Salve a tutti/e! ^O^
Inauguro il 2011 con una pazzia bella e buona: la traduzione
di una fanfiction inglese, proprio io che l’inglese… beh… lo amo moltissimo
ma…. ecco… è lui che odia me… è un amore non corrisposto! * SIGH! * Però
continuo a stargli dietro seguendo l’esempio di Bielorussia col suo amore Ivan
(English… KEKKONKEKKONKEKKON! *_* ) e per esercitarmi cosa c’è di meglio che
diffondere anche nel fandom italiano questa bellissima fanfiction che mi ha
proprio commosso in alcune parti? ;_;
Naturalmente ho ottenuto il permesso dall’autrice della storia,
ASEIES (qui di seguito il link del livejournal con la storia http://aseies.livejournal.com/9282.html). La ringrazio
moltissimo per la sua disponibilità!
Confesso subito che non so con che ritmo potrò aggiornare
(sono 13 capitoli) ma cercherò di non far passare i trimestri tra un capitolo e
l’altro! Ad ogni modo, se ve la cavate con l’inglese e non avete voglia di
aspettare i miei aggiornamenti, sappiate che la storia inglese è stata da poco
conclusa, quindi la troverete completa nel succitato link!
Un altro sentito ringraziamento va alla mia pazientissima
beta reader MystOfTheStars, che ha fatto miracoli nel convertire la mia
traduzione dall’inglese all’italiacane
in un italiano corretto e coerente! XD
Ah, beh, ecco, un avviso: è una fic spudoratamente DenNor. E
Norvegia forse è un po’ OOC, benché si sappia poco di lui… Beh, una delle poche
certezze (?) che si hanno è che si tratta di un personaggio dall’atteggiamento
piuttosto freddino e con un rapporto in denial con Danimarca… ecco, dimenticatevi
‘sti dettagli, và! ^^’
Capitolo 1: Scomparsa
Qualcosa non andava.
Norvegia lo aveva capito non appena aveva premuto il tasto
“snooze” della sua sveglia; la sensazione di un sapore come di marcio in bocca
non prometteva niente di buono per quella sua giornata. Lentamente, raccolse
abbastanza energia per mettersi seduto nel letto e fissò il vuoto per qualche
minuto prima di notare una piccola creatura che gli tirava una manica.
“’Giorno Hallbjørg”
borbottò dirigendo un piccolo sorriso al suo piccolo amico faerie.
Norvegia stiracchiò le braccia sopra la sua testa, e
finalmente si sentì abbastanza motivato ad alzarsi, sebbene avesse ancora come
l’impressione che qualcosa non andasse bene. Rimuginò vagamente su questo
mentre si dirigeva verso la cucina, ma qualunque fosse stato il significato di
quei pensieri che gli giravano nella testa, decise che avrebbero potuto
aspettare fino a dopo il caffé.
Tuttavia, dopo essersi completamente svegliato, Norvegia
aveva scacciato dalla mente quella strana sensazione per far posto ad una
questione più urgente: il meeting mondiale a cui avrebbe dovuto partecipare
quel giorno. Fortunatamente aveva fatto i bagagli la sera precedente, ma era
pur sempre una seccatura dover raggiungere l'aeroporto. Ma prima sarebbe stata
probabilmente una buona idea vestirsi. Sì.
Norvegia svuotò la tazza di caffé e tornò nella sua stanza
al piano di sopra. Indossò il solito vestito da marinaio, applicò la forcina
tirandosi su i capelli sul lato sinistro e si mise il cappello in testa. Ecco,
ora era pronto.
Prima di uscire Norvegia prese un’altra tazza di caffé da
bere lungo la strada. Fu in quel momento che notò che c’erano due messaggi non
ancora ascoltati nella segreteria telefonica. Fissò la luce rossa accesa per
pochi secondi. 'Se qualcuno ha lasciato
un messaggio quando non ero qui', si giustificò, 'e io non l’ascolto, è come se non fossi mai tornato. Così può
aspettare ' E così, preso il suo caffé, Norvegia uscì fuori dalla porta,
diretto verso l'aeroporto.
Mentre scendeva dall'aereo, Norvegia si infilò tra l’enorme
folla che riempiva l’aeroporto di Vienna. Le persone si spostavano indaffarate
da un luogo all'altro e Norvegia si sentiva perfettamente in pace in questo mare
in movimento. Una chiazza d’argento in
un mare di biondi e castani catturò la sua attenzione, e mentre si avvicinava
vide la nuca di suo fratello minore, coperta di capelli argentati. A giudicare
dal suo cappotto marrone, probabilmente Islanda aveva indosso il suo solito
abito con camicia e papillon. Norvegia si chiese se avesse perso di nuovo un
bottone della camicia.
“Islanda!” chiamò Norvegia.
Islanda si girò in direzione della voce che lo aveva
chiamato, e sorrise lievemente al fratello “E’ bello vederti, Noregur. Ottimo tempismo”.
“Sì” Norvegia ricambiò il sorriso. Il colletto di Islanda
era aperto. I bottoni non erano stati abbottonati correttamente: erano tutti
spostati rispetto alle asole corrispondenti. “Come stai?”
“Sono stato meglio di recente” Islanda si batté leggermente
sul petto. “Non sono ancora guarito del tutto. Ci vorrà ancora un po’ prima che
se ne vada completamente, ma il peggio è passato davvero”.
Lungo la strada, scoprirono che entrambi avevano deciso di
tornare nei loro rispettivi Paesi la mattina successiva, anziché durante la
notte. Anche se Islanda si stava rimettendo dal suo raffreddore, Norvegia si
sentì obbligato a lasciare che il fratello minore dividesse una camera
d'albergo con lui. Prenotarono la loro stanza, e si diressero dritti alla
riunione dopo aver depositato i loro bagagli.
Islanda e Norvegia furono i primi tra i cinque Paesi Nordici
ad arrivare al meeting, così presero posto nell’area destinata a loro e
attesero gli altri. Molti degli altri Paesi erano già arrivati, e uno ad uno
(o, più spesso, coppia per coppia), i posti vennero occupati dai Paesi a loro
designati. Non fu una sorpresa vedere che Svezia e Finlandia erano arrivati
insieme. Svezia si sedette per primo, a fianco di Islanda. Volse il suo sguardo
intimidatorio su ciascuno di loro e li guardò negli occhi. Fece un brusco cenno
e un grugnito, soddisfatto del suo saluto. Mentre Finlandia si sedeva, rivolse
un sorriso a ognuno dei suoi fratelli, il che rese il suo volto ancora più
rotondo del solito.
"Siamo fortunati ad avere bel tempo", disse per
fare conversazione. "Ho sentito dire che a Vienna recentemente ha piovuto
molto."
Col passare del tempo, Norvegia pigramente si chiedeva se Danimarca si fosse
dimenticato della riunione, oppure se fosse stato abbastanza stupido da
ubriacarsi la notte scorsa e avesse deciso di saltare l'incontro a causa della
sbornia. Sospirando, Norvegia stava per prendere il telefono cellulare dalla
tasca quando -
"Niente paura, il Fantastico Me è arrivato!".
Prussia aveva deciso di rovinare il meeting mondiale. Di nuovo.
Il resto della stanza fissò l’albino, e tutti lo guardarono farsi strada verso
il seggio rimanente (che per caso era accanto Norvegia). «Allora», disse
Prussia, mettendo gli stivali infangati sul tavolo e appoggiandosi allo
schienale della sedia. "Abbiamo intenzione di cominciare, damerino*?"
Austria sbuffò e si accinse a iniziare la riunione, "Credo che siamo tutti
presenti ora".
Norvegia sbatté le palpebre. Non era da Austria sbagliare a contare. Oltretutto
era abbastanza sorprendente che Austria non avesse cacciato via Prussia un
secondo dopo che questi era entrato dalla porta.
"E Danmark?" Norvegia fece a voce alta.
Le altre Nazioni fissarono quel Paese di solito così
tranquillo con un’espressione confusa sul volto. Austria si schiarì la gola e
parlò direttamente a Norvegia, "Gli ospiti non sono ammessi alle riunioni
mondiali, Norwegen. Pensavo che dopo tutti questi anni lo sapessi."
Norvegia corrugò la fronte. Ospite? Che cosa stava dicendo?
"Io non ho ospiti, sto parlando di Danmark, la Nazione". Sguardi
vuoti, e anche un paio di occhiate preoccupate, accolsero le sue parole ancora
una volta. Norvegia ebbe la sgradevole sensazione che quegli sguardi fossero
sinceri.
"Non ne ho mai sentito parlare" disse America a voce alta. "Il
nome suona molto come quello di un pasticcino però! Come si chiamava.. un
danese! [dolci danesi, N.d.Me]"
"Denmark" ripeté Norvegia utilizzando il nome
inglese, mentre un panico confuso stava cominciando nascergli dentro. "Il
piccolo Stato sopra Germania. Come può essere che non lo conoscete? Ha partecipato
a molti meeting mondiali".
"Io non ricordo di aver mai incontrato tale Paese di nome Danmark o
Denmark" Rispose Austria. "Tuttavia, lo Stato che è geograficamente
sopra Deutchland è l'uomo accanto a voi. Preußen".
"Oh Yeah man!", Norvegia spalancò gli occhi e si
voltò rapidamente verso il prussiano che gli sedeva accanto. "Non provare
a mettermi da parte! Posso anche essere molto più piccolo di quanto non fossi
prima, ma io non sono ... Come hai detto? Dane-mark? Ha! Perfino il nome non
sta in piedi ~" .
Il groppo in gola di Norvegia continuava a crescere. Stavano dicendo tutti
delle cose senza senso. Ovviamente esisteva Danimarca! La storia poteva
provarlo!
Norvegia si alzò in piedi, sbattendo la mano sul tavolo.
"Inghilterra! Pensa a quando eravamo vichinghi, che avevamo invaso casa
tua tutto il tempo. Non lo ricordi? E Amleto? 'C’è del marcio in Danimarca' ? " Inghilterra gli diede solo
uno sguardo smarrito come risposta. Norvegia rivolse la sua attenzione altrove.
"Germania, tu avevi invaso le terre di Danimarca durante la Seconda Guerra Mondiale, e lui
si era arreso il primo giorno! Giappone! Hai appena battuto Danimarca ai
Mondiali di calcio l'anno scorso!" Giappone sobbalzò a sentire il suo
nome, ma la sua fronte si corrugò per la confusione.
Cina si alzò in piedi, "Smettila di assillarci con le
tue fantasie, aru. Niente di quello che hai detto è vero, aru".
"E’ successo davvero!" Norvegia scattò. "Tu hai preso in
prestito la statua della Sirenetta da Danimarca l'anno scorso. Vi state comportando
tutti in modo strano – dite loro chi è Danimarca, ragazzi!” Norvegia si rivolse
alle altre Nazioni nordiche per avere il loro sostegno, ma si rese conto con
orrore che anche loro lo guardavano con espressioni confuse e preoccupate.
Finlandia stava balbettando il nome di Norvegia, senza
essere sicuro di cosa avrebbe fatto Norvegia dopo essere stato chiamato. Svezia
lo stava fissando con uno sguardo preoccupato, Islanda si alzò e mise una mano
sulla spalla di Norvegia.
"Noregur, tutto quello che hai detto ... è accaduto a Prússland".
"Seriamente Norwegen", ha detto Prussia dal suo posto. "Non
posso credere che pensi che tutte quelle figate** che ho compiuto siano state
fatte da qualcun altro! Sei malato o qualcosa del genere?"
Norvegia spostò lo sguardo da Prussia verso Islanda poi verso Finlandia e
Svezia. "Ma ... L'Unione di Kalmar ... l'unione Danimarca-Norvegia ... Non
ricordate ...?"
"Prússland era nell'Unione di Kalmar", disse Islanda una voce calma,
ma una nota vacillante nella voce suggeriva il contrario. "E poi ci fu
l’Unione Prussia-Norvegia. Norvegia, ti senti bene?" Islanda toccò la
fronte di Norvegia per sentire se aveva la febbre.
Austria si schiarì la voce: "Credo che Norwegen sia troppo confuso per
essere in grado di gestire le questioni della riunione di oggi. Islanda, la
pregherei di accompagnarlo in un posto dove possa raccogliere i suoi pensieri e
rinsavire."
Islanda annuì e condusse Norvegia fuori dalla porta. A
Norvegia girava la testa, non riusciva a capire cosa stava succedendo. Per questo motivo che non aveva protestato né
insistito. Una volta fuori
dell'edificio, Norvegia si fermò e si prese la testa tra le mani.
"Islanda ... Pensi che io sia pazzo?"
La nazione più giovane guardò il fratello maggiore con i suoi occhi viola.
"Non lo so. Penso che tu sia solo confuso."
Norvegia guardò a terra. "Io. .. penso che siano tutti
impazziti. Danimarca è ... Danimarca è ..." gli venivano in mente così
tante parole che Norvegia non riusciva nemmeno a capire da dove cominciare. Norvegia
si strofinò la fronte, gli stava venendo mal di testa "Questo non è un
sogno ... giusto?"
"Uhm, vediamo," Islanda afferrò le guance di Norvegia e le tirò in
modo che il fratello avesse un’espressione buffa.
Norvegia gli allontanò le mani, "Smettila!"
"Direi che non è un sogno", disse Islanda,
ritirando le sue mani. "Che ne dici di tornare in albergo? Potremo cercare
questo 'Danimarca' e vedere chi è pazzo e chi no."
A Norvegia non piacque particolarmente il modo in cui era stata formulata la
frase, comunque annuì lentamente. Aveva bisogno di trovare delle prove, e
Internet sembrava un buon punto di partenza. Quando tornarono alle loro camere
d'albergo, Islanda tirò fuori il suo computer portatile, e aprì Wikipedia.
”Dacci dentro” disse, passando il pc a Norvegia.
Norvegia cercò tutti i diversi eventi che di cui aveva fatto
cenno in precedenza, ma secondo Internet erano accaduti tutti in Prussia. Ogni
volta che cercava qualcosa di nuovo, il suo cuore sprofondava e la sua speranza
si spegneva. Quando cercò 'Danimarca', comparve solo una piccola pagina su una
qualche teoria del complotto, e la maggior parte delle informazioni era sbagliata.
Con la bocca secca, Norvegia cercò alcuni siti da Google ma, di nuovo, tutti
gli eventi erano stati accreditati a Prussia. Quando restituì il portatile a
Islanda, Norvegia si sentiva come senza vita.
"Potresti ...lasciarmi da solo per un po'?" disse
Norvegia fissando il pavimento.
Norvegia sentiva lo sguardo di Islanda su di lui per pochi secondi prima che
rispondesse "Va bene. Resto qui fuori, nel caso avessi bisogno di
me."
Norvegia diede un piccolo cenno di risposta, senza smettere
di guardare il pavimento. Sentì aprirsi la porta, per poi chiudersi con uno
scatto.
Cosa stava succedendo? Danimarca era davvero esistito! Doveva esistere!
Norvegia aveva migliaia di anni di ricordi che lo provavano! Così doveva essere
anche per tutti gli altri – ma perché non riuscivano ricordare!?
Perché Prussia ...! Se c’era stato Prussia tutto questo
tempo, allora perché non riusciva a ricordarsi di lui?
Chi era il Danimarca dei suoi ricordi? Il pigro bastardo che
arrivava sempre tardi quando era ubriaco? Dov’era finito l’uomo che si gettava
sempre in risse senza speranza e poi correva da Norvegia in cerca di sostegno?
Dove era la Nazione
le cui braccia lo avevano sempre sostenuto quando era ferito o giù di morale?
Dov’era ...
Perché il pavimento era sfocato? Non stava succedendo… Non
stava piangendo….
Norvegia si lasciò sfuggire un singhiozzo sommesso e le
lacrime rotolavano lungo le guance. Perché la scomparsa del Danese era così
sconvolgente? Non aveva forse maledetto la sua stessa esistenza ogni volta che
Danimarca era a portata d'orecchio? Perché ora .. Ora che tutto ... Norvegia
ricadde sul letto, e fissava il soffitto senza realmente vederlo. Lo sapeva. Lo
sapeva e Norvegia era troppo ostinato per dirglielo. Il suo stupido orgoglio
gli aveva sbarrato la strada ... E ora temeva che non avrebbe mai potuto dire a
Danimarca ... non avrebbe mai più potuto dirgli che lo amava.
Fine
NOTE:
Danmark à
Danimarca in danese
Denmark à
Danimarca in inglese
Norwegen à
Norvegia in tedesco
Noreguir à
Norvegia in… islandese? Boh
Preußen à Prussia
Deutchland à dai, ci arrivate da soli, ne?
* in originale era Prissy-Pants à Pantaloni-affettati. suppongo sia un modo per
criticare le vesti eleganti di Austria, quindi ho sostituito la parola con un
termine che potesse essere adeguato e subito intuibile. Se sapete darmi una
definizione migliore, accetto volentieri e correggerò al prossimo aggiornamento.
** le awesome things
di Prussia! Un ringraziamento ulteriore a MystOfTheStars che mi ha suggerito il
termine FIGATA, visto che “essendo Prussia, lo tradurrei anche come figate”! XD