We grew up, now. di Brinne (/viewuser.php?uid=58272)
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Successe tutto in
fretta, poi, e non ci fu più il tempo per rimuginare su
quello che era accaduto e per stare dietro alla loro storia,
non potrò divagare troppo in questo capitolo, ma spero
capirete ugualmente.
Lucy non
realizzò.
Susan non seppe.
Peter non intervenne.
Edmund non
capì.
Di colpo, quelle
stessa notte, era arrivata una richiesta di aiuto da parte di Oreius,
che si trovava circondato da tutti i lati, arroccato su una collina
mentre tutto intorno i nemici si radunavano con catapulte e torri e
scale.
"Vostre
Altezze,
La
situazione sta sfuggendo dal mio controllo: i soldati di Archen ci
hanno attaccato di notte infrangendo la tregua, e molti dei miei uomini
sono morti. Siamo riusciti a riparare su una collina abbastanza
proteggibile, ma sono più numerosi e hanno con sè
torri, catabulte e scale.
Il
tempo stringe, chiedo umilmente perdono per la mia
incapacità nel gestire la situazione, ma per amore dei miei
uomini devo chiedervi aiuto: sono perfettamente a conoscenza che i
Giganti stanno causando problemi, ma vi imploro di portarci aiuto con
le truppe che sono rimaste a nord e nei dintorni di Cair Paravel.
Stanno
arrivando, non so quanto potremo resistere.
Oreius,
il centauro"
Dopo un messaggio
del genere, i Pevensie, senza che nè Lucy nè
Susan avessero il tempo di allenarsi con Peter, come avevano promesso,
sellarono i cavalli, mandarono ambasciatori per richiamare le truppe e
partirono con la guarnizione che stava di stanza a Cair Paravel.
Ora è
necessario accelerare i tempi: vi sareste annoiati a leggere i tre
giorni che Pevensie & co. impiegarono per arrivare in vista
della collina su cui Oreius cercava disperatamente di temporeggiare.
C'è solo da dire che Lucy e Emdund non ebbero il tempo
materiale per parlare di quell'inaspettato e inappropriato bacio,
mentre Susan e Peter poterono solo lanciarsi fugaci occhiate colme di
significato, ma che noi non possiamo ancora spiegare perchè
non nè abbiamo il tempo nè il diritto.
Ad ogni modo,
giunsero alla piana citata da Oreius e poterono constatare con i propri
occhi che la situazione era davvero disastrosa: dall'altra parte, oltre
la collina in cui si erano arroccati i soldati di Narnia, catapulte e
torri svettavano nell'azzurro del cielo; a ovest si vedevano i resti
dell'accampamento bruciato e la terra nera intorno; al centro, Oreius e
i suoi uomini.
- Hanno bisogno di
noi.- sussurrò Peter, prima di partire al galoppo verso la
collina.
Tutto era
insolitamente calmo e se qualcuno avesse visto senza sapere,
forse avrebbe pensato che il tempo si fosse fermato o forse che Narnia
stesse giocando a fare la guerra, non avendo nulla da fare.
Sentirono il corno
suonare, dall'altura, e seppero che Oreius stava tirando un sospiro di
sollievo e i suoi uomini avevano rinnovata speranza.
Dopo venti minuti i
Pevensie erano nella tenda con i generali e ascoltavano ammutoliti i
dati e i numeri delle vittime.
- Quanti sono loro?-
chiese Edmund, guardando l'accampamento avversario, avvolto nella
nebbia.
Oreius lo raggiunse
all'entrata della tenda e il suo sguardo spaziò su tutta la
piana: - Quattrocento, forse cinquecento.-
Lucy
spalancò gli occhi e Peter le mise un braccio intorno alle
spalle.
- E voi?-
- Duecento, Vostra
Altezza.-
Anche un bambino
avrebbe capito che i narniani erano in inferiorità numerica,
come succede sempre ai buoni delle favole, ma non era una differenza
tremenda: si trattava di un'ottantina di uomini in meno.
- Cosa facciamo,
Peter?- Susan cercò lo sguardo del fratello, sperando di
leggervi qualche idea per poter far fronte al nemico e, in effetti, la
trovò.
- Faremo
un'incursione notturna per distruggere le torri e le catapulte,
dopodiché ingaggeremo battaglia in campo aperto.-
Edmund
tornò indietro, con la mano appoggiata sull'elsa della
spada: - C'è una tregua da rispettare, Peter.-
- Beh, non mi sembra
che loro l'abbiano rispettata.-
Nel momento stesso
in cui parlò, usando quel suo tono un po' canzonatorio, Lucy
si trovò a fronteggiare Ed per la prima volta e, mentre gli
altri credevano di assistere a una discussione circa alle tattiche da
utilizzare, lei e il fratello sembrarono rivivere tutta quella maledetta serata.
Nessuno dei due
sembrava voler cedere, come se, abbassando lo sguardo, avrebbero
accettato la cosa.
Ma era successo, e
non importava se l'avrebbero mai ammesso, il ricordo era marchiato a
fuoco su di loro.
- Lucy ha ragione,
in guerra tutto è concesso.- disse Peter, facendo cenno a
Oreius di ripiegare le mappe della piana e della struttura
dell'accampamento nemico.
- In guerra e in amore tutto
è concesso.-
Solo allora i
Pevensie si ricordarono che il signor Castoro era ancora con loro, come
un Cupido peloso e di cui Peter avrebbe volentieri fatto un cappello.
Lucy
abbassò lo sguardo, lasciando vincere Edmund.
Susan si
grattò la nuca, allontanandosi da Peter.
Peter
alzò gli occhi al cielo, distogliendoli dalla schiena di
Susan.
Edmund
serrò la mascella, sbuffando all'espressione di Lucy.
Oreius
ossevò le reazioni, non capendo.
Il signor Castoro
sorrise, per quanto sia possibile che un castoro lo faccia.
Lo
so: vi ho fatto
aspettare, è corto, è brutto.
Mi
dispiace così tttanto!
Comunque,
grazie a tutti guuuuys :D
cioccolata
_
L a l a
Narniana95
Elyssa
Flaherty
Miss_Rose
Marty_youchy
marte96
Lu
Pevensie
starinlove
Ditemi
se volete mettetemi alla gogna
, perchè dopo un capitolo del genere me lo
merito!
Brinne.
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