Capitolo XVIII
Un grazie a tutte le persone che mi seguono e a chi lascia una recensione;-)!
Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia...ci ho messo un po' ad
aggiornare ma tra il Natale e le feste non ho avuto moltissimo tempo.
Hermione non attese la risposta del biondo.
- Pansy, Pansy Parkinson! Esclamò.
"Faccia da carlino", ma, punto tre: anche questo apprezzamento lo tenne per sè.
L'altro non rispose, era come perso nei propri pensieri.
-Avevi un amico, incalzò la riccia, un buon amico, credo, un certo Blaise Zabini.
Ormai parlava a macchinetta. -Questo nome ti dice qualcosa? riprese.
- Blaise Zabini! Ripetè meccanicamente lui senza prestare attenzione alle proprie parole
- No, nulla: buio totale.
-Forse potremmo provare a cercarlo e...
-Forse, tagliò corto Draco.
Senza accorgersene si ritrovò seduta accanto al biondo intenta a
scostargli, con la mano destra, il ciuffo ribelle dal viso.
-Ricorderai, gli sussurrava, la voce traboccante di dolcezza.
Quel tocco leggero ebbe la capicità di rilassarlo e gli infuse, in tutto il corpo, un senso di profonda pace.
Per la prima volta, dopo l'incidente che gli aveva causato la perdita della memoria, si sentiva starordinariamente bene.
La ragazza non smise di accarezzargli i capelli, come se la sua mente
avesse improvvisamente perse perso il controllo sul prorpio corpo.
Sentì il suo cuore e la sua mente affrontarsi in un combattimento serrato.
Sentì la sua mente capitolare.
Sentì il suo cuore esultare.
Hai vinto, ma è solo una battaglia, una sola! Sentì la sua mente replicare.
Pertanto non fuggì, rimase lì, seduta accanto a lui, i suoi capelli d'oro soffici tra le dita.
Percepì il suo accostarsi, circospetto, sentì il capo di
lui, sempre più vicino, prendere posto, lentamente, sulla
propria spalla.
Draco sentì il profumo di lei: inebriante, dolcissimo e
provò il desiderio di stringerla a sè, di ricoprirla di
baci, di non lasciarla mai più andare via.
"No, non devo farlo, devo resistere", ripeteva a sè stesso.
L'equilibrio che si era instaurato tra di loro era talmente precario
che un solo piccolo gesto, una sola insignificante parola pronunciata
con il tono sbagliato sarebbero stati sufficienti a mandarlo in
frantumi: Draco ne era conscio.
No, non avrebbe rischiato.
Hermione rimase immobile mentre i suoi pensieri correvano veloci.
"Io e Draco Malfoy nella stessa casa...
stanza...
sullo stesso divano...
vicini...
eppure mi sento talmente bene...non mi sono mai sentità così con Viktor e neppure con Ron, mai."
Il pensiero del rosso che se ne andava sbattendo la porta la fece rabbuiare.
Si sentiva euforica ma nello stesso tempo stentava a riconoscersi: stava perdendo il controllo e questo non era da lei.
-Hermione! Ruppe il silenzio. - Grazie per tutto quello che hai fatto e
che continui a fare per me. Le ultime parole uscirono come un sussurro.
"Draco Malfoy mi sta davvero ringraziando? e mi guarda con quegli occhi
così tremendamente belli...(sospiro), se solo potessimo essere
solo Draco ed Hermione, solo un uomo e una donna (altro sospiro)...
Se solo potessi baciarti, anche per una volta soltanto".
Sentì una stetta alla bocca dello stomaco.
"No, una sola volta non mi basterebbe, è per questo che tra di
noi non accadrà nulla, è per questo che sarò forte
per entrambi e non mi lascerò coinvolgere...
Non mi lascerò coinvolgere... (sospiro), ma chi voglio prendere
in giro? Come se non lo fossi già abbastanza." Amarezza.
Una cosa era certa, doveva uscirne: ma come?
E soprattutto: era quello che desidera davvero?
Si guardò dentro e quello che vi trovò non le piacque:
voleva affondare le mani nei suoi capelli, baciare quelle labbra
così invitanti...voleva...
"BASTA!" Si disse.
"Hermione, datti un contegno! Vuoi davvero le labbra di Malfoy?
Quelle stesse labbra che si sono unite a quelle di quasi tutte le ragazze di Howgarts?
Vuoi che le tue siano solo labbra sovrapposte ad altre labbra ma incapaci di lasciare un segno?"
No, non sarebbe stata proprio lei l'ennesima sciocchina a cascarci.
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