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Lily camminava per i sentieri innevati e candidi di Hogsmeade, pensando
che non esisteva periodo più bello e felice del natale. La
sua
amica Debs si era fermata a parlare con un ragazzo, a suo dire, molto fico.
Lily aveva mostrato un'espressione piuttosto scettica alle sue parole
ma la sua compagna non ci aveva fatto troppo caso, essendosi ormai
abituata alla schiettezza di Lily, e si era defilata. La ragazza dai
capelli rossi, aveva continuato la sua passeggiata, non troppo triste
per essere stata lasciata sola.
Entrando da Mielandia per comprarsi un leccalecca al Firewhisky, si
chiese perché lei era l'unica del suo dormitorio a non
provare
attrazione per i ragazzi. Che fortuna, pensò con sollievo,
perché se provarla significa andare dietro a uno con il naso
troppo lungo e la schiena gobba come il ragazzo definito fico da Debs,
allora era meglio così.
Non c'era mai stato un ragazzo in grado di farla sognare e non aveva
mai sentito il bisogno di ricoprire interi fogli di pergamena con nomi
tipo Barney o Fulton o, ancora peggio, Chip. Rabbrividì, non
le
sarebbe mai potuto piacere un ragazzo con un nome tanto orribile da
pronunciare... anche perchè chi avrebbe il coraggio di
dichiararsi moglie di un Chip in pubblico? E se poi il caro maritino
avesse desiderato dare il suo così melodico nome al
pargoletto
che sarebbe stato conseguenza della notte di fuoco durante la quale lei
avrebbe proferito con passione travolgente le parole "Oh Chip!" oppure
"Più forte Chip!" e perchè non "Fammi cinguettare
come un
usignolo, Chip!!!!!!!! AHHhhh!" e.... Lily scosse la testa e
strizzò le palpebre per fermare il filo di pensieri che le
passava davanti agli occhi come una pellicola. Fece un sorriso.
Sì, non c'era dubbio, la fase dell'innamoramento era una
cosa
che non faceva per lei e poteva benissimo farne a meno.
Se doveva proprio ammetterlo, aveva provato delle strane sensazioni in
passato nei confronti di un ragazzo. Lui aveva tentato così
tante volte di prenderla per mano e lei era arrossita e si era sentita
così calda che aveva temuto di non stare bene. Ma
non
erano altro che sensazioni, piccole sciocchezze che non significavano
niente, piacevoli percezioni che l'avevano incuriosita al punto che
aveva agognato di sentirle ancora e ancora e ancora... ma non aveva
certo lasciato che i piaceri del corpo prendessero possesso della sua
mente così determinata e razionale. No, aveva voltato le
spalle
a ciò che la rendeva vulnerabile, la bramosia del quale le
aveva
causato tale vergogna. Umiliata da ciò che non poteva
controllare, aveva fatto di tutto pur di allontanarsi dall'oggetto dei
suoi desideri, che era certa non fosse il ragazzo, ma la mera alchimia
tra i due, una scarica elettrica scatenata dal contatto delle loro
pelli, quella di lui così abbronzata e diversa dalla sua,
chiara
e sensibile.
Arrossendo ancora al ricordo di quei giorni di battaglie interne, le
quali la sua mente fredda aveva ovviamente vinto, guardò
l'orologio da polso che le avevano regalato i suoi genitori due natali
prima, quando ancora frequentava il quinto anno, e vide che era ancora
piuttosto presto, quindi decise di tornare a scuola così
avrebbe
potuto sfruttare la tranquillità di una torre di Grifondoro
molto meno affollata del solito per studiare. Dopotutto, era l'anno dei
M.A.G.O. ed era richiesto un approfondimento nello studio delle materie
che seguiva.
Raggiunse la Torre in circa dieci minuti e disse con nonchalance la
parola d'ordine. Distrattamente entrò nella sala comune, e
mentre lo faceva aveva la testa tra le nuvole del cielo più
alte, tanto che sobbalzò quando udì delle voci.
E niente popò di meno che la voce abbaiante di Sirius Black.
Cosa ci faceva Black nella sala comune di sabato, specialmente in uno
dei sabati in cui erano previste le gite a Hogsmead? Scelse di non
scoprirlo, poichè non aveva bisogno di perdere tempo e si
voltò di nuovo verso il Quadro della Signora Grassa per
dirigersi nella sempre silenziosa biblioteca, quando non volendo
decifrò le parole dell'affascinante malandrino, che
stranamente
stava usando un tono di voce piuttosto basso. Parlava con voce
piuttosto suadente, non quella che si userebbe con una donna, ma quella
con cui parleresti ad un bambino, un bambino molto capriccioso. Si
fermò e si nascose dientro ad un angolo vicino alla porta
del
ripostiglio delle scope, concentrata sulle parole del giovane
Grifondoro. "Forza, bevila tutta... no tutta. Sì, lo so che
fa
schifo, però ti farà bene..." stava dicendo
"bravo,
Ramoso... adesso perchè non provi a dormire per un po'...
dai,
sdraiati... ecco, adesso dormi."
Ramoso? Allora
c'è anche Potter... Ma che succede? Cosa gli ha fatto bere
quell'idiota? Pensò
Lily, oltraggiata. Stava per rimproverare Black quando lo
sentì
parlare di nuovo, stavolta con voce stanca e seria. "Si è
addormentato, Lunastorta, finalmente. Era distrutto." Lo
sentì
dire e a quel punto udì la riconoscibilissima voce di Remus
Lupin, "Lo so, Sirius. E' stato un duro colpo. Per tutti noi.
Non
credevo che ... che..." e la sua voce si ruppe. Fu Black a finire per
lui, "che fosse possibile. No, anch'io non lo credevo... quasi non ci
credo ancora". Un silenzio teso invase la sala comune di Grifondoro, e
Lily sentì un brivido percorrerle la schiena. Era successo
qualcosa, qualcosa di molto brutto. Ma cosa? Era avvenuto l'ennesimo
attacco ad una famiglia mezzosangue? Ma come poteva avere a che fare
con Potter... Lui era un purosangue. No, era accaduto qualcosa a
Potter. Ma cosa? Qualcosa che aveva scosso persino Black e Lupin. Quei
tre ne avevano viste di brutte, cosa poteva essere avvenuto di
così orribile?
Non si mosse dal suo nascondiglio, perchè la sua
curiosità di donna glielo impediva. Mentre apparivano
nuvolette
a forma di punto di domanda tutt'attorno alla sua testa rossa, i due
malandrini ancora svegli ripreserò a parlare. Tese
l'orecchio
per non perdersi una parola e nel frattempo bloccò la porta
d'ingresso con la bacchetta così nessuno avrebbe potuto
interromperli.
Fu di nuovo Black a parlare per primo, "Silente mi ha detto che
dobbiamo fare a turno per tenergli compagnia la mattina per
tutta
la prossima settimana, ma se non vuoi perdere le lezioni, a me va bene
stare con lui tutti i giorni, basta che mi porti i tuoi appunti."
"Sì, forse è meglio se ci stai tu... sai come
prenderlo.
E poi magari riesci anche a farlo ridere un po'" replicò
Remus.
"Allora siamo d'accordo. Ci penso io.",disse Black. Dopo pochi momenti
aggiunse con voce rotta dalla stanchezza "Ho paura che non si
riprenderà."
Lily udì il rumore di quella che era certa fosse una pacca
sulla
spalla. "Smettila, Felpato. James è forte. Ce la
farà,
vedrai. Ci siamo noi con lui. Dagli un po' di tempo e
tornerà il
solito casanova e chiederà alla Evans di uscire per quella
che
credo sia la centoventottesima volta." Centotrentaquattresima,
pensò Lily, dopo aver cercato di reprimere un sussulto per
essere stata nominata. Il cuore le batteva forte, e si premette una
mano sulla bocca per non far sentire il suono della sua stessa
respirazione.
Sentì un risolino, di sicuro proveniente da Black, il quale
disse "Grazie, Lunastorta, mi hai tirato su il morale di almeno un
centimetro...comunque... credo che... a questo punto dovremmo... solo"
abbassò ulteriormente la voce e Lily si chinò
ancora in
avanti per sentire meglio, "occuparci della questione degli... " Lily
trattenne il respiro e allungò il collo, "INTRUSI!".
E la ragazza non ebbe il tempo di pensare alle parole di Sirius,
perchè d'improvviso una scopa volò fuori dal
ripostiglio
e la colpì nel didietro, facendola cadere in avanti.
Strillò prima di atterrare e mise le mani di fronte a
sè
ma lo scontro con il duro pavimento non avvenne, perchè fu
Black
a prenderla al volo.
Lui la tirò su con fare sbrigativo e poco delicato, e quando
lei
alzò lo sguardo, lui la fissava con fare minaccioso. Dopo
alcuni
momenti, sussurrò "Non te l'ha mai detto nessuno, Evans, che
è maleducazione origliare?". Lei era senza parole,
d'altronde
non poteva difendersi, era stata colta con le mani nel sacco.
Cercò quindi di spingerlò lontano da
sè, ma Black
era piuttosto muscoloso e non la lasciò andare. Invece le
scosse
le spalle, con violenza e si fermò solamente quando Lupin
gli
pose una mano sulla spalla, per calmarlò. A quel punto le
chiese
con un ghigno crudele sulla faccia "Che cosa hai sentito, prefettina,
eh?" Lei boccheggio impaurita e poi disse "Lasciami.... non ho sentito
niente" "Bugiarda!" urlò lui. Lupin cercò di
allontanarlo
da lei e alla fine Black mollò la presa e abbassò
la
voce, "Va bene, Evans. Allora vattene. Non raccontare a nessuno quello
che hai sentito".
Lei balbettò "Certo, ma... ma... che cosa... ?" "Ti aspetti
anche che ti raccontiamo cio che è successo? Non ci sperare,
carina. Hai ficcato il naso abbastanza a lungo. Vattene e
lascia
in pace James."
Le diede una leggera spinta e lei per una volta abbassò la
testa
e fece come gli diceva. Sbloccò la porta e fece per uscire
dalla
sala comune, ma si voltò per un attimo verso Potter, steso
sul
divano, con espressione serena.
Affranta, se ne andò e scese le scale del castello
lentamente,
ignorante delle urla della Signora Grassa che la rimproverava per aver
mancato di salutarla.
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