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CAPITOLO 1. LA STUPIDERA DILAGANTE
Era la solita vecchia (?) giornata di pioggia. Draco
contemplava assorto il pappagallo rosa che gli aveva recato una lettera da
Azkaban. Pensò che in quella prigione dovevano essere proprio in bolletta, se
non si potevano permettere un volatile più dignitoso. Insomma, quando suo nonno
era finito in prigione, aveva sempre mandato al minimo dei condor… la lettera
era indirizzata a lui. Si ripassò tutte le cose cattive che aveva fatto negli
ultimi tre mesi per capire se magari non fosse un mandato di cattura.
"allora, ho schiantato due o tre elfi domestici, inviato
lettere minatorie a sette schifosi mezzosangue, ho appeso per i piedi cinque
bambini babbani che facevano un po’ troppo casino con i loro stupidi giochi,
sperimentato incantesimi su animali e cercato di far evadere mio padre. Adesso,
mettendo anche che hanno scoperto la metà di quello che ho fatto, mi daranno
minimo minimo un anno… e io non ho Silente che mi para il popò come a San
Potter…". Alla fine si decise ad aprire la lettera. Era una grafia che conosceva
perfettamente, infatti, guardando la firma, scoprì che era di suo padre.
Amato figliolo, che la pace alberghi nel tuo cuore!
Ti
scrivo senza un motivo particolare, solo per farti sapere che qui ad Azkaban non
è poi così tanto male, ma anzi il rancio della domenica è quasi commestibile! Ho
deciso di redimermi dal mio passato increscioso e spero che lo faccia anche tu.
Non pensi che siano adorabili i babbani? Con il loro musetto simpatico e quella
ingenua incapacità mentre scorrazzano per le vie del loro mondo senza uno scopo
preciso? Adorato figlio, per condurre una vita più proba ho deciso di ripartire
da capo, e ho stilato una bella lista di cose da fare. La prima voce era: "far
capire a Draco che non deve esistere odio fra i popoli del mondo, e anzi
dobbiamo tutti amarci e rispettarci, seguendo il karma di Amore cui il Grande
Spirito ci ha predestinati". Spero che tu mi comprenda e mi segua
nell’intenzione di VARARE UN PROGETTO PER L’AMORE E LA PACE NEL MONDO!!!!!
Calorosi abbracci e tanti bacioni
Lucius
Draco rabbrividì e corse a chiamare sua mamma; lei si sarebbe
di sicuro indignata e avrebbe obbligato il ministero a lasciare in libertà suo
padre, visto che per lui quell’ambiente era nocivo.
"NARCISSAAAA!!" gridò Draco a squarciagola. Sua madre sbucò da
una porta laterale, e mettendogli le mani sugli occhi chiese: "INDOVINA CHI È?".
"mah, facciamo che a parte gli elfi domestici ci siamo solo io e te…" "Tesoro!
Come va? Sai di cosa mi sono accorta? Che io e te non parliamo mai! Avanti,
avanti, voglio sapere tutto!" "tutto cosa, scusa?" "massì, le tue esperienze, la
tua vita, i tuoi amici e tante altre cose! Ora andiamo a pranzare, CUCINO IO!"
Draco si ricordò che l’ultima volta che l’elfo cuoco si era ammalato, sua madre
aveva provato a cucinare e lui aveva mangiato un qualcosa che era riuscito a
identificare solo come un pezzo di carbone. Per non parlare di quando ci aveva
provato suo padre, cioè quando un’epidemia di cagarella aveva immobilizzato
tutto il castello tranne lui, e aveva distrutto tutta la cucina per poi mangiare
dell’ottimo pane e aria. L’acqua era finita nel tentativo di spegnere
l’incendio.
"senti, ma che cosa ti è capitato? Insomma, vuoi avvelenarmi?"
disse Draco riparandosi la testa con le braccia, sicuro che arrivasse una
punizione impietosa.
"ah, già, hai ragione, Allora cuciniamo insieme!"
Da quel momento Draco iniziò a contare i minuti che lo
separavano dalla riapertura della scuola e pensò che neanche un festino di non
compleanno organizzato dalla triade solare di Hogwarts (per chi non capisse, -
sì parlo con te, BU – Harry, Ron e Hermione) fosse stato così straziante.
Arrivò il giorno di andare alla stazione di King’s Cross per
partire alla volta della scuola; sua mamma volle accompagnarlo a tutti i costi.
Proprio mentre lui si faceva figo con i Serpeverde, lei osò arrivargli alle
spalle, schioccargli un bacio sulla guancia e comunicargli ad altissima voce:
"tanti salutini, cucciolotto ciccio ciccio, e mi raccomando cambiati sempre la
biancheria, lavati i denti, e se ti imboschi con una compagna ricordati il p…" "UAAAA,
COSA DICI BLASFEMA!! ZITTISCITI!" gridò lui attirando ancora di più l’attenzione
di tutta la stazione. La triade solare se la rideva come non li aveva mai visti
ridere, il ferroviere stava dicendo qualcosa alla tipa dei dolci ridacchiando
come un imbecille e un fastidioso brusio riempiva l’aria (?). Draco iniziò a
impallidire e arrossire a intermittenza come una luce di Natale. Il brusio si
placò e tutti osservarono interessati cosa avrebbe fatto. Nel silenzio più
assoluto salì sul treno si sedette in un vagone e si mise a fissare nel vuoto.
Comunque notò che anche Weasley aveva poco da ridere: sua madre si comportava
come una ragazzina, appena vedeva un tipo un po’ carino arrossiva, ridacchiava e
diceva qualcosa a Hermione e a Ginny. Arthur Weasley, il babbanofilo, era lì che
ostentava una nuova capigliatura rasta e una barba molto folta. Ma da dei
rinnegati così ci si poteva aspettare di tutto.
Non volle neanche provare a immaginarsi la faccia che avrebbe
fatto tutta la sala grande quando un pappagallo dai colori sgargianti fosse
planato vicino a lui, porgendogli una strillettera, che magari diceva: "scusami
figliolo, era l’unico modo per parlarti a voce invece che con la fredda
scrittura…".
Cancellò dalla mente l’idea di sua madre che lo andava a
trovare a scuola, dandogli come regalo degli orrendi calzini di lana fatti dalle
sue dolci manine.
Sperò ardentemente che i professori non fossero impazziti come
tutta l’altra gente di mezza età.
Non volle nemmeno immaginare la causa del rimbecillimento di
massa e lo etichettò come "crisi dei 40".
E invece un altro fatto stava per abbattersi sulla sua povera
esistenza ignara.
Cap. 1 a cura della dittatrice: uaaa finalmente l’ho scritto,
è da giugno che dovevo inventarlo! Non è neanche troppo corto… non credo che ce
ne siano di idee simili in giro anche se ammetto che magari non è il massimo
dell’originalità, volendo lo si può anche cestinare inventarne un altro…
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