Io e Fred riscendiamo le scale del
dormitorio solo dopo un
paio d’ore. Bhè? Avevamo tante cose da chiarire e
… tempo da recuperare e … oh,
insomma! Abbiamo fatto l’amore va bene?
Quando mano nella mano abbiamo
palesato la nostra presenza
in Sala Comune, lo spettacolo che si presentava ai nostri occhi era lo
stesso
che avevo immaginato di trovare.
Lisa andava avanti e indietro,
mangiucchiandosi quelle poche
unghie che le erano rimase e, ne sono certa, passando anche alle dita.
Frank
muoveva il capo stordito, seguendo ogni suo movimento. James
sonnecchiava
tranquillamente sulla poltrona davanti al camino, beccandosi di tanto
in tanto
le occhiatacce della sua isterica compagna.
Tossisco per richiamare la loro
attenzione e non appena ci
vedono, felici e soprattutto vicini, Lisa fa un balzo degno di una vera
atleta,
svegliando Jamie di soprassalto e correndo ad abbracciarmi. Dopo la sua
stretta
stritolante si avvicina a Fred, lui le sorride allargando le braccia,
sicuro
che avrebbe riservato a lui lo stesso trattamento. Povero illuso! Lisa
gli
molla un ceffone dietro la nuca, mantenendo comunque uno smagliante
sorriso sul
suo bel faccino.
James, finalmente sveglio, si
avvicina gongolando e sprecandosi
in qualche battuta sconcia sul nostro ritardo. Frank imita Lisa,
abbracciandomi,
ma allontanarmi improvvisamente alle parole di Fred.
“Ehi vacci piano!”
Mi volto a sincerarmi
dell’espressione di Fred, è
stranamente seria, ma qualcosa non mi quadra. Tutti restiamo in
silenzio,
attendendo una sua reazione. Pochi secondi dopo, i lineamenti del suo
viso
sembrano distendersi fino a che non scoppia in una sonora risata.
Restiamo
ancora impietriti ad osservarlo, rialza le mani scuotendo il capo.
“Scherzavo,
scherzavo!”
Frank gli si lancia addosso, e sono
scioccata nel vedere un
abbraccio del genere tra due ragazzi. Il concetto uomo/abbraccio non
era
qualcosa di doloroso? Difatti poco dopo si allontanano, limitandosi ad
una
pacca sulle spalle e cercando di ridarsi un contegno, tossicchiando e
borbottando qualcosa tra di loro.
La mia pelle sembra essere
l’unica cosa che impedisce al mio
corpo di esplodere dalla gioia. Salto addosso ad ognuno di loro, felice
che
tutto sia come prima, e in certi casi anche migliore.
“Nana, maledizione! Mi stai
soffocando!”
Credevate che ora che io e Fred
stiamo insieme, i suoi modi
fossero migliorati? Illusi !
***
La cena in Sala Grande non
è mai stata così buona. Mi
ingozzo fin quasi a soffocare, sotto lo sguardo disgustato di parecchi
bimbetti. Ecco mi ero chiesta dove fossero finite tutte quelle
occhiatacce che
erano soliti rivolgermi. Strizzo
l’occhio
ad uno primino che nel vedermi, impallidisce correndo il più
veloce possibile
al suo tavolo. Ah, quanto mi eravate mancati !
Mentre cerco di infilare nella mia
bocca oltre al pasticcio
di carne e le patate, anche qualche carota, una ragazza bionda alta
quasi
quanto Hagrid si avvicina al nostro tavolo. Si piega su Fred,
chiedendogli
qualcosa. Lisa mi molla un calcio sotto il tavolo, facendo strane
smorfie e
strani movimenti con la testa. E’ chiaro che mi indica la
bellona appena
arrivata.
“Oh, certo!”
Deglutisco a fatica, tossicchiando e
schiarendomi la voce.
“Ciao!”
Le sorrido, mostrando tutti i denti che posseggo. Lisa
sbuffa pestandomi il
piede, sussulto lanciandole un’occhiataccia. Non mi chiedeva
di essere educata
una volta tanto? A quanto pare no!
Un momento, questa qui sta facendo la
svenevole con il mio ragazzo!
“Ehi tu, fila via
… Fred è MIO!”
Annuisco soddisfatta, rialzandomi e
posando le mani sui
fianchi. Lisa allarga le braccia, improvvisando un gesto di vittoria,
Fred mi
strizza l’occhio, ridacchiando mentre la bambola babbana mi
fissa incredula,
prima di riposare nuovamente lo sguardo sul mio Weasley.
“E’ …
è vero?”
Si può sapere per quale
assurda ragione sembra tanto
sorpresa? Dovrei offendermi?
“Confermo ogni
parola!”
Fred si limita a sorriderle e ad
afferrare il mio braccio
per farmi risedere. La bellona va via ancora pietrificata, mentre in
Sala si
odono borbotti e risatine.
Liberandomi dalla stretta di
Fred,solo per ritornare ad
ingozzarmi allegramente, rialzo lo sguardo sul mio migliore amico,
seduto di
fronte a me. Frank fissa il tavolo dei Corvonero, poco distante dal
nostro. So
bene su chi è posata la sua attenzione e mai come ora sono
convinta di dover
fare qualcosa. Ehi,ehi… non ho intenzione di combinare guai
stavolta!
***
E così, come successe solo
pochi mesi fa, ho convinto i
Malandrini ma soprattutto un riluttante Paciock a seguirmi nei pressi
della
sala Comune dei RavenClaw. Questa volta non c’è
stato bisogno di sotterfugi
vari, Dominique ha accettato di vedere Frank e da lì a pochi
minuti sarebbe
uscita dal suo dormitorio.
“Ammettendo che io voglia
parlarle, avrei una domanda…”
“Ti
ascoltiamo…”
“Per quale assurda ragione
voi quattro dovete restarvene
nascosti qui dietro ad origliare?”
Noi tutti lo guardiamo stralunati,
come se avesse appena
detto la cosa più assurda di questo mondo, come se ci avesse
appena rivelato di
avere una tresca con la Cooman. Resta a fissarci per qualche altro
secondo, poi
scuote il capo, oramai rassegnato.
“A volte mi domando come mi
venga in mente di chiedervi
simili ovvietà…”
Sento un rumore, mi volto e noto il
passaggio alla Sala
Comune aprirsi. Afferro Frank, spingendolo in quella direzione mente
assieme
agli altri mi nascondo dietro il gargoyle. Inizio a mangiucchiarmi le
unghie,
leggermente nervosa. Fred mi prende la mano, stringendola tra le sue
mentre mi
volto, sorridendogli.
“Frank…”
“Dominique…”
Okay, conosciamo i vostri nomi, ora
potreste dire qualcosa
di più intelligente o vagamente sensato? Frank ha le mani
nelle tasche dei
pantaloni e probabilmente vuole apparire distaccato e annoiato, ma i
suoi
movimenti lo tradiscono. So che quando è nervoso inizia a
dondolarsi sui
talloni, o spostare il peso del suo corpo da un piede
all’altro. E’ un libro
aperto per noi tutti.
“Mi dispiace per la storia
di Corner, non solo per il
bacio…anche quando lo hai pestato a
sangue,bhè…sicuramente lo meritava! Quel
coso orripilante, quel viscido
vermicolo…quel…”
Sono sbalordita,questa dovrebbe
essere una sorta di
dichiarazione? Evidentemente quest’oggi i geni Delacour sono
andati dalla
manicure! Per la prima volta vedo in Dom tutte le caratteristiche che
accomunano i cugini Weasley. Le molteplici tonalità di rosso
che imporporano il
suo candido visino, lo sproloquiare senza senso, il balbettio.
“Questo è il mio
ultimo anno, il prossimo tu tornerai ad
Hogwarts senza di me… come posso fidarmi?”
“Puoi fidarti Frank! Io ti
amo, miseriaccia!”
Ha davvero detto quello che sembra
aver detto? Sposto lo
sguardo sul volto di Frank, sembra stia quasi per… per
ridere! E pochi secondi
dopo il mio sentore ha conferma. Scoppia in una risata cristallina,
lasciando
noi e la stessa Dominique decisamente esterrefatti.
Vedo la Corvonero sgranare gli occhi,
mordere furiosamente
le labbra per il nervoso, fino a voltarsi per andare via. Cosa che non
avviene
perché Frank le prende un polso, portandola tra le sue
braccia. Le sorride,
allontanando ogni segno di timore dalla sua espressione.
“Ho sempre desiderato una
simile dichiarazione da te,
Dominique Weasley…”
Lei si imbroncia, rendendosi conto
solo ora del suo
comportamento e se è possibile arrossisce ancora di
più prima di saltargli al
collo e baciarlo. Prima che la situazione degeneri in atti decisamente
poco
casti, usciamo dal nostro amato nascondiglio, tossicchiando. Nel
tentativo
rischio quasi di soffocare con la mia stessa saliva, ma qualche
colpetto sulle
spalle di Lisa mi riporta in vita.
Sorrido ai due piccioncini, Frank
ricambia, mimando un
‘grazie’ con le labbra, mentre Dom fissa ognuno di
noi, chiedendosi sicuramente
cosa diavolo ci facciamo lì. Non le do tempo di ponderare
sulle possibili
ipotesi, le salto addosso, abbracciandola.
“Da quel che
sembra… siamo una famiglia ora…”
Mi volto a guardare James che sorride
compiaciuto, mentre il
suo sguardo si sposta sui suoi amici. Dominique sembra perplessa,
così suo
cugino continua.
“Bhè…
prima io e Lisa, tu e Frank e anche questi qui si sono
decisi a darsi una mossa…”
Mi gratto la nuca imbarazzata, sotto
lo sguardo esterrefatto
di Dominique. Stavolta è lei a saltarmi addosso ed io resto
scioccata. Una cosa
che l’accomunava col mio Fred era la totale mancanza di
dimostrazioni di
affetto. E una nuova convinzione si fa spazio dentro di me, il ghiaccio
che
avvolgeva la sua persona si è finalmente sciolto.
Rientrando saltellante e allegra alla
Torre di Grifondoro,
vedo qualcuno avvinghiato dietro una colonna. Una persona normale
continuerebbe
a camminare, mostrando un minimo di discrezione. Ecco, una persona
normale, non
io! Mi avvicino, sbirciando meglio la coppietta e quel che appurano i
miei
occhi mi lascia decisamente esterrefatta. E’ Rose Weasley
quella che mangia la
faccia di Scorpius Malfoy?
Ora lo so, le mie preghiere sono
state esaudite!
Merlino,
Morgana, Tolomeo e Paracelso, ma soprattutto quel sant’uomo
di Silente mi hanno
ascoltata!
***
Sono letteralmente spaparanzata sul
letto di Fred,
trasandata come mio solito e con addosso una divisa che sembra essere
appena
uscita da una battaglia con l’estinto Sig. Riddle. Fred
è al mio fianco e
giocherella distrattamente con la sua bacchetta. Adoro questa quiete,
questo
senso di benessere che mi avvolge solo standogli accanto.
All’improvviso Fred balza
in piedi, guardandomi un istante e
affrettandosi a prendere qualcosa da sotto il letto. Mi metto a sedere,
osservando curiosa i suoi gesti. Sbuca fuori dopo qualche secondo, tra
le mani
qualcosa di mio, qualcosa che pensavo di aver perso tempo fa e che
nemmeno nei
posti più bui della mia camera ero riuscita a scovare.
“L’avevi lasciato
alla Torre, quella sera ce l’avevi così
tanto con me che probabilmente avresti dimenticato anche qualche arto,
se non
fosse saldamente attaccato al tuo corpo…”
Sbatto le palpebre più
volte, sorpresa ma allo stesso tempo
felice di aver ritrovato il mio adorato ‘pinguino’.
Già, era questo che avevo
perso, questo che avrei voluto riavere più di ogni altra
cosa. Per me aveva un
significato quell’animalaccio di pezza. Allungo una mano per
afferrarlo, ma
Fred lo allontana
prontamente.
“Ora non credo ti serva
più… hai trovato il tuo pinguino in
carne e ossa o sbaglio?”
Inarca un sopracciglio, ghignando. Mi
sorride, sicuro di se
ed estremamente compiaciuto. Arriccio il naso, storcendo la bocca e
sgraffignando il peluche dalle sue manacce.
“Non si sa mai…
nel dubbio, lo tengo! ”
Lo stringo tra le mie braccia come se
fosse un vero
animaletto, coccolandolo con una dolcezza che riservo a pochi. Ripenso
a tutte
le volte che ho pianto, abbracciandolo fino ad addormentarti esausta.
Si, è stato
un buon amico.
“Mh… ora
dovremmo concordare sul fatto che il suo ruolo è
cambiato… non più un sostituto, ma un
pegno… un segno di quello che provo per
te…”
Distoglie lo sguardo, grattandosi la
nuca. Ha ancora qualche
problemino ad esternare i suoi sentimenti, ma io lo preferisco a questo
modo:
impacciato e adorabile. Annuisco,
soffermandomi a scrutare il peluche e rialzandolo quel poco
perché anche lui
possa farlo.
“In effetti ti somiglia
anche…”
Fa una smorfia, cercando di assumere
un’espressione altezzosa.
Gli do un buffetto, sorridendogli prima che lui prenda il mio viso tra
le mani
e mi baci. Brividi, fremiti, tutte le volte che le sue labbra sfiorano
le mie,
sembra che il mio corpo voglia esplodere. Tanta è la gioia,
l’eccitazione,
l’amore che provo per lui.
E non mi preoccupo che le mie mani
sudino, che il mio cuore
batta tanto forte da sembrare che voglia uscirmi dal petto. Non mi
importa
della goffaggine o del rossore che si impossessa del mio viso, non mi
chiedo se
ciò mi rende felice o meno, perché so che lo
sono. Come tempo fa lui stesso ammise,
lui è la mia certezza.
***
Aprile era finito, così
come anche il mese dopo e quello
dopo ancora. Giorni spensierati si erano susseguiti, tra studio matto e disperatissimo e una buona dose
di malandrinate. E ora, la sera prima del nostro ritorno a casa,
abbiamo deciso
di dare il nostro addio ad Hogwarts a modo nostro.
Io e Lisa siamo sgattaiolate
nell’ufficio del vecchio
custode,e protette dal caro vecchio mantello, siamo riuscite a
recuperare
quello che desideravamo. Con in mano vecchi fascicoli che hanno visto
le nostre
imprese dal primo giorno qui al castello, ci siamo ritrovati ai piedi
del
Platano Picchiatore, il nostro umile rifugio.
Lo è sempre stato, dal
nostro primo anno. Forse perché
richiamava un legame con quelli che furono i veri Malandrini, forse
perché nessuno
osava avvicinarsi, o forse perché ci eravamo sempre sentiti
come quel vecchio
albero: diversi, ma unici. Fatto sta che una volta trovato, non
l’abbiamo più
lasciato andare.
“Ehi, vi ricordate quando
prima di addomesticarlo con un
incanto ‘Immobilus’, Frank fu scaraventato da
un ramo per decine e decine di metri?”
“O quella volta che
dimenticammo di
incantarlo e ci ritrovammo a correre e
saltare come matti per evitare la sua furia?”
“Fu uno spasso!”
Forse fui l’unica a
pensarlo all’epoca. Ma allora come ora,
non c’è una sola nostra impresa, che non considero
entusiasmante. Se tornassi
indietro rifarei tutto allo stesso modo, e non m’importerebbe
delle centinaia
di punizioni che abbiamo scontato, delle migliaia di trofei che abbiamo
lucidato o delle numerose lavate di testa della McGranitt.
Siamo seduti in circolo, gambe
incrociate e un sorriso
nostalgico su i nostri volti. Qui in questa notte, illuminata soltanto
da
alcune stelle e una pallida luna, leggiamo a voce alta quelle che
furono le
nostre malandrinate e le relative punizioni, impresse nei registri de
vecchio
custode. Poverino, quanto l’abbiamo fatto penare!
“Oh, ricordo! Successe al
terzo anno, quando lanciammo
caccobombe sui primini di Serpeverde!”
“Leggete qui… al
nostro quinto anno, quando rifilammo del
torrone sanguinolento ai giocatori di Quidditch avversari…
che scena orribile!”
“Guardate… sesto
anno, immergemmo l’aula di Trasfigurazione
nella più profumata
delle paludi!”
“Quello fu un
incidente!”
“Oh, Frank fosti
geniale!”
“Questa non la
ricordavo… primo anno,offrimmo del the nelle
tazze mordinaso al vecchio Lumacorno!”
“Eravamo terrificanti
già ad undici anni?”
Lisa fissa ognuno di noi con
espressione perplessa. Le
sorrido, strizzandole l’occhio.
“Tesoro, l’idea
l’avesti proprio tu!”
Sgrana gli occhi, arrossendo
pericolosamente prima di
scoppiare a ridere, subito seguita da tutti noi.
I miei occhi si posano su ognuno dei
miei migliori amici. Su
James, che quel lontano giorno mi colpì con la sua pallina
rossa e oro, e mai
dolore fu più bello. Il ragazzo innamorato, il ragazzo
protettivo e scalmanato.
Su Lisa, la mia compagna, la mia
confidente, la mia
coscienza. La ragazza capace di lanciarti una fattura orcovolante col
più
mieloso dei sorrisi.
Su Frank, il mio cucciolo peluchioso,
la mia spalla, il mio
sostegno.
Su Fred, il mio Fred. Ancora ho
qualche istinto omicida
verso di lui, dopo tutto quello che mi ha fatto penare, credo sia il
minimo!
Eppure mi basta stringergli la mano per sapere che mai la
lascerà, che mai
permetterà che io cada in quel famoso burrone.
***
E così quella fu la nostra
ultima notte ad Hogwarts, le
ultime ore che avremmo potuto trascorrere nel luogo che aveva visto
nascere la
nostra amicizia. Restammo tutta la notte a ridere, prenderci in giro, e
ricordare. Rammentare quelli che eravamo stati,quello che ci aveva
uniti e che
sapevamo, mai ci avrebbe visti lontani.
Quelle vecchie mura avevano rivisto
dopo anni, cinque
ragazzi che percorrevano di corsa gli affollati corridoi, sempre in
ritardo.
Cinque ragazzi che in Sala Grande si ingozzavano ad ogni pasto, che si
rallegravano se una pozione esplodesse, o se una trasfigurazione
riuscisse
decisamente male. Cinque ragazzi per niente affidabili, cinque
perditempo,
cinque teste calde.
Ma Hogwarts aveva visto anche cinque
amici che rendevano la
risata dell’altro più forte, i sorrisi
più abbaglianti e la vita migliore. E’
questo che ognuno di loro ha fatto per me, hanno reso la mia esistenza
meravigliosa per il semplice fatto di essermi accanto.
Una scritta incidemmo sul vecchio
tronco quella sera, le
nostre iniziali,quelli che eravamo. E una frase che ci aveva
accompagnato per
sette lunghi anni.
Fatto il
Misfatto.
Si, il misfatto era stato compiuto,
ed è stato il crimine
più bello che potessi immaginare di fare.
E così dopo sette anni di
convivenza, all’inizio di
un’estate ancora spruzzata di ricordi, la
nostra storia finì.
Eccoci qui, alla fine di questa fanfic. Una storia
che mi ha coinvolto,
a cui tengo particolarmente.
E mi auguro che anche quest’ultimo
capitolo sia stato di vostro
gradimento!
Capitolo che dedico ad Eveine, nora_ che mi hanno
seguito dall’inizio.
Ma anche a nan96, a probabilidad, a Isis13 che
l’hanno fatto in
seguito.
E a coloro che l’hanno preferita,
ricordata, seguita!
E mi raccomando, non dimenticatevi di quella pazza
di Samaire
Jordan! xD
Vi abbraccio ragazze!
;)
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