Buon anno nuovo, Presidentessa... di Amalie (/viewuser.php?uid=41959)
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aasas
-Torni a trovarci!- Un coro quello che ci fu all'interno della stanza
quando anche l'ultimo cliente uscì dal cafè, facendolo
piombare in un silenzio immacolato poco dopo. Le ragazze si guardarono
soddisfatte, prima di sorridere e scoppiare in una risata fragorosa.
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Ero stanca, davvero. Non mi ero mai lamentata di quanta fatica potessi
durare, di quanto lavorassi o altro, mai, eppure quella volta la
sentii, pesante come non mai. Forse perchè mi stavo rendendo
conto che era passato quasi un anno da quando avevo iniziato a lavorare
nel cafè con il capo e le altre o forse, più
semplicemente, perchè era capodanno. Ovviamente non c'eravamo
fatte sfuggire quest'occasione e avevamo preparato una serata evento
per festeggiare, riscuotendo anche un discreto successo! L'unica cosa
era che, appunto, avevamo lavorato molto...
Sospirai, aprendo la porta che dava sul retro per andare a buttare la
spazzatura. In un secondo, un brivido di freddo mi percorse l'intero
corpo, facendomi fremere. Effettivamente non era stata una buona idea
quella di uscire senza mettermi la giacca, proprio per niente! Sospirai
una seconda volta, in onore alla mia stupidità, dopodichè
mi rassegnai e mi diressi a buttare la sacca.
La strada principale era gremita di persone, quasi tutte a coppia con
il proprio o la propria amata o in gruppo, tutti a ridere e scherzare
mentre si divertivano. Ogni tanto qualche famiglia, con il loro bambino
nel passeggino o in braccio ad uno dei due genitori, sorridenti. Erano
davvero il quadro della felicità...
"Cosa stai guardando, Misa-Chan?" Un sussurro caldo quello che andò a scaldarmi l'orecchio.
Scattai in un attimo, già consapevole dell'identità di
colui che mi aveva preso alla sprovvista. Non poteva che essere lui,
era l'unico che mi veniva a prendere puntualmente ogni volta che uscivo
dal lavoro.
"U... Usui!" Lo fissai, portandomi prontamente a qualche centimetro di
distanza per paura che mi facesse qualcosa di sconveniente.
Oramai sapevo che quello era l'unica cosa che gli interessava, l'avevo
capito da quando mi aveva baciata alla sprovvista, senza che neanche me
ne accorgessi. Quella volta, l'imbarazzo che avevo provato aveva
superato qualsiasi mio sentimento, non ero neanche riuscita a ribattere
o a dirgli qualcosa tanta la sorpresa con cui mi aveva colto e da quel
giorno non mi ero più fidata a stargli vicino.
"Prenderai freddo se resti qua fuori, sai?" Ghignò, fissandomi.
"O forse vuoi fare in modo da poter trovare una scusa per venire a casa
mi..." Non gli feci neanche finire la frase che gli detti un calcio,
intuendo già che cosa volesse dire.
Come avevo già detto, non era difficile venire a capo dei suoi
intenti, anzi, era relativamente facile, tanto si riferiva sempre a
quel...
"Etchì"
Fu un attimo, la giacca che poco prima teneva Usui adesso si trovava
sulle mie spalle, calda e confortevole. Per qualche istante non riuscii
a non abbandonarmi al tepore che mi provocava, questo grazie anche al
fatto che se l'era tenuta addosso fino a quel momento e quindi l'aveva
già riscaldata. Quando poi mi resi conto di ciò che era
successo, arrossii completamente, cercando di togliermela, inutilmente
però visto che le sue braccia andarono a circondarmi la vita,
impedendomi qualsiasi movimento.
"U... Usui!! Che diavolo stai facendo!?!" Non potei non chiederglielo, la domanda sorgeva spontanea.
Se qualcuno ci avesse visto e riconosciuto, sarebbe stata la fine, anche perchè indossavo ancora l'uniforme da lavoro.
"Presidentessa... Almeno a capodanno potrebbe essere più gentile, non crede?"
Non so per quale motivo ma quella singola frase mi fece uno strano
effetto, davvero. Era come se stesse esprimendo ciò che non
riuscivo a dirmi, quello che non ero mai riuscita a portare a termine.
Pensava che non ci avessi mai provato? Era difficile, almeno, a me
risultava quasi impossibile. Più e più volte avevo
provato a comportarmi in maniera più femminile ma la sola
vicinanza dei ragazzi innescava in me un qualche senso di disgusto, di
repulsione. Una repulsione che non potevo far altro che combattere
nascondendo i miei veri sentimenti.
Eppure... Usui, con quelle singole parole, era riuscito a calmarmi, a tranquillizzarmi se così possiamo dire.
"Oh..." Sussurrò, avvicinando di più il viso al mio, lo sguardo fisso nel mio.
"Che... che c'è?" Perchè adesso veniva fuori con quell'esclamazione? Perchè si era sorpreso tanto?
"Misa-Chan!" Mi strinse ancora di più a sè, affondando il
volto nell'incavo del mio collo. "Pensavo tu mi avresti allontanato,
invece...!"
Ma... ma che diavolo diceva!?
In un secondo lo allontanai da me, proprio come prima aveva detto,
dopodichè mi voltai, dandogli la schiena. Sentivo le guance
prendermi fuoco tanto l'imbarazzo che stavo provando in quel momento,
avrei scommesso che erano rossissime. Ma non era quello che catturava
le mie attenzioni, piuttosto il comportamento che avevo avuto. Non mi
ero neanche resa conto di essere rimasta tra le sue braccia...
"Misa-Chan..." Un sussurro prima che la sua sciarpa andasse a finire
intorno al mio collo, coprendomi la scollatura del vestito. Pochi
secondi dopo, il conto alla rovescia prese a rimbombare per la
città, lentamente, fino a che le grida delle persone non
coprirono completamente quello che Usui mi disse, non facendomi capire.
"Ti amo"
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