e di avergli fatto tornare un po' di sale in zucca. Il
seme del dubbio che gli aveva rifilato avrebbe pensato a fare il resto.
Una volta solo, Draco si lasciò cadere sul letto, e una
lacrima silenziosa scese fino a bagnare le coperte.
Perché?
♣♣♣♣♣
17
novembre 1996
Draco era impegnato da circa un'ora nell'aggiustare
l'armadio. Per tutto il giorno non era uscito nemmeno per andare a
mangiare, per quanto si sentiva in colpa di quello che stava per fare.
Mancava poco alle 21, così Harry si congedò dalla
sua migliore amica e uscì dalla Sala Comune. Si diresse
spedito verso la Stanza delle Necessità, con mille pensieri
che gli vorticavano in testa.
Quando finalemente varcò la soglia della grande sala piena
di cianfrusaglie, iniziò a cercare con lo sguardo Draco.
- Sarà in ritardo... - ipotizzò ad alta voce il
moro.
- No, eccomi - esordì una voce.
Il ragazzo di serpeverde spuntò fuori da uno dei mille
anfratti creati da quella confusione d'oggetti.
Potter nel vederlo arrossì un poco, ma si
avvicinò di qualche passo comunque.
- Dobbiamo parlare - disse il biondo senza preamboli.
L'altro ammutolì del tutto, non rendendosi pienamente conto
di cosa intedesse dire Draco.
- Di cosa, scusa? -
- Come di cosa; di noi, è ovvio -.
Malfoy stava di nuovo usando un tono freddo e distaccato. Sembrava
dovesse dare delle pessime notizie.
- Sputa il rospo. Che sta succedendo? -
- Potter, c'ho pensato bene... -
- "Potter"? -
- E' stato tutto un madornale errore. Sarebbe meglio non vederci mai
più -.
Così detto il biondo s'incamminò verso l'uscita,
ma venne trattenuto per un braccio.
- Tutto qui? In trenta secondi tu arrivi e mi dici come niente fosse
che non ci dobbiamo più vedere? Con tutta questa
facilità? -
- Sì. Dunque puoi immaginare quanto io non fossi mai stato
preso da questa storia. Ora lasciami, devo andare -
- Io non ti mollo. Non raccontarmi cavolate, Draco. Sappiamo entrambi
che sei stato coinvolto da questa storia tanto quanto me. Merito una
spiegazione migliore -.
Malfoy prese fiato e così tirò fuori la
bacchetta, puntandola contro l'altro.
- Lasciami o ti schiato, Potter. Non ci sono altre spiegazioni, capito?
Non ti devo nulla -. La voce era dura, ma lo sguardo rivelava un'anima
lacerata dalla tristezza. Harry non poteva credergli, ma per un attimo
vacillò lasciandolo libero di allontanarsi da lui.
Ben presto si riprese, iniziando a seguirlo appena fu uscito dalla
Stanza.
- Draco, aspetta, dove cavolo pensi di andare? Non fare l'idiota e
spiegami perché ti comporti così -.
Il biondo quasi correva.
- Draco, ti ho detto di fermarti! -. Il grifondoro fece uno scatto per
riuscire a raggiungerlo e a pararsi davanti la sua strada.
- Non scappare, per Merlino! Dimmi che cavolo ti prende? Ieri eri
così...-
- Chiudi la bocca, Potter. Ieri è passato. Credevi sul serio
che potessimo qualcosa noi due insieme contro tutti? Tu non rifletti
mai. Hai pensato al fatto che stando insieme ci saremmo messi contro
tutto il mondo? -
- Mi credi uno stupido? Certo che c'ho pensato. Sì, avremo
sicuramente un mare di problemi, ma se lo facciamo l'uno per l'altro,
allora potremo resistere -
- Non ne vale la pena, Potter. E smettila con tutte questi discorsi da
romanzo rosa, sei davvero penoso -
- Non ne vale la pena?! Io non sono mai valso nulla per te? -
- Appunto, hai colto il segno. Mi dispiace, ma ora devo proprio andare
- disse la serpe con quel suo solito ghigno.
Harry rimase per un bel po' immobile al suo posto non capendo
più niente.
Cosa era successo? Perché tutto era cambiato così
repentinamente? Lo aveva davvero sempre preso in giro, non tenendo a
lui?
No, non doveva tirare conclusioni affrettate, doveva prima sapere di
più; forse è successo qualcosa che si era
intromesso tra loro.
Eppure Draco era stato così distaccato, così
crudele, così... Malfoy. Era tornato a com'era prima della
loro corrispondenza, nulla di quel ragazzo era realmente emerso, e la
maschera era tornata. O forse non se ne era mai andata. In fondo non lo
conosceva bene, non sapeva dire quando Draco era sincero.
Il vero Draco
è quello che ho conosciuto durante tutti questi anni. E' la
mia nemesi. E' il servitore di Voldemort. Sono stato semplicemente
imbrogliato, ancora una volta.
Harry sfoderò la sua bacchetta e iniziò a
scendere verso i sotterranei, dove molto probabilmente il biondo si era
diretto per tornare nella sua stanza.
Non ci volle molto infatti prima di incontrarlo nei pressi dell'aula di
Pozioni e della Casa di Serpeverde.
- Malfoy! Lurido bastardo... - gridò con rabbia il moro,
lanciando schiantesimi a destra e manca.
Mi sembra quasi un
dejà-vu, questa scena. Dunque come è inziata,
allo stesso modo finisce.
Malfoy tirò fuori la bacchetta, difendendosi e attaccando.
I ragazzi si spostastavano e si difendevano dietro armature che
andavano distrutte e colonne in seguito scheggiate.
- Perché lo hai fatto, Malfoy? Che cosa hai guadagnato nel
prendermi ancora una volta in giro? - urlava il grifone.
- Assolutamente niente, Sfregiato. Sei tu che hai fantasticato troppo
su qualcosa di intesistente. Io non c'entro nulla -
- Non c'entri nulla?! E' solo colpa tua tutta questa storia! Ti odio! -
spuntò velenoso Harry.
Un incantesimo gli venne in mente, così, di punto in bianco.
Lo aveva letto sul suo libro di Pozioni che tanto lo aveva aiutato
durante le lezioni. "Contro i nemici", diceva la nota vicino; e Malfoy
lo era.
- Sectum Sempra!
- urlò con rabbia.
Vide Draco bloccarsi e cadere a terra; ben presto il suo sangue prese
ad allargarsi per il pavimento.
Potter corse da lui, sporcandosi di rosso i vestiti; era in preda al
panico, non sapeva che fare, perché non sapeva cosa aveva
fatto, quale diavolo di incantesimo aveva pronunciato.
La vista gli si offuscò per via delle lacrime.
Prese ad accarezzare i sottili capelli di Draco, cercando di
tranquillizzarlo che presto tutto sarebbe andato meglio e che gli
dispiaceva da morire.
Harry chiamò aiuto con la voce rotta dal pianto.
Provò un paio di incantesimi per aiutare l'altro, ma fu
tutto inutile.
Chiamò ancora, il panico che si faceva sempre più
pesante perché nessuno rispondeva.
- Draco, ti prego, resisti, ti porto in infermeria. Mi dispiace... -
- Levati! - esordì una voce profonda.
Con stupore di Harry, Piton prese il suo posto accanto a Malfoy e
iniziò a risanare le ferite, richiamando il sangue perso nel
corpo del suo figliastro.
Ci volle un po' di tempo, durante il quale il moro piangeva
silenziosamente guardando con enormi sensi di colpa il ragazzo steso a
terra.
Quando finalmente la situazione fu stabilizzata, il
professore si rivolse a Harry. - Tu, stupido ragazzino che non sei
altro, è inutile dire che non dovrai più
avvicinarti a lui. Sei in punizione. Recati nell'ufficio del Preside -.
Così il grifone lanciò per un'ultima volta uno
sguardo verso il ragazzo che tanto avrebbe voluto tenere accanto a
sé.
Piton utilizzò un levicorpus sul serpeverde per portarlo in
infermeria, mentre Potter iniziò a trascinarsi verso
l'ufficio di Silente.
Sentiva di aver appena perso qualcosa di prezioso.
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