Messaggio
dell'autrice: Ah-ah! *mano
sul fianco e indice rivolto al cielo* Ora che sono a casa
e non devo andare in Uni ho finalmente del tempo libero! (che non
è comunque molto, ma è sempre meglio di niente U_______U) Quindi... attente a
voi, fangirls!! *risata
malefica*
Vi presento una slice of life nuova di zecca! Era da un po' che volevo
scrivere un'altra flashfic... ^v^
Buon
divertimento!! (spero XDDD) *3*
“Posso
domandarle il titolo di questa melodia, capitano?”
Interrompendo
la canzoncina che stava fischiettando, Kirk levò gli occhi
dal suo pad e incontrò lo sguardo incuriosito del Primo
Ufficiale. “Si tratta di una semplice filastrocca,
Spock” spiegò con un sorriso. “Si chiama
‘Ambarabà ciccì
coccò’ ed è molto conosciuta, sulla
Terra. Non so perché ma è da stamattina che non
riesco a togliermela dalla mente.”
Spock
sollevò tacitamente un sopracciglio. “Temo di non
averne mai sentito parlare, prima” confessò.
“D’altra parte” aggiunse,
“ritengo che sarebbe estremamente interessante poterne
ascoltare il testo completo.”
Facendo
capolino dalla sua grande tazza di caffè, McCoy
lanciò al superiore un’occhiata scioccata.
“Ne sei sicuro, Spock?” chiese con aria
esageratamente seria e preoccupata. “Il suo contenuto
è altamente illogico, non vorrei dover raccogliere la
tua acuta mente vulcaniana col cucchiaino, dopo…!”
“Suvvia,
Bones…” lo riprese bonariamente Kirk.
“La sua curiosità è più che
lecita e sarà un vero piacere recitargli questa filastrocca.
Dunque…” Sistemandosi meglio sulla sua ampia
poltrona, il capitano si schiarì un po’ la voce e
cominciò.
“Ambarabà
ciccì coccò
due
umani sul comò
che
facevano l’amore
negli
alloggi del dottore
anche
un vulcan si spogliò
Ambarabà
ciccì coccò!” *
McCoy
sputò il suo caffè dritto in faccia a Spock.
Mentre il
medico paonazzo cominciava a tossire come un ossesso, alle sue spalle
una maglia rossa inciampò negli unici due scalini presenti
in plancia e cadde rovinosamente a terra, seguito a ruota da un collega
che aveva mancato la porta del turbosascensore ed era andato
dolorosamente a sbattere contro la parete. In preda a un terribile
attacco di ridarola, Uhura si coprì parzialmente il viso con
una mano e si affrettò al fianco dei due sconvolti
malcapitati, mentre una serie di risolini soffocati cominciarono a
provenire dalle postazioni di Chekov e Sulu, letteralmente accasciati
sui comandi.
“C-cosa
diavolo era quello?!” sbraitò McCoy non appena fu
di nuovo in grado di parlare.
Kirk si morse
il labbro nel disperato tentativo di restare serio.
“Ambarabà ciccì
coccò” rispose candidamente. “Non la
conoscevi?”
“Certo
che la conoscevo, ma… voglio dire, quel testo…
NON è STATO AFFATTO DIVERTENTE, JIM!”
“Mi
vedo costretto a contraddirla, dottore” si intromise allora
Spock tamponandosi il viso fradicio con una manica azzurra.
“A giudicare dall’istantanea reazione
dell’equipaggio, è evidente che lo
fosse.”
Borbottando
qualcosa di incomprensibile, il medico paonazzo lanciò al
vulcaniano un’occhiata di puro odio. Nonostante la
sua rabbia, proprio non ce la fece a rimanere serio di fronte
all’austero cipiglio dell’orgoglioso vulcan
schizzato di caffè. Sogghignando, McCoy diede una leggera
gomitata al fianco destro di Kirk e ammiccò in direzione di
Spock. Appoggiandosi l’uno all’altro, i due uomini
scoppiarono a ridere.
Spock
sollevò un sopracciglio e li osservò
indispettito. “Capitano” chiamò.
“S-sì,
Spock?” rispose prontamente Kirk cercando di controllare il
tremito della propria voce.
“Chiedo
il permesso di lasciare la plancia al fine di cambiare i miei
indumenti” disse vagamente a disagio il Primo Ufficiale portandosi le mani
dietro la schiena.
Kirk e McCoy
si scambiarono una lunga occhiata.
Scoppiarono
nuovamente a ridere. “Permesso accordato, Spock!”
* n.d.a.: filastrocca
nata durante uno svarione con Jim e Bones U___U
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