Rokka getsu 01
Ringrazio tutte le persone che leggono le mie
storie … buona lettura!
Sanae78
Rokka getsu
di Sanae78
Capitolo 1
Un nuovo giorno
A Nankatsu il
sole era sorto ancora una volta ed almeno in apparenza iniziava una mattina
come tante altre, anche se per qualcuno, Tsubasa e Sanae, quello era un giorno
speciale.
Entrambi non erano
riusciti quasi a chiudere occhio, ripensando agli avvenimenti accaduti il
giorno prima: avevano finalmente aperto i loro cuori l’uno all’altra e si erano
messi insieme.
Tsubasa era
sceso un po’ prima del solito quella mattina, stupendo sua madre: “Sei già
sveglio? Come stai?”
Sul volto del
ragazzo erano ancora molto evidenti l’occhio nero e il labbro ferito,
nonostante le premurose cure di sua madre.
Il rientro a
casa quella sera era stato un pò imbarazzante per lui.
Aveva lezione
di Portoghese e quand’ era rientrato, si era ritrovato di fronte i suoi
genitori ed il suo insegnante che parlavano del suo ritardo.
“Tsubasa! Ma
che hai fatto?” i tre erano davvero sorpresi.
Sua madre gli
si era avvicinata con apprensione: “Stai bene?”
Lui sorridendo
gli aveva risposto: “Non sono mai stato meglio, mamma!”
Intanto suo
padre e Carlos avevano iniziato a scanzonarlo: “Guarda Carlos, quel discolo di
mio figlio, invece di venire a lezione di Portoghese se ne va in giro a fare a botte.
Speriamo bene che abbia avuto una buona ragione per farlo … come ad esempio una
ragazza.”
“Ha ragione
signor Ozora!”
“Smettetela di
prenderlo in giro, per favore … Tsubasa spiegaci che ti è capitato! Ti sei
battuto per una ragazza?”
Natsuko
pronunciava quelle parole, consapevole che suo figlio avrebbe potuto battersi
solo per una ragazza al mondo: “ … Tsubasa, ti sei battuto per Sanae?”
“Si, mamma ed
adesso noi due stiamo insieme!” questa notizia aveva stupito piacevolmente
tutti i presenti.
Suo padre
aveva poggiato una mano sulla spalla di Carlos: “Hai sentito Carlos? Mio figlio
ha una ragazza! Credo che per stasera sia meglio far riposare il nostro giovane
guerriero e lasciarlo alle cure di mia moglie.”
“Lo penso anch’
io! Ora è meglio che vada … a domani!” stava uscendo e si era voltato fissando
il suo allievo con il pollice destro
verso l’ alto “Ben fatto Tsubasa!”
Arrossendo
Tsubasa l’ aveva salutato a sua volta.
Anche per
Sanae il ritorno a casa era stato diverso dal solito.
“Atsushi, che
fai alla finestra? Vieni a dami una mano che tra poco si cena … stasera tua
sorella è in ritardo, altrimenti mi avrebbe già aiutata lei … ma si può sapere che stai guardando?”
“Sanae è
arrivata adesso e non è sola!”
“Perché chi
c’è con lei?”
“Tsubasa!”
“Smettila di
spiarli e vieni qui ad aiutarmi, bisogna apparecchiare la tavola!”
“Uffa .. sul
più bello! Ve bene, mamma!”
“Ciao a tutti,
sono tornata!”
Sanae si era
diretta in cucina, sprizzava felicità da tutti i pori e la cosa non era
sfuggita a sua madre ed a suo fratello che moriva di curiosità.
“Ciao
sorellina, come mai così tardi?” le ronzava intorno cercando di carpire la
verità “Come mai c’ era Tsubasa?”
“Basta, lascia
stare tua sorella! Non sono affari tuoi!”
Nel frattempo
Sanae era arrossita e il fratellino era ripartito all ‘attacco: “Tu e Tsubasa
vi siete fidanzati?”
“Ecco …
veramente … si … stasera!” gli aveva risposto Sanae con imbarazzo.
“Ma è
fantasticooo!” Atsushi le aveva afferrato le mani e l’ aveva coinvolta in una
specie di ballo tutto contento “Lo sapevo che prima o poi voi due vi sareste
messi insieme … è magnifico sorellina!”
Anche la mamma
di Sanae che, da sempre conosceva i sentimenti della figlia, era felice per
lei.
“Datevi una
calmata! Tra poco torna papà e vorrà mangiare!” li aveva richiamata all’
ordine, ma mentre li sgridava sorrideva pure lei.
Quella mattina
Sanae, si era alzata alla solita ora, aveva indossato la divisa scolastica e,
dopo aver fatto colazione, era uscita, pronta ad iniziare quella nuova
giornata.
In quel
momento aveva udito un suono strano e all’ orizzonte era apparso Tsubasa
calciando il suo caro amico pallone: “Tsubasa!?”
Lui le si era
avvicinato: “Ciao … magari potremmo andare a scuola insieme, ti va?”
“Va bene
Tsubasa, però non credo di riuscire a starti dietro, se calci il pallone … “
“Ma non
pensavo di farlo … mi sono già attrezzato, guarda!“ dalla sua borsa, aveva
tirato fuori una retina e ci aveva messo dentro il pallone “Ora possiamo
andare!”
Continua …
Disclaimer
I personaggi presenti in questa
storia appartengono a Yoichi Takahashi.
Note
‘Rokka getsu’ è in Giapponese e significa ‘Sei mesi’.
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