Il
diario misterioso
Lucius Malfoy aveva
appena litigato con papà.
Dire che aveva
"litigato" è un eufemismo.
Diciamo pure che si
erano presi a botte nel Ghirigoro, la libreria a Diagon Alley.
Anche io mi ero
appena esposta per Harry con Draco Malfoy.
Cosa che mi aveva
procurato un' umiliazione per la solita risposta pronta e velonosa del
Serpeverde.
Amavo Harry,
perchè me ne vergognavo così tanto?
Perchè non riuscivo a guardarlo negli occhi?
Quando lo vedevo
scappavo sempre in un'altra stanza, il cuore mi batteva a mille, le
mani mi sudavano e in sua presenza non riuscivo comunque a spiccicare
parola.
Ma io, in
realtà, non ero così, non lo ero mai stata.
Cresciuta in mezzo a
tutti i miei fratelli maggiori, mi sono sempre fatta rispettare.
Era il mio primo anno
ad Hogwarts e volevo che fosse iniziato perfettamente.
Iniziai a fare il
bagaglio, quindi, mettendo dentro tutti i libri che avevo comprato quel
giorno.
Ad un certo punto
notai che in mezzo a quei libri, nel calderone che avevo usato per
portarli, c'era un libro che non era nella lista, scritta nella lettera
di ammissione.
Guardai il libro nero
e capii subito che non era ciò che pensavo: sfogliandolo
avevo notato che le pagine erano vuote, per quanto ingiallite.
Sulla copertina
c'erano scritte delle iniziali: T.O.R.
Tor? Pensai.
No, il cane di Hagrid
non si sarebbe messo a scrivere un diario.
Decisi in un istante
che quel diario lo avrei usato per scrivere ciò che pensavo
e mi ci sarei sfogata sopra.
Tutto sommato, non
era stato male andare a Diagon Alley.
Mamma e
papà mi avevano regalato un diario senza dirmelo... era
stato un pensiero carino, forse si erano vergognati di dovermi dire,
come tutte le volte, che era di seconda mano.
Eppure quel diario
non era scritto: se non fosse stato per le iniziali incise in fondo
alla copertina, avrei potuto pensare che nessuno lo aveva comprato ed
era ammuffito nella vetrina.
Presi la penna e
l'inchiostro: avevo bisogno di iniziare subito a svuotarmi la mente:
sapevo che esistevano anche i pensatoi, ma di certo la mia famiglia non
era ricca fino a quel punto.
"Caro diario"
iniziai a scrivere.
Ma in quel momento le
parole vennero assorbite dalla carta e la pagina tornò
bianca come prima.
"Ma cosa...?"
In quel preciso
istante, comparvero delle parole in una scrittura obliqua, che non era
la mia.
"Ciao, io sono Tom, il padrone di
questo diario... tu chi sei?"
Strabuzzai gli occhi
e spalancai la bocca, ma risposi, la mano scattò prima del
cervello.
"Ginny Weasley"
"Piacere... posso sapere come hai
avuto il mio diario? Speravo proprio che qualcuno lo trovasse..."
Tranquillizzata da
quelle parole, risposi allegramente.
"Non lo so...
penso che mamma e papà l'abbiano comprato, perchè
l'ho ritrovato nel mio calderone a Diagon Alley"
"Sei purosangue, Ginny?"chiese
Tom.
"Si,
perchè?"
"Così per sapere..."
"Tu?"chiesi
per fare conversazione.
"No... mia mamma era una strega,
mentre mio padre un babbano"
"Perchè
"era"?"
"Perchè non ho
più genitori..."
"Mi dispiace"
scrissi, sperando di non aver toccato un tasto dolente.
"Tranquilla. Tu piuttosto... hai
detto di essere una Weasley... famiglia numerosa?"
"Si... ho 6
fratelli più grandi..."
"Sei? Poverina... devi sentirti
proprio schiacciata da loro..."
"Ho imparato a
cavarmela, tranne in questi ultimi tempi..."
"Perchè?"
Volevo confidarmi con qualcuno e questo ragazzo invisibile sembrava
così gentile...
"Beh...
c'è un ragazzo con cui non riesco davvero a essere me stessa
e i miei fratelli mi prendono in giro, a volte anche davanti a lui."
"Che immaturi... come si chiama
questo ragazzo?"
"Si chiama
Harry, Harry Potter!"
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