La mia pazzia

di _emanuela
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Questo pianto mi lacera.
Veder cadere le foglie quando il cuore non fa male, è straziante.
E’ un male incurante.
Questo dolore non conosce stanchezza più pura del mio animo.
Paura di cadere e non accorgersene finché non si tocca il fondo.
Volere solo una vita normale.
Ritrovarsi in una stanza illuminata da una lampada, in una casa sconosciuta.
Notare ogni minimo dettaglio:una sigaretta accesa che si consuma, la cera di una candela,
una bottiglia vuota di birra, un bicchiere mezzo pieno di wisky.

Sentire una mano strangolarti, ascoltare le parole.
« D’ora in avanti, sarai il mio giocattolo, ti userò e poi ti getterò via. »
E' triste quando sei un dio e non hai nessuno a cui rivolgere le tue preghiere.
E le mie preghiere a chi posso rivolgere ora che ho fatto un patto con il diavolo senza volerlo ?
Il consumarsi della ragione, avere un’ ottima cera, il vuoto, vedere il bicchiero mezzo pieno.
E nascondere tutto dentro.

Spazio autrice
La frase in grassetto è stata prelevata dalla poesia del poeta turco Nazim Hikmet
Per la frase sottolineata ringrazio la mia amica Claudia, sempre gentilissima.
Ringrazio mille anche winry e mi scuso per il capitolo molto breve, ma l'ho fatto di fretta e furia senza ispirazione.
Le parti in corsivo non sono dialoghi come nei capitoli precedenti, ma collegamenti, mentre i segni « » indicano dialoghi o parti parlate.




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