E’ gia stanco di vagabondare sotto un cielo sfibrato
per quel regno
affacciato sul mare che dai Mori è insidiato
e di terra ne ha avuta
abbastanza, non di vele e di prua,
perché ha
trovato una strada di stelle nel cielo dell’anima sua.
Se lo sente, non
può più fallire, scoprirà un nuovo
mondo;
quell’attesa
lo lascia impaurito di toccare già il fondo.
Non gli manca il
coraggio o la forza per vivere quella follia
e anche senza
equipaggio, anche fosse un miraggio ormai salperà via.
E la Spagna di spada e
di croce riconquista Granada,
con chitarre gitane e
flamenco fa suonare ogni strada;
Isabella è la
grande regina del Guadalquivir
ma come lui è
una donna convinta che il mondo non pùo finir
lì,.
Ha la mente
già tesa all’impresa sull’oceano
profondo,
caravelle e una ciurma
ha concesso, per quel viaggio tremendo,
per cercare di un mondo
lontano ed incerto che non sa se ci sia
ma è
già l’alba e sul molo l’abbraccia una
raffica di nostalgia.
Tirò
fuori le braccia da sotto le lenzuola e si stiracchiò.
L'aveva svegliato una luce dritta negli occhi, ma decise che si poteva
godere ancora qualche istante nel letto. Si voltò dall'altra
parte, col naso tuffato nei capelli bruni di Lola (o era Ignacia?). Lei
mormorò qualcosa e tornò a dormire.
Poi sentì il campanile di san Jorge che suonava l'angelus.
- Que te jodan, capullo!-
Buttò le coperte in fondo al letto e schizzò in
piedi. La giacca e i pantaloni erano sulla sedia, ma le mutande?
Cominciò a frugare sotto il letto e in mezzo alle coperte.
La donna si era messa a sedere, coperta fino al seno con il lenzuolo.
- Che succede, Santiago?-
- La nave, querida, parte la nave. Dov'è che mi hai messo la
camicia, dopo il giochino di ieri?-
Lei scrollò le spalle, sbadigliando.
Aveva recuperato le mutande tra la sponda del letto e la parete.
- Huevonazo…
Cristobal mi farà il culo, io mi farò il culo se
non riesco a partire!-
Si infilò saltellando l'ultimo stivale, prese la borsa e
diede un ultimo bacio a Lola o Ignacia (se non era addirittura
Joanna…).
- Vado in Catai, querida, e torno con più oro della regina.-
Per fortuna il bordello era appena discosto dal porto. Corse con la
borsa che gli sbatacchiava sui fianchi fino a che vide le vele
immacolate delle navi di Cristobal.
Lui era lì sul molo, stava baciando la moglie. Gli ultimi
barili erano ancora sospesi sopra il ponte della nave.
Si fermò senza fiato davanti all'amico.
- Santiago Moreira… al vostro servizio... capitano.-
Cristobal si sciolse dall'abbraccio della moglie e lo guardò
sarcastico.
- Non dirmi che il mio navigatore si è perso per le strade
del porto.-
- Ero perso più che altro tra i capelli di una
morena…-
Beatriz tappò le orecchie a suo figlio Fernando e
guardò storto Santiago.
- Arriverà la donna che vi metterà al vostro
posto, criminale. Ci volessero un paio di secoli, arriverà.-
Santiago rise e abbracciò a sua volta Beatriz e Fernando.
Cristobal diede un ultimo bacio alla moglie, poi salirono sulla Santa
Maria. Quando le navi stavano per uscire dalla bocca di porto, la gente
festante si fece sempre più piccina. D'un tratto Santiago
vide la folla scindersi in due ali, e in mezzo...
- La regina Isabella, Cristobal!-
L'amico si sporse al limite del castello di poppa, con una mano sulla
fronte per schermare il sole del tre agosto, sopra le loro teste.
- Dove la vedi?-
- E' scesa dalla sua carrozza, la donna altera col vestito bianco e
azzurro.-
Cristobal si sporse tanto che rischiava di cadere in mare.
- Santiago, Dio mi fulmini se non sei il figlio di puttana con la vista
migliore di tutta la Spagna. E' già molto se distinguo
ancora che quelle sul molo sono persone...-
Santiago guardò per un'ultima volta la regina, che fissava
l'orizzonte nel punto in cui c'era la loro nave. Poi sentirono solo le
ultime grida di gioia, e la loro Spagna scomparve all'orizzonte.
Cristobal inspirò l'aria salmastra.
- Bene, navigatore, troverai le tue mappe nella mia cabina, nel
prossimo mese impareremo quanti nomi diversi si possono dare
all'azzurro. E…grazie per avermi dato fiducia.-
- Caro mio, è quella donna sulla riva che devi ringraziare.
Sta a noi non deluderla di aver dato credito ad un folle.-
- Due folli! Chi mi ha mostrato per primo L'historia rerum ubique
gestarum? Chi vuole disegnare per primo le mappe di Catai e Cipango?-
- Tre folli, allora. Aggiungerei alla conta la nostra sovrana.-
- Allora siamo ad un folle per nave, perfetto.-
Santiago si girò verso la prua, a guardare la striscia che
separava i due azzurri dell'oceano e del cielo. Qualcosa avrebbe rotto
l'orizzonte, prima o poi, l'aveva visto negli occhi di Cristobal, e
anche in quelli della regina.
E presto l'avrebbero riflesso anche i suoi.
E’ da un mese che
naviga a vuoto quell’Atlantico amaro,
ma continua a puntare
l’ignoto con lo sguardo corsaro;
sarà forse
un’assurda battaglia ma ignorare non puoi
che l’Assurdo
ci sfida per spingerci ad essere fieri di noi.
Quante volte ha sfidato
il destino aggrappato ad un legno,
senza patria bestemmi in
latino fai del bere un impegno,
per fortuna che il vino
non manca e trasforma la vigliaccheria
di una ciurma ribelle e
già stanca, in un’isola di compagnia.
E naviga, naviga via,
sulla prua che
s’impenna violenta lasciando una scia,
naviga, naviga via
nel suo cuore la
Niña, la Pinta e la Santa Maria.
Non si era sentito mai
solo come in quel momento
ma ha imparato dal
vivere in mare a non darsi per vinto;
andrà a
sbattere in quell’orizzonte, se una terra non
c’è,
grida: “Fuori
sul ponte compagni dovete fidarvi di me!”
Anche se non accenna a
spezzarsi quel tramonto di vetro,
ma li aspettano fame e
rimorso se tornassero indietro,
proprio adesso che manca
un respiro per giungere alla verità,
a quel mondo che ha
forse per faro una fiaccola di libertà.
Acqua acqua e
ancora acqua. Gli animi si fiaccano, sopra un guscio di legno per mesi.
Santiago guardò quella strana acqua cosparsa di alghe che li
aveva illusi di essere arrivati, e poi ancora l'orizzonte. Cristobal
era sempre più nervoso, comunicava agli uomini meno miglia
di quelle effettivamente percorse, ma ad un cartografo non si mente:
avevano navigato per un tratto di oceano più lungo del
Mediterraneo.
Sputò in mare dal parapetto.
- Non puoi deludere il mio amico, bastardo.-
Lo scinitillio del sole al tramonto sulla maledetta acqua fu l'unica
cosa che gli rispose.
Si rinchiuse nella sua cabina, a guardare per l'ennesima volta le mappe
di navigazione.
Erano diretti un po' più a sud, seguendo il volo di alcuni
uccelli.
Eppure erano vicini alle tremila miglia calcolate da Cristobal. Allora
perché? Giochi a nascondino, Cipango?
Scrutò una ad una le mappe, come se potesse tratteggiarsi
d'improvviso la costa del continente, o la rotta giusta da seguire.
Tremila miglia…
Tremila…
Fissò terrorizzato la carta spiegata sul tavolo.
Nell'angolo in basso a sinistra, accanto alla rosa dei venti, rilesse
il nome del compilatore, e l'unità di misura...
- Hijo de puta!
Huevonazo!-
Piegò la carta in malo modo e corse verso la cabina di
Cristobal. Lo trovò intento a scrivere il diario di bordo.
- Santiago! Che ti succede? Sembra che tu abbia visto…-
La speranza gli illuminò gli occhi.
- Terra? Siamo arrivati?-
Santiago strinse a pugno la mano in cui teneva la carta geografica.
- No, non si tratta di quello. Anzi, in realtà si tratta
proprio di quello, ma non nel senso che pensi tu. Non so bene come
dirtelo, però…-
Fu interrotto dalla porta della cabina che si spalancava. Ne
entrò uno dei marinai, Juan. Era di servizio sulla Pinta,
perché era lì? Poi alzò il braccio e
vide che stava puntando una pistola contro Cristobal.
- Sul ponte, seňor.-
- Cosa stai facendo, Juan?-
- Torniamo a casa.-
Gli puntò la pistola al petto. Santiago si alzò
dalla scrivania.
- Anche voi, capitano.-
Lo seguirono sul ponte, dove si erano radunati tutti gli uomini. Il
posto del timoniere era già stato occupato, e un altro dei
marinai era pronto a far virare la nave verso est. Juan prese la parola.
- Ci siamo imbarcati perché ci avete promesso una via breve
per le indie. A me non sembra così breve, se da un mese non
vediamo altro che questo cazzo di oceano!-
Il resto della ciurmo rumoreggiò con varie frasi di assenso.
- Per quanto mi riguarda, andando avanti potremmo arrivare all'orlo del
mondo e cadere giù. Quindi torniamo a casa. Diego!-
Il timoniere cominciò a far virare la nave. Cristobal
tentò di di correre verso il timone, ma due marinai lo
trattennero.
- Non moriremo per le tue pazzie, italiano.-
- Voi non capite, manca poco, ci siamo quasi. Non avete visto gli
uccelli, ieri? E quei mucchi di legname e alghe. Non manca molto, non
potete abbandonare adesso!-
Cristobal tentò ancora di liberarsi per raggiungere il
timone, serrò i denti e strattonò gli uomini, ma
ne arrivò un terzo a puntargli contro il coltello. Stavano
frantumando la sua vita.
Ma Santiago sapeva che avevano ragione i marinai, stavano facendo la
cosa giusta.
Perché Cristobal sarebbe andato a sbattere nella fine delle
acque prima che in Catai: aveva confuso miglia europee con miglia
arabe, e non erano che ad un sesto del viaggio che li avrebbe portati a
qualche straccio di terra.
Fu con la totale consapevolezza di essere un pazzo, quindi, che
Santiago si mosse verso il timone. Juan gli puntò di nuovo
contro la pistola. Lui continuò a camminare,
finché la bocca di fuoco non toccò la sua giacca.
Prese con le mani i due lembi della giacca e della camicia e
tirò, in modo da scoprire il cuore.
- Avanti, Juan, sparami.-
- Fermo, cabròn.-
Si avvicinò ancora, la canna che premeva contro la pelle e
lui che sovrastava Juan.
- Sparami, Juan Rodriguez, perché se non mi spari questa
cazzo di nave arriverà in Catai, con o senza voi!-
L'uomo esitò un momento di troppo: Santiago
afferrò la canna della pistola e la girò verso il
petto di Juan, stortandogli il dito infilato nel grilletto. Con la
pistola in mano, sparò il colpo in canna verso l'oceano.
- Avete ragione! Avete ragione tutti. Non ne posso più di
bere rum annacquato, guardare questa cazzo di acqua e Dio sa quanto ho
bisogno di una scopata.-
L'atmosfera da minacciosa sembrò distendersi un poco,
qualcuno sghignazzò.
- Però il capitano ha detto che siamo quasi arrivati, quindi
siamo quasi arrivati.-
- Lo ha detto anche due settimane fa, quando sono cominciate le alghe.-
- Tre giorni.-
Era stato Cristobal a parlare: aveva aperto le prime tre dita della
mano sinistra, in alto perché le vedesse tutta la ciurma.
- Se entro tre giorni non succede nulla, torniamo a casa.-
Juan si stava ancora accarezzando la mano ferita. Sputò per
terra.
- Non un'ora di più.-
Fece cenno agli altri marinai, che lasciarono poco per volta il ponte.
I tre che minacciavano Cristobal borbottarono anche qualche frase di
scusa. Il capitano si avvicinò e gli mise una mano sulla
spalla.
- Convoca subito Martin Alonso e Vicente Yanez. Non possiamo
permetterci un vero ammutinamento. E tira fuori tutta la mia scorta di
vino, dallo in cucina che lo distribuiscano stasera assieme al pasto.
Facciamoli star buoni il più possibile.-
Santiago andò subito a dare il segnale ai due capitani, che
raggiunsero la Santa Maria.
Si chiusero nella cabina di Cristobal quella sera stessa, mentre dal
ponte arrivavano gli schiamazzi e le urla di gioia per il vino spagnolo.
- Dobbiamo trovare un modo per tenerli buoni e continuare il viaggio.
Non sono arrivato ai reali di Spagna per tornare in patria a mani
vuote.-
- Un po' hanno ragione, Cristobal. Le tue previsioni ci davano
già arrivati a questo punto. Che dici Santiago? Secondo i
miei calcoli, abbiamo superato le tremila miglia.-
Sì, tremila miglia italiane le avevano superate, ma non
tremila miglia arabe…
- Soltanto di poco, i tre giorni concessi dal capitano saranno
sufficienti per arrivare.-
Non riusciva, non voleva dirlo a Cristobal.
- E se così non fosse, come teniamo buona la marmaglia
là fuori? Non abbiamo altro vino.-
Cristobal si accarezzò qualche volta il mento.
- Convinciamoli che c'è terra. Questa qui -
indicò una pianta fiorita vicino alla branda - stacca i
fiori e buttali in mare. Domani sera annuncerò di aver visto
delle luci all'orizzonte.-
Martin pestò il pugno sul tavolo.
- Così il vitalizio di diecimila maravedì
toccherebbe a voi!-
- Solo all'apparenza. Darò il giusto compenso al primo che
davvero avvisterà terra.-
Guardò in direzione di Santiago e sorrise.
Lui fu tentato di fermare subito tutti i piani dell'amico, e si
sentì un verme quando la sua testa annuì,
approvando il piano che avrebbe portato avanti l'illusione non solo
della ciurma, ma anche del capitano.
- Se il vitalizio non sarà mio, mi permetterete almeno di
ripagare il vino che quelle spugne stanno scolando alla mia salute!-
Vicente rise assieme a Cristobal, mentre Martin si limitò ad
alzarsi per tonare sulla Pinta.
Mentre i due raggiungevano la scialuppa che li avrebbe riportati alle
loro navi, Cristobal prese in parte Santiago.
- Segui Martin sulla Pinta, non mi fido.-
Santiago annuì e prese posto nella scialuppa. Da come lo
guardò Martin, capì che sapeva cosa aveva in
mente Cristobal, ma non fece commenti.
Sulla Pinta proseguivano i festeggiamenti. Santiago vide Juan impegnato
a confabulare con altre quattro persone. Decise di avvicinarsi.
- Allora! Niente di meglio di un buon rosso per calmare i
cuori…-
I cinque interruppero di colpo i loro discorsi e lo guardarono.
- Seňor Santiago. Girano già scommesse su chi
avvisterà terra per primo, ma la vostra fama di falco ci sta
rovinando la piazza.-
- Scommesse, davvero? Vieni un attimo con me e spiegami meglio.-
Gli cinse le spalle con un braccio e lo allontanò dagli
altri quattro. Arrivarono sulla punta del castello di prua, e Santiago
fece sedere Juan su un mucchio di cordame.
- Mi sembrava avessimo chiuso la questione, prima.-
L'altro sogghignò e sputò in mare.
- Tra tre giorni si ripeterà la storia di oggi, e di tre
giorni in tre giorni l'italiano ci porterà in malora. Voglio
solo essere certo di riabbracciare il mio povero padre…-
- Se non ti basta la parola del capitano, ti do anche la mia. Se non
sarà nei prossimi tre giorni, torneremo indietro.-
Perché sarebbe venuto il tempo di dire a Cristobal delle sue
tremila leghe arabe.
- Non so, seňor. Se tra tre giorni non troviamo nulla, chi mi assicura
che sarà così facile convincere il capitano?-
- La questione non si porrà nemmeno: massimo tre giorni e
saremo in Catai.-
- Se ne siete così sicuro, cedetemi il primo avvistamento.-
- Cosa?-
Juan ghignò di nuovo.
- Santiago Moreira dalla vista di falco, giuratemi solennemente che se
nei prossimi tre giorni avvisterete terra prima di chiunque altro, lo
farete gridare a me.-
Furbo il marinaio. Gloria e diecimila maravedi di vitalizio in cambio
di tranquillità nella ciurma.
Strinse la sua mano, suggellando quella promessa irrealizzabile. Se
dovevano essere gli ultimi tre giorni di pia illusione per Cristobal,
che almeno fossero tranquilli.
- Il "Terra" è tuo, Juan Rodriguez.-
Il giorno dopo, un marinaio ritrovò dei fiori freschi in
acqua, con meraviglia e gioia da parte di tutti. La notte successiva,
Cristobal affermò di aver visto una luce fioca e
intermittente all'orizzonte. Come sospettava, Vicente
appoggiò la sceneggiata, mentre Martin negò
tutto, e insistette perché fosse la Pinta a precedere le
altre due navi.
Santiago era rimasto sul ponte, a prua, e faceva passare l'ultima notte
in cui sopravviveva ancora il sogno di Cristobal in compagnia di una
bottiglia di vino superstite.
Come avrebbe potuto dirglielo? Lui si era sentito sprofondare, davanti
a quella maledetta mappa. Cristobal… quel viaggio era la sua
vita, e sarebbe rimasto nella storia solamente come l'abbaglio
più grande della regina Isabella. Le risate di tutti coloro
che si erano rifiutati di finanziare il genovese pazzo... Mierda! Sarebbe
stato meglio avvertirlo subito, il giorno dell'ammutinamento.
Perché cazzo aveva lasciato che proseguisse? Bel gesto,
illudere così un amico. E cosa avrebbe detto, una volta
saputo che lui sapeva da giorni che non c'era nulla? Poveraccio anche
quel Juan, sei giorni in più in mezzo al mare a pensare di
poter ricevere sul serio diecimila maravedi…
Tracannò l'ultima sorsata e guardò per l'ennesima
volta tutta quell'acqua, dalle onde che la prua infrangeva a...
E naviga, naviga là
come prima di nascere
l’anima naviga già,
naviga, naviga ma
quell’oceano
è di sogni e di sabbia
poi si alza un sipario
di nebbia
e come un circo
illusorio s’illumina l’America.
Terra?
Terra!
Cazzo, urlalo Santiago.
Terra, terra dove non ce ne doveva essere, terra a tremila miglia
italiane dalla Spagna.
Terra, terra!
Cosa aspetti, huevonazo,
l'hai vista, è la! Urla quella cazzo di parola.
Terra!
La promessa, ma quale promessa dei miei coglioni. Promessa fatta ad un
ubriaco, perché tu sapevi che non c'era terra, non c'era
niente da vedere.
Urlalo, cazzo.
Urlalo e prenditi il tuo meritato trionfo.
Terra, terra
cazzo…
Juan Rodriguez si sentì scuotere dal suo sonno: una mano gli
afferrò la camicia e lo trascinò sul ponte.
- Siamo arrivati. Dillo, prima che cambi idea.-
E arriva la prima parte di "America"! Non so quanti dal
titolo avessero intuito chi poteva essere il nostro Santiago prima di
starsene a Volterra, in ogni caso ecco qua. Il viaggio di Colombo mi ha
sempre affascinato moltissimo, però la molla per scrivere
è quella canzone stupenda che trovate in corsivo tra un
paragrafo e l'altro, ovvero "Colombo"
di Guccini. Ecco, la parte bella della storia sono le parole di
Guccini, in cui sta già dentro tutto il significato del
viaggio. In mezzo i miei timidi tentativi di integrare con la storia di
Santiago...
Cristobal è il nome con cui Cristoforo Colombo era
conosciuto in Spagna. La storia ripercorre abbastanza fedelmente i veri
avvenimenti del viaggio, a parte che l'avvistamento dei fiori e delle
luci non è stata una macchinazione (almeno credo...), e non
c'era nessun navigatore di nome Santiago Moreira, purtroppo :( Il
povero Juan Rodriguez si starà rivoltando nella tomba a
vedergli soffiato il merito da un personaggio immaginario, quindi...mi
perdoni, signor Juan!
Ho trovato su internet alcuni insulti tipici spagnoli e li ho
inseriti^^ I significati sono facilmente intuibili :)
Catai e Cipango erano i nomi di Cina e Giappone.
Se c'è altro di poco chiaro, son qua!
La seconda parte arriva tra qualche giorno.
Grazie grazissime a tutti quelli che leggono! Aro vi
ricompenserà per l'apprezzamento che date alle sue guardie^^
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