Ok.
Un altro sclero.
E'
ciò che prova Ohno ascoltando per la prima volta in sala di
registrazione la canzone “Niji” di Nino.
Quindi
possiamo dire che è un po' collegata alla mia precedente fic
“Suki
da Yo” che invece parla di ciò che prova Nino
mentre la scrive.
Fa parte della serie "Pensieri di un ragazzo innamorato"
Anche
questa la dedicherò a GiulyB e alla sua nuova passione per
questo
bellissimo gruppo.
Spero
vi piaccia.
*°*
Take
me Faraway
*°*
Con
le cuffie sulle orecchie, fuori dalla sala di registrazione, ascolto
Nino incidere il suo solo, “Niji”
E'
intenso, come tutte le canzoni che compone da solo.
Non
ci sono altre parole per descrivere le emozioni che mi provoca. Posso
sentire fino all'ultima parole, il dolore e l'amore centellinato
all'interno di una nota musicale.
Vorrei
poterlo stringere a me, rassicurandolo che tutto andrà bene.
Vorrei
poterlo baciare, così come vorrebbe.
Vorrei
poterlo consolare, dicendogli che starò sempre al suo fianco.
Ma
non posso.
Imposizioni
sociale e contrattuali mi impongono di non muovermi di un solo passo.
Non
sopporterei vedere la sua vita rovinata a causa mia.
Vorrei
vederlo sempre felice, sempre allegro, sempre pronto a riprendermi
quando faccio lo stupido e non mi comporto dal
“Riida” quale
sono.
Vorrei
entrare nella sala, strapparlo dal pianoforte e trascinarlo lontano,
dove esistiamo solo io e lui.
Kazunari
e Satoshi.
Due
ragazzi innamorati, stretti l'uno fra le braccia dell'altro, mentre
si sussurrano parole d'amore prima di addormentarsi.
Ma
non possiamo.
Lo
sappiamo entrambi.
Provo
ad alzare lo sguardo il vetro divisore e lui mi guarda, nello stesso
istante.
Si,
le ho capire le tue parole.
Nino
ti amo.
Percepisco
ovunque il tuo sguardo su me. Percepisco la tua passione, il tuo
desiderio.
Si,
le ho comprese le tue parole, così come il velato
riferimento alle
ombre che si sovrappongono.
Ricordo
quel giorno.
Stavamo
correndo. Io mi sono fermato e tu sei al mio fianco, senza chiedermi
nulla, ma mi guardavi già con una passione che forse non ci
sarebbe
dovuta essere.
Le
nostre ombre erano allineate, l'una sopra l'altra. E io te le ho
indicate, sorridendoti.
Immaginavo,
in quel momento, di prenderti e baciarti.
Ma
mi sono limitato a fissare le ombre, unite come noi non potevamo mai
essere.
E
tu me lo dicesti.
«
Lo so. Vuol dire che siamo uniti.
»
«
Si. E anche se non lo dimostro, saremo uniti per
sempre.
»
Con
quella frase ho voluto chiudere il discorso, avendo paura a
continuarlo.
Tu
mi hai guardo, un po' spaesato. Stavi per chiedermi spiegazioni, ma
non te l'ho permesso.
Ti
ho preso la mano, incredibilmente calda e piccola in confronto alla
mia e ho iniziato a correre.
Eravamo
in ritardo.
Non
sapevo ancora con esattezza che invece i nostri sentimenti erano
tremendamente puntali e come tali avrebbero perseguitato per sempre,
fino a quando non avremo avuto il coraggio di guardarci e
confessarli.
Si
Nino.
Le
ho comprese le tue parole.
E
ho paura di questo.
Perché
mi mette di fronte ad una realtà che mi spaventa.
Non
posso, mi dispiace.
Sono
il leader e come tale mi devo comportare.
Se
per questo devo sacrificare la mia felicità, allora va bene.
Purché
tu possa sempre rimanere come se adesso, senza cambiare mai.
Ti
amo Nino.
Portami
via. Portami lontano, dove posso guardarti e baciarti senza temere
nulla.
Portami
via Nino.
Portami
nel tuo mondo, nel mondo dove io e te possiamo amarci senza temere
nulla.
Desidero
la tua presenza nelle fredde notti di inverno, quando non sei al mio
fianco.
Desidero
la tua presenza quando sono nelle sale di registrazione, quando non
sei al mio fianco.
Desidero
te, in tutto il tuo essere.
Desiderarti
fa male. Così male che ogni volta che ti penso e tu sei
lontano,
sento come un pugnale che mi squarcia le membra.
Ma
non posso fare a meno di te.
Se
come l'acqua di una fonte per un viandante nel deserto.
Anche
solo vederti da lontano mi dà la forza di continuare e di
vivere le
mie giornate.
Perché
lo so.
Un
giorno stare insieme, io e te.
E
nessuno allora ci potrà separare.
Fine
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