CUORE
DI SCRITTORE
Arte aveva riempito la
città di volantini, perché reputava molto
importante la sua scoperta e desiderava diffondere il suo pensiero, ma
tutti quelli che ricevevano il foglio scuro davano una
letta alle prime righe e
poi abbandonavano il volantino per terra, nel cestino, sulla metro.
Allora Arte registrò la sua lettura del foglio e
l'inviò a svariate emittenti radiofoniche, chiedendo
di trasmettere il breve
discorso durante la pubblicità, ma la sua voce commossa era
sgradevole e nessuno accettò di trasmetterla gratuitamente,
così Arte abbandonò anche l'idea di
sfruttare la radio. Per
un breve, folle attimo pensò anche a girare uno spot per la
televisione... prima di tornare ai suoi vecchi, cari volantini, questa
volta distribuiti porta a porta.
Recavano scritto, in
caratteri semplici e sobri:
"Scrivere è
sviscerarsi ed offrire i propri organi all'aria aperta.
Ecco perché il cuore si secca, ecco perché per
sentirsi amato ha
bisogno di più calore, di più impegno. Chi mai
vorrebbe un
cuore del genere? Meglio quelli vacui, gonfi d'aria e tinti di
rosso brillante. Che importa se dopo appena un tocco si
afflosciano, rivelando il loro vero essere? Se devi scrivere per
qualcuno, fa che non sia per te stesso. Se devi scrivere per
qualcosa, fa che questo non ti svilisca. Fa che scrivere non sia
inutile.
Scrivi cercando quel poco che riempirà il tuo cuore di
calore."
Arte credeva in quelle
parole, le amava così tanto da volerne fare il suo motto, ma
delle tante persone che ricevettero il volantino, solo sei lo lessero
davvero.
Quando Fantasia raccolse
quel foglietto di carta, dapprima
pensò di farne un origami, poi sorpresa s'accorse che
c'erano delle righe scritte a mano dietro. Appoggiò la
borsetta colorata ed iniziò a leggere, torcendosi una
ciocca di capelli. Che belle parole, così... ispiranti.
Pescò una
penna dalla borsa e si sedette vicino al tavolo in cucina,
iniziando a scrivere una risposta in forma di storia: l'avventura
di un piccolo cuore solo che per sfuggire da quel mondo
così oppressivo ed ingiusto guidato da palloni gonfiati
-pardon,
cuori- si rifugiava nel caldo tepore della sua mente, il suo
universo felice.
*
Suicidio era sempre stato autodistruttivo, fin dalla sua infanzia.
Aveva iniziato a tenere sempre con sé un diario sul quale
appuntava gli oggetti distrutti, i soprusi subiti e le sue immaginarie
e terribili vendette, ma dopo aver letto quelle parole capì
quanto
fosse in realtà un fallito, stupido ed incapace. Prese una
matita
dall'astuccio ed iniziò a scrivere sull'ultima pagina del
suo diario.
Agire davvero? Lo spaventava.
La mano gli tremava, la calligrafia era incerta, ma ormai si era
deciso. Tutti i suoi sentimenti, tutto il rimorso, tutte le aspettative
fallite erano su quel foglio, il cuore deciso a perdersi.
*
Le parole che Piacere amava erano alte, le descrizioni voluttuose
e voyeuriste, l'intenzione il puro diletto. Esatto, Piacere si
amava ed amava essere amato, e quando lesse il volantino
inorridì
subito all'immagine di un cuore secco come l'uva passa, come almeno
esternamente sembrò non apprezzare i cuori tinti e falsi.
Non potevano
essercene di sani e normali? E poi, la penultima riga. Che male c'era
nello
scrivere per sé stessi? Un po' di sano narcisismo in quel
mondo così distruttivo
era necessario per sopravvivere. Con un sospiro teatrale
sfilò una grossa
piuma dal suo supporto in mogano, scrivendo: je m'aime.
*
Il carattere intransigente ed estremo di Protesta l'avevano a lungo
fatta isolare dagli altri, e si trovava bene solo con il suo gruppetto
di giovani rivoluzionari perditempo, che facevano propri ideali
antiquati
e si dichiaravano indipendenti -eppure orgogliosi di appartenere ad
un gruppo. Protesta era il loro capo, la loro guida.
"Sono altri ribelli come noi!", urlò non appena lesse il
volantino
-perchè Protesta era estrema, sempre, "Odiati come noi!"
Fu la prima volta che si avvicinò alla scrittura, che
iniziò ad
organizzare il pensiero. Si accorse che sognare era bello, ma che
agire lo sarebbe stato forse di più.
*
Una vita dedita al dolce far niente in una sperduta isola
tropicale con villa... questo era il desiderio di Denaro.
Così tante azioni da poter possedere le aziende
più potenti,
così tanti soldi da poter vivere ritirato e circondato dalle
cose
che più amava. Ma come fare? Quando Denaro trovò
il volantino
nella cassetta delle lettere del suo condominio di periferia
s'illuminò.
Ma certo, scrivendo! Storie che piacessero alla gente, che
vendessero molte copie, che lo rendessero ricco in poco tempo e
con poca fatica... agguantò una penna ed un foglio che,
mentre Denaro si scervellava inutilmente, rimase intonso per parecchio.
Cinque persone avevano
già letto il volantino di Arte, mancava solo l'ultima.
Manchi tu.
Quest'esperimento
non vuole essere assolutamente pretenzioso. E' solo un'idea della me
più utopistica ed astratta, per metterla giù in
termini chiari :)
Per mio vezzo tecnico la riflessione e le storie dei cinque personaggi
sono tutte drabble pure, quindi 100 parole esatte.
Commento dall'inizio: la figura androgina di Arte (ne' lui ne' lei, ho
usato una sorta d'impersonalità) all'inizio si chiamava
Virtù, prima ancora Vertu, à la
française, ma mi sembrava troppo... troppo.
La riflessione sul volantino l'ho scritta verso le due di notte, mi
sono svegliata con quest'idea ed il bisogno impellente di scriverla.
Può essere giusta, può essere sbagliata,
è solo un'idea, come giusti e
sbagliati sono i cinque personaggi. Potevo sceglierne altri, ma loro mi sembravano
più adatti. In tutti c'è del buono e del cattivo,
anche se credo si veda la mia simpatia per Protesta, l'unica che ha
vera voce in capitolo
:) e poi c'è la sesta persona.
Mi piacerebbe davvero sapere che ne pensi, cosa ti ha suscitato questo
lavoro, cosa ne pensi dei cinque personaggi, come trovi il tuo cuore di
scrittore.
Mes amitiés,
Nyappy
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