Capitolo 6
-Sai cosa, quando mi pagherete per il mio servizio, mi
comprerò una casa nuova!- Disse Zoro, guardando la stanza
dove lui e Nami cenavano.
Nami prese un po’ di riso con le bacchette e lo
guardò scettica.
-Perché, questa casa non ti piace?-
-Ma è troppo modesta. Non va bene per il futuro eroe di
questo villaggio, non credi?-
Lei mangiò il riso con tutta calma.-E’ casa mia,
sai? Abbiamo questa e non è male.-
Zoro prese un filetto di pesce dal piatto e lo inghiottì
intero.-E’ piccola, andrebbe bene per noi due! Ma ti ricordo
che “pretendo” eredi.- E rimarcò la
parola “pretendere”.
-Eredi? Scusa, non ne volevi solo uno prima? Non sono una fabbrica
io!!- Nami protestò sbattendo la ciotola del riso sul
tavolino.
-Andiamo, a me serve un maschio e poi sicuramente romperai
l’anima per avere una femmina, è risaputo che le
donne sono così!-
Nami decise di non rispondere subito e riprese a mangiare il suo riso,
Zoro invece aveva già finito il suo e spinse la sua ciotola
vuota verso di lei.
La rossa la guardò soltanto, senza fare nulla.
-Allora?- Disse Zoro, vedendo che non recepiva il messaggio.
-Cosa vuoi?-
-Riempila!-
Nami gli strappò la ciotola di mano, dopo aver posato la
sua. –Potevi chiedere e aggiungere anche “per
favore, Nami” !!-
-Ma dai, ti ho spinto la ciotola, era un chiaro segnale!-
-Ma non sono la tua schiava, idiota!!- Gli sbattè di fronte
la ciotola di nuovo piena.
-Nah, sei mia moglie.-
Insieme ripresero a mangiare. –Anche qui ti sbagli, non siamo
ancora sposati!-
-Tsk, dettagli, cara mia, dettagli.-
Finirono il resto della cena in silenzio, silenzio interrotto solo da
qualche screzio sul riempimento della ciotola o sul sakè
finito alla velocità della luce.
Dopo la cena, Nami si mise a rassettare e Zoro andò ad
attenderla nella veranda, sdraiato sul parquet, che guardava il cielo
stellato di quella sera.
-Però non è malaccio qui…- Disse lui,
quando la vide sedersi di fronte a lui.
-Il mio villaggio è bellissimo, razza di capra…
Non hai visto molto certo, ma rimedierò. Dopotutto, dovrai
viverci.-
Lui si mise a ridere e si gratto la fronte con una mano. –Ci
sei nata qui, eh?-
-Si, la casa dove siamo ora è la casa dei miei nonni, i
genitori di mia mamma. Le hanno lasciato la casa per continuare a
coltivare i mandarini ma poi ci siamo trasferiti qui vicino…
Ci sono tornata io un anno fa.-
Zoro si sporse a guardarla in viso, visto che era di spalle. Si
raddrizzò andandole a sedere affianco… Aveva la
faccia triste…
-Quando hanno portato via tua madre?- Le chiese, capendo il motivo di
quella tristezza.
-Uhm, quasi subito… Essendo la moglie del capo villaggio,
è stata fra le prime ad essere prese da Arlong.-
-E tu? Si insomma, non ho ancora visto ragazze della tua età
in giro.-
-Io… Beh, sono ancora qui perché mia madre si
è offerta al posto di me e mia sorella. Arlong ha accettato,
lei è una bellissima donna…-
Lui capì il motivo di tanto odio, oltre che per quello che
faceva al suo villaggio, Nami odiava Arlong per aver rapito sua madre.
Gli si era offerta in sposa per salvare anche lei.
-In effetti… Potrei scontarvi qualche migliaio di
Berry…-
-Ah si?- Chiese stupita Nami. –Dici sul serio?!-
-Sisi, però…-
-Ah, avrei dovuto saperlo, però cosa?!- La rossa si
spiaccicò una mano sulla faccia dalla delusione.
-Mi fai di nuovo vedere il motivo per cui ti sposo?- Puntò
lo sguardo verso il seno di Nami.
Per tutta risposta, Nami arrossì e gli diede un fortissimo
pugno sulla guancia, facendolo sbattere contro la parete.
-Stupida manesca che non sei altro! E sii un po’ femminile,
se non vuoi che cambi idea e mi cerchi un’altra ragazza!-
-E fallo, chi ti ferma! Non ce ne sono altre, ti ricordo!-
-Ah, giusto…- Tornò a sedersi composto, prendendo
a massaggiarsi la guancia, la osservò ancora guardare il
vuoto pensierosa.
-Ehy…- Le toccò una spalla per farla voltare
verso di lui.
-Cosa vuoi ancora?-
-Mica di offenderai per certe cose che ti dico?- Le si fece
più vicino e le circondò le spalle con un braccio.
-Le tu offese non mi tocc… Ma c-che stai facendo?!- Si rise
conto improvvisamente della vicinanza del ragazzo.
-Shh… Ci stanno spiando…- Le sussurrò
all’orecchio, mentre le metteva una mano sulla guancia.
-Chi?- Sporse il viso per guardarsi in giro.
-Non lo so, uomini di Arlong forse… Ma è meglio
fare finta di nulla.-
Le sistemò i capelli dietro all’orecchio e le
poggiò le labbra su una guancia.
-Cosa fai…?- Rimase paralizzata a quel contatto.
-Lasciami fare ti dico…-
Dopo averle di nuovo baciato la guancia e carezzato i capelli,
osò fare un ulteriore passo… La baciò
sulle labbra. Dapprima Nami non rispose, rimase immobile per la
sorpresa… Poi gli posò timidamente una mano
dietro la nuca e cominciò a rispondere al bacio.
Zoro le circondò la vita con un braccio e la
avvicinò ancora a se, l’altra mano
l’aveva sempre posata sul viso di lei.
Dopo qualche minuto che si baciavano, i due si staccarono per poter
riprendere fiato.
-Ci sono ancora?- Chiese Nami dopo un po’.
-Chi?-
-Come chi… Chi ci stava spiando.-
-Ah…- Le stampò un altro bacio sulle labbra.
–Non c’era nessuno.-
Nami sbarrò gli occhi dalla sorpresa. –Mi hai
baciato per niente?!?!-
-Non per niente, l’ho fatto per il gusto di farlo!-
Un boato squarciò il silenzio di quella notte.
§
L’indomani mattina, Zoro e Nami erano di nuovo a casa del
capo villaggio per poter organizzare la rappresaglia contro Arlong.
-Zoro, come mai quella fasciatura?- Chiese Genzo, indicando le fasce
che Zoro aveva intorno alla testa.
-Lo chieda alla sua docile e femminile figlia!-
Sentendosi presa in causa, Nami, che serviva il tè,
guardò truce il ragazzo.
-Nami, non puoi uccidere Zoro prima che ci salvi!- La
rimproverò Genzo facendo “no” con la
testa.
-Padre, quest’uomo è insopportabile!-
-Tzè, ha parlato la santarellina!-Rispose Zoro.
-Sta zitto tu!-
-State zitti entrambi e fatemi bere il tè in pace!!- Dopo
aver urlato ciò, Genzo si portò la tazza sotto al
naso per potersi gustare l’aroma del tè fatto da
Nami.
Capitolo 7
-La prego signor samurai-Un uomo anziano si inchinò di
fronte a Zoro.-Ci liberi da Arlong-Zoro sospirò. Ormai erano
ore che gli anziani del villaggio, migrati quella mattina nella capanna
del papà di Nami, continuavano imperterriti a ripetergli la
solita frase.
-Ho detto che lo farò-Rispose portandosi una mano dietro la
testa-Ma come vi ho gia detto, ho intenzione di farlo quando
sarà notte e con la luna piena.-Prese dal tavolino il
bicchierino contenente Sakè.-Alla luna piena mancano ormai
pochi giorni…-bevve guardandoli-Si tratta solo di aspettare.-
-Le nostre donne potrebbero essere in pericolo-Gesticolò
frenetico uno, contrario alla questione del tempo.-Io dico che bisogna
agire immediatamente-
-Avete sopportato sette mesi prima che arrivassi io ad aiutarvi-Scosse
il capo sentendo quelle proteste-Due o tre giorni, così come
una settimana non cambierebbero niente…è meglio
non agire da stupidi, ma pensare bene alla mossa da fare…-
-Roronoa ha ragione-Gli diede corda Genzo-Non possiamo farci prendere
dalla fretta…qui non si tratta solo dell’
incolumità degli ostaggi, ma se agiamo con la fretta, Zoro
potrebbe fallire e il villaggio ne risentirebbe-Gli anziani, sentendo
la spiegazione di Genzo, abbassarono il capo, comprendendo.
-Lei signor samurai…chiede molto come
compenso-Esitò uno a parlare…-è una
cifra spropositata…anche se raccogliessimo i soldi di tutti
i cittadini…-
Alzò gli occhi al cielo il
verde…soldi…soldi e soldi! Ma che doveva fare una
persona per vivere più che rischiare l’ osso del
collo!?
-Chiederò la metà-Offrì loro alzandosi
in piedi.
-Metà?-Tornò alla carica uno-Ma è
ancora troppo…-Smise di parlare alla vista del volto teso di
Zoro. Si avvicinò a lui e lo afferrò per il
kimono.
-La metà che manca è stata saldata da
Nami-Strinse gli occhi-e se sono ancora qua a sentire le vostre
lamentele-Lo liberò-Sappiate che lo faccio per
lei…-Inspirò e dopo aver salutato Genzo,
uscì all’ aria aperta…
La cercò con lo sguardo e la trovò a conversare
con un uomo e una donna a qualche capanna di distanza. Si
guardò intorno e si avvicinò a loro.
-Hai fatto?-Domandò Nami vedendolo gia arrivare.
-Si ho fatto…-Si massaggiò la fronte.
-Zoro, ti presento mia sorella Nojiko-Gli indicò la donna
dall’ azzurra capigliatura e con un espressione dolce in
viso…era molto bella…
-Piacere Samurai-Rise la giovane protendendo una mano in avanti.
-Piacere-Chinò il capo e gliela strinse.
-Questo invece è mio cognato-Indicò un uomo
accanto a lei-Si chiama Ace-
-Ciao-Lo salutò e Zoro fece altrettanto con un gesto della
mano.
-Tra poco diventerò Zia-Indicò il pancione della
sorella.
-Oh!-Zoro sorrise-Dolce attesa!-Nojiko arrossì.
-Una cosa positiva nonostante questo clima di sofferenza.-Si
passò una mano sul pancione.
-In che cosa sperate?-Nojiko ed Ace si guardarono e alzarono le spalle.
-Maschio-Suppose Nojiko.
Femmina-Dichiarò Ace.
-Magari ne fate due al prezzo di uno-Dichiarò Nami.
-Io credo che uno al momento basti-Le diede una pacca sulla spalla la
sorella-Bhe allora ci si vede.-Salutò entrambi prendendo per
mano il marito e tornando nella propria abitazione.
-Che ti hanno detto gli anziani?-Chiese Nami prendendo li vicino, dei
rifornimenti di viveri.
-Le solite cose che mi dici
tu-Sbadigliò-Preghiere…salvataggio…costo
troppo alto…-scosse le spalle.-Ormai è diventata
una noia…-Gli passò in mano un contenitore di
riso.
-Bhe, posso immaginare…-Pagò l’ uomo
prendendo poi, delle verdure.
-La cosa che mi manda in bestia è che nonostante abbia detto
che agirò con la luna piena, loro si ostinano a mandarmi
allo sbaraglio immediatamente-Le prese di mano alcune verdure e
cominciarono ad avviarsi verso casa.
-Sono preoccupati come tutti del resto…-Nami
abbassò gli occhi-Anche loro vogliono che questo incubo
finisca…-Zoro la osservò.
-Lo so…-Le andò vicino.-Ma io non faccio
miracoli…-sospirò-Per queste cose ci vuole
tempo…e agire troppo rapidamente potrebbe portare a
conseguenze spiacevoli…-Sobbalzò quando
sentì la mano di lei posarsi sulla sua guancia.
-Io…-Cominciò a parlare-Credo…di
dovermi scusare per ieri…-Zoro la fissò
allibito.-Per averti picchiato…si
insomma…dovrò farci l’ abitudine no?-Il
samurai si fece comparire un sorriso sulle labbra.
-Sono io che ho mandato avanti troppo in fretta le cose-Le
sussurrò all’ orecchio facendola rabbrividire.-Per
queste cose ci vuole tempo no?- Alzò lo sguardo e
incastonò gli occhi nei suoi…
Arrossì e imbarazzata, fuggì da quello
sguardo…
Riprendendo a camminare però…allungò
una mano e afferrò un suo braccio facendo produrre un
sorriso soddisfatto al samurai…
Nel pomeriggio, come Nami gli aveva promesso il giorno prima, lo
portò dal mistico bonzo per farsi svelare i segreti di quel
luogo.
Abitava fuori dal villaggio in una capanna mal messa e quasi inoltrata
nella foresta…in quanto pace e tranquillità,
quella li non mancava.
-Bonzo?-Urlò Nami guardandosi intorno e chiamandolo.-Sei in
casa!?-Nessuno però rispose e fece sorgere dei
sospetti…
I due si guardarono e Zoro, estrasse la spada avvicinandosi alla porta
di casa. Prese un profondo respiro e con un calcio, l’
aprì rivelando il buio e il nulla all’
interno…
-Dove sarà andato?!-Si grattò la testa
Nami-Eppure lui non esce da qua…-
-Forse sarà andato a fare una
passeggiata…-Provò Zoro rinfoderando la spada.
-No, lo escludo…-
-I banditi?-Scosse la testa.
-Qua è un luogo appartato…non lo troverebbero
facilmente…-si guardò ancora intorno continuando
a chiamarlo…-Venerabile Bonzo!-
Un suono attirò l’ attenzione di Zoro. Si mise
davanti a Nami proteggendola e prendendola per mano.
-C’è qualcuno?!-
-Si-Annuì facendole segno di seguirla. Avanzarono
calpestando il fogliame fino ad arrivare nel retro della
casa…
-Il rumore si fa più forte-Borbottò Nami
stringendosi a Zoro.
-Non temere-Le passò una mano attorno alla vita-ci sono io!-
Acquisendo alla fine un po’ di coraggio, si sporsero per
vedere chi era che produceva quel rumore sinistro…
Caddero ad entrambi le palle degli occhi quando videro un uomo
accovacciato a terra e con le braghe calate…
-Oh salve!-Li salutò alzando una mano.-Ho sentito le vostre
voci ma mi sembrava poco carino chiamarvi in un momento… non
appropriato come questo…- Nami si coprì gli occhi
e Zoro la strattonò tornando davanti alla casa, lasciando il
bonzo a scaricarsi il ventre davanti alla natura…
-Dunque tu sei Zoro-Protese una mano in avanti per poterla
stringere…Zoro guardò bene di non afferrare la
mano dell’ uomo e lo salutò con un sorriso.
-Onorato-
-Venerabile…-Che dopo quella vista…tanto
onorabile non lo era più-Bonzo Brook-Chinò il
capo Nami-Abbiamo bisogno del vostro aiuto…-
-Si…-Brook annuì-Vi
aiuterò…-Sorrise-Ma
prima…-Fissò Nami.-Sareste così
gentile da farmi vedere che cosa nasconde sotto il kimono!?
Yohohoho!-Un pugno violento si scagliò contro il cranio
dell’ uomo mentre Zoro, da una parte fu felice di essere solo
un innocuo spettatore per una volta…
-Bonzo Brook-Nami lo prese per la folta chioma di capelli-Non mi sembra
il caso sa…-
-E poi-Zoro alla fine non resistette-Se proprio ci tiene a saperlo,
Nami li sotto ha due interessanti
“argomentazioni”-Annuì serio
ricordandole.
-Ah!-Brook si riprese-Destrina e Sinistrina!-
-Si proprio così!-Un alone nero si formò alle
loro spalle…
-Voi due…-Li chiamò furente causando una perdita
di respiro ad entrambi.-Avete intenzione di parlare di tette per tutto
il giorno…o volete salvare il villaggio!!?- Zoro
indicò bruscamente Brook.
-è lui che ha iniziato…io ho solo…-
-HAI SOLO MESSO IN MEZZO LE TUE CONOSCIENZE CERTO!-Il pugno tanto
aspettato arrivò come sempre a compimento, percuotendo il
corpo del povero samurai…
Capitolo 8
-Venerabile Brook, possiamo accantonare le idiozie e metterci al
lavoro?- Lo pregò Nami, scansandolo da un nuovo attacco
“mi fai guardare sotto al kimono?”.
Zoro stufo di quella perdita di tempo, gli puntò una spada
alla gola e il bonzo, finalmente si calmò: prese posto sopra
ad un cuscino per terra ed invitò i giovani, a fare
altrettanto.
-Allora, voi due vorreste sapere da me qualcosa su Arlong,
yohohohohohoh!- Si infilò le mani nelle ampie maniche della
veste da monaco, attendendo che cominciassero a parlare.
-Zoro aiuterà il villaggio a sbarazzarci di Arlong, ma
abbiamo bisogno che lei ci faccia conoscere tutte le uscite e i
passaggi per il tempio.-
-Si, prima che i vostri compaesani mi facciano lo scalpo, devo
liberarmi di quell’idiota.-
Brook rimase in silenzio per un attimo, per poi scoppiare in un
“yohohohohohohoh!!”
-Miei cari ragazzi, è presto detto!- Si alzò e si
addentrò in una stanza, per poi uscirne poco dopo con carta,
inchiostro e penna.
-Allora- Disse il monca dopo aver tracciato qualche linea sul foglio.
–Questa è la pianta del tempio, è molto
semplificata ma dovreste capire… -
Nami e Zoro si sporsero a guardare il disegno, il bonzo aveva tracciato
in fretta alcune linee a formare un quadrato e qua e là,
aveva disegnato dei quadrati più piccoli e qualche piccola
linea.
-Qui, si entra dal retro.- Disegnò una
“x” in un punto del foglio. –A
quell’entrata, si arriva passando dalle montagne: Nami,
saprai certamente di quel sentiero che parte dalla sorgente,
basterà passare da lì, yohohohohoho!-
Nami annuì, confermando di conoscere quel sentiero.
-Prima di riuscire a scappare per non farmi ammazzare come i miei
confratelli, ho notato che in quel sentiero Arlong mette ben poca
guardia. A lui interessa la via principale, yohohohohohoh!-
Zoro osservò il foglio. –E’ sicuro
questo passaggio di cui parlate?-
-Ma certo, passate da lì e sarete in fretta al tempio.-
-Zoro pensava di attaccare durante la notte di luna piena, per avere la
luce ma anche il favore delle tenebre… Fa bene?- Chiese
Nami, sperando nella possibile realizzazione del piano del samurai.
-Io penso proprio di si.- Disse Brook, annuendo con fare saccente.
–E adesso… Voglio il pagamento per il mio aiuto!-
-Cosa, un pagamento?- Chiesero in coro i due ragazzi.
-Venerabile Brook, Zoro pretende un ricco pagamento, al momento il
villaggio non dispone di-
Il bonzo la interruppe con il solito
“yohohohohoho!”.
-Io non voglio un pagamento in denaro, non sono che un umile monaco!-
-E allora cosa vuole?- Gli chiese Nami, non capendo.
-Voglio vedere sotto al tuo kimonooooo, yohohohohohohoh!!- Il monaco
ripartì all’assalto, ma gli si parò
davanti Zoro.
-Grazie, venerabile bonzo. Prendiamo la mappa e ce ne andiamo.-
Brook allora gli porse la carta, dopo averla arrotolata.
-Grazie di tutto.- Disse Nami, piegando la schiena in un inchino.
-Arrivederci, ragazzi yohohohohohoh!-
Il bonzo li salutò dalla porta, i due ragazzi andarono via,
mettendosi sul sentiero verso il villaggio.
-Che razza di monaco manico era?!- Chiese Zoro, una volta lontani
dall’abitazione di Brook.
-Oh, sempre stato così… Ma almeno ci ha aiutato!-
Nami aveva preso dal samurai la cartina e la aprì fra le sue
mani.
-Si, so perfettamente dove si trova quel sentiero, di solito quelli del
villaggio non ci passano perché si passa in mezzo ai monti
ed è scomodo. Almeno avrai l’effetto a sorpresa!-
-Già, quello mi servirà molto…-
Nami si fermò, lui se ne accorse e tornò
indietro. –Cosa c’è?-
-Ci andrai da solo, vero?-
-Ma certo!-
Nami produsse una faccia poco convinta.
-Ti aspettavi che mi portassi un aiuto, scusa?-
-No beh… E’ che gli uomini di Arlong sono molti e
poi c’è lui che è… Bello
grosso…-
Zoro capì qual era il punto… Le prese la cartina
di mano, mettendosela poi dentro lo yukata.
-Non hai fiducia in me?- Le chiese avvicinandosi.
-Massì, ne ho! Ma non sarai infallibile, avrai anche tu i
tuoi punti deboli!-
-Già si, non mi piace il formaggio!-
Nami lo spinse via, mettendosi a camminare velocemente.
-Avanti, Nami!- Lui la raggiunse e le prese una mano.
–Andrà tutto bene, lo faccio fuori quel bastardo e
ti dirò di più, non mi farò ammazzare.-
Nami strinse le labbra scettica, ma alla fine lasciò perdere
i suoi pensieri negativi. O meglio, li accantonò per il
momento.
-Vedi, sei talmente preoccupata di rimanere zitella, che ti aggrappi a
me!-
-Finiscila, con o senza di te, non sarei finita zitella!-
-Uhm…- Mormorò pensieroso lui.
-Cosa c’è?-
-No dico, alla fine un po’ di ragione ce l’hai, non
sei malaccio.-
La ragazza arrossì e rivolse lo sguardo al terreno.
–E come mai sei giunto a tale conclusione?-
-Ho visto come ti guardano al villaggio.-
Nami gli diede una manata dietro la nuca. –Devi pensarlo tu
di testa tua, che non sono male!!-
-Eh, mi dessi mai una qualche argomentazione sui cui basarmi!!-
Protestò lui, massaggiandosi la parte lesa.
-Hai rotto con questa cosa delle argomentazioni!- Tornò ad
essere rossa come un peperone. –Insomma, è stata
una cosa fatta senza pensare!!-
Incrociò le braccia al petto, in qualche modo coprendosi il
seno prosperoso.
-Si, d’accordo, però si dia il caso che a me sia
piaciuto tanto! E poi prima o poi le ridovrò vedere, quindi
perché non subito?-
Zoro si avvicinò a lei e le prese le braccia, facendogliele
aprire. –Zoro, siamo in mezzo alla strada!-
Protestò Nami al culmine della vergogna.
-Ma non c’è nessuno…-
-Zoro!!- Gridò la ragazza.
Lui mollò la presa.
-Non mi sembra il luogo!- Si giustificò lei.
-Uhm… Va bene- Le puntò il dito indice contro.
–ma appena troviamo il luogo adatto,ne riparliamo!!-
Nami lo guardò assottigliando gli occhi, si
avvicinò e gli afferrò l’orecchio,
trascinandolo verso un sentiero.
-Ehy, dove stiamo andando!?- Chiese Zoro, con lei che gli tirava
l’orecchio.
-Ti porto a vedere da dove si passa per quel sentiero, idiota! Ti
ricordo che la tua priorità, è salvare il mio
villaggio, non guardarmi il seno tutto il giorno!-
-Okay, non è una priorità, ma è
un’attività interessan…-
-Finiscila!!- Lei lo strattonò di più e insieme,
si addentrarono nel bosco
Il villaggio era circondato da tutte le parti, tolto
l’ingresso principale, da una folta foresta. Alberi alti e
verdi, proteggevano quei piccoli sentierini che portavano verso il
tempio, la sorgente o alle strade più corte per i villaggi
vicini.
Nami e Zoro ne percorrevano uno che di lì a poco, li
avrebbero portati alla sorgente d’acqua completa di cascata.
-Puoi mollarmi l’orecchio, ora!!- Disse Zoro, che ancora
veniva tirato per il padiglione auricolare.
-Ops, scusa!- Nami mollò la presa e vide come si era
arrossato l’orecchio di Zoro.
-La solita manesca…- Lui se lo massaggiò e
cominciò a guardarsi intorno. –Fra quanto
arriviamo?-
-Fra pochissimo, non senti già il rumore della cascata?-
Infatti, in lontananza si sentiva un potente scroscio, il rumore
dell’acqua.
Cammina cammina, arrivarono alla sorgente: un grosso lago colmo
d’acqua, apriva uno spiazzo fra gli alberi, da una parte, una
cascata portava l’acqua al lago direttamente dalla montagna.
-Vieni!- Nami lo prese per mano e lo portò alla riva del
lago.
Affondò una mano nell’acqua e cominciò
a muoverla al suo interno.
-E’ freschissima! Senti!- Invitò anche lui a fare
lo stesso.
Inchinandosi vicino a lei, Zoro mise la sua mano dentro
l’acqua e ne sentì tutta la sua freschezza, come
aveva detto Nami.
-Vero, è bellissima…-
Nami sorrise, poi si ricordò improvvisamente del
perché erano lì. Sollevò lo sguardo
verso la cascata.
-Vedi lì?- Indicò un punto dietro la cascata.
–Là dietro c’è il un
sentiero, è molto stretto, in mezzo agli alberi. Ti
porterà dritto dritto al tempio!-
Anche Zoro guardò verso quel punto.
-Uhm… Bene, si vede pochissimo… Spero di non
cadere nel lago mentre lo percorrerò la notte.-
-Ahi, non ci avevo pensato…-
Rimasero in silenzio, a pensare.
Zoro poi, guardò verso Nami che fissava lo specchio
d’acqua, forse nuovamente preoccupata per le sue sorti.
-Ehy, Nami…- La chiamò lui.
-Dimmi?-
Il ragazzo la spinse, facendola cadere dentro l’acqua.
La rossa emerse dall’acqua qualche momento dopo, annaspando e
prendendo aria. –Sei un… SEI UN IDIOTA!!-
Gridò Nami, cercando di restare a galla.
Zoro si mise a ridere, si tolse i sandali e si tuffò anche
lui in acqua vestito.
-Mica ti dispiacerà un bagno?- Le chiese lui, ridendo.
-Scemo, ma ti sembra il modo?! Mi hai fatto bagnare tutto il kimono!-
Nuotando, si avvicinò alla riva, pronta ad uscire, quando
venne raggiunta da Zoro.
-Perché vuoi uscire subito? Dove devo passare me
l’hai fatto vedere, ora rilassati un
po’…- Le prese un braccio, trascinandola verso
l’acqua più alta.
-Tu ti comporti come se non avessi qualcosa d’importante da
fare! Non possiamo stare qui a giocare a schizzarci, mentre
Arlong…-
Il ragazzo la abbracciò. –Andrà tutto
bene, promesso. Non facciamo nulla di male…-
Nami si lasciò andare e si appoggiò a lui,
facendosi mantenere a galla dal ragazzo.
-Nami…?-
-Cosa c’è ancora?-
-Perché non ti levi il kimono, visto che è tutto
bagnato?-
La rossa gli mise le mani sulla testa, spingendolo sotto
l’acqua.
-SEI IL SOLITO SCEMO!!-
Capitolo 9
-Me ne vado!-Mosse le braccia cercando di tornare verso la riva.
-Oh andiamo!-Nuotò lui cercando di riprenderla.-Non fare la
bambina-
-Non voglio stare qua a perdere tempo con un maniaco come te!-Zoro
storse il naso.
-Non sono un maniaco…-La guardò risentito.-E poi
è colpa tua!-
-COLPA MIA!?-
-Si!-Gli si avvicinò-Sei tu che hai aperto il tuo kimono
mostrandomi le tue grazie…-Nami gli fece mostra di due occhi
dolci da cerbiatto.
-Solo per convincerti che non sono da buttare…-
-Serpe che non sei altro-
-Arlong ne ha abbastanza di aspettare!-Una voce gli fece fermare e
sudare freddo…
-Lo so…-Sbuffò uno dei soldati avvicinandosi alla
fonte.-Ma che ci vuoi fare…è il capo!-
-Per di qua!-Zoro la spinse sotto la cascata.
-Ma fa freddo!-
-Vuoi che ci scoprano!?-Le fece mostra di uno sguardo duro.
-Quel samurai…-Uno dei due si avvicinò alla riva
con dei secchi, nel momento stesso in cui i due, si erano rifugiati
sotto la cascata.-Lo dovremmo uccidere…-
-Si dice che ha sterminato un esercito intero…ma
è solo!-Rise il compagno-Che può farci un solo
uomo!?-
-è vero però che ha gia sterminato venti
uomini…-
-Questo è vero…-Annuì mentre gettava
in acqua il primo secchio e lo riempiva.
-Zoro…-Nami si strinse a lui.-Fa freddo…-
-Shh!-Le fece segno di tacere, prendendola tra le braccia e
proteggendola dal getto.
-Non capisco perché…-L’ uomo scosse il
capo mentre porgeva al compagno il secchio pieno-Perché non
attaccare il villaggio!-
-So che il boss ha un piano…-Cominciò a ridere-E
intanto se l’ è svagata con la moglie del capo
villaggio!- Nami sgranò gli occhi a sentire quella
frase…
Non poteva credere sul serio…
-Quella poverina non ha fatto altro che urlare…-Si
unì alle risate l’ altro.-Ben le sta…-
Un singhiozzo scappò a Nami facendo zittire improvvisamente
gli uomini…
-C’è qualcuno!?-Si domandarono tra loro.
-Non lo so…-Estrasse la spada-Andiamo a
controllare…-
-Mi dispiace…-Mormorò Nami portandosi le mani a
tapparsi la bocca.
-CHI C’è LI!?-
-Non fa nulla…-Zoro li ignorò e le
passò una carezza sul volto-Non sarebbero lo stesso rimasti
vivi…-
-Ancora freddo?!-Domandò Zoro mentre portava in spalla Nami.
Non aveva più parlato da quando era partito a far fuori quei
due e vedendola tremare, aveva deciso di caricarsela in spalla e
tornare a casa.
-Uhm-Mormorò lei contro il suo collo, la testa nel suo
incavo.
-Pagheranno per questo Nami…-Le promise serio non smettendo
di camminare.-Nessuno di loro
sopravviverà…-Chiuse gli occhi-Non
avrò pietà…-
La sentì muoversi e si accorse che ancora
tremava…Aumentò così l’
andatura e appena raggiunsero casa, la depositò sul
pavimento.
-Nami-La chiamò-Hai il kimono bagnato…-Si mise a
sedere.-Devi cambiartelo se non vuoi prenderti un
accidente…- La vide alzarsi anche lei in una postura eretta
e lenta, sciolse il nodo della cintura…
Pian piano, la vide calarsi l’ abito rimanendo solo in
mutande…( o almeno…quelle che esistevano in quel
periodo…)
Titubò Zoro, per poi, allungarle un asciugamani, cercando di
guardare altrove.
-D-dovresti asciugarti…-Decise di alzarsi e di andare fuori.
Scostò la tenda e si ritrovò con un sole ormai
spento che dava spazio alla notte… Anche lui…era
fradicio…Decise in barba ai passanti che sarebbero passati
di li, di togliersi anche lui quel capo e di metterlo ad asciugare
…
-Zoro?-Sentì la voce della compagna richiamarlo
dentro… Non appena stese lo yukata, si affacciò e
la vide dentro il futon…i capelli lunghi e mossi, le
incorniciavano il volto…
-Si?- Le si avvicinò e la vide con uno sguardo triste.
-Mia mamma starà bene?-Che doveva fare!? Mentirle!? Strinse
le labbra e nuovamente, si chinò per infonderle una carezza
sul volto.
-La riabbraccerai, vedrai…-Tolse la mano, ma questa, venne
subito riafferrata e stretta tra quelle piccole e morbide di lei.
-Ho freddo…-
-Ti scalderai a momenti…-Le sorrise…ma quando la
vide fare altrettanto ma con un sorrisino poco raccomandabile e la
stretta più forte, gli sorse un dubbio.-Si?-
-Perché non mi riscaldi tu?- Spalancò la bocca a
quella dichiarazione e per poco, non rise incredulo.
-Fino ad un attimo fa mi davi del maniaco!-Le ricordò.
-Le opinioni cambiano…-Cacciò fuori la lingua.
Da quanto non provava un calore così?
Si accoccolò meglio, allungando le gambe e muovendo la
testa…Oh..che tepore…
Quello le piaceva, si ritrovò a pensare Nami; le piaceva
eccome…
-Umh…-Aprì un occhio per capire come mai si
trovasse così bene che quasi ci rimase secca…
Di chi era quel pettorale avanzato!?
Decise di allargare le sue percezioni e captò, di avere due
braccia a circondarle la vita…
Alzò il volto e vide finalmente il volto di
Zoro…questo però, era ancora nel mondo dei
sogni…a bearsi anche lui forse, di quella strana
sensazione…
-Strana sensazione…-Si guardò le spalle nude
rabbrividendo…per la miseria! Non aveva niente!
Sbiacò di colpo cercando di ricordarsi che cosa fosse o non
fosse successo..
Umh, si ricordò di aver avuto freddo…e di aver
invitato Zoro a riscaldarla…MALE!
Con una mano, scese a sfiorarsi il fianco…e lo
trovò coperto sia dalle mani di Zoro che dalle sue
miracoloso mutandine…BENE! Decise così di andare
all’ avventura facendo un ultimo test…
Mosse la mano verso di lui tastando bene e sospirò di
sollievo quando sentì che anche lui, aveva mantenuto il
fundoshi…
-Ma che fai?-Sentì la voce impastata di lui.
-Non guardare!-Lo fermò alzando le mani verso i suoi occhi
per non fargli avere quella meravigliosa visione di lei senza veli.
-Non guardare cosa!?-
-Sono nuda!-Prese un lembo del futon cercando di coprirsi.
-Hai paura che ti sciupo a vederti!?-Ridacchiò lui girandosi
di schiena e lasciandola al suo stato imbarazzato.
-NON GUARDARE!-Lo minacciò alzandosi e correndo alla ricerca
di un cambiò. Afferrò un nuovo kimono con
tonalità rosa e se lo mise
addosso.-Ecco…-Sospirò-Ora pu…-Rimase
impietrita quando l0 vide ammirarla spaparanzato e comodo…da
quando si era alzata.
-Veramente non mi sono perso niente…-Un pugno gli
arrivò fresco fresco quella mattina.
-Ci sono delle cose che non devi mai fare…-Volle mettere in
chiaro mentre entrambi, erano a sedere sulla veranda.
-Non vedo l’ ora di sentirle…-
-Tanto per cominciare NON DEVI GUARDARMI MENTRE MI CAMBIO!-
-Pfff!-Sbuffò lui cacciandosi una mano a sistemarsi i
capelli.-è tutta roba che gia conosco-
-NON LO DEVI FARE!-Gli fece mostra del pugno.
-Ok!-La fece calmare-Ma sei stata tu ti voglio ricordare, a invitarmi
nel tuo letto…-La vide mordersi un labbro…
-Non stavo bene!-
-Eh cavolo!-sorrise Zoro vedendola imbarazzata-Non aspetterò
altro se tutte le volte sei così…-Le prese una
ciocca di capelli e l’ arricciò intorno al suo
dito.-E ringrazia che non abbia approfittato!-Le sbattè gli
occhi a quella uscita.
-Prego!? Approfittato!? Ma se non sai nemmeno cosa fare!-Vide una
venuzza guizzare sopra la sua fronte.
-Io so come farlo…-
-Eh si certamente…-Lo derise.
-Non scherzare con me…-Continuò ad avvolgere il
dito…-Altrimenti quando ci sarà l’
occasione, rovinerò il tutto lasciandoti li a tremare di
rabbia.-
-Se ci sposeremo…-
-Oh si che ti sposerò…-Arrivò fin
sotto l’ orecchio, al capolinea.-E tu non vedi gia
l’ ora…-Le si avvicinò con le labbra.
-Ma per carità-
-L’ altra volta mi hai baciato veramente come una
disperata-La sfottè- Vuoi riprovare l’ ebrezza!?-
-VUOI RIPROVARE UN DOPPIO PUGNO!?-
Capitolo 10
-Stamattina mi hai sfondato il cranio, quando saremo sposati
pretenderò di avere un buongiorno migliore!-
Protestò Zoro, mentre si massaggiava la testa.
Lui e Nami camminavano per il villaggio, Zoro portava un cesto con
dentro verdura e altri generi alimentari, Nami invece ne portava uno
con dei mandarini.
-Ma smettila, la colpa è solo tua! Sei un maniaco
già alle prime luci del mattino!-
-Ma quale maniaco… Sei te che mi sei stata appiccicata tutta
la notte!!- Incrociò le mani e le mise accanto al viso.
–“Zoro, ho tanto freddo!”-
Continuò sbattendo le ciglia.
–“Stringimi forte!”-
-Quanto sei cretino…- Commentò semplicemente lei,
guardando le scarne bancarelle del mercato.
Da quando c’era Arlong, i viveri scarseggiavano e i
commercianti non facevano molti affari, molti usavano il baratto per
pagare, in mancanza di denaro.
-Allora, ci manca ancora…- Nami venne interrotta da un gran
baccano. Verso un agglomerato di case, provenivano urla e lamenti.
-Zoro!-Gridò lei, vedendolo partire in quarta. Corse anche
lei in direzione di quel disastro.
Arrivati, i due videro delle case modeste e al loro interno
completamente messe a soqquadro. –No…-
Mormorò Nami, vedendo quella scena. –NO!!-
La ragazza corse verso un gruppo di persone che piangevano, tra questi,
anche suo padre Genzo.
-Padre!!-Disse Nami, avvicinandosi a lui.
–Cos’è successo?!-
-Non avevano soldi per pagare…- Cominciò a dire
Genzo, indicando delle persone. –Hanno preso i bambini.-
Nami si coprì la bocca con le mani, Zoro le andò
vicino e le mise un braccio attorno alle spalle. Sentendolo
lì, la rossa gli si buttò sul petto a piangere e
lui la abbracciò.
-Ditemi che è successo…- Chiese Zoro a Genzo,
mentre tentava di consolare Nami.
-Gli uomini di Arlong hanno preso Rufy, Usopp e Sanji. Le loro famiglie
non avevano denaro o altro per pagare le tasse…-
-E perché hanno preso i bambini?!- Chiese scandalizzato il
samurai.
-Per… Per venderli…- A rispondere fu Nami,
tirando su col naso.
Zoro non disse altro, solo si ripromise di prepararsi bene al piano.
Adesso la situazione era diventata ancora più delicata.
Genzo mise una mano sulla testa di Nami, per consolarla.
–E’ meglio se la porti a casa, qua dobbiamo
sistemare le cose e devo parlare con le famiglie…-
-Sicuro di non volere aiuto?- Gli chiese Zoro.
-Nono, portala a casa, ormai ci abbiamo fatto l’abitudine.-
Il capo villaggio si congedò e andò verso delle
altre persone, tra cui Ace e Nojiko.
Zoro risollevò il viso di Nami. –Hai sentito tuo
padre? Andiamo a casa, coraggio…-
-No, devo stare qui a dare una mano…- Tentò di
fuggire dall’abbraccio di Zoro, ma lui la prese per le
braccia e la fermò.
-Andiamo a casa ti dico!-
-NO!! Zoro, lasciami!- Piagnucolò lei, tentando ancora di
scappare.
Allora lui le afferrò un braccio e la trascinò
via. – Non ci fai nulla, sono cose che deve sistemare tuo
padre!!-
Nami ricominciò a piangere, appoggiandosi a lui.
–Sono solo dei bambini, come ha potuto?!! Sono dei bambini!!!-
-Shh…- Il samurai la abbracciò nuovamente e le
accarezzò una spalla. –Siamo arrivati,
su…- La fece entrare nel vialetto e poi in casa.
-Vuoi che ti faccia del tè? Magari non viene buono come il
tuo, però è qualcosa di caldo…-
-Mmh… No, lascia perdere…- Nami stava seduta
nella veranda, aveva una coperta sulle spalle e continuava a fissare
l’agrumeto.
Si era fatta sera inoltrata ormai, la rossa non aveva spiccicato parola
da quando Zoro l’aveva riportata a casa, non aveva nemmeno
mangiato.
-Nami… Non mangi da stamattina, e finirà che
quell’agrumeto andrà a fuoco da quanto lo stai
fissando…- Il samurai si sedette vicino a lei.
-Li abbiamo visti lì poco tempo fa…-
Spiegò semplicemente lei.
-Nami… Salverò anche loro, vedrai che non li
è successo nulla.- Le passò un braccio sulle
spalle, avvicinandola a se.
-Perché hai tutta questa fiducia? Vorrei pensarla anche io
come te…-
-Perché so quello che posso fare, vedrai che ce la
farò…-
Lei sbuffò e semplicemente, poggiò il viso sulla
spalla di lui.
I due non parlavano, c’era silenzio, completo
silenzio… Quando all’improvviso, un rumore di
pancia vuota fece ridere Zoro.
-Sei affamata, vero? Vuoi che ti faccio qualcosa?-
-Mi vuoi avvelenare? Passami un mandarino.- Disse lei.
Il samurai si alzò scocciato. –Antipatica!!-
Nami si mise a ridere.
Lui tornò poco dopo con dei mandarini dentro un fazzoletto.
Si sedette nuovamente vicino a lei e si stese il fazzoletto sulle gambe
incrociate.
-Cosa stai facendo?- Gli chiese Nami, vedendo che non le passava i
frutti.
-Sbuccio mandarini, non si vede?- Infatti, ne prese uno e
cominciò a sbucciarlo, buttando la buccia sopra il
fazzoletto.
-Si ma perché non lo fai fare a me?- Lei tentò di
prenderne uno.
-Alt! Ferma, te li sbuccio io ho detto.-
-Ma Zoro…!-
-Molla!!- Indicò il frutto che lei aveva preso.
–Mollaaaa!!-
Nami posò di nuovo il mandarino nel fazzoletto e
cominciò a ridere. –Beh, grazie per la gentilezza!
Anche se un po’ brutale…-
-Che brutale, sei tu che volevi sbucciarti i mandarini quando lo sto
facendo io…- Con un’espressione saccente, il
samurai continuò il suo lavoro.
-Tieni!- Le porse il primo frutto sbucciato, dopo averlo aperto in due.
Nami lo prese sorridendogli e cominciò a mangiarlo.
–Mmmh… Sono insuperabili!-
-Sono discretamente buoni, ssse…-
-Macchè discretamente! I mandarini di mia mamma, sono i
più buoni del mondo!-
Zoro ridacchiò e le scompigliò i capelli.
– Sei di parte!-
-Non sono di parte!- Rispose lei, mettendo il broncio.
–Rimangiatelo! Dì che sono i più buoni,
dillo!!- Gli saltò addosso, buttandolo già con
mandarini, bucce e con tutto.
-I mandarini di Bellmere sono i più buoni!- Nami sopra di
lui, gli saltò sulla pancia per obbligarlo a parlare.
-Ahia!!- Si lamentò Zoro, sentendola sopra lo stomaco.
–Levati di dosso, strega prepotente!!-
-Dillo e ti libero!- Nuovamente, gli diede una botta col sedere sulla
pancia. –Coraggio, lo sai che ho ragione! E poi piacciono
anche a te, su!!-
-Sei pesante, levati!- Le mise le mani sui fianchi.
-Nooo, ti ho detto che devi dire che i mandarini della mia famiglia
sono i più buoni del…!- Distratta dal discorso
che faceva, Nami venne buttata giù da Zoro.
-Cattivo!!- Protestò Nami, mettendosi a sedere.
–Tanto sarà il tuo destino, sai? Quando tutta
questa storia finirà, tu in quanto mio marito mi aiuterai
con i mandarini!!-
-Che? Io sono un samurai, non un fruttivendolo!!- Protestò
Zoro, anche lui messosi a sedere. –Mi sono allenato tutta la
vita per farlo, pensi che mi metta a fare altro così?-
Nami mugugnò pensierosa. –Continuerai a fare il
samurai anche dopo sposati… A viaggiare per il paese ,
andando dove ti chiedono aiuto?-
-Mi sembra ovvio!-
-E non ti stabilirai qui?!-
-Ma certo che lo farò… A dir la
verità, all’inizio volevo portarti al mio
villaggio natale, ma sei troppo attaccata a questo posto. Ti
ammazzerei.-
Nami rimase in silenzio per un attimo… Poi si
avvicinò al samurai e lo abbracciò da dietro.
–Grazie…-
I due dopo cena, decisero di passeggiare vicino alla casa per prendere
un po’ d’aria e farsi due passi. Nami era appesa al
braccio di Zoro avvolta in una mantellina per proteggersi dal freddo.
-Sembra tutto così tranquillo…-
Mormorò Nami, sospirando in direzione di Zoro.
-Già, domani cosa farai?-
-Penso che andrò a casa di Nojiko… Sai, mio
cognato è il fratello di Rufy…-
-Ah si?!-
-Sì, ci sarei andata già oggi a trovarli, ma
qualcuno mi ha portato via di peso!!- Gli diede un pizzicotto sul
fianco.
-Perché non hai visto come eri messa…-
Nuovamente lei sospirò al ricordo, appoggiandosi al braccio
di lui.
-Guarda…- Le disse lui. –La luna è
quasi piena, ci vorrà ancora qualche giorno.- Le
indicò la luna.
-Già, manca poco ormai…-
Capitolo 11
Tornando a casa, Nami notò un cambiamento nei confronti di
Zoro.
Dopo aver esaminato la luna, era diventato più
silenzioso…pensieroso…e infine, muto si era
racchiuso in se stesso. Preparava il tutto per andare a dormire ma il
samurai, era tornato in veranda a smussare e lucidare le sue
katane…
Evidentemente, non era l’ unica impaziente di far fuori
Arlong dopo le sue malefatte…
-Zoro-Lo chiamò sbucando da dietro di lui e mettendogli una
mano sulla spalla.-Vieni…andiamo a dormire…-
Non le rispose…rimase a compiere il suo lavoro, concentrato
come quando combatteva…magari stava pensando a una strategia
o forse, cercava nei suoi ricordi, di vivere nella mente la
battaglia…
In silenzio, si mise a sedere accanto a lui, cercando il suo sguardo
che dopo poco, non tardò ad arrivare.
-Si?-
Nami sbuffò alzando le spalle.
-Il futon è pronto-Lo avvertì.
-Ok…-Lo vide sospirare e passarsi una mano tra i
capelli…Posò tutto quanto alla sua destra,
riponendo nei rispettivi foderi le proprie katane e prendendosi qualche
attimo per ammirare nuovamente la luna…
-Manca poco-Sentì la sua voce Nami ricordargli il monito di
poco prima.
-Si…-Abbassò il volto, quasi impaurita per
quell’ imminente momento…
-Eppure…sembra che il tempo non passi mai…-Lo
vide stringere le nocche delle mani.-La fretta è cattiva
consigliera è vero…ma…non voglio
più che succedono altri fatti come quelli di
oggi…-socchiuse gli occhi respirando in modo
incostante…
-Se solo potessi…andrei ora…-
-NO!-Lo afferrò tempestiva per un braccio facendolo
sbalordire per quel gesto. Sbattè ripetutamente le
palpebre…era esterrefatto. Un altro nel villaggio, lo
avrebbe mandato senza problemi a morire come un
cane…nonostante lei soffrisse
però…teneva a lui!?
-No cosa?-Mormorò divertito da quel gesto, piegando da un
lato la testa. Lei arrossì e tornò a guardarlo
negli occhi.
-Non andare…-
-Non sarebbe però una cattiva
idea…-Valutò.
-è una pessima idea…-Rispose decisa-Non farti
guidare in modo imprudente dalla rabbia…-Smise di parlare
quando il samurai le accarezzò una guancia.-Zoro non
andare…-
-Non andrò se è questo che
vorrai…-Nuovamente sorrise-Però…-Si
avvicinò al suo orecchio-Dovresti convincermi…-
Rimase a bocca spalancata la rossa, valutando la sua frase. Presa in
contropiede, non seppe nemmeno lei come reagire…
-Vuoi…?-Domandò prendendo le mani di Roronoa e
poggiandole sopra al proprio seno. Lui arrossì
immediatamente e ritrasse le mani quasi scosttato.
-Cavolo Nami!-La sua voce era diventata instabile-Era una
battuta…-
La faccia della ragazza divenne di svariate colorature e sfumature del
rosso…ok…con quel gesto, nuovamente aveva dato
conferma di volersi concedere a lui…Che stupida!
-Però se proprio vuoi…-Provò
nuovamente Zoro a muovere una mano verso di lei.
Stranamente però, appena sfiorò la stoffa del suo
Kimono, nessun pugno partì a colpirlo…
Volse gli occhi verso il suo viso e lo vide indifeso…con la
luce della luna però, appariva ancora più bello
di quanto gia non fosse. Venne colto da un brivido lungo la schiena a
quella visione…
-Sei proprio sicura…-Domandò fermando la sua mano
e il suo avanzare a pochi centimetri da lei.-Di accettare di diventare
mia moglie?-Parve riscuotersi con quella frase Nami, il quale
finalmente, fece partire un pugno al diretto interessato.
-Ma sei idiota o che cosa!? Che domande ti metti a fare?-
-Rispondi seriamente-Parlò serio chiedendole la massima
sincerità. La vide sbuffare e scuotere di poco il capo.
-Abbiamo accordato così no?-
-Se non avessimo accordato niente…-Parlò per
ipotesi.-Mi sposeresti lo stesso?- Dilatò i suoi occhi
Nami… per tutta quella vicenda…avevano avuto la
certezza che sarebbero diventati marito e moglie…ma se Zoro
avesse trovato qualcun’ altra ragazza nel villaggio? Quella
certezza sarebbe svanita…
E le sue litigate, i suoi urli, le risate…tutto sarebbe
svanito…e tutto sarebbe ritornato vuoto.
Una stretta al petto provò per quei pensieri…
Zoro…era la sua certezza per quell’ attimo buio
che Arlong aveva creato…
Le mancò il fiato, capendo finalmente che cosa era e come
era importante Zoro per lei…
-Si…-Rispose infine guardandolo
stupita.-Si!-Ripetè felice-Si!- Sentendo la risposta
positiva di lei, allargò le braccia e la accolse
avvolgendola al riparo…
-Diciamo che il destino…-Borbottò lui contro i
suoi capelli-Ci ha un po’ facilitato il
tutto…-glieli accarezzò.-Eri tu che
cercavo…- Strinse maggiormente la presa su di lui a quelle
parole, sapendo che anche lui, ricambiava le sue certezze.
-Ho gia detto che il futon e pronto?-Sorrise lei sentendolo sogghignare
a sua volta.-Non mi ricordo-Sollevò il volto.
-Allora te lo ricordo io…-Si offrì lui scendendo
sulle sue labbra assaporandole…La afferrò con
entrambe le mani, portandone una sotto le sue gambe e una a reggerle la
schiena, alzandosi e andando nell’ altra stanza…
Si svegliò lui sentendo alcune voci urlare fuori di
casa…Aprì un occhio per cercare di capire che
cosa stava accadendo. Si smosse e percepì il calore di Nami
tra lei proprie braccia…i capelli di lei, spettinati a
ornarle il corpo nudo e il respiro piccolo e costante, segno che ancora
dormiva…
Le spostò una ciocca, scendendo sulla sua fronte a posarle
un bacio dopo la notte che avevano passato e rimpossessatosi dei
vestiti, andò fuori a curiosare su cosa era accaduto.
Il cielo pigro, stava salutando i colori scuri della notte segno che
era mattina presto. Un uomo passò accanto alla recinzione e
con un braccio, lo afferrò chiedendogli spiegazione.
-Arlong-Spiegò-I suoi uomini hanno ucciso i
saggi…e ferito il capo
villaggio…-Dilatò gli occhi per quella notizia
Zoro.
-Sta bene!?-
-Il medico lo sta curando…-Zoro abbandonò la
presa appena vide Nojiko corrergli incontro.
-è terribile…-La vide con le lacrime agli
occhi.-Io…Ace è a portare i corpi lontano da
tutti insieme ad altri uomini…-Vedendola così
triste, le posò una mano sulla spalla.
-Nojiko …resta con Nami…-La pregò-Sta
ancora dormendo…stalle vicino…Io vado a vedere la
situazione…-
Quando arrivò al villaggio, trovò la capanna del
padre di Nami completamente bruciata… Poco distante, altre
case erano state saccheggiate e distrutte a qualche corpo degli uomini
che giorni prima lo aizzavano ad andare a combattere, erano a terra
sanguinanti…
Strinse i pugni andando a passo diretto verso la casa del dottore a
vedere come stava Genzo…
Trovò il dottore che cercava di allontanare delle persone
chiedendo di concedere al capo villaggio riposo…Appena vide
Zoro però, questi li fece segno di seguirlo e lo condusse
dentro casa.
-Genzo desidera parlare con te…-Lo avvertì.
-Come sta!?-Volle però informarsi…
-è messo male-Lo avvertì-Lo hanno colpito in
diversi punti…non so se ce la
farà…-Sospirò-Io ho fatto il
possibile…-Gli diede una pacca.-Ora va…-
Si mosse infine il samurai andando nella stanza in cui riposava
Genzo…
Era coperto di bende imbevute di sangue e non aveva una bella
cera…
-Genzo-Lo chiamò quando lo vide accorgersi della sua
presenza.
-Zoro-Alzò una mano richiamandolo.-Li hanno uccisi
tutti…-
-Ho visto…io…-Sentì una morsa al petto
dal dispiacere… voleva evitare che morti e rapimenti
aumentassero e continuassero e invece…e invece ecco! Proprio
sotto al suo naso...
Proprio quando tutto sembrava così vicino al mutare...Ora
che aveva scoperto il sentimento che nutriva per Nami…
-Io…-
-Non è colpa tua…-
-SI INVECE!-Urlò in preda alla rabbia e al rimorso.-Sono io
che dovevo proteggervi…voi mi avete assunto e
invece… la gente sparisce…muore…viene
ferita e io…-Si lasciò cadere in ginocchio a
terra.-E io non sto facendo niente…-Cominciò a
dare dei pugni al terreno per la frustrazione…
Non era così che doveva andare…non era
così!
-Non è vero che non hai fatto
niente…-Sentì la sua mano posarsi sopra la sua
testa…-Hai ridato il sorriso a mia figlia…la
voglia di vivere…di sperare…-Lo vide
sorridere.-Se questo tu lo chiami niente, allora si, che
sarà tutto vano…-Al solo sentire quelle parole,
il samurai non riuscì più a sopportare
nient’ altro e scoppiò a piangere…
Capitolo 12
Nel frattempo, nella casa di Nami, lei stava cominciando a
svegliarsi… Stiracchiandosi, si rigirò nel futon
ancora ad occhi chiusi. Sorrise e stese un braccio in direzione della
parte di Zoro.
-Mmmh… Zoro?- Si accorse che il samurai non era
lì con lei ed aprì gli occhi, alzandosi
all’improvviso col busto. –Zoro? Ma dove sei
finito?!- Si alzò dal futon e cominciò a
rivestirsi, raccogliendo il suo kimono e il resto degli abiti da terra.
Si rivestì di tutta fretta e sistemandosi i capelli i una
treccia, girovagò per casa alla ricerca del samurai.
–Zoro? Ehy?!- Continuò a chiamare.
Sorridendo, le venne in mente che magari era all’agrumeto a
raccoglierle qualche mandarino per colazione… Corse verso
l’agrumeto, ma nemmeno lì c’era traccia
di Zoro.
Solo in quel momento, si rese conto che nell’aria
c’era un acre odore di bruciato… Annusò
ancora una volta e poi si rese conto di ciò che era
successo: avevano dato fuoco alle case.
Senza pensarci un attimo, corse in direzione del villaggio.
Vi arrivò poco dopo col cuore in gola e il respiro mozzato,
quello che aveva temuto era davvero successo. La sua casa…
La casa dove abitava suo padre, completamente bruciata.
Si avvicinò alle macerie dove alcune persone trafficavano
con detriti e legna bruciata.-Dov’è mio padre?!-
Chiese disperata, ad una donna che aiutava.
-L’hanno portato dal medico!- Rispose lei in lacrime.
–Il samurai è con lui!-
Ecco dov’era finito Zoro. Senza ringraziare, corse dal medico
per vedere come stava suo padre. Se stava lì, forse non era
morto… Preferì non pensarci.
-Padre!!- Gridò Nami, irrompendo nella capanna del medico
del villaggio. Nella stanza all’ingresso, sua sorella Nojiko
piangeva sulla spalla di Ace, entrambi stavano seduti in delle sedie.
-Nojiko, dov’è papà?- Chiese Nami,
inginocchiandosi verso di lei.
La sorella, le rivolse lo sguardo e tra le lacrime, le
accarezzò una guancia. –E’ dentro con
Zoro, sta tranquilla…-
La rossa poggiò il viso nelle gambe di Nojiko e
cominciò a piangere, subito sentì la mano della
sorella accarezzarle la testa in un moto consolatorio.
-Stavo andando da te per svegliarti, ma ho preferito aspettarti
qui… Zoro mi aveva detto di stare con te.-
-Zoro è dentro?-Disse Nami fra le lacrime.
-Si… Nostro padre ha chiesto di lui…-
-Nami!- Zoro, accortosi della presenza della rossa, uscì
dalla stanza e la vide che piangeva per terra.
Le andò vicino e le prese il viso fra le mani.
-Pensavo fossi ancora a casa… Anzi, lo speravo…-
La abbracciò, facendola appoggiare al suo petto.
-Ho sentito odore di bruciato…- Sussurrò Nami,
tirando su col naso. Si aggrappò a lui e diede nuovamente
sfogo alle lacrime.
-Vieni, vieni…- La fece alzare, sorreggendola per la vita.
–Andiamo fuori, ti dirò tutto.-
Insieme, uscirono dalla casa del dottore.
Zoro la condusse verso una panchina e la fece sedere.
-Dimmi cos’è successo, avanti!- Chiese impaziente
Nami.
Il samurai prese un profondo respiro e le prese le mani fra le sue.
–Gli uomini di Arlong… Stanotte sono venuti al
villaggio, hanno ucciso gli anziani e hanno bruciata la casa di tuo
padre… Ferendolo gravemente.-
La rossa aprì la bocca incredula.
–P-papà… Ma allora sta male!!-
-Si riprenderà, è forte e ha bisogno di vedere la
sua famiglia stare bene. Terrà duro, Nami.-
La ragazza riprese a piangere ed abbracciò Zoro, buttandogli
le braccia al collo.
-Nami…- Lui le passò le mani sulla schiena.
–E’ tutta colpa mia… Mi dispiace da
morire!-
Lei lo guardò incredula. –Cosa? No, no! Non
è colpa tua tu… Tu devi solo aspettare il momento
giusto per fargliela pagare!- Gli carezzò il viso.
–Non puoi… Non puoi rischiare la tua vita solo
perché ti senti in colpa! Non voglio!!- Lo
abbracciò nuovamente.
-Ma la gente continua a morire e io non sto facendo nulla…-
Disse in un sospiro lui.
Non sapendo cosa rispondere, lei continuò a piangere e a
stringerlo. Aveva una voglia matta di vedere Arlong morire, di vederlo
pagare per tutte le malefatte che stava compiendo nel suo adorato
villaggio, alle persone che conosceva da quando era nata.
Ma un altro pensiero le ottenebrava la mente, quello di Zoro che doveva
salvare il suo villaggio. Prima non le importava, non le interessavano
le sorti del samurai, le bastava che il suo villaggio fosse salvo.
Però, quei giorni passati con lui… E i sentimenti
scambiati durante quella notte poi…
Non avrebbe sopportato di perderlo, ora come ora.
-Zoro…- Sussurrò Nami, dopo aver calmato il
pianto.
-Dimmi…-
-Voglio vedere papà, fammi andare da lui.-
Pensandoci per un attimo, decise che lei ne aveva tutti i diritti.
Prendendole la mano, la fece alzare ed insieme tornarono dentro la casa
del dottore.
-Padre, come vi sentite?- Nami era inginocchiata accanto a suo padre,
gli teneva una mano fasciata fra le sue. Zoro ed Ace stavano sulla
porta, Nojiko era seduta su una sedia, non poteva stare inginocchiata
per il pancione.
-Eh, un po’ incriccato!- L’uomo si
sforzò di ridere per non farla preoccupare.
-Qualcuno sta già ricominciando a ricostruire casa nostra,
sai? I nostri compaesani sono sempre gentili con noi!- Disse Nojiko.
-Oh, benissimo, sennò dove vado quando mi sarò
ripreso?-
Tutti nella stanza risero, rincuorati dal fatto che l’uomo
avesse ancora voglia di ridere e scherzare.
-Ma dai, ce ne sono di posti!- Disse Nami, ricordandogli
l’esistenza della casa dei nonni. –Anche se Zoro ha
deciso di andare ad abitare in una casa più grande!!-
-Beh ti ho detto il motivo!!- Ribatté lui, arrossendo
leggermente. –Serve spazio per i bambini.-
Anche Nami arrossì come un peperone, a quella sua
affermazione.
Nojiko invece ridacchiò e si mise una mano sul pancione.
–E così, volete subito degli eredi! Non sapevo che
volessi diventare mamma così presto!- Diede una pacca sulla
spalla di sua sorella.
-E’ questo scemo che li vuole subito!- Indicò Zoro
per togliersi dall’imbarazzo. –Lui e la sua stupida
idea di tramandare l’arte della spada!-
-Non è stupida!!-
-Beh non è una cattiva idea, tua sorella mi sta per dare un
nipotino, quindi perché tu non dovresti fare lo stesso?-
Disse Genzo riflettendoci su.
-Padre, non lo incoraggiate! Altrimenti penserà che le
avrà sempre vinte!!-
Tutti insieme risero.
Ace guardò fuori dalla finestra, si stava facendo
già buio. La giornata era trascorsa in fretta…
-Si sta facendo tardi, Nojiko. Meglio se ti porto a casa,
resterò io qua con tuo padre.-
Nojiko gli porse una mano che il marito prese subito, la
aiutò ad alzarsi, mentre lei si reggeva i fianchi.
-No Ace, torna a casa anche tu.- Disse Nami. –Resto io qua
con papà, ci vediamo domani mattina.-
-Ma Nami, sarai stanca!- Provò a dire Nojiko.
-Non preoccupatevi, resto io qua con lei.- Zoro andò a
sedersi vicino a Nami.
Ace e Nojiko si guardarono e lei annuì col capo, rassegnata.
–Va bene,- Disse lei. –ci vediamo domani mattina!-
I due salutarono Genzo e si congedarono dalla casa del dottore.
-Ah, Zoro! Vado a prendere qualcosa da mangiare… Padre,
volete qualcosa?-
-Non preoccuparti per me, io mangerò la sbobba che mi
darà l’aiutante del dottore.-
Nami ridacchiò.-Va bene, Zoro, tu?-
-Quello che prendi per te, andrà bene anche per me.-
Nami annuì ed uscì dalla stanza, lasciando i due
da soli.
Fuori faceva freschino, era una serata piuttosto umida. Nami si
strofinò le mani sulle braccia, per farsi caldo. Andava
verso un venditore a prendere qualcosa di caldo da mangiare,
l’unico ancora aperto che riusciva a sopravvivere.
Prima di arrivarci, sentì un rumore provenire da un vicolo.
Incuriosita, andò verso quel vicolo e vi
entrò…
All’improvviso, sentì un forte dolore dietro la
nuca e poi, il buio…
Capitolo 13
-Nami ci sta impiegando molto…-Notò Zoro
guardando fuori dalla finestra il cielo che si stava scurendo.
-è strano…-Mormorò Genzo accorgendosi
anche lui, che ormai doveva gia essere tornata…-Zoro, lascia
perdere me e va a vedere…-Lo spadaccino sorrise e si
alzò andando verso la porta.-Sono sicuro che è
indecisa su cosa prendere…-
-Torno subito-
Uscì dalla casa del medico e cercò con lo sguardo
quella testolina rossa se era nei paraggi. Vide due uomini parlare tra
di loro e si avvicinò a essi.
-Avete visto Nami?-Domandò loro speranzoso, e in risposta,
gli indicarono una via, che andava vino casa. Li ringraziò e
cominciò a correre per raggiungerla…
Forse era andata all’ agrumeto…
Aumentò il passo non vedendola ancora…una strana
sensazione si fece spazio…una paura…
-Fumo!?-Notò aggrottando le sopracciglia una nube in
lontananza…Non volle crederci…
-NAMI!!!-Urlò riprendendo a correre e giungendo
infine a casa…
Rimase sbalordito…
I mandarini che Nami teneva terribilmente..stavano andando in
fiamme…così come la casa…tutto cio che
possedeva…e lei!?
-E con questo-Un uomo di Arlong accostò una fiammella a uno
degli alberi-Dovrebbe andare…-
-Dici?-Domandò un altro uomo imitandolo nel compiere
l’ azione.
-Arlong ci ha ordinato di dare fuoco alla catapecchia…-
Smise di parlare non appena si accorse della presenza di
Zoro…-è IL SAMURAI!-Gridò avvertendo
l’ altro gettando la fiaccola ed estraendo la spada. Con una
mossa, Zoro la sguainò e disarmò l’
avversario.
-La pagherai!-Urlò l’ altro correndo in aiuto del
compagno che però, fu meno fortunato dato che al posto di
disarmalo, lo trapassò con la katana…
-irhh-Biascicò l’ uomo rimasto in vita quando
Zoro, lo afferrò per i capelli.
-DOV’è NAMI!?-
-Non è qua…-Parlò impaurito il
sottoposto non guardando Zoro negli occhi.
-E dov’è!?-Lo strattonò
infuriato-DOV’è !?-Gettò la katana e lo
colpì con un pugno-DOVE L’ AVETE PORTATA!?-
Indietreggiò l’ uomo impaurito da quella furia che
il samurai si stava rivelando.
-Al tempio…-Svelò-Arlong l’ ha fatta
rapire…-
-Hanno rapito Nami-Spiegò Zoro di fronte a
Genzo…Quella giornata non sarebbe finita presto.
-Quel maledetto…-Cercò di alzarsi-La mia
bambina…-
-Stai fermo!-Lo pregò il medico spintonandolo a rimettersi
supino.-Non puoi fare nulla in queste condizioni!-
-Ma Nami…-
-A Nami ci penserò io-Promise Zoro stupendo entrambi-Non
aspetterò il calare della luna
piena…questo… Arlong non lo doveva
fare…-Si mosse per andare fuori ma venne fermato da Genzo,
che con le ultime forze, aveva provato a rialzarsi.
-Zoro…-Lo afferrò per un braccio.-Arlong si
aspetterà che andrai al tempio a salvarla…-
-Che mi aspetti allora! Dato che per lui porterò la
morte…-Genzo sospirò.
-La fretta è cattiva consigliera-Lo ammonì.
-Lo so però…-Si morse un labbro…-Nami
vale più della mia stessa vita…e saperla nelle
mani di quel bastardo…-Chiuse gli
occhi-Inoltre…la sua casa…i
mandarini…-Sentì la presa dell’ uomo
farsi più forte.
-Supererà queste cose…se sarai con
lei…-Lo fissò dritto negli occhi, elargendo una
silenziosa promessa…-E adesso va…-
-Lasciatemi!-Urlò Nami scalciando e gridando-Ho detto
lasciatemi!-I tre uomini che la sostenevano, la scaraventarono con
forza, hai piedi di Arlong…
Gli si mozzò il fiato a vederlo…eccolo
li…l’ uomo che voleva uccidere!
-Ecco la piccola guastafeste…-Mosse una mano prendendole il
volto in una mano.-Benvenuta nella mia dimora…-Nami
digrignò i denti, cercando di non perdere la sua
aggressività. Non si sarebbe piegata a quell’ uomo!
-Con te in pugno zuccherino, il villaggio sarà presto mio lo
sai?-Rise in modo sguaiato.
-No che non lo sarà!-Lo smentì alzandosi in piedi
e divincolandosi dalla sua presa.
-Stai pensando che il tuo prode samurai possa fare qualcosa!?-
Nuovamente la sua risata si espanse per la sala. –Non hai
capito!? È stato tutto architettato!-La volle informare
tornando comodo a sedere.-Sapevamo che il punto debole di quel samurai
eri tu…ma sei anche il punto debole del capo
villaggio…e per adesso l’ unica zanzara
fastidiosa…è quell’ uomo!- Fece
schioccare de dita dando l’ ordine ai propri sottoposti di
condurla nei sotterranei.
-Con quello spadaccino fuori dai piedi e tuo padre in fin di
vita…presto il villaggio di Coco sarà mio!-
La condussero dopo quella dichiarazione nei sotterranei…era
buio li e la luce, così come il calore, filtrava
poco…
Vedeva delle sagome indistinte oltre delle sbarre ma non riusciva ad
avere il tempo di comprendere chi fossero…
-Nami!?-Una voce familiare la fece voltare.
-è NAMI!?-Un'altra voce squillò di
felicità.
-SEI TU NAMI!?-
-Ragazzi!-Sentì le lacrime agli occhi a sentire le voci di
quelle tre pesti di Rufy Sanji e Usopp.-State bene!?-
-Una meraviglia amore mio!!!-Squillò Sanji-Non ci
piegherà quel tiranno!-
-Ma se ti ha picchiato come un moccioso quando ti ha
catturato…-Gli fece notare Rufy.
-CHIUDI QUELLA BOCCA!-Gracchiò di rimando il biondo dandogli
un calcione in testa.
-Avanti!-Uno dei sottoposti la spintònò-Non
perdere tempo…-
-TRATTA BENE LA MIA NAMI-SAN!-Si lamentò Sanji aggrappandosi
alle sbarre.
-Sanji ti prego!-Lo pregò Nami, spaventata nel vederlo farsi
male… Continuando a camminare infine,
con malagrazia venne gettata in una cella umida e quasi del tutto priva
di luce…
-Nami?-Una nuova voce la fece voltare in direzione della
fonte…
-Mamma?!-
-Sei tu piccola mia!?-Sentì gli occhi riempirsi di
lacrime…si! Era lei! Si tuffò contro di lei non
appena la donna si alzò da terra e l’
abbracciò come non le capitava da molto tempo…
-Mamma…-Mugugnò Nami tra le lacrime…
sei viva…-Bellemere le passò qualche carezza
sulla testa.
-Si…-ammise-è stata
dura…ma…sono ancora qua….-Con un
bracciò, abbandonò la stretta alla figlia e Nami,
comprese che qualcosa non andava…
-Il tuo braccio…-Notò poco dopo che non aveva un
bell’ aspetto…-che ti hanno fatto!?-La donna
scosse le spalle.
-Non è successo niente…-Le sorrise per
rassicurarla…-piuttosto…-Le passò una
carezza sul volto-Come hanno fatto a
catturarti…?-Sospirò Nami e mettendosi composta a
sedere e asciugandosi le lacrime cominciò a narrare i fatti
che si erano susseguiti in quei giorni…
-Zoro hai detto?-
-Si…-Arrossì.
-E così sarebbe il tuo futuro marito…-Nami
annuì.
-Si…esatto-Una mano della madre si posò su quelle
della figlia.
-E dimmi… lo ami?-Perse qualche battito
Nami…cavolo…chiuse gli occhi.
-Si…ma sono preoccupata per lui!-Ricordandosi i discorsi
avvenuti quel pomeriggio, era sicura che Zoro, non avrebbe aspettato la
luna piena. Ne aveva la certezza che sarebbe venuto a
salvarla…a salvare tutti loro e a fargliela pagare a quello
spregevole di Arlong.
-C’è molto putiferio fuori-le indicò di
ascoltare-Credo che lo aspettino…-
-Zoro passerà per una strada dove non lo
noteranno…potrà contare sul fattore
sorpresa…-
-ECCOLO!-Una voce le fece fermare.
-è il samurai!-Ne gridò un'altra.-CI STA
ATTACCANDOO!-
-è Zoro!-Nami si alzò in piedi-Zoro è
qui!-
-E dalla posizione in cui siamo…-Sospirò
Bellmere-Penso che non sia passato dalla scorciatoia…-
-EH!?-Rimase scandalizzata la rossa ma poi, ci pensò
su…Zoro era infuriato, poco ma sicuro…e voleva
uccidere tutti…
Per cui, al diavolo l’ elemento sorpresa…
Forse era un azzardo bello e buono…
Inspirò profondamente e prendendo tra le mani le sbarre che
della prigione, cominciò a pregare per lui…
Capitolo 14
Zoro avanzava verso il tempio a grandi falcate, il pensiero di salvare
Nami lo faceva sragionare, non poteva aspettare la luna piena,
figuriamoci ricordarsi di passare per la scorciatoia indicata dal
monaco Brook.
Camminava con una spada sguainata e la mano libera pronta a prendere le
altre due, con quell’unica spada aveva già
eliminato alcune guardie che aveva incontrato lungo la via.
Arrivato davanti al tempio, piantò la spada nel terreno e
prese aria nei polmoni per urlare. –ARLONG!!-
Subito un altro manipolo di guardie uscì dal tempio e si
precipitò fuori, dove stava Zoro. Gli uomini di Arlong si
armarono, pronti a battersi per il loro signore.
Zoro li guardò uno per uno con la rabbia negli occhi, li
avrebbe uccisi uno per uno, l’avrebbero pagata per il male
commesso per colpa di Arlong.
Poi, qualcuno di loro, poteva essere fra quelli che avevano rapito
Nami… Nuovamente la rabbia aumentò in lui e senza
pensarci un attimo, riprese la spada piantata a terra, ne
sguainò una seconda e uccise tutti gli uomini di Arlong
corsi fuori.
Ne lasciò solo uno vivo, ma in cattive condizioni.
-Dimmi dov’è!- Gli ordinò lui,
puntandoli la lama alla gola.
-C-chi? A-Arlong?- Chiede la guardia terrorizzata. –Sta
dentro! Ti porterò da lui…-
Zoro avvicinò ancora di più la lama.
–NO!! Lui lo troverò dopo… Dimmi
dov’è la figlia del capo villaggio!-
Comprendendo la domanda del samurai, la guardia si alzò
svelta ed entrò, aspettandosi che lui lo seguisse. Ma
entrati dentro al tempio, la guardia gridò per chiedere
aiuto, facendo accorrere altri dei suoi compagni.
Zoro, per niente spaventato, piantò la spada nello stomaco
del traditore in preda al nervoso.
-Mi sa che avrò un bel daffare, prima di arrivare a quel
bastardo…- Mugugnò Zoro, prima di correre a
sbaragliare le inutili difese di Arlong.
Atterrò un nemico con poca fatica. –Ah si, e a
Nami.-
-Quanto ci mette quello lì?!- Si lamentò Nami,
andando avanti e indietro nella cella. –Che gli sia successo
qualcosa?!- Si fermò all’improvviso, mettendosi le
mani sulla bocca.
-Mannò, su!- Le disse Bellmere. –Dagli il tempo di
arrivare!-
Nami riprese ad andare avanti e indietro.
-Tzè, quel buzzurro non è in grado di salvare la
mia Nami-san!- Commentò Sanji dall’altra cella.
–Se solo potessi uscire, vi libererei tutti io!-
-Ah, ma smettila Sanji!!- Gli gridò Usopp isterico.
–Moriremo tutti! Adesso Arlong verrà qui e ci
ucciderà tutti!!- Impaurito e in lacrime, andò a
rannicchiarsi in un angolino della cella.
Rufy invece, non aveva perso il suo solito sorriso. –Ragazzi!
Non perdiamo la speranza, presto il marito di Nami arriverà
qui e ci salverà tutti!- Ridacchiò.
-NON E’ SUO MARITO!!- Gli gridò Sanji,
atterrandolo con un calcio. Fra i due cominciò la rissa,
Usopp non sapendo che fare, rimase nel suo angolino a frignare e
gridare “Moriremo tutti!”
-Finitela, scemi!!- Gli sgridò Nami dalla sua cella.
–Stiamo per morire tutti e voi fate questo baccano!!-
-Nami!!- La rimproverò Bellmere, per la sua affermazione.
-Oh, scusami mamma.- Le disse Nami, voltandosi verso di lei.
–Insomma, piantatela e basta!!-
All’improvviso, un rumore li fece smettere tutti di urlare e
picchiarsi. Qualcuno stava arrivando, sentivano grida e rumori di armi
che sbattevano fra loro.
-Zoro…- Mormorò la rossa, sentendo che stava
arrivando il samurai.
-E levatevi di torno, idioti!!- E di fatti, la voce di Zoro
arrivò fino a loro.
-Arriva!!- Gridò felice Nami, la sua speranza si
rinnovò e anche quella degli altri prigionieri.
Due guardie caddero morte davanti ai loro occhi, subito dopo, il
samurai fece la sua trionfale entrata.
-Trovata!!- Disse lui, vedendo Nami dentro la cella. Vide anche i
bambini lì vicino e un’altra donna, ma a questo ci
avrebbe pensato dopo.
Con un colpo di spada, tranciò le sbarre e produsse
un’apertura abbastanza grande per farlo entrare.
-Non ci hai messo tanto!- Gli disse Nami, buttandosi fra le sue
braccia. Subito lui la strinse, dopo aver rimesso nei foderi le spade.
-Ma! Poco fa avevi detto che ci stava mettendo troppo!- Disse Rufy, non
capendoci più nulla.
-Oh, sta zitto Rufy!- Lo rimproverò Usopp, uscito dal suo
angolino sicuro.
I due rimasero abbracciati ancora per qualche attimo, poi lei lo
guardò bene mettendogli le mani sul viso. –Non sei
ferito, vero?- Lo guardò attentamente, studiandolo.
-Sto bene, se ho sangue addosso non è mio.- Zoro la
baciò e stringendosi di più, i due si scordarono
di tutto e si persero nel loro bacio.
-Eh-ehm…- Tossicchiò Bellmere, per farli
ricordare che lei era là.
Nami e Zoro si staccarono e lei arrossì.
–Ehm… Madre, questo è Zoro Roronoa, il
samurai assunto da papà.-
-Nonché suo futuro sposo… Finalmente la vedo!-
Bellmere sorrise. –Piacere mio, samurai! Adesso, hai qualche
idea per farci uscire di qui?-
-Oh, pronto gente?! Fatemi uscire dalla cella e vi porto io fuori di
qui sani salvi!- Disse Sanji, sentendosi ignorato.
–Sarò io, l’eroe che porterà
in salvo la dolce Nami-san!-
-Gnegnegne, taci, moccioso!- Lo zittì Zoro.
–Là fuori è pieno di guardie,ne ho
eliminati un po’ ma spuntano fuori come funghi!-
Abbracciò Nami per la vita. –Prima penso a farvi
uscire e poi mi occupo di Arlong…-
Nami sussultò e gli prese una mano. –Lo vuoi
affrontare da solo?-
-Vedi altri qui?-
-Io ti posso aiutare!!-
-Sei scema? Appena vi faccio uscire di qui, tu torni subito al
villaggio con tua madre e i bambini!!- Le disse scandalizzato lui.
-Ma come faccio a tornare a casa con te qui da solo?! Hai visto quanti
sono gli uomini di Arlong, l’hai detto tu stesso
che…-
Zoro la interruppe. –Sei maestra di spada tu? Sei esperta in
qualche arte marziale? NO! Come puoi aiutarmi? L’unica cosa
puoi fare per aiutarmi, è tornare a casa e stare al sicuro.
–Le prese il viso fra le mani, raccogliendole le lacrime che
la stavano scendendo dagli occhi. –Ti prego, Nami…
Voglio che tu ti salvi…-
-Nami…- Bellmere le posò una mano sulla spalla.
–Zoro ha ragione, dobbiamo andare via… Pensa ai
bambini, devono tornare a casa!-
La rossa si voltò a guardare i tre bambini che, curiosi,
guardavano la scena con la testa ficcata fra le sbarre.
-E’ vero… Dobbiamo scappare…-
Mormorò rassegnata. –Promettimi che non ti fai
ammazzare!- Chiese a Zoro.
Lui le sorrise e le posò le labbra sulle sue.
–Secondo te, mi faccio ammazzare da queste mammolette?-
Riuscì a farla ridere e le diede un altro bacio.
–Adesso, troviamo un modo per farvi uscire…-
-Aspettate, ci sono anche tutte le donne del villaggio da liberare!
Sono in un’altra cella, ma non so dove!- Disse Bellmere.
-Giusto… Va bene, usciamo almeno di qui e poi cerchiamole!-
Dopo aver tagliato le sbarre anche della cella dei bambini, Zoro si
prese Rufy nelle spalle e gli altri due, li afferrò in vita
sollevandoli.
-Mettimi giù, scimmione!!- Gli disse Sanji, dimenandosi.
-Moccioso, non è ora di fare i capricci!! E’ per
fare prima che vi ho presi, state zitti e andiamo!-
Uscirono da quella stanza e cominciarono a cercare le donne del
villaggio.
-Devono essere qua!- Li avvertì Bellmere, indicando
un’altra fila di celle. –Sento sempre delle urla
venire da qui!-
-Bene, vi taglio le sbarre e voi pensate a liberarle… - Fece
scendere i tre bambini e sguainò una spada, pronto.
-E voi… Dove pensate di andare?-
Una voce profonda, li fece voltare.
-Buh!- Arlong, li guardava ghignante.
Capitolo 15
-Arlong!-Gridò Nami con astio alla sua vista. Bene, si disse
mentalmente Zoro, almeno adesso aveva individuato il nemico. Con una
mossa, si pose davanti a lei, difendendola da un probabile
attacco…
Quell’ uomo…non gli piaceva. Aveva l’
aria di essere molto forte e dannatamente abituato a combattere.
-E così sei tu Arlong…-Un ghigno si
delineò sulla sue labbra.
-E tu sei il samurai-Gracchiò dal ridere l’
uomo.-Non dirmi che hai intenzione di uccidermi con quei bastoncini che
ti porti appresso…-
Arlong era quasi il triplo di Zoro, sia in altezza che in
larghezza…
-Si-Estrasse dal fodero la spada di suo padre-Proprio con
queste…-
-Divertente…-Solo in secondo momento il samurai
notò l’ arma che impugnava il
tiranno…un kiribachi… Una potente spada affilata
e con degli spunsoni…
Non poteva combattere con lui in quello spazio
ristretto…avrebbe coinvolto anche gli altri…
-Voglio proprio vedere come farai!-Urlò scasgliandosi
così contro di lui. Estraendo un'altra spada,
intercettò l’ attacco e lo fermò.
-Che potenza!-Mormorò sentendo la pressione che faceva nel
spingerlo indietro.
-Nami vieni qua!-Urlò Bellemere vedendo la figlia alle
spalle dello spadaccino. Corse verso di loro ma inciampò tra
i detriti…Arlong di pregustò la scena…
Una nuova risata fece capolino dalla sua bocca e togliendosi dalla
difesa di Zoro, caricò un attaccò contro la
ragazza.
Si mosse velocissimo Zoro, capendo il suo obbiettivo, nuovamente lo
fermò salvandola.
-Zoro!-Gridò Nami vedendo il samurai in
difficoltà.
-Per favore…scappa!-La supplicò cercando di tener
testa ad Arlong.
-No!-Li contraddisse l’uomo-Nessuno scapperà!
Morirete tutti!-Aumentando la durezza del colpo, fece cascare
all’ indietro Zoro e Nami, a pochi centimetri da lui.
-Arrenditi samurai!-Lo avvertì-Ti prometto una fine
dignitosa…-
-Molto gentile…-digrignò i
denti-Perché io non ti prometto
altrettanto…-Combattendo, cercò di far forza e
piegare quella situazione… a poco a poco, riuscì
a guadagnare terreno mettendosi in ginocchioni e tentando di alzarsi.
-Non te lo ripeterò una seconda volta-Parlò
indirizzato a Nami.-Libera gli altri e poi scappa!-Si rialzò
da terra Nami, aiutata dai bambini. Le lacrime continuarono a scorrere
sul suo viso a sentire quelle parole.
Annuì col capo e prendendoli per mano, corse insieme a sua
madre alla ricerca delle donne.
-Fa attenzione…-
-Presto Nami!-Rufy e Sanji, strattonavano Nami per le mani,
cercando di farla correre più velocemente possibile in quel
labirinto di corridoi…
-HEY VOI!-Urlò una guardia quando finalmente furono arrivati
a destinazione. Sguainò la spada e si avvicinò ai
presenti con aria minacciosa-Come avete fatto a
fuggire!?-Puntò l’ arma contro Nami-La pagherete!-
-Non ci contare panzone!-Gridò Sanji che staccandosi da
Nami, caricò un calcione contro gli stinchi dell’
uomo.
-Bravo Sanji!-Esultò Rufy correndo a disarmarlo e salendogli
sulla pancia.-A te Usop!-Gli passò l’ arma.
-E IO CHE DOVREI FARCI CON QUESTA!?-
-Brutti mocciosi!-Imprecò pieno di rabbia-Vi farò
fuori!-Tentò di rialzarsi da terra, ma appena vide la lama
della katana scintillare davanti ai suoi occhi, rimase muto…
-PORTAMI IMMEDIATAMENTE DAI PRIGIONIERI!-Ordinò Nami
impugnando la spada e con uno sguardo che non ammetteva repliche.
-Non si salveranno!-Rise in modo odioso Arlong-Nessuno si
salverà…e finalmente, conquisterò il
villaggio!-
-Meschino farabutto!-Tolse dal fodero l’ altra katana, una
dall’ elsa bianca e se la portò in bocca. Strinse
le altre due tra le mani e si concentrò contro l’
avversario.
Fino a ora, non l’ aveva nemmeno sfiorato al contrario di
lui, che gli aveva procurato graffi su tutto il corpo.
Un odore di fumo gli giunse alle narici…
Alzò in alto un sopracciglio…che stava
succedendo!?
-Ti distrai facilmente vedo!-Ne approfittò l’ uomo
facendo partire un nuovo colpo che però, procurò
solo uno strappo allo yukata.
L’ aria cominciò a diventare pesante,
così come la visibilità…Stavano dando
fuoco all’ edificio!?
-Rufy testa di tubero!-Lo insultò Sanji vedendo la torcia
che era riposta li vicina, cadere e incendiare ogni cosa.
-Non l’ ho fatto apposta!-Si giustificò il piccolo
soffiando, cercando di spegnere le fiamme.
-MORIREMOOOO!-Usop cominciò a fare avanti e indietro
disperato-Non c’è dubbio! Moriremo-
-FINISCILA PINOCCHIO!-Sanji perse la pazienza. Nami e Bellemere avevano
finalmente trovato la cella e steso il grassone che li aveva condotti
li. Ora tentavano di rompere la serratura e far uscire i prigionieri.
-Non c’è tempo!-Mormorò sconsolata Nami
cercando in ogni modo di rompere quella serratura.-Io non riesco a
tagliare le sbarre come fa Zoro!-
-Perché quello è uno scimmione!-Lo offese Sanji-
Proviamo a tirare tutti insieme, magari si toglie…-
-E perché non proviamo con la chiave…-Propose
Rufy.
-Scemo che non sei altro-Si disperò Usop-Se l’
avessimo a quest’ ora non saremo qua a cercare un modo per
salvare tutti!-
-Ma allora…-Rufy si chino sulla guardia ed
esaminò un mazzo.-Quelle cosa sono!?-
Nami e Bellemere si guardarono in contemporanea, per poi, darsi delle
idiote…
Una nebbia densa aveva cominciato a penetrare e a confondere
le stanze. Ormai nemmeno più vedeva
dove era finito l’ avversario…lo sentiva ridere e
attaccare.
Inoltre, stava faticando anche a respirare…Doveva uscire al
più presto di li…
-Che fai!? Stai fermo!?-Strinse i denti quando sentì la lama
colpirlo alla schiena…
No! Così non poteva continuare…
Di quel passo, Arlong avrebbe vinto e come promesso, avrebbe sterminato
tutti…
Tutti dipendevano da lui…facevano affidamento su di
lui…soprattutto Nami.
Nami…
Sperò che fosse fuggita insieme agli altri e che fosse
salva…
Chiuse gli occhi e abbassò le spade. Cercò di
mettere in pratica cio che suo padre gli aveva insegnato…
Dominare i sensi…
La vista era inutilizzabile con quella coltre e l’ unica cosa
che poteva fare, era concentrarsi sull’ udito.
Isolò tutto quanto e cercò di percepire i passi
di quel farabutto…
Eccolo la…
Stava girando intondo come un animale… sentiva il suo
respiro incostante, accelerato per la paura e per la fatica che provava
a colpirlo con quell’ enorme spada.
Sentì i passi fermarsi, così come il
respiro…ecco!
Quello era il segnale! Nuovamente alle sue spalle!
Sentì lo spostamento d’ aria e fece drizzare in
avanti le Katane provocandogli stupore e ferendolo all’
addome. Zoro sorrise, finalmente il primo colpo!
-Maledetto!-Urlò di rabbia Arlong.-è inutile che
cerchi di opporre resistenza!-Annaspò-Ti
ammazzerò ugualmente!- Nuovamente si concentro e
cercò la sua voce…
-Ne sei sicuro!?-Improvviso e lesto, Zoro attaccò
l’ uomo facendolo sbandare e sbattere contro il muro.
Ormai era alle strette…
Quello, sarebbe stato l’ ultimo colpo!
Ripose le altre Katane nei foderi e tenne in mano solo la spada di suo
padre…
Si concentrò, caricando il colpo di tutto l’ odio
che provava per quell’ uomo…il
disgusto…la rabbia!
-Stai esitando!-Arlong rimpugnò il kiribachi e
sferrò l’ ultimo colpo che era in grado di
dare…
Tempestivo, Zoro lo smorzò, attaccando a sua volta, ma
qualcosa andò storto…
Sentì la lama della spada alzare la gittata e colpirlo al
volto…mentre la sua spada, libera da ogni ostacolo,
penetrava il petto di Arlong.
Sentì l’ urlo straziante di dolore di quel despota
e poi, una risata amara e il silenzio…
Tolse la katana da quel corpo ormai senza vita e la ripose nel
fodero…
Doveva uscire…ormai non ce la faceva
più…e sentiva la ferità dolergli
sempre di più…
Capitolo 16
Era arrivata la stagione della fioritura ormai, i mandarini erano
ricchi di tanti piccoli fiorellini bianchi, che spargevano un dolce
profumo in tutto il villaggio.
Quegli alberi di mandarino non erano alti come gli altri, ma lo stesso
carichi di fiori. Bisognava darli il tempo di crescere, dopotutto,
erano stati piantati solo due anni prima…
-Zoro? Ma dove sei finito, Zoro?!- Chiamo Nami, mentre cercava suo
marito per casa.
Non stava né in veranda, né in cucina o in altre
stanze. Provò ad andare all’agrumeto.
Da quando si erano sposati, e l’aveva aiutata a ripiantare i
mandarini, Zoro passava molto tempo sotto quegli alberi, diceva che si
rilassava e che li ricordavano lei.
-Zoro? Zor…Ah!- Finalmente lo trovò, che come al
solito sonnecchiava allegramente sotto i suoi alberi. Sorridendo
intenerita, andò verso di lui.
Arrivata davanti al samurai sdraiato nel prato, si inchinò
leggermente e con difficoltà, per raccogliere una
foglia… Dopo averla raccolta, cominciò a passarla
sotto al naso di Zoro, infastidendolo nel sonno.
Il poverino, cominciò a muovere il naso, sentendo il
solletico e dopo un sonoro starnuto, si svegliò.
-Guasta feste! Dormivo così bene…-
Mugugnò Zoro, grattandosi il naso.
Nami gli sorrise ingenua. –Non mi posso sedere per terra!-
Disse indicandosi il pancione ingombrante.
-E allora?- Zoro non si mosse di un millimetro.
-Alzatiii! Stanno anche per arrivare i bambini per la lezione di
spada…-
Sbuffando, il ragazzo si alzò e si picchiò il
sedere, per far cadere fogliame e fili d’erba dallo yukata.
–Tzè… Quei tre diventeranno samurai e
io ho i capelli blu…-
-Su, non dire così! Sono stati determinanti due anni fa
contro Arlong!- Nami lo prese a braccetto e insieme, entrarono in casa.
-Bel gruppo di allievi, mi faranno esaurire!- Protestò Zoro,
sedendosi al tavolino.
Nami andò in cucina a fare del tè.
–E’ un allenamento per quando dovrai insegnare a
nostro figlio!- Gli urlò lei dalla cucina.
-Già, spero che sia meno insopportabile di loro…-
-Anche se sarà insopportabile, lo amerai lo stesso
perché è tuo figlio!- La rossa tornò
da lui.
Arrivò vicino al cuscino accanto a Zoro e lo
osservò. Si sporse fino al tavolino, a cui si
appoggiò col braccio e si inchinò, molto, molto
lentamente con le gambe.
-Ahi, ahi, ahi…- Si lamentò lei, mentre manovrava
per sedersi.
Zoro si alzò in un attimo e le andò dietro la
schiena, aiutandola. –Sta attenta, balenottera!-
-Attento a come parli!!- Nami lo fulminò con lo sguardo.
-Dico solo la verità!- Si sedette affianco a lei e le mise
un braccio attorno alla più florida vita. –Ti son
venute su due…Ehm… Argomentazioni…- Le
puntò gli occhi sul seno.
-Il solito maniaco…- Nami gli afferrò un
orecchio. –Tu e le argomentazioni del cavolo! Sei
fissato…-
-Non è colpa mia!- Si lamentò lui, per la presa
su l’orecchio.
Lei si mise a ridere, ricordandosi che era da quando si conoscevano,
che Zoro chiamava il suo seno così, secondo lui era meno
imbarazzante.
Gli carezzò il viso e gli posò un bacio sulla
guancia. Il suo sguardo poi, andò a cadere sulla cicatrice
sull’occhio di Zoro.
La ferita procurata nello scontro contro Arlong, le ricordava sempre
quanto male aveva fatto quell’uomo, sia a lei, che a suo
marito.
-Vai a prendere il tè?- Chiese la rossa, strofinando il viso
contro il collo di lui, come se fosse un gatto.
-Va bene…- Le posò un bacio sulla chioma e si
alzò, andando in cucina a prendere il tè ormai
pronto.
Tornò poco dopo con tazze e tè caldo, che Nami
provvide a riempire.
-Mmmh…- Mugugnò la rossa, sentendo la fragranza
del tè caldo. –Non c’è
tè migliore di quello al mandarino…-
-Già, ormai ne sono dipendente, non riesco a mangiare nessun
altro tipo di stupida frutta, da quando ti ho sposato!-
-E’ la frutta più buona!!- Nami gli
strizzò le guance con una mano e lo baciò.
Zoro posò la sua tazza e prese la rossa fra le braccia,
approfondendo il bacio… Docilmente lei, gli sorrise sulle
labbra e gli posò le mani sul collo.
Non fecero nemmeno in tempo, ad approfondire ancora quel
bacio… Che ad un tratto si sentirono osservati. Smisero di
baciarsi e videro sulla veranda due bambini con la faccia schifata ed
uno con la faccia disperata.
-Chi vi ha detto di entrare?!- Sbraitò Nami imbarazzata.
-Allievi deficienti…- Zoro si schiaffò una mano
sul viso.
-Sei in ritardo!!- Disse Usopp come giustificazione, mentre Rufy
ridacchiava e Sanji rantolava frasi sconnesse, tra cui “la
mia Nami-san”.
-Forza,- Li spinse fuori. –Salutate Nami e andiamo.-
-Ciao Nami!- Dissero Usopp e Rufy in coro.
-Arrivederci, mia amata Nami-san!- Salutò invece Sanji.
I quattro uscirono, lasciando Nami che sorridente, si finiva il suo
tè.
Anche se dall’episodio di Arlong, erano passati due anni, per
Nami quei ricordi erano ancora vivi nella sua memoria. Le sembrava
ancora ieri, quando uno Zoro ferito e stremato, si trascinò
fino al villaggio con l’occhio sanguinante… Poteva
sentire fortissimo nel suo cuore, quel terrore che gli fosse successo
qualcosa, quando ancora non lo vedeva tornare.
Infatti, subito dopo aver liberato le donne del villaggio, Nami,
Bellmere e i bimbi, erano scappati al villaggio, seguendo gli ordini di
Zoro.
Invece lui era tornato, lei gli corse incontro e lo
abbracciò stretto, felice che fosse ancora vivo.
Pochi giorni dopo, erano cominciati i lavori di ricostruzione del
villaggio, dopo i vari incendi e le scorribande. Armati di una nuova
speranza, gli abitanti di Coco si davano aiuti l’un con
l’altro, si facevano coraggio e lavoravano senza sosta giorno
e notte, per riportare il villaggio agli antichi splendori.
Insieme, Zoro e Nami avevano ripiantato i mandarini a casa sua,
facendola molto contenta… Settimane dopo invece, nacque il
bambino di Nojiko ed Ace e dopo di questo… Erano convolati a
giuste nozze.
Sorrise a quel pensiero… Aveva visto Zoro così
imbarazzato, solo quando gli disse di essere incinta.
Si accorse di quanto si fosse fatto tardi a ricordare, quando prese un
altro sorso di tè e lo trovò gelato. Stupita,
guardò alla finestra il buio calare e Zoro tornare a casa
dall’allenamento giornaliero con i bambini.
-Ehy, stai ancora bevendo tè?- Le chiese Zoro, vedendo
ancora la teiera con le tazze.
-Uhm, no, è ancora quello di quando te ne sei andato!-
Il ragazzo rise e le andò vicino, baciandola sulle labbra
come saluto. –Che stavi facendo?-
Nami sorrise. –Ricordavo.-
-E cosa?-
-Che anche se è brutto da dire, una cosa ad Arlong la
devo…- Lo abbracciò e gli diede un bacio.
Lui sorrise capendo.
*Spazio autori*
Ecco,
questi sono tutti i capitoli che mancavano per finire questa storia. Il
Samurai di Wa no Kuni, doveva essere la fic che ci avrebbe rilanciato,
dopo un periodo di ritiro (soprattutto da parte mia *Hime*). Abbiamo
adorato questa fic, l'abbiamo scritta in pochi giorni tanta era la
voglia di continuarla, per scoprire noi stessa come sarebbe continuata.
Invece non è
stato così.
Recentemente
io e Rolo siamo giunte alla conclusione che le motivazioni per scrivere
e pubblicare qui sul fandom... Erano praticamente svanite. Non
c'è più
quell'eccitazione dopo aver postato un capitolo per vedere se piace o
no, non c'è più la voglia di trovare NUOVE IDEE.
Non c'è più la gioia
di scrivere per il pubblico.
Quindi questo
è un addio, l'addio di Hime e Rolo ad EFP.
Se volete continuare a
seguirci comunque, abbiamo vari spazi sul web i cui link sono riportati
sul nostro profilo in comune.
E' stato bellissimo
stare con voi (anche se molti con cui abbiamo cominciato, sono
spariti), grazie a tutti.
Hime e Rolo
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