We grew up, now.

di Brinne
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Successe tutto in fretta, poi, e non ci fu più il tempo per rimuginare su quello che era accaduto e per stare dietro alla loro storia, non potrò divagare troppo in questo capitolo, ma spero capirete ugualmente.
Lucy non realizzò.
Susan non seppe.
Peter non intervenne.
Edmund non capì.
Di colpo, quelle stessa notte, era arrivata una richiesta di aiuto da parte di Oreius, che si trovava circondato da tutti i lati, arroccato su una collina mentre tutto intorno i nemici si radunavano con catapulte e torri e scale.

"Vostre Altezze,
La situazione sta sfuggendo dal mio controllo: i soldati di Archen ci hanno attaccato di notte infrangendo la tregua, e molti dei miei uomini sono morti. Siamo riusciti a riparare su una collina abbastanza proteggibile, ma sono più numerosi e hanno con sè torri, catabulte e scale.
Il tempo stringe, chiedo umilmente perdono per la mia incapacità nel gestire la situazione, ma per amore dei miei uomini devo chiedervi aiuto: sono perfettamente a conoscenza che i Giganti stanno causando problemi, ma vi imploro di portarci aiuto con le truppe che sono rimaste a nord e nei dintorni di Cair Paravel.
Stanno arrivando, non so quanto potremo resistere.
Oreius, il centauro"

Dopo un messaggio del genere, i Pevensie, senza che nè Lucy nè Susan avessero il tempo di allenarsi con Peter, come avevano promesso, sellarono i cavalli, mandarono ambasciatori per richiamare le truppe e partirono con la guarnizione che stava di stanza a Cair Paravel.
Ora è necessario accelerare i tempi: vi sareste annoiati a leggere i tre giorni che Pevensie & co. impiegarono per arrivare in vista della collina su cui Oreius cercava disperatamente di temporeggiare.
C'è solo da dire che Lucy e Emdund non ebbero il tempo materiale per parlare di quell'inaspettato e inappropriato bacio, mentre Susan e Peter poterono solo lanciarsi fugaci occhiate colme di significato, ma che noi non possiamo ancora spiegare perchè non nè abbiamo il tempo nè il diritto.

Ad ogni modo, giunsero alla piana citata da Oreius e poterono constatare con i propri occhi che la situazione era davvero disastrosa: dall'altra parte, oltre la collina in cui si erano arroccati i soldati di Narnia, catapulte e torri svettavano nell'azzurro del cielo; a ovest si vedevano i resti dell'accampamento bruciato e la terra nera intorno; al centro, Oreius e i suoi uomini.
- Hanno bisogno di noi.- sussurrò Peter, prima di partire al galoppo verso la collina.
Tutto era insolitamente calmo e se qualcuno avesse visto senza sapere, forse avrebbe pensato che il tempo si fosse fermato o forse che Narnia stesse giocando a fare la guerra, non avendo nulla da fare.
Sentirono il corno suonare, dall'altura, e seppero che Oreius stava tirando un sospiro di sollievo e i suoi uomini avevano rinnovata speranza.
Dopo venti minuti i Pevensie erano nella tenda con i generali e ascoltavano ammutoliti i dati e i numeri delle vittime.
- Quanti sono loro?- chiese Edmund, guardando l'accampamento avversario, avvolto nella nebbia.
Oreius lo raggiunse all'entrata della tenda e il suo sguardo spaziò su tutta la piana: - Quattrocento, forse cinquecento.-
Lucy spalancò gli occhi e Peter le mise un braccio intorno alle spalle.
- E voi?-
- Duecento, Vostra Altezza.-
Anche un bambino avrebbe capito che i narniani erano in inferiorità numerica, come succede sempre ai buoni delle favole, ma non era una differenza tremenda: si trattava di un'ottantina di uomini in meno.
- Cosa facciamo, Peter?- Susan cercò lo sguardo del fratello, sperando di leggervi qualche idea per poter far fronte al nemico e, in effetti, la trovò.
- Faremo un'incursione notturna per distruggere le torri e le catapulte, dopodiché ingaggeremo battaglia in campo aperto.-
Edmund tornò indietro, con la mano appoggiata sull'elsa della spada: - C'è una tregua da rispettare, Peter.-
- Beh, non mi sembra che loro l'abbiano rispettata.-
Nel momento stesso in cui parlò, usando quel suo tono un po' canzonatorio, Lucy si trovò a fronteggiare Ed per la prima volta e, mentre gli altri credevano di assistere a una discussione circa alle tattiche da utilizzare, lei e il fratello sembrarono rivivere tutta quella maledetta serata.
Nessuno dei due sembrava voler cedere, come se, abbassando lo sguardo, avrebbero accettato la cosa.
Ma era successo, e non importava se l'avrebbero mai ammesso, il ricordo era marchiato a fuoco su di loro.
- Lucy ha ragione, in guerra tutto è concesso.- disse Peter, facendo cenno a Oreius di ripiegare le mappe della piana e della struttura dell'accampamento nemico.
- In guerra e in amore tutto è concesso.-
Solo allora i Pevensie si ricordarono che il signor Castoro era ancora con loro, come un Cupido peloso e di cui Peter avrebbe volentieri fatto un cappello.
Lucy abbassò lo sguardo, lasciando vincere Edmund.
Susan si grattò la nuca, allontanandosi da Peter.
Peter alzò gli occhi al cielo, distogliendoli dalla schiena di Susan.
Edmund serrò la mascella, sbuffando all'espressione di Lucy.
Oreius ossevò le reazioni, non capendo.
Il signor Castoro sorrise, per quanto sia possibile che un castoro lo faccia.

Lo so: vi ho fatto aspettare, è corto, è brutto.
Mi dispiace così tttanto!
Comunque, grazie a tutti guuuuys :D
cioccolata
_ L a l a
Narniana95
Elyssa Flaherty
Miss_Rose
Marty_youchy
marte96
Lu Pevensie
starinlove
Ditemi se volete mettetemi alla gogna , perchè dopo un capitolo del genere me lo merito!

Brinne.









 




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