Aveva iniziato a nevicare da poco, ma la neve sembrava essersi
affrettata a coprire la terra con un manto bianco e soffice, come una
coperta adagiata sui loro passi che, nonostante il gelido freddo
invernale, avevano continuato a calpestare il terreno.
La vita a Ealdor non si fermava se non a tarda notte, quando i bambini
cedevano alla tentazione del riposo e i loro genitori potevano tirare
un sospiro soddisfatto, ma finché il sole restava alto nel
cielo bisognava tener conto dei propri doveri e Hunith rispettava con
devozione questa regola.
Quel giorno non faceva eccezione, anche se era un giorno speciale.
Hunith continuava a lavorare. Stendeva i panni appena lavati, si
dedicava alla cura della propria dimora e donava aiuto a chi ne aveva
bisogno,
ma il suo sguardo era perso oltre l'orizzonte, in luoghi lontani, fisso
sulle spalle strette di un giovane dalla folta chioma corvina e gli
occhi chiari, simili al colore del cielo estivo, ma più
luminosi.
E poi, questi occhi diventavano scuri, di un brillante color carbone.
Due figure distinte, ma così simili.
Se qualcuno le avesse chiesto chi stesse aspettando, Hunith avrebbe
sorriso e taciuto, perché da tempo aveva imparato a
distinguere senza alcun indugio la linea di confine tra passato e
presente, ma le piaceva confondersi e vivere l'attimo prima del ricordo
di un amore vissuto, l'attimo dopo di un calore atteso e tangibile.
Era un comportamento sbagliato, ma almeno per quel giorno avrebbe
convissuto con esso, decisa ad assaporare sensazioni ormai perdute,
percorrendo la stessa strada che anni prima l'aveva portata a
commettere il peccato più dolce, al quale non era mai
seguito un rimpianto.
Inconsapevolmente, la giovane donna aveva raggiunto il confine ultimo
del suo piccolo villaggio e aveva alzato gli occhi, assaporando sulla
propria pelle i docili fiocchi di neve che le si posavano sulle guance
e scivolavano via, come lacrime di un cielo eterno, testimone e custode
dei suoi ricordi.
Hunith sfiorò con le dita la stoffa grezza che reggeva tra
le mani.
Era un oggetto che apparteneva al suo passato, trovato quasi per caso
qualche giorno addietro, in una scatola di legno invecchiata
dall'incuria del tempo.
Non appena l'aveva toccata, i ricordi l'avevano colpita come indomabili
raffiche di vento; dopo il primo impatto, si erano acquietate per
trasformarsi in piccoli fiocchi di neve, che si erano adagiati con
nostalgia sulla superficie del suo cuore ed erano poi penetrati
all'interno, fino a toccarne il punto più profondo, dove era
nato il desiderio di rivedere lui, l'unico ponte con il cuore a cui
aveva giurato fedeltà eterna.
Quando lo vide arrivare, Hunith sorrise.
Il ragazzo barcollava sui propri passi, agitato nonostante tutte le
rassicurazioni, così come tempo addietro era arrivato l'uomo
che aveva amato e che amava tutt'ora, teso e cupo, inglobato dalla
rabbia cieca del tradimento, rabbia che lei stessa aveva provato a
sciogliere con il suo affetto e con poche parole concise e sincere,
prive di ogni esitazione.
Merlin arrivò trafelato, le gote infuocate e uno strato
sottile di sudore che gli imperlava la fronte.
-Madre!-.
L'abbracciò di slancio, con la sua solita allegria.
-E' successo qualcosa?-.
Ancora una volta i suoi occhi si fusero con altri così
diversi, eppure familiari.
Hunith lo guardò e gli sorrise.
-Ti preoccupi sempre troppo. Volevo solo vederti. Dovresti imparare a
leggere fino alla fine le lettere che ti vengono recapitate-.
Percepì la tensione del ragazzo sciogliersi sotto il tocco
della sua mano, adagiata su una delle sue guance infreddolite, e lo
vide sorridere sereno e impacciato.
Merlin iniziò a parlare a raffica, lì, al limite
del villaggio, non tenendo da conto il vento invernale che soffiava
sotto le vesti, troppo euforico, troppo entusiasta, come un bambino a
cui è stato appena donato un cesto ricco di leccornie; lui
era semplicemente tornato a casa.
Raccontò di Camelot, di Arthur, di Gaius, di ciò
che aveva e non aveva fatto e si premurò di chiederle se
stesse bene, come stesse andando la vita al villaggio, se si sentiva
sola, se aveva bisogno del suo aiuto.
E Hunith restò ad ascoltarlo, un sorriso nostalgico sulle
labbra, mentre l'immagine di Belinor sbiadiva pian piano dalla sua
mente.
Merlin si fermò all'improvviso, rimasto a corto di fiato.
Quando si accorse dello sguardo assorto della madre, sembrò
che tutte le preoccupazioni abbandonate da poco tornassero a bruciare
nel suo petto, prima che un leggero foulard rosso venisse legato
attorno al suo collo.
Hunith non era cristiana, ma anche lei aveva un motivo per festeggiare
quella data, un motivo semplice, ma tanto forte da non poter essere
contestato.
-Questo foulard lo regalai tempo fa a tuo padre. Era il giorno di
Natale. Ricordo che in quel periodo il cielo non aveva cessato un
attimo di piangere piccoli e freddi fiocchi di neve-.
Vide il ragazzo irrigidirsi, scosso da un qualcosa che non avrebbe
saputo definire.
Nei suoi occhi lesse stupore, timore e allo stesso tempo desiderio di
conoscere.
Ad Hunith non piaceva parlare di Belinor, come se temesse che il solo
rivelarne il nome potesse intaccarne la memoria e il racconto del loro
tempo potesse in qualche modo rendere tutto meno importante; aveva
timore delle fiamme incandescenti che avrebbero lambito il suo cuore al
solo ricordo del suo viso.
-Madre...-.
Merlin cercò di trovare le parole, ma esse sembravano essere
improvvisamente scomparse.
Hunith gli accarezzò il viso.
-Purtroppo non ha voluto portarlo con sé quando se ne
è andato, temendo, forse, di rivivere il doloroso ricordo
della sua partenza. Adesso lo regalo a te, sperando che l'amore con cui
è stato costruito possa proteggerti nel
corso del tuo viaggio e darti conforto nel momento del bisogno-.
Merlin tacque e toccò con dita tremanti il dono ricevuto,
che sfiorava la pelle del suo collo come fosse seta sottile.
-Grazie-.
Hunith strinse a sé il gracile corpo del figlio e si
appropriò del suo calore.
Era consapevole di avergli appena dato un pezzo del suo passato e
ciò la turbava, perché sapeva che non
era stata cosa saggia, che da quel momento in poi Merlin avrebbe
continuato a custodire dentro di sé il desiderio sempre
più forte di conoscere, un desiderio che lei non poteva
esaudire.
Hunith affondò il capo nell'incavo del suo collo: il foulard
aveva ancora il suo
profumo.
Forse non era il passato a farle del male, forse era solo la sua
testardaggine e quella muta speranza di poter tornare indietro,
speranza che avrebbe dovuto dimenticare.
Ancora una volta Hunith relegò il ricordo di Belinor in un
angolo oscuro della sua mente, lì dove avrebbe potuto
custodirlo per sempre, e andò oltre.
Adesso c'era un'altra persona a cui voleva donare il proprio cuore.
Baciò la fronte del giovane e lo amò con tutta se
stessa.
-Buon Natale, figlio mio-.
Angolino di Baci <3
EDIT: Grazie ad una
recensione ricevuta ho potuto correggere due errori di coerenza: in
effetti, il grano non si raccoglie in inverno XD e il
cartone non esisteva all'epoca, quindi ho sostituito la scatola di
cartone con una scatola di legno, tutto qui u.u Grazie per l'attenzione
XD
Sì, lo so che è tardi! Sì, non mi
offendo se pensate che io sia pazza, ma non ho sonno, sono da poco
tornata a casa e, nell'attesa che si scarichi la 1x06 di Dpctor Who,
posto questa mia shot partecipante al "Natale a Camelot Contest"
indetto da LyndaWeasley U.U
Nella storia c'è un piccolo What if?, perché
sappiamo tutti che Merlin tiene il foulard rosso fin dall'inizio, ancor
prima di arrivare a Camelot, mentre nella storia lo riceve dopo essere
già diventato il valletto di Arthur. Poi ho immaginato un
po' di cose che nel TF non vengono specificate, ad esempio il periodo
durante il qualche Belinor giunge a Ealdor e diventa ospite di Hunith.
Per quanto riguarda l'IC, non ho avuto molto materiale da
esaminare, ma a me Hunith è sempre sembrata una
donna forte, decisa, ferma nelle sue decisioni e mai pentita per quello
che è successo con Belinor. A parte questo credo che la
storia si capisca abbastanza bene,se non si capisce mea colpa, mi
dispiace XD
Sebbene sia arrivata ottava, sono comunque contenta, perchè
ho ricevuto un ottimo punteggio e un bellissimo giudizio, che riporto
qui sotto :)
Ho cercato di correggere la punteggiatura, ma non vado molto d'accordo
con virgole, punti e punti e virgole ecc.. XD
Ci ho provato!
Spero che la storia vi sia piaciuta e dedico questa shot a tutti i miei
lettori come regalo di Natale, anche se un pò in ritardo XD
E visto che ci siamo facciamo anche per la befana XD
Ringrazio di cuore la giudice per aver indetto il contest e per la sua
pazienza :)
E voglio fare i complimenti a tutte le partecipanti, spero di riuscire
a leggere tutte le vostre storie :)
Be', credo sia ora di andare XD Buona notte!
Ottava classificata:
Bacinaru
“Oltre il
ricordo”
Grammatica: 9,75/10
Stile e lessico: 9/10
Caratterizzazione: 10/10
Originalità:
20/20
Utilizzo del regalo: 5/5
Giudizio personale: 4/5
Per un totale di 57,75/60
punti.
Parto dicendo che questa
tua idea del foulard di Merlin, ovvero che è stato un dono
della madre (ancor prima al padre del ragazzo), mi è molto
piaciuta: chissà, magari è davvero andata
così! Ovviamente ti è costata il punteggio pieno
per quanto riguarda l’idea di partenza di questo contest,
cioè il regalo di Natale.
Per quanto riguarda la
grammatica ti ho dovuto togliere 0,25 punti per tutti i punti fermi che
hai omesso dopo i vari dialoghi; è stato davvero un peccato,
perché per il resto è grammaticalmente perfetta!
In quanto allo stile ho
solo una cosa da dire: io ho letto molte tue storie sul sito di EFP, e
tutte mi sono piaciute davvero molto e trovo che tu abbia uno stile
scorrevole e piacevole alla lettura. Tuttavia mi sono sentita obbligata
a toglierti un punto perché in questa tua shot ho
riscontrato dei periodi un po’ lunghi che avresti potuto
benissimo separare da punti e virgola e due punti: invece ti sei
limitata ad abbondare nelle virgole, cosa che ha appesantito un
po’ la lettura.
Per il resto non ho nulla
da dire, l’idea è originale e molto carina! Grazie
per aver partecipato a questo contest :)
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