Coraline aveva paura.

Una paura matta.

Cosa sarebbe successo se, non avrebbe vinto la scommessa?

Era spaventata dal solo pensiero.

<< Andrà tutto bene, Coraline. Tutto bene. Infondo  tutte le fiabe finiscono bene. >> continuava a ripetersi. << Ma io..non sono in una fiaba… >> ritornò alla realtà. In effetti, alle altre madri non ci credeva seriamente fino a qualche tempo fa. Tutto quello era decisamente molto simile ad una favola, però lei era la protagonista. Ora capiva realmente che la frase –Sii felice per ciò che hai e non desiderare altro- aveva più che ragione.

<< Ho paura. >> disse a voce alta.

Silenzio.

Cosa si aspettava?

Forse che qualcuno avesse risposto o magari fosse venuto lì a consolarla?

D’altronde, nessuno in tutta la sua vita l’aveva fatto.

Era sola e ricolma di panico.

La faccia diventò più pallida.

<< Ho paura! >> urlò, questa volta non chiedendo, ma pretendendo una risposta.

Silenzio.

Coraline rimase lì, con la faccia bianca e la paura.

Il terrore, che fino ad allora era rimasto astratto, diventò concreto.

Come dei guanti, la paura l’afferrò, la portò nell’oblio delle tenebre.

La paura, ora era una persona, ciò che popolava la sua mente.

L’Altra Madre.

Quella finta.

Quella con i bottoni.

Quella magra.

Quella alta.

Quella cattiva.

Miao un miagolio echeggiò nei pensieri della bambina, che ritornò alla realtà.

Nel giardino di quella orrenda casa.

L’Altra Casa.

<< Andrà tutto bene. >> disse il Gatto, comparso in quel momento.

<< Per fortuna ci sei tu! >> urlò andando incontro al gattino nero e scheletrico.

<< Posso? >> chiese incerta Coraline.

Il gatto piegò la testa verso il basso, come per dire sì.

Allora Coraline lo accarezzò e tra loro nacque una profonda amicizia.