Vischio (Valentine x Helena)
Helena piangeva, sdraiata sul letto. Guardava i suoi disegni con gli
occhi pieni di lacrime, senza vederli davvero.
Lui l'aveva lasciata. Come aveva potuto?
Promesse, promesse, tutte quelle promesse si erano rivelate solo bugie.
Amore eterno? Sì, se per te tre mesi sono
l'eternità.
Quella mattina l'aveva presa tra le braccia, portata sotto il vischio,
e poi... Basta, piantata, scaricata. Il giorno di Natale, per giunta.
"Mi dispiace, ti ho tradito, non ti merito. Io amo un'altra." Con
questa confessione se n'era andato via, lasciandola sola. Si era
arrabbiata così tanto che aveva strappato il vischio appeso
e
aveva iniziato a stritolarlo tra le mani.
Suo padre, ogni tanto, veniva a bussare alla porta della camera,
chiedendole discretamente se poteva entrare. La risposta fissa a quella
domanda era un NO secco.
Continuò a piangere così per ore, lo sguardo
perso tra le righe a matita o a pastello che aveva tracciato sui fogli
appesi alle pareti della camera.
Pian piano, passata qualche ora, si stancò talmente tanto
che si addormentò. Il suo ultimo pensiero prima di
abbandonarsi al mondo dei sogni fu "quanto vorrei tornare dentro ai
miei disegni, lì saprei sicuramente cosa fare".
Al risveglio, Helena capì subito di non essere
più sulla Terra: era tornata nel regno della regina del
sole. Appena se ne rese conto, per la prima volta dopo tanto tempo,
sorrise.
«Il tuo è un volto triste, mia cara collega
giocoliera,» le disse una voce familiare, che lei
pensò essere emersa dai suoi sogni più profondi.
«Valentine!» urlò, saltandogli
in braccio, «Sapessi quanto mi sei
mancato.»
«Lo so, invece. Tutti sentono la mia mancanza, prima o
poi. Una volta che mi conosci, resto impresso per sempre. Ad alcuni
perché m'indebito con loro, ma non pago; ad altri
perché li raggiro - poi, che colpa ne ho io se sono poco
furbi? - o li imbroglio; se sono fortunato, al contrario,
perché s'innamorano dei miei spettacoli, o di
me...»
«Non parlarmi di amore in questo momento, per favore.
Vorrei riuscire a scacciare i cattivi ricordi,» lo
pregò lei. Il ragazzo la osservò con sguardo
interrogativo.
«Sai cos'è il vischio?» chiese
Helena. All'udire quella parola, l'altro fece una strana smorfia,
inclinando la testa.
«Quindi la risposta è un
"no"?» continuò lei.
«Perbacco, certo che lo so. Per chi mi hai preso, per
un ignorante? Sono un uomo colto, ho una torre. Certe volte mi domando
quanto bassa possa essere la tua opinione di me per arrivare anche solo
a pensare che non conosca una cosa tanto comune come il
vischio!» esclamò lui con un tono piuttosto
offeso.
«È una pianta invernale, sotto la quale si
dice che bisogni baciarsi,» spiegò la ragazza.
«Mi sembrava di aver chiarito che lo so.»
Il suo interlocutore aveva dimostrato di possedere un senso
dell'orgoglio decisamente fuori dal comune, uno così grande
non
si era mai visto. Possibile che gli costasse così tanto
ammettere che non sapeva qualcosa?
«Ma quanto è alto questo vischio?»
chiese lui,
curioso, dopo qualche momento di silenzio.
«Riuscirò a
starci sotto con la mia torre, secondo te?»
«No, è troppo basso.» rispose l'altra
ridacchiando.
Non aveva intenzione di spiegargli che bisognava appenderlo, la
faccenda si sarebbe rivelata troppo lunga e complicata.
«Fammi capire meglio come funziona questa storia.»
Helena tirò fuori dalla tasca il vischio rovinato che le era
rimasto. Si avvicinò a Valentine, alzando il braccio per
portare
la foglia sopra di loro.
Le labbra dei due si incontrarono in un bacio lungo e profondo.
«Ora è tutto chiaro.» disse lui,
sorridendo, alla fine di quel momento magico.
Credits
Questa fanfiction ha partecipato su Fanworld.it al Xmas Tree Party con
il prompt: inverno, vischio.
In fondo non si sa per certo se Valentine è quello
che si vede alla fine del film nel mondo reale, giusto? Almeno, io non
ho mai pensato che lo fosse... Comunque per sicurezza ho messo "AU".
Lo scritto non è a scopo di lucro. I personaggi appartengono
ai rispettivi ideatori e detentori di Copyright.
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