Miao…
Ancheggio
muovendo la codina a destra e sinistra e aspetto che il mio lui
ritorni…
è uscito
presto stamattina, di corsa, e mi sono chiesta cosa lo stesse
attendendo di così urgente da non poter sfruttare dieci
minuti per le nostra solite coccole mattutine… ma non sono
riuscita a scoprirlo.
Non me ne ha parlato
e il calendario sotto la data odierna e ancora bianco
candido…
Miao…
È un
suono musicale che mi esce spontaneo quando sento quel rumore.. la
chiave che entra nella porta, la serratura che scatta, il cigolio del
linoleum sotto i suoi piedi…
E tornato e io gli
gironzolo intorno come una brava bambina, miagolando, ancheggiando,
strusciando il mio pelo setoso contro i suoi jeans bagnati di
pioggia…
Bagna anche me e
sono costretta ad agitarmi per eliminare le fastidiose goccioline
d’acqua che si sono impigliate sulla punta delle mie orecchie.
Non mi è
mai piaciuta l’acqua e non mi è mai piaciuto
dovermela scrollare di dosso…
Edward dice sempre
che sono buffa quando lo faccio… ed infatti eccolo
lì, che con una sola delle sue grandi mani mi prende da
sotto il pancino e mi solleva fino ad appoggiarmi al suo
petto…
Gli batte forte il
cuore, lo sento chiaramente, e mi chiedo se anche lui riesca a sentire
i piccoli colpi che dà il mio quando sono così
vicina a lui.
Gli
voglio tanto bene… e mi allungo per potergli strofinare il
musetto sulla sua guancia, che non è liscia come al solito,
ma rimane ruvida sotto un accenno di barba.
Mi
graffia il nasino.
<<
Hai fatto la brava micina, vero? >>
Sì
che ho fatto la brava… mi sono rotolata e stiracchiata tra
le lenzuola del tuo letto ancora disfatto e poi ho fatto una
passeggiata in cucina ed in salotto…
Lì ho
senza volere urtato un oggettino che quando è caduto si
è diviso in tanti pezzetti… ma non ha fatto tanto
rumore!
E tu Edward cosa hai
fatto… perché sei andato via e mi hai lasciato
sola??
Gironzoliamo un
pò per la casa, mentre lui sposta qualche libro e mette
qualche piatto nel lavello… piatto che prima ho
accidentalmente leccato, ma lui non verrai mai a sapere.
Il
telefono squilla e si dirige verso di esso mentre mi tiene
ancora stretta al suo petto massaggiandomi il pancino dolcemente e
lasciandomi ogni tanto qualche bacio sul capo…
<<
Pronto? >>
Non
parlare con quel coso Edward parla con me!
<<
Ti ho detto che non voglio più saperne niente, lasciami in
pace! >>
Perché
sei arrabbiato? Chi è che ti fa alzare la voce?
<<
non mi interessano i tuoi errori, non posso perdonare quello che hai
fatto, ne adesso ne mai! >>
Quello
che ha fatto chi? Che cosa?
Edward smetti di
parlare con lei, parla con me… io non ti farò
arrabbiare lo giuro!
<<
è finita Tanya… non voglio più vedere
ne te ne lui… mi fate schifo! >>
Ed
è quel termine, che ho sentito molte volte dire dal mio
Edward, che mi mette in soggezione…
Perché a
Eddy fanno schifo gli spinaci, i biscotti integrali e l’odore
della mia pappa, ma le persone no!
Edward ama le
persone.
Si siede
alla sedia della sua scrivana e io ancora bloccata dalla sua presa mi
agito un po’ per riconquistare la libertà finendo
senza volere per graffiargli la mano affusolata.
<<
ah… vaffanculo pure tu! >> e con quelle parole
mi spinge via facendomi rotolare di lato…
Mi hai fatto
male… perche Edward? Tu mi vuoi bene.
Miaoooo…
Saltello sulla
scrivania dove lui ha seppellito il viso tra le braccia…
Miaoo….
Guardami
Edward…
Miaooo…
Guardami, ti
prego… non sono arrabbiata!
Miaooo.
E mi
guarda… e ciò che vedo mi riempie di dolore
perché le sue guancie sono rigate da piccoli rivoli
d’acqua che mai ho visto… e i suoi occhi
contengono così tanta sofferenza che mi fà
smettere di respirare…
Stai male.
Perché?
Mi avvicino, e anche
se l’acqua non mi piace, la tua sì che mi
piace… perche io vivo di te.
Ti accarezzo la
guancia con le mia, e lo faccio di nuovo, e di nuovo, finche le tue
braccia non mi circondano e seppellisci il viso nel mio pelo.
E io stò
ferma… perche mi hai tolto la libertà, mi hai
fatto bagnare, mi stai stringendo più del dovuto…
Ma io non ti
farò male…
Non ti
farò mai del male…
Perché
io… ti amo.
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