Lo sapevi che le stelle erano fatte di ceralacca?
You
could be my unintended
Choice
to live my life extended
You
could be the one I'll always love.
Unintended - Muse
Si diceva che nulla era impossibile se
si lavorava in un circo. Non che Eve potesse esserne certa, dato che
non era
una circense, ma illudersi che fosse possibile non le dispiaceva
affatto. Per
questo passava intere giornate in compagnia di quel mondo. Sin da
bambina,
quando i genitori la portavano con entusiasmo, lei si emozionava, gli
occhi
iniziavano a brillare, e il suono della sua risata ricopriva
l’intero universo.
Poi da quando quel luogo magico li
aveva fatti incontrare, chi
poteva più farne a meno.
Si erano incontrati come si incontrano
due comete di orbite
opposte, c’è chi lo avrebbe chiamato incontro
fortunato, chi, invece, destino.
“Lo sapevi che i pianeti
erano fatti di
ceralacca?”
Eve si era voltata,e scontrandosi con
due intensi occhi cerulei,
sorrise. “Non vorrei sbagliarmi, ma non era la luna,
quella?” Gli aveva chiesto
mostrandole una schiera di denti bianchi e perfetti.
Il ragazzo scosse la testa,
“no, la luna è fatta di formaggio, i
pianeti,invece, sono fatti di ceralacca.”
Eve lo guardò. La pelle
rifletteva i suoi sogni, le labbra i suoi
desideri.
“Ti piacce lo zucchero
filato?” gli aveva chiesto senza smettere
mai di guardarlo.
“Si.”
Eve lo prese per mano, creando un
meccanismo chimico sulla
superficie della loro pelle.
“Lo hai un nome
astronauta?” Gli aveva chiesto mentre conficcava
un dito nella sostanza rosa e appiccicosa.
Eve pensò di essersi persa
e nel frattempo ricomparsa. Lui aveva gli
occhi grandi, occhi che la perforavano da parte a parte.
“Robert.”
“Evelyn.”
Si presentarono con le mani sporche di
dolci speranze, rimanendo
appiccicati per tutto il resto della serata, e non solo a causa dello
zucchero
filato rimasto tra le loro dita.
Come il bastoncino dello zucchero
filato, Eve aveva conservato
ogni cosa dei loro incontri
Lui aveva un bel nome, anche se per
Eve troppo lungo, così
preferiva chiamarlo Rob.
Eve e Rob.
Rob e Eve.
Rob con la testa troppo in alto, sopra
le nuvole, tra le galassie
e le asteroidi.
Rob con i capelli arruffati e le mani
al vento, mentre invocava la
pioggia danzando come un pellerossa, anche se di rosso aveva poco e
niente.
Rob con la bocca che profumava di
nicotina, mentre sputava parole
da acciuffare come farfalle.
Rob con indosso una vecchia camicia a
quadri bianca e nera e nelle
mani una sigaretta ormai consumata.
Rob con la testa ancora di un ventenne
piena di sogni e di
aspettative.
Rob che non aveva voglia di crescere,
l’eterno bambino.
Rob che poteva ancora fare tardi il
sabato sera, con la bocca che
sapeva di Foster’s e Chesterfield.
Rob che quando vide Eve smise di
cantare insieme al suo gruppi di
amici.
Rob che le si avvicinò con
le mani che sudavano come un
adolescente alle prime armi, porgendole un sorriso che non le avrebbe
mai fatto
pagare.
Rob che ancora credeva si trattasse di
un
gioco.
Rob che fece un provino.
Rob che venne preso in quel provino.
Rob che dovette volare in America.
Rob il
grande attore.
Rob che
senza mai rendersene conto una stella lo era sempre stato.
“Rob quando arriverai sul
palco, con in mano una statuetta d’oro
massiccio e le gambe molli come un moccioso, voglio che tutto
ciò che dirai
sarà solo il mio nome.”Rideva la dolce Eve,
spensierata e felice per il suo
innamorato.
Chi sa che fortuna, pensava, avere un
fidanzato tra le stelle di Hollywood, con addosso sempre abiti firmati
e nel
cellulare il numero di Orlando Bloom.
Rob la guardò, perdendosi
in tutta
quella bellezza. Il corpo esile e bianco,come la panna montata, si
nascondeva
dietro la sua maglia taglia 44 dei Rolling Stone, che sapeva ancora di
quel concerto
visto insieme. Rob cercò di acciuffarla, ma lei sembrava un
grillo saltellante.
I capelli si muovevano a ritmo di una
musica immaginaria e teneva
il sorriso rivolto al sole.
Quando riuscì a prenderla,
la strinse forte tra le sue braccia.
“Allora farò
scena muta, perché non voglio condividere niente di
te, con nessuno, mia piccola Eve. Neppure il tuo nome.”
Quello che accadde dopo quella
dichiarazione rimase segreto tra le
mura di quella piccola stanza. Però ancora oggi, a distanza
di anni, le pareti
profumano del loro amore.
Eve che era il sole e la pioggia.
Eve che era una bugia e una
verità perfetta.
Eve che era tutto ciò che
Rob desiderava di più nella vita.
Eve che quando incontrò Rob divenne la forza gravitazionale
che lo manteneva in vita.
Eve
che credeva fermamente nelle capacità del suo Rob.
Eve
che in tutti quei mesi passati lontano da lui, non aveva mai
creduto alle parole che le gettavano addosso.
Eve che non leggeva i giornali.
Eve che odiava i saloni di manicure e
le vecchiette alle fermate
del bus.
Eve che lo aspettava.
Eve che sapeva di averlo perso per
sempre.
Eve che come la cometa Biela fu vista
rompersi in due pazzi,
quando Rob non pronunciò più il suo nome.
Scritta
di getto, con ancora la bocca che sa di fragole e coca cola.
Rob e Eve, due anime strappate. Una storia d'amore. Una storia
straziante.
Un pò come chi l'ha scritta.
Vi chiedo scusa, non sarà nulla di chè, ma mi
nasce dal cuore. Da dentro le viscere, forse un pò troppo
lontana dalla realtà, ma mia.
Questa storia parla del mio Rob. Si, qui sarà il mio. Dove
fuori non potrà mai esserlo.
Sophie.
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