Here I am
"Voglio farla finita. Questa vita mi ha stufata".
Una
semplice frase su twitter mi aveva sconvolto. Quello era stato l'ultimo
tweet di una nostra fan. Non appena lo lessi rimasi a fissare lo
schermo per un quarto d'ora, non riuscendo a capire bene il messaggio
di quella sola riga. Poi capì e mi venne la pella d'oca: lei voleva
farla finita.
Io questa Melany nemmeno la conoscevo, era
la prima volta che leggevo un suo twett, ma ne rimasi scioccato. Quando
lessi tutti gli altri però non mi sembrò una ragazza con dei problemi,
aveva molti amici e quasi tutti i suoi messaggi erano positivi. Ma
quell'ultimo sembrava essere stato scritto da un'altra
persona.
Di lei sapevo solo ciò che c'era scritto sul suo profilo: si chiamava
Melany, aveva diciassette anni e viveva a L.A.
Per
giorni rimasi collegato per vedere se scriveva qualche messaggio, ma
nulla. Avevo iniziato a spaventarmi, pensavo che già avesse compiuto il
gesto estremo. Ma leggevo giornali e vedevo telegiornali e non si
parlava mai di un suicidio di un'adolescente.
Gli mandai parecchi messaggi, con la speranza che li leggesse. Le
risposte non arrivavano mai.
Sinceramente
non so nemmeno io perchè una ragazza mai conosciuta mi premeva così
tanto, ma se potevo fare qualcosa non avrei mai permesso che mettesse
fine alla sua giovane vita. Troppo giovane per finire a causa di
qualche problema.
Un giorno la mia speranza fu ripagata.
Mi collegai tramite il mio IPhone e trovai la risposta ad uno dei miei
messaggi.
"Mi piacerebbe molto
incontrare te e i tuoi fratelli. Ma non voglio farmi vedere da
voi".
Il
messaggio mi parse parecchio strano, notai che l'aveva scritto solo
cinque minuti prima e così mi affrettai a chiederle il
perchè.
"Perchè non
voglio".
"Possiamo fare solo tu ed io? Ti prego" era la prima
volta che dovevo pregare una nostra fan per
incontrarci.
"Tu ti metteresti solo
paura di me".
"Non potrei mai mettermi paura di te. Tu dimmi il giorno, l'ora e il
posto. E io verrò. Solo io".
"A casa mia lontano dai paparazzi. Domani alle tre di
pomeriggio".
"Perfetto. E ti scongiuro di non fare sciocchezze fino a
domani".
Lei non rispose a questo ultimo tweet e così spensi il
tutto anche io.
Diciamo che il giorno dopo alle tre non era proprio perfetto, ma per
una nostra fan avrei fatto di tutto. Specialmente per una ragazza con
dei problemi.
Ripresi il telefono e cancellai tutti i miei impegni, dalla partita a
golf con Joe e Kevin all'intervista con People.
Usai con tutti scuse diverse, ma abbastanza credibili.
Pensai
tutto il giorno e la mattina di quello dopo a ciò che avrei potuto
trovare e cosa avrei potuto dire, ero bravo con le parole, ma questo si
presentava come un problema più difficile.
Accesi il
computer intorno alle due di pomeriggio per lasciare un messaggio alle
fan e trovai che Melany mi aveva lasciato l'indirizzo di casa sua,
rammentandomi solo allora che non glielo avevo chiesto il giorno
prima.
Lasciai il tweet e poi spensi tutto.
Salii in macchina e parti per la ricerca della casa.
Arrivai
davanti a casa sua, scesi dall'auto e suonai il campanello. Il cancello
si aprì e entrai. La casa vista da fuori era molto bella, aveva un bel
giardino curato e delle rose rosse bellissime. Arrivai fino alla porta
di casa, ma non vidi nessuno e la porta era aperta. Così entrai
chiedendo permesso, nessuno mi rispose. Mi guardai intorno, ma non
c'era anima viva. Così la chiamai per nome.
"Melany sono qui! Come ti avevo promesso. Dove sei?"
"Nick ti prego vai via. E' meglio che tu non mi veda".
"Non fare la sciocca, sono qui per te".
Sentì dei passi lievi sulle scale e poi il corpo esile e minuto di una
ragazza.
All'istante capì qual era il suo problema.
"Eccomi. Io te l'ho detto che era meglio non vedermi".
Anche
se indossava una maglia un po' larga, che sicuramente una volta le
sarebbe stata bene, si vedeva che era magrissima sulla soglia
dell'anoressia. Aveva il volto scavato e gli occhi incavati. Mi fece un
effetto strano, ma non appena incrocia i suoi occhi verdi qualcosa mi
colpì. Erano di un verde forte, purissimo. Erano ancora pieni di vita e
brillavano di una luce propria.
"Perchè non avrei dovuto vederti?"
"Perchè mi vergogno da morire. Guardami sono ridotta allo scheletro di
me stessa".
"Possiamo
sederci da qualche parte?" lei annuì e mi condusse con lei in salotto.
Ci sedemmo su un divano color crema e iniziai a
parlare.
"Perchè sei arrivata fino a questo punto? Se posso
chiedertelo".
"Tanto
non ti interessa. Non interessa mai a nessuno" abbassò lo sguardo e a
me dispiacque non poter più ammirare il colore e l'intensità delle sue
iridi.
"Invece a me interessa. E anche tanto" le dissi alzandole il viso con
un dito.
Era talmente esile che avevo paura di toccarla.
"Ok"
fece sorridendo "quando avevo nove anni i miei genitori si sono
separati, così io ho iniziato ad essere sbattuta da una parte
all'altra. Passavo la settimana qui a Los Angeles da mia madre e i
week-end in Texas da mio padre. Insomma se qualcuno mi chiedeva dov'era
casa mia non sapevo rispondere. Così sono cresciuta tra l'indifferenza
di tutti. Mia madre era impegnata a trovare ogni mese un nuovo compagno
e a togliere soldi a mio padre; mentre lui era troppo impegnato a
lavorare e fare soldi. Crescere da soli non è facile. Mi sono sempre di
più chiusa in me stessa e non avendo mai avuto l'affetto dei miei, ho
sempre pensato che nessuno potesse mai affezionarsi a me e così non ho
mai avuto nemmeno un amico, quelli dell'infanzia li ho allontanati
tutti. Circa un anno e mezzo fa ho deciso che mi ero stufata di essere
ignorata e ho iniziato a non mangiare, per attirare l'attenzione di
qualcuno su di me. Ma non ho ottenuto nulla. Anzi mia madre inizia a
vergognarsi di come sono diventata e cerca di forzarmi. E una settimana
fa ho deciso di farla finita del tutto, ma ancora non ci sono
riuscita".
"Fortunatamente. Melany sei troppo giovane per
farla finita, se i tuoi genitori non ti hanno mai considerata significa
che non hanno mai capito cosa avevano creato. Sei bellissima e molto
dolce. Hai avuto dei problemi, tutti hanno dei problemi. Ma devi
superarli. Ti fidi di me?"
"Io...si. Insomma non mi sono mai fidata di nessuno".
"Be' fidati di me e non te ne pentirai".
Cominciai
a tenermi sempre più in contatto con Melany. Non appena potevo andavo a
trovarla a casa o la facevo venire da me, avendo sempre paura che
potesse fare qualcosa di avventato. La madre era strana, un giorno
diceva che le faceva piacere che sua figlia avesse trovato un amico,
mentre l'altro era quasi scocciata di vedermi a casa
sua.
La
terapia che iniziai con Melany era semplicissima, farla sfogare. Ci
chiudevamo in una camera e lei parlava e piangeva quanto voleva. Io
passavo ore intere ad ascoltarla e non mi stancavo mai, era
meraviglioso sentire la sua voce.
Vedevo che riusciva a
sorridere molto di più e non diceva più di non voler parlare perchè
alla gente non interessava cosa lei aveva da dire, però le cose
peggioravano. Il suo peso calava e vedevo che aveva smesso di
lottare.
Così con il consenso della sua famiglia la portai in un centro
specializzato alla cura di questa malattia.
"Nick davvero non devi farlo".
"Mel
io voglio farlo. Voglio vederti sorridere e voglio ascoltare la tua
voce per il resto della vita. Che sarà molto lunga".
"Tu non sarei mio amico per sempre".
"Invece si. Adesso e sempre"scendemmo dalla macchina e entrammo
nell'imponente edificio color giallo pallido.
La
struttura era davvero bella. C'era un immenso parco con alcune fontane
e delle panchine. Nell'aria c'era un odore di erba appena tagliata e
c'era anche un via vai continuo di persone.
Anche
l'interno non era da meno con le pareti di un giallo ancora più chiaro
di quello esterno, il pavimento di marmo e anche qui tantissime persone
tra cui anche medici.
E proprio i medici decretarono che doveva essere ricoverata
subito.
"E tu vuoi lasciarmi qui?"
"Ti
fidi di me?" lei annuì "Ecco allora io ti dico che questa è
la
cosa migliore per te, poi io ti prometto che verrò tutti i
giorni."
"Ma tu sei il mio rifugio, no questo posto con gente che nemmeno
conosco".
"Quando
uscirai di qui sarai una persona nuova, una persona con tanta voglia di
vivere e insieme faremo tante cose. Ma adesso devi solo dare retta ai
medici e fare ciò che ti dicono".
Lei annuì come una
bambina, io comunque rimasi lì per quella notte perchè non me la
sentivo di lasciarla sola proprio la prima volta.
I giorni
passavano e per me la situazione sul suo corpo non cambiava, ma nel suo
stato d'animo si. Era più sicura e felice. E questo mi faceva un gran
piacere.
Non passava giorno in cui non l'andassi a trovare
e di questo lei ne era contenta. A volte venivano anche i suoi
genitori, una alla volta ovviamente.
In cuor mio sapevo
che tutto si sarebbe sistemato, lei sarebbe tornata la Melany che era
nelle fote appese alla parete della sua stanza.
Anche i medici erano ottimisti.
Ero
sdraiato sul letto della mia stanza. Avevo passato tutta la notte a
pensare. Ormai era quasi un anno che conoscevo Melany e la sua
dolcezza, la sua timidizza e la sua voglia di vivere mascherata e
schiacciata da mille insicurezze mi avevano colpito dritto nel cuore.
Ogni giorno che passava mi innamoravo sempre più di lei, la vedevo
sempre più bella e le cure funzionavano. Accanto a lei mi sentivo bene
e vedere che una persona stava bene grazie a me, mi faceva sentire in
un modo stranamente meraviglioso.
Toc. Toc.
"Avanti" la testa nera di mio fratello
Joe si affacciò dalla porta.
"Posso entrare?"
"Io non mordo".
Joe entrò del tutto e chiuse la porta dietro di se. Si mise seduto sul
letto accanto a me.
"Nick
posso farti una domanda? Sai tra fratelli non dovrebbero esserci
segreti" io annuì e lui andò avanti "Ti sei innamorato di
Melany?"
Pensare sempre di essere innamorato di lei era
stato semplice, ma sentirsi fare una domanda del genere e dire a voce
alta i miei sentimenti...be' era un'altra.
"Io...si. Lei è diventata davvero importante per me, non passa secondo
che non la pensi, io...io la amo".
Joe sorrise e mi diede una pacca sulla spalla.
"L'avevo capito. Insomma tutti l'avevano capito. Però dovresti dirlo a
lei".
"E
come? Io per lei sono il suo migliore amico e ho paura che lei non
provi per me niente di più di un semplice affetto per un
amico".
"Quanti problemi Nick! Poi se lei non prova nulla,
e io ne dubito, finirà che resterete amici e lei saprà che esiste un
ragazzo che la ama".
"Non lo so Joe".
"Nicholas! Vai e fai uno dei tuoi gesti romantici per cui nessuna
ragazza può resistere".
Si alzò dal letto, mi fece l'occhiolino e uscì dalla
stanza.
Aveva
ragione, per la prima volta Joe aveva ragione. Mi alzai di colpo dal
letto, mi specchiai per vedere se ero almeno presentabile e
poi
uscì.
Comprai il mazzo più grande di rose rosse, i suoi fiori preferiti; e
una scatola di cioccolatini.
Mi recai a casa sua, dove era tornata da una settimana. Suonai ed
entrai.
Lei
scese le scale come quel giorno,ma questa volta era diversa. La maglia
le stava davvero bene, il volto era più tondo e il sorriso più marcato.
Ma i suoi occhi verdi erano sempre lì più vivi che mai, come quel
giorno.
"Ciao Nick" venne verso di me e mi
diede un bacio sulla guancia, come faceva sempre. Quel contatto però mi
faceva andare fuori di testa sempre di più ogni
giorno.
"Ciao Mel" rimasi un attimo a fissarla, non sapevo cosa dirle. Avevo i
fiori e i cioccolatini in mano e non potevo darglieli dicendo: "Ecco
questi sono per te e io sono innamorato di te". Uno non ne sarei stato
capace e poi volevo che fosse molto più romantico.
"Nick per chi sono quei fiori e quella confezione di cioccolatini?
Qualche conquista questa sera?" rise dicendo quella frase e questo mi
fece male, perchè si vedeva che io non le interessavo se non come
amico.
"Io be'...si".
"Uhm...e chi è la fortunata?" avrei voluto gridarle "Tu", ma non ci
riuscì era più forte di me.
"Non la conosci. E' una mia vecchia amica" mi davo dell'idiota
mentalmente.
"Devi farmela conoscere".
"Certo" ora dovevo trovare qualcuno che facesse la mia finta ragazza.
Ero davvero uno stupido patentato.
"Perchè sei venuto?"
"Per vedere come stavi e se ti serviva qualcosa visto che tua madre non
c'è" avevo scoperto un nuovo lato di me, quello del
bugiardo.
"No, sto aspettando una mia amica. Pizza e film tra
donne".
"Sono molto contento. Allora ti lascio sola. Ma la tua amica è quella
che hai conosciuto all'ospedale?"
"Si proprio lei. Allora ciao".
"Ciao".
Uscì da quella casa deluso di me stesso. Eppure ero sempre stato bravo
a rimanere calmo e dire sempre ciò che pensavo. Adesso invece non ce
l'avevo fatta e avevo raccontato una bugia.
Salì in macchina e ritornai a casa.
"E quelli cosa sono?" fece Joe vedendomi con i regali per
Melany.
"Erano per Mel,ma..."
"Non sei riuscito a dirle quello che provi".
"Già" posai ciò che avevo in mano sul tavolino del salone e mi sedetti
sul divano.
"Io ci avrei giurato fratellino. Cosa è successo
precisamente?"
"Nulla io sono entrato in casa sua, lei è scesa dalle scale e io
guardandola mi sono bloccato. Non lo so, la lingua mi si è attaccata al
palato e non sono riuscito a parlare. E come se non bastasse le ho
anche detto che questa sera esco con una mia amica e quelle cose erano
per lei" Joe si mise a ridere e io lo fulminai, non ci trovavo nulla di
divertente.
"Sai essere nervosi capita a tutti prima o poi. Ognuno ha una reazione
diversa e la tua è stata proprio questa. Sai io se fossi in te
rimedierei".
"E come?
"Sei una rockstar fratello, sfruttalo" si alzò dal divano ancora con
uno strano sorriso sul viso. Io allora capì al volo quello che
volevo,dovevo fare.
Presi il telefonino dalla tasca dei jeans e composi in fretta un
messaggio: Domani al
The Grove concerto dei Jonas Brothers. Non mancare. Poi ti faccio
sapere l'ora. Un bacio Nick. E lo inviai a l'unica
persona che volevo venisse.
Poi collegai ad internet e postai un messaggio simile anche su
twitter.
Mi chiusi in camera pensando cosa avrei potuto dirle il giorno dopo. Ma
venni disturbato...
"Perchè tutto il mondo sa che noi faremo un concerto domani al The
Grove, tranne noi?"
Kevin era entrato come una furia nella mia stanza, in mano reggeva il
suo IPhone e dietro lui c'era un Joe calmo che sapeva già dal principio
cosa avrei fatto.
"Adesso lo sai anche tu. Tenete questa è la scaletta delle canzoni. Ho
già avvisato tutta la band e sono tutti daccordo. Ho anche detto a papà
di chiedere il permesso per farlo proprio al The Grove. Perciò ho già
pensato a tutto io, voi non dovete fare nulla".
"C'è di mezzo una ragazza,vero?"
Ero veramente così prevedibile? Joe annuì a Kevin e lui capì
all'istante.
"Melany ne sarà davvero contenta" e tutti e due uscirono dalla
stanza.
Tutto era pronto. Le fan erano
arrivate da tempo e tutto era pieno. Io e miei fratelli iniziammo ad
accordare gli ultimi strumenti e io scorgevo da dietro la mia
postazione lei;
la persona per cui avrei cantato quel giorno.
Dopo pochi minuti uscimmo e il grido delle fan arrivò alle stelle. Era
bellissimo sentirle urlare e cantare, ma ancora più bello era vedere
Mel muoversi e cantare al ritmo delle nostre canzoni.
La prima fu "Paranoid", seguita poi da "Love bug", "Play my music",
"L.A. Baby" e altre. Fino all'ultima "Fly with me".
Questa canzone la cantai interamente guardando Melany negli occhi. Lei
fortunatamente non distolse lo sguardo, ma era leggermente a
disagio.
Finito di cantare mi alzai dal pianoforte e mi misi di fronte a tutte
le fans. Sempre guardando lei.
"Adesso vorrei un po' di silenzio da parte vostra, perchè devo dire
qualcosa di veramente importante" le urla diminuirono,ma non cessarono
del tutto.Tutti si aspettavano un mio solito discorso sul diabete e già
si preparavano a piangere. Ma...
"Grazie per la collaborazione. Vorrei l'attenzione di una persona in
particolare. Melany questo concerto è stato fatto esclusivamente per te
o meglio per riuscire a darmi un po' più di coraggio e dirti quello che
provo. Io e te ci conosciamo da un anno e quando ci siamo incontrati tu
eri in una situazione in cui la speranza si perde molto facilmente. Per
tutti io sono quello che ti ha aiutata a tornare a vivere, ma non è
così. Sei tu che hai aiutato me. Mi hai aiutato a capire chi sono
veramente e a capire che cos'è l'amore. Prima d'ora io non mi ero mai
innamorato, poi ho incontrato un paio d'occhi di un verde così intenso
da farmi girare la testa. Tu con la tua semplicità, il tuo carattere
dolce e il tuo cuore grande mi hai rapito. Mi hai completamente
stregato e adesso io non faccio che pensare a te, a immaginare come
sarebbe poter gridare al mondo intero che tu sei mia e solo mia. Forse
sto correndo troppo, ma ti giuro che ho aspettato fin troppo. Melany io
ti amo e forse per te non è lo stesso, ma..." .
La vidi salire sul palco aiutata da Kevin, corse fino a me e mi
sussurrò due semplici parole nell'orecchio "Ti amo".
Poi mi baciò.
Tutti i flash erano puntati su di noi. Sentivo le fan battere le mani e
Kevin e Joe ridere, ma non importava di nulla. La mia Melany era qui
tra le mie braccia e non l'avrei mai più lasciata.
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