Riprendo qui
una mia vecchia storia che avevo interrotto, con l'intenzione di
correggerla e ripostarla man mano. Il titolo dice tutto :) è infatti
ispirata al film "I passi dell'amore", e al relativo libro. Un bacione.
Prologo
Edward
Cullen era un vampiro da ormai ben oltre un secolo. La sua vita era
terminata a
causa di una malattia nel lontano 1901, quando Carslisle Cullen, colui
che ora
definiva padre, gli aveva donato l’immortalità.
Sebbene
fosse tra tutti i suoi familiari il primo ad essere stato trasformato,
era
l’unico a non aver accettato la sua vera natura, almeno non
completamente.
L’angoscia
permeava tutto il suo essere e l’inquietudine era una costante della
sua
esistenza, da quel lontano giorno.
Detestava
essere un vampiro, una creatura che vive di sangue e morte. Odiava
avvertire
dentro di sé il mostro che scalciava per soddisfare la sua brama. La
sua
non-vita era un susseguirsi incessante di giornate senza senso. Aveva
tentato
ogni cosa per attribuirgli un qualche significato... il sesso,
l’alcool,
amicizie tutt’altro che convenienti; ma nulla era riuscito a riempire
la
voragine del suo animo.
Un
vuoto incolmabile che pareva non voler essere riempito in alcun modo.
Benché
la sua famiglia tentasse di consolarlo, a nulla valevano i loro sforzi
ed
Edward avvertiva un senso di oppressione costante.
Anche
quella mattina era sopraggiunta. I raggi flebili del sole filtravano
attraverso
le tende di lino bianco, prima di essere completamente ricoperti dalla
coltre
di nuvole tipica di Forks: un piccolo paesino avvolto dalla vegetazione
in cui
il costante cielo plumbeo gli permetteva di vivere senza destare
sospetti tra
gli umani.
Edward
sbuffò contrariato alzandosi dal suo divano in pelle nera. Si godeva
qualche
giorno di solitudine grazie ad un improvviso viaggio della sua famiglia.
Alice
aveva organizzato una settimana in un lussuoso albergo dove le “giovani coppie” avrebbero potuto bearsi
di un po’ di sana intimità.
Nonostante
le sue intenzioni di godere del silenzio della casa e della tranquilla
apatia
in cui sguazzava, Edward si diresse verso la Fork High School. Alice
gli aveva
imposto categoricamente di presentarsi e, sebbene lui non ne avesse
compreso il
motivo reale, attribuì il tutto alle visioni della sua piccola e
pestifera
sorellina veggente.
Le
voleva bene e avrebbe fatto tutto pur di accontentarla, anche se era
piuttosto
contrariato dal suo fare autoritario e dalla costante interferenza
nella sua
vita privata.
Il
suo
potere sapeva essere non poco molesto. Infatti, la vampira dai capelli
scuri ed
il corpo minuto, era in grado di avere visioni riguardati il futuro.
Più volte
aveva approfittato del suo dono per raggirare abilmente lui e i suoi
familiari,
ottenendo ciò desiderava.
Una
mente machiavellica, una pessima combinazione se sommata alla sua
preveggenza.
Edward
sbuffò, mentre la sua mente tentava di attribuire un senso alla sua
insistenza.
Era
sempre stata piuttosto astuta, questo era indiscutibile.
I
suoi
familiari erano partiti tutti con una certa fretta e sebbene avesse
indugiato
nei loro pensieri più del dovuto, non era riuscito a comprendere poi
molto.
Sicuramente
Alice aveva intimato loro di celargli il suo ennesimo piano. Temeva
seriamente
stesse progettando l’ennesima follia a suo danno.
Non
era
poi una novità.
Tra
i
suoi tentativi di accasarlo con le vampire del clan di Denali ed il
concorso
che aveva indetto tra le ragazze della scuola per trovargli una
compagna,
Edward non sapeva proprio cosa aspettarsi.
Sua
sorella aveva il costante ed improponibile desiderio di vederlo
felicemente
innamorato.
Quale
pazzia! Si
disse prima di salire sulla sua Volto, pronto per l’ennesimo noioso
giorno di
scuola.
O
almeno così credeva.
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