Solo suo
“Eccomi qui,” lo salutò Lily, chiedendo con un
cenno del capo il permesso di accomodarsi sul divanetto mezzo sfondato
del suo bilocale. “E dimmi, come stai?”
Remus, in piedi nel punto più distante possibile da lei, non si
mosse. Si premurò di rimanere inespressivo mentre gli
incantevoli occhi verdi della moglie del suo migliore amico lo
studiavano attentamente.
Remus aveva vent’anni, un cuore che batteva all’impazzata e
una paura folle di essere lì, solo con lei: non si era mai
sentito tanto spaventato in vita sua, neppure nei duelli con i
Mangiamorte. Perché ora sapeva che Sirius aveva capito…
Quando si decise a parlare, nulla nel timbro della sua voce
tradì le sue emozioni, era sempre stato bravissimo a farsi del
male soffocandole.
“Cosa fai qui, Lily?” le chiese rintanato nel suo angolo,
con lo spigolo di un pensile mezzo staccato dal muro che gli pungeva la
nuca.
“Sono venuta a vedere come stavi,” gli sorrise lei,
sistemandosi con noncuranza la gonna. “Quindi… come
stai?”
“Bene,” mentì lui con una disinvoltura forzata.
La sua bugia venne accolta con una smorfia. “Come sempre.”
“Esatto.”
Ora se ne sarebbe andata, sperò. Avrebbe potuto tornare a
respirare, a illudersi di essere al sicuro, a pregare che Sirius non
andasse a spifferare quello che aveva scoperto a James.
“Remus, tu rispondi sempre bene. Sempre. Pensi forse che io sia
stupida?” lo fissò con severità, gli occhi ridotti
a due fessure color smeraldo.
Lui, ipnotizzato e - se ne rendeva amaramente conto - con una faccia da
ebete, fece segno di no con la testa, grattandola contro
l’armadietto.
Lily trattenne le mani sui fianchi, addolcendo però la voce.
“Lascia che ti dia un consiglio: dovresti provare a comportanti
un po’ come James,” si lasciò scappare un risolino
imbarazzato. Si era appena tradita: davanti a loro fingeva ancora
fastido per i modi di fare del marito. “Intendo
dire…” si spiegò precipitosamente. “Attirare
l’attenzione può essere piacevole e liberatorio,
sai?”
Remus d’improvviso si sentì vent’anni più
vecchio di lei e la vide sotto una luce del tutto nuova. Cosa ne sapeva
Lily, del mondo degli adulti? Era sposata, orfana, e coinvolta in prima
persona in una guerra, ma la ricchezza di James le aveva permesso di
continuare a vivere senza l’assillo del cercare e mantenere un
lavoro. Di arrivare a fine mese con soldi a sufficienza per pagare
l’affitto e non dover fare altri buchi alla cintura. Poteva
vivere frequentando esclusivamente gli amici dell’Ordine, in quel
limbo protetto dove nessuno avrebbe mai osato mortificarla per il suo
stato di sangue.
Ma Remus era là fuori ogni giorno, e essere al centro
dell’attenzione era l’ultima cosa che desiderava; da quando
aveva lasciato la casa dei suoi genitori ne aveva attratta a
tonnellate. Ed era un’umiliazione continua.
Una fitta insopportabile al petto quasi gli strappò un gemito.
Se fino ad allora ce l’aveva fatta non era certo grazie alla
propria maturità, era James che gli permetteva di tirare avanti,
aiutandolo finanziariamente. James, a cui doveva tutto.
“James,” gli sfuggì detto. Si sentì parlare, e ne fu preso alla sprovvista.
“Esatto! Come James!” equivocò lei.
Quando pronunciava il suo nome era più bella che mai.
“Io non sono come James,” le rispose seccamente, scacciando
con rabbia l’immagine della propria mano affondata nei suoi
capelli di fuoco, una fantasia oscena sfuggita al suo controllo. James
era quanto di più caro avesse al mondo, e lo ringraziava
desiderando la sua donna. “Io sono un mostro.”
Lei non si scompose, sembrava preparata alla sua uscita.
“È questo che ti ha detto Sirius, io lo so,”
asserì, inclinando leggermente il capo su una spalla.
“Cosa?” vacillò lui, sorpreso.
Lily si alzò avvicinandosi a lui fino a violare la sua zona sicura e gli prese una mano tra le sue.
Remus reagì provando a indietreggiare, ma aveva già la
schiena al muro e il pensile lo obbligava a stare chino, come un
bambino messo all’angolo, in castigo.
Era quello l’amore? Se era così lui non lo voleva, era un sentimento sporco, doloroso e sbagliato. Da traditori.
“Va’ via, Lily,” la supplicò mentalmente,
incapace di parlare e desiderando più di ogni altra cosa al
mondo trattenere la propria mano tra le sue per sempre.
“So che tu e Sirius avete litigato. Io ho un po’…
«origliato» mi sembra una parola troppo forte. Diciamo che
passavo di lì… abitando nella casa dove voi stavate
discutendo, mi capita spesso.”
Remus non sorrise, aveva le gambe di gomma dal terrore. “No…” supplicò. Aveva sentito Sirius… sapeva…
“Se James scoprisse che non avete coinvolto anche lui nel litigio
metterebbe il muso per giorni,” sorrise, intenerita dal pensiero
di quel marito ancora tanto bambino.
Remus riprese il controllo del proprio corpo e cercò di
sottrarsi alla sua presa, un gesto che sembrò ferirla
profondamente.
“Non fare così, Remus,” lo pregò.
“Non dirmi cosa hai sentito, io… mi vergogno talmente…”
Le mani di lei non l’abbandonarono, ma fu come se Remus non
avesse parlato affatto. “Ho sentito Sirius dirti che sei un
mostro,” gli confidò, gli occhi fissi nei suoi umidi di
lacrime.
E lui rivisse la discussione che aveva avuto con Sirius nella mente:
“Lunastorta, tu stai facendo qualcosa di poco pulito, prova a
negarlo,” l’aveva preso in disparte dopo una serata in
compagnia di James, Lily e Peter, con una leggerezza insincera.
Remus aveva avuto un tuffo al cuore. Era da anni che provava qualcosa
per Lily, una cosa che non poteva permettersi di provare perché
era James quello che contava davvero, la cosa più importante.
Come aveva potuto Sirius intuire… si era illuso di essere bravo a nascondere quello che aveva nel cuore.
“Vuoi che menta?” gli aveva risposto, fissandosi i piedi
desiderando solo che Felpato gli desse quello che si meritava.
Sirius non aveva replicato, era stato il suo sguardo a parlare per lui: mostro! gli aveva urlato in faccia.
Uno sguardo che aveva imparato ad interpretare alla perfezione, tanto era elevata la frequenza con cui gli veniva rivolto.
Remus tornò al presente scuotendo il capo, deciso a difendere l’amico. “Non l’ha detto.”
Ora nella voce di Lily c’era solo compassione. “Ho visto
come ti ha guardato… Remus, ascoltami, io ti sono vicina.”
“Anche troppo!” sbottò bruscamente lui, alzando troppo la voce per difendersi.
“Remus!”
“Non ho bisogno del tuo aiuto, credimi.”
“Sono io che ho bisogno del tuo aiuto, vuoi negarmelo?”
Remus pensò che stesse cercando di raggirarlo, ma capì
che era sincera e di non poter negare nulla al suo splendido viso.
“No,” sospirò, pur desiderando che il muro che
bloccava la sua fuga lo inghiottisse.
“Anche mia sorella mi ha detto che ero un mostro, molti anni fa.
Eravamo alla stazione di King’s Cross, e stavo partendo per
raggiungere Hogwarts per la prima volta. Quando ci penso, sento ancora
male,” fece una pausa, stringendogli forte la mano inerme.
“So riconoscere quello sguardo e so quello che provi, Remus. Sono
certa che né Tunia, né Sirius… beh… tutti
possono sbagliare. Potrai mai perdonarlo?” concluse con la voce
incrinata dal doloroso ricordo.
“Non mi perdonerò mai,” sussurrò Remus,
odiandosi per il sollievo che stava provando: Lily non aveva capito
nulla.
“Remus, puoi ripetere? Non ho sentito,” gli venne chiesto con gentilezza.
“Tu hai perdonato tua sorella?”
Lily annuì con decisione. “Naturalmente.”
***
“Remus!” squittì Peter, voltandosi verso di lui.
“Tu non ci credi… Sirius non ti avrebbe detto che avevamo
cambiato programma?”
Remus d’improvviso comprese il suo sbaglio. Per quattordici anni
aveva creduto che Sirius l’avesse accusato di tradire James
amando di nascosto sua moglie, e invece… era un altro genere di
slealtà, quella di cui era stato sospettato. “Non se
avesse pensato che fossi io la spia, Peter. Suppongo che tu non me
l’abbia detto per questo, vero, Sirius?” disse in tono
noncurante, guardando al di sopra di Codaliscia le pareti della
Stamberga Strillante.
Aveva insegnato ad Hogwarts per quasi un anno intero senza avere mai il
coraggio di tornare in quel luogo dove aveva trascorso tante ore
felici, progettando nuove avventure assieme ai suoi amici.
Non si soffermò neppure per un secondo sul fatto che persino uno
di loro si fosse lasciato persuadere dai pregiudizi arrivando a pensare
tanto male di lui.
Perché Remus si sentiva colpevole anche se non aveva mai
sfiorato Lily, il suo ignobile peccato non era stato scoperto e lui ne
era felice. Quello che
provava per la madre di quel ragazzino che li stava fissando pieno
d’angoscia sarebbe rimasto solo suo per sempre, accompagnato
dalla certezza di essere indegno di amare e di essere amato.
Note:
Le battute di Remus e Peter nella
seconda parte della fanfiction sono riprese da “Harry Potter e il
prigioniero di Azkaban”
In questa fanfiction seguo il Canon:
la Rowling ha detto in alcune interviste che Remus da ragazzo era molto
preso da Lily e che non si era fatto avanti con lei solo per via di
James e che James, finché è stato in vita, ha sempre
aiutato finanziariamente Remus.
Ringrazio BadWolfTimeLord per il giudizio, che riporto qui sotto,
sperando di aver corretto tutti gli errori (ne dubito, ma va beh XD!)
Terza Classificata:
Solo suo di Fri
Grammatica: 10.5/15.
Stile: 13.5/15.
IC: 9.7/10.
Gradimento personale: 10/10.
Totale: 43.7/50.
Innanzitutto, l’idea di questa tua fanfiction mi è
piaciuta molto e mi è dispiaciuto di averci trovato parecchi
errori. Prima di tutto, ho trovato tre errori grammaticali,
probabilmente sviste sfuggite alla rilettura:
- Fastido invece di fastidio.
- Umilizione invece di umiliazione.
- Desidendo invece di desiderando.
Poi ho trovato King Cross invece di King’s Cross e un imperativo
sbagliato: va via, invece di va’ via. Nella frase stringendogli
forte la sua mano inerme, sua è di troppo; mentre in si era
appena tradita, davanti a loro fingeva ancora fastidio per i modi di
fare del marito al posto della virgola sarebbe meglio mettere un punto
e virgola o i due punti. Ho trovato molti errori simili a
quest’ultimo e ti consiglio di rileggere attentamente la storia
perché, mettendo le virgole al posto dei punti e virgole o dei
due punti, la frase perde praticamente il senso, alla fine. A parte la
grammatica e lo stile, la ff è pressoché perfetta. I tuoi
Remus e Lily mi sono sembrati abbastanza IC e la storia mi è
piaciuta davvero molto! :)
Mi dispiace molto che gli errori di punteggiatura e di grammatica ti abbiano penalizzata nel punteggio finale... :(
Brava, comunque! =)
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