She's always the woman to me.
She’s always
the woman to me.
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She’s
Always a Woman – Billy Joel
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-Fammi un regalo, per favore.-
-Okay… che regalo?-
-Non guardare dove stiamo andando.-
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Non
è stato difficile convincere
Angie a salire in macchina, la mattina di Santo Stefano, mentre Ray e
Ben
ancora ronfavano nella stanza accanto. Anche il mio piccolo angelo era
ancora
assonnato; era scesa avvolta in un maglione lungo fino a
metà coscia, color
panna, le calze di lana e gli stivaletti di pelo ai piedi. Bellissima,
come
sempre.
Il
suo sguardo pieno di sonno si
era acceso soltanto quando, dopo avermi posto la semplice domanda
“dove
andiamo?”, si era sentita rispondere un sorpresa
che aveva risvegliato tutta la sua curiosità.
Avevo
ridacchiato, quando aveva
cominciato a tartassarmi di domande, tentando di convincermi a dirle
dove
stavamo andando.
Ma
ho resistito, sì, ho resistito
anche quando mi ha rivolto uno di quegli sguardi teneri e dolci che
tanto la
fanno assomigliare ad un micino spaurito.
Però
non è giusto, non è
assolutamente giusto; io, ai suoi occhioni caldi e profondi, non riesco
a
negare assolutamente nulla.
Ho
guidato a lungo, in compagnia
della musica e della curiosità della mia piccola Angel.
Dopo
due ore di viaggio, Angel si
è addormentata, cullata dalle note lievi e dolci che
sfuggivano dalla radio; è
bellissima quando dorme, accoccolata su se stessa come un gattino,
appallottolata in quel maglione largo e soffice.
Ne
ho approfittato per bendarla,
mentre dormiva, poco prima di arrivare; la cosa non le è
piaciuta, no, non le è
piaciuta proprio per niente.
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-Will, dai, dove mi stai portando?-
-Tanto non te lo dico, amore.-
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E
ora siamo qui, la neve che fa
soltanto un lieve rumore ovattato sotto i nostri piedi mentre conduco
la mia
dolce metà lungo una strada che non può vedere,
il nastro che le oscura la
vista.
-Will,
dovrei cominciare a
preoccuparmi?- mi chiede, la voce un misto di curiosità e
frustrazione. Angel è
curiosa fino all’inverosimile, lo è sempre stata;
ed è splendido stuzzicarla in
queste cose, perché so bene che la meraviglia del suo
sguardo, quando scopre
cosa le ho nascosto, è una delle cose che più mi
scaldano il cuore.
È
bello farle una sorpresa, è
bello perché Angel sembra una bambina, in questi casi;
è adesso che la sua
innocenza, il suo essere bimba e donna allo stesso tempo, si svelano.
Ed
è ciò che amo di lei.
È
solo una delle cose che amo di lei.
-Nah.
Ci sono io con te, di cosa
dovresti preoccuparti?- le rispondo, stringendo le sue manine di fata
nelle mie,
rassicurandola più per il gesto che per le parole che
pronuncio.
Quasi
posso vedere la sua
curiosità scalpitare impaziente, quando sbuffa appena, allo
stremo della
sopportazione; ridacchio, baciandola sulla guancia arrossata
dall’aria fredda
di dicembre.
-Ci
siamo quasi, su, ancora pochi
passi.- le annuncio, quando vedo il limitare della lieve salita lungo
cui l’ho
condotta.
La
sento fremere, quando
finalmente lascio andare le sue mani e poso le mie sulla sua vita,
fermandola.
-Ecco,
ora puoi togliere…- non
faccio in tempo a dirlo, che Angel già
s’è sfilata il nastro con cui l’avevo
bendata.
E
la vedo sgranare gli occhioni
color cioccolato, quando la sua vista si abitua al candore di questo
luogo e
mette a fuoco ciò che ho preparato per lei.
Siamo
in mezzo ai Monti della
Cumbria, che la neve caduta fra ieri e oggi ha imbiancato e resi
terribilmente
simili ad un paesaggio da cartolina; le vette lontane sembrano fondersi
con il
cielo, tanto il colore è simile.
Ho
organizzato tutto questo da
settimane; non è stato facile trovare il posto perfetto, la
posizione perfetta,
il momento perfetto, ma alla fine eccoci qui, in un posto che per un
po’
apparterrà soltanto a noi, in un posto dove ci siamo soltanto noi.
Qui,
nell’insenatura fra due dei
monti più bassi – più colline che
montagne, per essere precisi – la neve che
ancora cade ha ricoperto tutto quanto; il silenzio che porta con
sé è surreale,
ovattato, quasi magico.
-Will…-
la sento esalare,
esterrefatta, ed il sorriso che nasce sulle mie labbra è un
misto di
soddisfazione e felicità.
C’è
una piccola baita, di fronte
a noi, il tetto spiovente più alto di almeno venti
centimetri di soffice neve
candida; il comignolo spunta da quella coperta candida come uno scoglio
nell’oceano, un filo di fumo che ne esce avviluppandosi e
svanendo nell’aria
fredda.
Gli
alberi che la circondano sono
quasi irriconoscibili, tutto è pennellato di questo candore
che avvolge e
addormenta ogni cosa.
Dalle
finestre proviene un
chiarore dorato, tremulo, la luce di un caminetto acceso;
l’ordinata catasta di
legna accanto al porticato è ben fornita, più che
sufficiente per il tempo in
cui rimarremo qui.
Angel
è completamente senza
parole, fra le mie braccia, immobile ed esterrefatta come una statua di
cristallo.
La
stringo appena a me,
immergendo il viso nella sua spalla e baciando un piccolo, succoso
lembo di
pelle scoperta del suo collo.
-Per
un paio di giorni, quella
casetta è tutta nostra.- mormoro, con voce bassa e suadente,
sentendola rabbrividire
al contatto con le mie labbra.
Si
abbandona contro al mio petto,
i lunghi capelli che mi solleticano il viso, le dita sottili e curate
che si
posano sulle mie, che le guidano sul suo ventre, a stringerla ancor di
più.
È
calda, è soffice, è concreta,
eppure per me continua ad essere una creatura troppo bella per essere
qui,
troppo bella per essere con me; non
ho mai sentito di meritare una persona come Angel, al mio fianco, ma da
egoista
quale sono non ho intenzione di lasciarla andare finché mi
vorrà con sé.
La
amo, la amo più di quanto
potrò mai amare in tutta la mia vita.
È il mio angelo.
-Questo
è il regalo in ritardo,
angelo mio.- sussurro pianissimo, per non infrangere la delicatezza di
questo
momento, la neve che cade pigra dal cielo e picchietta di bianco i
capelli
color cioccolato di Angel.
-William…-
la sento mormorare, la
voce trasognata e spezzata da un fremito, quando si volta verso di me e
mi
guarda; e quando lo fa, nei suoi occhioni vividi e felici io ritrovo il
mio
mondo, il mio universo, tutto ciò per cui mi alzo al mattino
e sorrido.
Nei
suoi occhi io ritrovo me
stesso, perché lei è la mia anima, il mio cuore,
tutta la mia vita.
-Non
puoi fare queste cose, il
mio cuore non regge.- mormora, con un sorriso felice sulle labbra
invitanti ed
arrossate dal freddo, accarezzandomi una guancia con le dita piccine e
meravigliosamente
calde; ignara, completamente ignara dell’uragano di pensieri
ed emozioni che
soltanto guardarla negli occhi scatena dentro di me.
-Nah.-
dissento appena con la
testa, sorridendo, premendo la fronte contro la sua e lasciandole un
bacio
delicato sulla punta del nasino freddo.
-Buon
Natale, Angel.-
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È
quando ci ritroviamo all’ombra
di quel caminetto acceso, il fuoco che scoppietta caldo e vivace fra i
mattoni
scuri, che riesco di nuovo ad immergere il viso nel suo collo, nel mio
personale
angolo di paradiso.
Il
suo corpicino soffice, minuto,
si perde nelle braccia che la stringono forte, nuda e bellissima fra le
coperte
di un morbido letto in penombra.
Fra
le mie braccia.
Mia.
-Ti
amo.-
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Dea, quanto zucchero questi due!
Okay, va bene, l'ho scritta
io... è che sono talmente zuccherosa in questo momento che
mi faccio quasi paura da sola O_O'
Questa
shottina è un regalo, è il regalo misterioso di
William
ad Angel; qualcuno dia una padellata in testa al biondo, magari si
ripiglia!
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