Paglia
bagnata ~
prompt: #042, riddle
Lo Spaventapasseri continuava a dondolarsi sul posto con il solito
equilibrio precario, i guanti ben stretti attorno a una delle funi che
trattenevano a terra il pallone. Sembrava tranquillo, ma aveva l’aria di
uno che fingeva di essere se stesso. Ogni
volta che i suoi occhi incontravano quelli di Dorothy, nella tela greggia si
stendeva un sorriso – che però non riusciva a nascondere quella
tristezza che la ragazzina aveva visto calare su di lui a poco a poco, come il
manto della neve che l’aveva salvata dai papaveri.
Il Mago
continuava a parlare in toni altisonanti a quei sudditi ingenui che lo avevano
sempre creduto tale. Dorothy non ci dava peso. La sua unica preoccupazione era
il sorriso triste del suo Spaventapasseri.
«Ti
ricordi cosa mi dicesti quando ci siamo incontrati?»
Il
fantoccio si raddrizzò scompostamente, giocherellò con la fune e
la guardò, perplesso.
«Che
era difficile seguire le due strade insieme?»
«No,
non quello.» Dorothy strinse un po’ più a sé
Totò. Una strana, gelida solitudine le si stava insinuando nel cuore. «Dicevi
che con un cervello avresti potuto risolvere tutti gli indovinelli. Che avresti
sciolto i dubbi di chiunque fosse nei guai.»
Lo Spaventapasseri
si grattò distrattamente il capo; aghi di paglia dorata spuntavano tra il
tessuto delle dita e la tesa del vecchio cappello. Sorrise; ancora quel sorriso
mesto.
«Sì,
l’ho detto.»
«Beh,
ora puoi farlo. Perché non sei felice?»
Gli posò
una mano sul petto morbido. Quasi si stupì di non sentire un battito caldo e soffice sotto quei miseri stracci. Alle
sue spalle il Mago parlava ancora, ma le parole non riuscivano a sovrastare il
silenzio che s’irradiava dallo sguardo triste dello Spaventapasseri –
come il dolore da una ferita.
Lui abbassò
lo sguardo sulle dita di lei, le soppesò per un istante e poi si
chinò a sfiorarle con la bocca ruvida.
«Perché
non riesco a risolvere questo indovinello,
Dorothy. Non so come fare per tenerti qui con me.»
Era
questo, lo sapeva. Sentirglielo dire era ancora più doloroso che
limitarsi a pensarlo. Dorothy dovette mordersi forte le labbra per trattenere
le lacrime; poi pensò che il loro posto non era lì, tra i denti,
e si sporse per posarle delicatamente su quelle dello Spaventapasseri. Soltanto
adesso, mentre quelle mani di paglia si preparavano a lasciar andare la fune, si
rendeva conto che era terribile l’idea di dirgli addio.
Mentre
la paglia [inevitabilmente] s’inumidiva, Totò balzò fuori
della mongolfiera.
[ 404 parole ]
Nota: Nel film del 1939, nella scena
in cui la mongolfiera è in procinto di partire – mentre il Mago fa
il suo discorso agli abitanti della Città di Smeraldo – Dorothy
dà dei colpi affettuosi sul petto dello Spaventapasseri, che le bacia la
mano; subito dopo Totò nota il gatto e salta giù dalle braccia di
Dorothy. È da quella brevissima sequenza che nasce questa brevissima flashfic. La faccenda degli indovinelli si riferisce ad un
verso della canzone If I only had a brain,
che lo Spaventapasseri canta durante il suo primo incontro con Dorothy – I’d unravel every riddle for any
individ’le in trouble or in pain = scioglierei ogni indovinello per ogni individuo nei guai o nel dolore.