Buonasera!
Eccomi con la mia prima storia su Slam Dunk, sulla mia coppia
preferita: Kaede/Akira. So che non è molto gettonata, ma
pazienza... ci penserò io a scrivere su di loro! Questa
è stata scritta per la Maritombola
di Maridichallenge,
sul prompt numero 75, corrispondente alla citazione scritta qua
sotto... e con questa storia ho fatto terna! :D Buona lettura!
ANDARE VIA
"Ogni inizio infatti è
solo
un seguito, e il libro degli eventi è sempre aperto a
metà."
(Wislawa
Szymborska)
Leggendo
queste parole, Kaede piange. Ovviamente nasconde le lacrime dietro un
fazzoletto perchè non può permettere
assolutamente che qualcuno lo
veda in queste condizioni e pensi che sia una femminuccia
che
piange perchè ha paura di lasciare il Giappone e la mamma.
Sorride
fra le lacrime notando lo sforzo che Akira ci ha messo per scrivere
la dedica con una bella calligrafia, totalmente diversa dagli
scarabocchi incomprensibili che scrive di solito.
La frase
sembra sminuire l'importanza dell'inizio che sta vivendo –
finalmente l'America! - e probabilmente se fosse stata una qualunque
altra persona a scriverla non si sarebbe fatto troppi problemi a
tirargli un bel cartone dritto in faccia, però...
però era stato
Akira, pensa sospirando. È un modo per ricordargli di lui,
di tutte
le sfide in cui si sono affrontati e che l'hanno condotto fino a li.
Kaede si
soffia il naso e si ranicchia sul sedile dell'aereo, tenendo l'album
di foto in una mano e sistemando la coperta con l'altra. Accocolatosi
bene apre inizia finalmente a sfogliare l'album di fotografie:
è
abbastanza certo che gli abbia fatto un simile regalo non per via
della poeticità di questo, quanto perchè ben
conscio di quanto sia
incapace con computer ed affini. Ha solennemente promesso ad Akira
che imparerà ad usare il computer almeno per fare le
videochiamate,
ma a meno che non trovi qualche anima pia disposto ad aiutarlo ha
grossi dubbi sul mantenimento della promessa.
Dopo una foto
del giorno del matrimonio dei suoi genitori ed un paio di lui da
bambino, quando ancora non riusciva a stare in piedi, iniziano
finalmente le foto della sua vita con Akira. La prima foto su cui si
sofferma rappresenta loro due da piccoli, che si danno le spalle
arrabbiati. Nell'angolo destro della foto si può
già intravedere un
pallone da mini-basket. Si conoscono quasi da sempre perchè
le loro
mamme li portavano a giocare nello stesso giardino del loro
quartiere: quella foto è stata scattata proprio il primo
giorno che
si sono conosciuti. Lui aveva tre anni ed Akira quattro. Era
primavera come si può vedere dagli alberi in fiore sullo
sfondo. Non
si ricordano esattamente come abbiamo iniziato a giocare assieme, ma
quella foto è testimone di come abbiano finito: Kaede con un
ginocchio sbucciato e Akira con gli occhi irritati per via del
secchiello di sabbia che lui gli ha rovesciato addosso. Sono quelle
piccole liti che ai bambini sembrano assolutamente importanti, e che
alle mamme sembrano solo buffe: nemmeno quella voltaavevano capito
la gravità della situazione, e quando erano andati a
piagnucolare da
loro si era limitate a fargli una foto con la macchina fotografica
nuova e a rifilare una scapaccione ciascuno.
Nella seconda
invece sono già agli ultimi anni delle elementari, alla
finale del
campionato scolastico cittadino. Era la prima volta che entrambe le
loro squadre arrivavano a un simile risultato ed era stata una sfida
davvero combatutta: se da una parte gli era dispiaciuto quando aveva
perso (sua mamma si ricorda ancora che aveva rifiutato di spiccicare
parola per due settimane), dall'altra era stato contento che avesse
vinto Akira. Era pur sempre il suo ultimo anno. La foto è
stata
scattata poco prima dell'ultimo minuto di gioco, mentre loro due si
stavano fronteggiando, totalmente concentrati sull'altro.
Fuori dal
finestrino ora si vede solo azzurro, nemmeno una nuvola lo
attraversa. Invece, un sacco di pensieri attraversano la sua mente,
facendogli attorcigliare lo stomaco. Anche se quella volta e tante
altre dopo aveva vinto Akira, alla fine, all'università, lui
è
riuscito a superarlo: nell' one on one è sempre stato il
migliore, e
da quando i suoi compagni di squadra sono riusciti a buttare il muro
che aveva costruito fra se e le relazioni sociali, inevitabilmente
è
migliorato moltissimo. Ed è per questo che ora si trova lui
su
questo aereo diretto in America, il suo grande sogno. Ed Akira gli
manca un sacco.
Sfoglia rapido
le pagine dell'album, facendo scorrere davanti agli occhi movimenti
della sua vita che ora – sospeso nel cielo – gli
sembrano
distanti ed irreali. Ci sono altre foto di partite, tante, ma anche
qualcuna scattata a qualche festa dove Akira era riuscito a
trascinarlo. Poi ci sono quelle fatte durante i vari ritiri dello
Shohoku, probabilmente fornite da Ayako, nelle quali le sue barriere
iniziavano già ad incrinarsi, grazie alla cocciutaggine del
dohao.
Stupida scimmia! Ma è in quelle scattate
nell'appartamento
che hanno condiviso negli ultimi due anni e alla sua
università che
sembra essere finalmente felice: non si limita più a
sorridere
timidamente, ma ride di cuore. Ride mentre lui e Akira fanno
colazione, ride mentre segue una lezione di inglese, ride mentre fa
canestro senza guardarlo nemmeno, ride mentre abbraccia Hiro, il suo
migliore amico, ma ride anche legando la bicicletta e scartando i
regali di Natale, ride al mare e quando è seduto su una
coperta a
fare picnic con alcuni compagni della sua squadra ed alcuni di Akira.
Gira la pagina
dove è incollata una foto di lui ed Akira che si baciano
sotto i
fuochi d'artificio a Capodanno e resta spiazzato nel vedere una
pagina bianca. Volta le altre e continua a trovare pagine vuote,
anche se l'album è appena a metà... eppure non
dubita che se avesse
voluto, Akira avrebbe potuto trovare altre foto per raccontare i loro
momenti passati insieme.
Torna a
rileggere la frase sulla copertina, e finalmente capisce pienamente
il messaggio che gli ha avuto lasciare. La sua vita è
collegata
inevitabilmente a quella dei suoi genitori e dei suoi antenati, e non
può, non deve vedere la sua partenza come una fine,
bensì come una
continuazione. Se si chiudesse di nuovo in se stesso non riuscirebbe
ad approdare ad alcun risultato, mentre, al contrario, deve cercare
di vivere al meglio possibile la sua vita: nessuno gli
impedirà di
tornare in Giappone un giorno, dipenderà tutto dal suo
volere.
Kaede si passa
le mani sugli occhi, asciuga le lacrime. Si è lasciato
andare per un
attimo come una ragazzina, ma non è questo l'uomo che Akira
ama: lui
ama un ragazzo che è determinato, sicuro di sè e
che, se ci tiene
davvero, non si lascia sfuggire le persone che ama. E lui non lo
farà, perchè Akira è troppo importante
per lui: a partire da
quella prima guerra di sabbia si è pian piano scavato un
posto al
suo fianco, lottando contro la sua testardaggine e la sua timidezza,
e non vuole che scappi. Ora è il suo turno di lottare per
tenere
viva la loro relazione e impegnerà tutto se stesso per
scrivere una
degna continuazione della loro vita.
Grazie
della lettura!
Allegra
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