Tokyo Love1
I. L'incontro
Hinata Hyuuga stava uscendo da scuola un pomeriggio di Novembre.
Non ne poteva più: tutti in classe erano sgarbati con lei e si comportavano come se non esistesse.
Si fece largo fra la solita orda di studenti che si forma davanti
all'uscio della scuola chiedendo permesso, ma ovviamente senza essere
ascoltata. Un ragazzo grande e grosso la spintonò per uscire,
Hinata per poco non cadde. Uscita dalla massa con molta pazienza, una
ragazza che stava fumando alla sua destra le schiacciò la
sigaretta sulla mano, Hinata trattenne un urlo.
Certo, non l'aveva fatto apposta, ma poteva chiedere scusa.
Hinata era uscita dal cancello della scuola e si stava avviando alla
fermata della metropolitana con le lacrime agli occhi per via della
ferita che le bruciava sul dorso della mano. Si stava chiedendo
seriamente: "Sto davvero diventando invisibile?". Certo, non era una
ragazza che salta molto agli occhi: era timida e stava spesso per i
fatti suoi, in più era molto fragile.
Era arrivata sulla strada dove c'era l'ingresso della metro, quando
qualcuno da dietro le venne addosso. Hinata cadde in avanti
sbucciandosi le ginocchia, si guardò intorno e vide che la sua
cartellina si era aperta e i libri si erano sparsi per tutto il
marciapiede. Alzò lo sguardo e vide un ragazzo che guardava in
giro con aria frastornata.
Questo era troppo per lei, perchè tutti la maltrattavano senza un minimo di rispetto?
Si mise in ginocchio faticosamente e con le lacrime che le scendevano
lungo le guance urlò per la prima volta: -Ehi tu! Brutto mal...-
non fece in tempo a finire la frase che il ragazzo le si
precipitò addosso: -Oddio! Scusami!- disse preoccupato. Le
prese gentilmente la mano e l'aiutò ad alzarsi. -Scusami
davvero!- continuò lui -Stavo andando di fretta, non ti avevo
vista! Stai bene?-
Hinata era confusa e stupita dalla reazione del ragazzo. Lo
guardò meglio: era alto coi capelli castani un po' mossi, doveva
avere circa la sua età, e aveva dei bellissimi occhi scuri.
Hinata arrossì e rispose timidamente di sì.
La mano destra le bruciava, le ginocchia sanguinanti le facevano un
male cane, ma l'unica cosa che riusciva a sentire in quel momento era
il suo cuore che le batteva a mille nel petto.
Il ragazzo iniziò a raccogliere i libri caduti per terra. -Sono tuoi questi, vero?- le chiese.
-Sisì, ma lascia... faccio io!- rispose la ragazza ancora un po' stupita.
-Ma figurati, è il minimo che possa fare1- guardò le
ginocchia di Hinata -Dovresti metterci dei cerotti prima che le ferite
facciano infezione.-
Lei si fissò le ginocchia poi si asciugò le lacrime -Non ne ho qui con me.-
Il ragazzo finì di raccogliere i libri e li porse alla ragazza, la quale si affrettò a rimetterli nella cartella.
-Forse ne ho un paio io- disse frugando nella tracolla.
-Ma no! Non ce n'è bisogno! Poi stavi andando di fretta, io...-
-Ormai l'autobus è passato- la interruppe. Non sembrava tanto dispiaciuto, ma Hinata si sentiva un po' in colpa.
-Dai siediti.-
Hinata si sedette su una panchina lì di fianco, il ragazzo si
mise accanto a lei e le diede due cerotti, di quelli da farmacia.
-G-grazie- disse arrossendo.
Il ragazzo le sorrise.
-Ti chiami Hinata Hyuuga, vero?-
-Come fai a saperlo?- disse lei urlando un pochino.
-L'ho letto sull'etichetta dei libri!-
Ci fu un attimo di silenzio.
-Mi chiamo Kiba Inuzuka.- disse il ragazzo tendendole la mano destra.
Hinata guardò la sua mano, esitò un attimo, poi la strinse gentilmente.
-Piacere.-.
-Vai a scuola qui vicino?- le chiese Kiba.
-Vado al liceo Seiren.- rispose Hinata.
-Che coincidenza, anch'io!-
Il ragazzo le sorrise amichevolmente e Hinata rispose al sorriso abbassando lo sguardo.
-In che classe vai?-
-Io...-
-Scusa, ti sto riempendo di domande! é nella mia natura, sono molto curioso...-
-E sei anche un gran chiacchierone!- lo interruppe dolcemente la ragazza -Io faccio la prima B. E tu?-
-Io la prima D! Quindi abbiamo la stessa età!- esclamò
Kiba, contento perchè finalmente gli aveva fatto una domanda.
Hinata guardò il suo orologio al polso: era tardissimo!
-Ora scusa, ma devo correre! La metro passa fra cinque minuti!- disse la ragazza alzandosi.
-Tranquilla, vai pure! Spero di rivederti presto, Hinata!-
Lei arrossì.
-Lo stesso vale per me!-
Si salutarono con la mano e andarono ognuno per la propria strada.
Hinata scese di fretta le scale, passò l'abbonamento e corse
fino al binario 4. Per fortuna la metropolitana stava arrivando in quel
momento e la ragazza la riuscì a prendere. Fece qualche passo
finchè non trovò un sedile libero vicino al finestrino.
Finalmente seduta si scostò i lunghi capelli mori e si mise le
cuffie dell'iPod. Guardando fuori dal finestrino e ascoltando la musica
pensava a Kiba e al loro incontro e si chiedeva se l'avrebbe mai
rincontrato.
Hinata non era più triste e pensò: "In fondo anche una
bella giornata che è iniziata male, può trasformarsi in
una bella giornata.".
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