IL RITMO DEL CUORE

di raimbowcomet
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capitolo 1
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CAPITOLO 1

Pov Bella

Eccomi qui... davanti ad una delle migliori scuole di arti sceniche di tutta  l' America; non posso ancora credere che io, Isabella Swan, la “dea dell'amore” come mi chiamavano i miei ormai ex compagni, ce l'avessi fatta...ma, a detta della mia insegnante di danza, mi avevano accettato dopo aver visto solo due delle mie sette esibizioni mandate in allegato alla domanda di iscrizione. In effetti molti mi dicevano che ballavo divinamente, ma pensavo che esagerassero e dopo tutto credevo fosse normale normale visto che ballavo da quando avevo circa tre anni.
Quando avevo inviato la domanda d'iscrizione, l'avevo tenuto nascosto a tutti, lo sapevano solo Susan (la mia insegnante di danza, che era come una seconda madre per me visto che la mia non si preoccupava affatto di quello che combinavo) e Kristie, quella che pensavo fosse la mia migliore amica, ma evidentemente mi sbagliavo visto che spinta dalle sue “nuove amiche” mi gridò contro in sala mensa, e quindi davanti all'intero istituto, che ero una troia che se la faceva con il primo che le capitava a tiro soltanto perché  avevo passato come dire...una “notte di fuoco” con il suo attuale ragazzo poco prima che si mettessero insieme, ma cosa potevo farci io? Non avevo mica la palla di cristallo! Eravamo in discoteca, ubriachi, lui era un bel ragazzo e nessuno dei due era fidanzato, di cosa mi dovevo vergognare? Ero sempre stata abbastanza “loquace” diciamo e la mia reputazione a scuola non era delle più rosee e da qui il soprannome di “dea dell'amore” ma non mi importava anche perché i miei amici mi accettavano così e non mi trattavano come una facile; inoltre ero bellissima, ero il capo delle cheerleader, I ragazzi facevano a gara per farsi notare da me ed avevo Kristie che mi appoggiava in tutte le mie pazzie.
Se penso a come è cambiata la mia vita nel giro di pochi mesi mi sembra di impazzire.
Quando arrivò la lettera di ammissione non persi neanche un secondo e lo riferii immediatamente ai miei genitori, volevo che fossero fieri di me, ma per loro questa era soltanto la scusa perfetta per impacchettarmi e spedirmi lontano da un ambiente fatto di pettegolezzi su una figlia ribelle.
Nonostante tutto accettai le loro scuse e quindi ora eccomi qui, a cercare di diventare una delle migliori ballerine dell'America, soggiornando per un anno qui alla Juliard insieme ad altri ragazzi talentuosi come me; quattro categorie: ballerini, cantanti, musicisti e attori.
Mi risvegliai dalle mie fantasie quando capii che ormai era troppo tempo che ero impalata come una bambola davanti alla porta d'ingresso.
Da dentro proveniva un brusio generale, segno che gli altri ragazzi erano arrivati e come al solito quindi ero in ritardo. Mi diedi una sistemata e controllai il trucco, perfetto come sempre, ed il mio abbigliamento: avevo scelto di indossare una minigonna di jeans chiara con abbinata una camicetta beige e decoltè dello stesso colore, più i vari accessori; forse la gonna era troppo corta? Forse la camicetta troppo leggera e trasparente? Le scarpe troppo alte? Ma santo cielo Bella cosa ti sta succedendo? Non mi ero mai preoccupata del giudizio altrui...calma mi piace essere guardata, mi piace attirare l'attenzione, forse ho complessi di inferiorità...allora? Stop! Scollegai il cervello, presi le mie numerose valige di Luis Vuitton ( i soldi per la mia famiglia non erano un problema, pensavano di colmare la loro assenza con dei regali costosi...) e con un irresistibile sorriso strafottente varcai la porta di quella che per un anno sarebbe diventata la mia casa.




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