SCOPRIRO’ CHI SEI
1 – La poesia
POV: Kira
Se mi chiedessi perché vivo,
ti risponderei perché non l’ho
deciso io.
Se mi chiedessi perché respiro,
ti risponderei perché ne ho
bisogno.
Se mi chiedessi perché sogno,
ti risponderei perché lo desidero.
Se mi chiedessi perché ti amo,
ti risponderei perché vivo, respiro
e sogno.
Cammino con questa poesia tra le mani. Non so perché
continuo a rifletterci. L’ho scritta d’istinto con davanti la tua immagine che
compie un magnifico canestro.
Sono anni che quella immagine non
mi abbandona.
Non era un canestro compiuto durante una partita. E nemmeno uno dei tuoi strabilianti tiri da tre punti. Era
un semplice tiro in sospensione, ma per me ha rappresentato molto. Forse tutto.
È stato in quel momento che ho iniziato ad innamorarmi di te. Non ci siamo mai
scambiati nemmeno un saluto. Ma i miei occhi ti
seguono sempre, da lontano. Non ti lasciano mai, anche quando siamo fisicamente
distanti, perché non è semplicemente con gli occhi che ti seguo. Lo faccio con
gli occhi del mio cuore.
Non mi rendo nemmeno conto che sono arrivata nella tua
classe. Una ragazza mi nota ed io faccio finta di essere venuta a incontrare una mia amica. Ammetto di invidiarla non poco
la mia amica. Perché è la tua vicina di banco.
Iniziamo a chiacchierare la mia amica ed io. Quasi come se
le mie mani avessero vita propria, infilano la poesia nel libro poggiato sul
banco del ragazzo che ha in ostaggio il mio cuore.
Quando mi rendo conto di cosa ho fatto, mi
guardo intorno per accertarmi che nessuno mi abbia visto.
Continuo a chiacchierare con la mia amica anche se in realtà
non riesco a capire cosa stiamo dicendo. La mia mente è offuscata dall’emozione
e dalla paura.
Sento vagamente suonare la campanella. Saluto la mia amica e
mi dirigo verso la mia aula. Mentre sto per uscire dalla porta
ho ancora la mente distratta e sbatto contro qualcuno.
Finirei a terra se il qualcuno in questione non mi prendesse
per la vita e mi stringesse a lui.
Alzo lo sguardo imbarazzata e le
parole di scuse mi si bloccano in gola. Il mio viso è a pochi centimetri di
distanza da quello del ragazzo che occupa incessantemente i miei pensieri.
Non so come riesco a mormorare un tremolante “Scusa.”
Lui mi sorride e mi dice di stare più attenta.
Annuisco ancora sotto shock, mentre lui si allontana.
Quando mi volta le spalle inizio a
correre verso la mia classe con il cuore in subbuglio.
Sento il mio corpo scottare nei punti che sono stati toccati
da lui.
Per tutto il resto del giorno non riesco
assolutamente a seguire le lezioni.
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POV: Mitsui
Queste lezioni di storia sono sempre una barba. Va sempre a
finire che mi metto a scarabocchiare sul libro. Solo che ormai è talmente
malconcio che è un’impresa trovare uno spazio libero.
Sfoglio distrattamente le pagine, finché non noto un foglio
buttato in mezzo.
Lo recupero. È piegato e lo apro. Non ricordo di aver mai
ficcato foglietti nel libro.
Se mi chiedessi perché vivo,
ti risponderei perché non l’ho
deciso io.
Se mi chiedessi perché respiro,
ti risponderei perché ne ho
bisogno.
Se mi chiedessi perché sogno,
ti risponderei perché lo desidero.
Se mi chiedessi perché ti amo,
ti risponderei perché vivo, respiro
e sogno.
Una poesia. Anzi no. Non è una poesia.
Direi piuttosto che è una dichiarazione d’amore.
La scrittura è sicuramente femminile, ma non la conosco. Mi
guardo in giro chiedendomi chi sia l’autrice, ma
potrebbe essere chiunque.
Ripiego il foglietto e me lo metto in tasca.
Non so perché, ma non riesco a levarmi dalla testa quelle
parole. È assurdo. Non è la prima dichiarazione che ricevo. Solitamente le
leggo e le accantono. Qualche volta do una risposta alla ragazza che mi si
dichiara, ma stavolta non ci riesco a smettere di pensarci.
Forse è perché questa lezione di storia è davvero molto
noiosa. Cerco di convincermi che sia così.
Eppure è difficile crederci, visto
che anche quando la lezione finisce io continuo a pensarci.
Chissà forse è perché mi sembra interessante l’idea di
giocare all’investigatore per scoprire chi è la ragazza innamorata di me. Non
che questo significhi che possa iniziare a provare qualcosa per lei.
Durante la pausa pranzo mi incontro con
il mio migliore amico in terrazza.
“Tutto bene Hisashi?” mi chiede.
“Sì. Perché?”
“Mi sembri distratto.”
“In effetti lo sono.”
“Come mai? Che è successo?”
“Oggi durante la lezione di storia ho
trovato questa poesia nel mio libro.”
“Ti sei dato alla poesia?”
“Non l’ho scritta io. La calligrafia è sicuramente
femminile.”
Ryota legge la poesia. “Chi è questa ragazza innamorata di
te?”
“Non ne ho la più pallida idea. Non è firmata.”
“Beh, ma di solito tu non fai mica finta di niente?”
“Sì, ma non so. Forse mi diverte l’idea di giocare al
detective. In fondo ultimamente mi sto annoiando parecchio.”
“E come pensi di scoprirlo?”
“Non ne ho la più pallida idea. Suggerimenti?”
“Beh, tenendo conto che in tutta la scuola ci saranno circa
400 studenti, di cui circa la metà femmine… direi che
sarà praticamente impossibile trovare una ragazza tra 200 in base soltanto ad
una poesia.”
“Già sembrerebbe proprio un’impresa impossibile.”