Dal presente
all’antico Egitto:
Kagome era
appena ritornata nella sua epoca, per prepararsi agli esami della terza
media
che minacciavano costantemente la sua serenità. Doveva
prepararsi bene e
prendere un voto alto, ma si rendeva conto che era molto svantaggiata
rispetto
ai suoi compagni per le numerose assenza fatte. Mentre faceva di corsa
il
tragitto verso casa continuava a pensare, demoralizzandosi sempre di
più e iniziando
a rassegnarsi all’idea di essere magari bocciata.
Appena
arrivata all’ingresso del tanto odiato edificio intravide le
sue tre amiche
Yuka, Eri e Ayumi. Quindi si avvicinò e le salutò
cordialmente.
“Da
quanto
tempo Kagome! Sei guarita dal Colpo della Strega? Eravamo talmente
preoccupate!”
Maledizione
al nonno e alle sue strambe malattie! Ogni volta la metteva in
difficoltà
raccontando in giro tutte queste bugie. Ma la cosa più
incredibile era che
tutti ci credevano!
“E-emh
si,
grazie per l’interessamento” rispose la ragazza,
cercando di essere più
convincente possibile. Mentire non era proprio il suo forte.
“Scusate
ragazze, ma come mai la scuola non apre e siamo tutti fuori? Se
arriviamo in
ritardo non riusciremo a fare l’esame in tempo”
“Kagome,
tu
ieri sei mancata e non sei aggiornata sulle attività
scolastiche. Oggi a scuola
c’è una vendita di beneficenza e i primi esami che
dovremo sostenere sono tutti
rimandati, ma ancora non si sa a quando”
Che
sfortuna, decisamente non stava andando tutto come sperava la ragazza.
Lei era
venuta solo per sostenere l’esame e adesso sarebbe ritornata
immediatamente
all’Epoca Sengoku, altrimenti poi chi avrebbe sentito
Inuyasha e le sue sgrida?
Però lui non sapeva del rinvio dell’esame
quindi… poteva concedersi una
meritata giornata di relax!
Aperti i
cancelli, tutti gli studenti iniziarono a correre a destra e a
sinistra,
curiosando fra le varie bancarelle allestite piene di oggetti. Ve ne
erano di
ogni genere, da quella che vendeva oggetti particolari a quella che
vendeva
vestiti e torte caratteristiche dei paesi vicini. Fu un vero paradiso
per tutte
le ragazze, mentre la stessa cosa non si può dire per tutti
i ragazzi. Alcuni
di loro infatti, annoiati e non sapendo che cosa fare, se ne andarono
in
palestra a fare un partita di pallavolo.
Yuka e Eri
svaligiarono completamente tutta la bancarella dei vestiti, non
sapendosi
decidere su cosa comprare e cosa non, mentre Ayumi preferì
di gran lunga
comprare qualche bel libro da leggere la sera, dato che i suoi li aveva
tutti
finiti e riletti parecchie volte.
“Kagome
come mai tu ancora non hai comprato niente?”
domandò
Eri all’amica pensierosa.
“Non
so, per ora non ho visto niente che mi attrae
particolarmente”.
Si avvicinarono
a molte altre bancarelle – alcune che vendevano
cose veramente orribili - . Ma Kagome era decisa a dare ugualmente il
suo
contributo per la beneficenza, avrebbe comprato anche solo un piccolo
oggetto.
Si avvicinarono
a una bancarella di gioielli, notando che ce
ne erano davvero di bellissimi.
Ayumi e Yuka si
comprarono un paio di anelli molto carini
mentre Eri acquistò una collana e un paio di orecchini
pendenti perfettamente
coordinati l’un l’altro. Kagome continuava a
guardare e riguardare, ma ancora
non si era convinta tanto su cosa prendere. Poi lo sguardo le cadde su
un
particolare braccialetto da cui pendevano delle perle color blu cobalto
e
bianche, alternandosi. Il ragazzo che stava gestendo la bancarella si
avvicinò
alla ragazza pensierosa, sperando che fosse interessata
all’oggetto: “Ti piace quel
braccialetto? Tu si che hai buon occhio!”
“Che
intendi dire?” chiese Kagome, incuriosita dalle parole
del ragazzo.
“Questo
braccialetto proviene dall’antico Egitto e si
racconta una leggenda legato alle bellissime perle che lo
caratterizzano”
“Che
genere di leggenda?”
“Pare
che ci si perda in quel blu cobalto così simile al
cielo più limpido e si ritorni con la mente proprio ai tempi
dello splendore
del popolo egiziano”.
Kagome alla
fine, convinta anche dalle sue amiche, decise di
acquistarlo. Se lo affibbiò al polso e soddisfatta
continuò il giro per la
scuola.
Girarono per ore
ed ore, guardando migliaia di cose e
incontrando molti studenti.
Passate vicino
alla palestra, dove si stavano svagando alcuni
ragazzi, incontrarono Hojo.
Kagome non aveva
proprio voglia di incontrarlo ma ormai non
faceva più in tempo ad andarsene, sarebbe stato molto
scortese farlo, quindi
optò per rimanere cercando di apparire il più
rilassata possibile.
“Salve
ragazze, Higurashi ci sei anche tu da quanto tempo!”
“Si
Hojo è proprio da tanto tempo che non ci vediamo! Come
va?” rispose la ragazza, cercando di far apparire convincente
il sorriso tirato
che aveva appena fatto.
“Va
tutto bene, tu invece sei guarita dalla Gotta?”
domandò
preoccupato.
“Scusa
Kagome, ma tu non avevi il Colpo della Strega?”
domandò insospettita Eri.
“Si ma
la Gotta mi è venuta dopo” mentii nuovamente.
“Povera
Kagome, sei proprio cagionevole di salute!”
esclamò
Ayumi, le faceva quasi pena la sua amica. Chissà come doveva
essere brutto per
lei rimanere sempre a casa, dolorante e malata… e mancare
sempre alle lezioni!
“Scusate
ragazze ma io adesso torno a casa, mi sento
leggermente stanca” cercò Kagome una scusa per
andarsene il prima possibile.
“Vuoi
già tornare a casa Kagome? Ma si può dire che sei
appena
arrivata!”
“Scusate
ancora, mi dispiace. Ci vediamo domani” sempre se
domani non si fosse trovata già a cercare frammenti della
Sfera dei Quattro
Spiriti…
Si
incamminò e fece la scalinata di corsa, sollevata di
essersi liberata della presenza seccante dei suoi compagni.
Entrò in casa
salutando la madre, il nonno e il fratellino Sota, che era rimasto a
casa a
causa della febbre che lo aveva colpito la notte scorsa.
Si tuffo
letteralmente nel suo letto comodissimo e, senza
nemmeno rendersene conto, si addormentò profondamente.
Quando la sera
giunse nuovamente si svegliò e preparò il suo
solito zaino giallo per la partenza.
Ci mise dentro i
suoi quaderni e i suoi libri di algebra e di
storia, avrebbe ripassato le materie durante qualche minuto libero,
numerose
pietanze confezionate chiamate da Shippo ‘Cibi
Ninja’ e qualche cosa uscita
fuori dalla cassetta del Pronto Soccorso.
“Mamma,
nonno, Sota io sto andando! Ci vediamo presto!”
La ragazza
salutò i suoi familiari affettuosamente, ogni
volta le dispiaceva lasciarli troppo presto, per poi afferrare il suo
zaino e
saltare dentro il solito Pozzo MangiaOssa.
Volteggiò
per pochi secondi nel vuoto, rilassata da tutte
quelle luci che la avvolgevano. Atterrò e uscì
dalla piccola struttura di
legno. Ma quando alzò il viso non si ritrovò nel
solito spazio verde e non si
trovò nemmeno davanti il bellissimo Dio Albero. Che cosa
stava succedendo? E,
cosa ancora più importante, dove si trovava?
Guardò
il terreno e solo adesso notò che aveva i piedi
poggiati sopra la sabbia.
Camminò
per dieci minuti sotto il luminoso cielo stellato,
fino a scorgere da molto lontano una Piramide.
Sbiancò
per qualche secondo: come diavolo aveva fatto a
ritrovarsi in Egitto?!
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