f
Not
a fairytale
C'era
una volta, in un paese molto lontano, un bellissimo principe..
Sarebbe
iniziata così la storia se fosse stata una bellissima fiaba a lieto
fine, ma purtroppo questa è soltanto la vita. La mia vita.
Descriverò
la dura realtà, parlerò di assassinii, di incantesimi e
maledizioni, vi racconterò di come sono arrivato dove sono adesso.
Prendete
il vostro tempo, riflettete, siete ancora in tempo per non ascoltare
la mia non-fiaba.
Il
sole era da poco sorto quando mi svegliai, feci per alzarmi ma subito
avvertì un gran mal di testa, ci rinunciai.
Mi
guardai intorno pigramente, ero nella mia stanza, anche se non
ricordavo molto di come c'ero arrivato.
Quella
notte avevo bevuto più del solito, per festeggiare l'ennesimo
attacco ben riuscito ai danni degli stupidi Auror.
Un
respiro s'insinuò nei miei pensieri e, con mia grande irritazione,
notai di non essere solo nella stanza, accanto a me dormiva
beatamente Pansy Parkinson.
Merlino,
devo aver bevuto veramente tanto per essere riuscito a farmela..
pensai con disgusto.
Pansy
non era esattamente il mio ideale di donna, graziosa si, ma
appiccicosa, invadente, irrimediabilmente stupida e disperatamente
innamorata di me.
Non
avevo mai conosciuto una persona con meno amor proprio, mi era
assolutamente indifferente, glielo dimostravo sempre, eppure lei non
riusciva a non amarmi. Patetica.
La
scossi bruscamente -vattene, non so nemmeno cosa ci fai qui-, le
dissi quando lei aprì gli occhi.
-Buongiorno
Draco..- mi sorrise.
-Non
hai sentito ciò che ti ho appena detto?-
-Si,
ho sentito-
-E
allora cosa ci fai ancora qui?-
Lei
mi sorrise di nuovo -voglio stare con te ancora un po'..-
C'era
da ammettere però che mi stupiva sempre, quando pensavo di aver
capito i livelli della sua stupidità, lei li superava.
-Vattene
Pansy, non mi interessa cosa vuoi- mi alzai di scatto per evitare un
suo imminente abbraccio, la testa mi sembrò voler scoppiare, la
maledì ad alta voce.
-Quando
esco dal bagno non voglio trovarti ancora qui- le enunciai a denti
stretti e mi diressi verso il bagno.
Mi
infilai sotto la doccia, l'acqua calda mi diede un po' di sollievo e
mi tolse lo sgradevole odore della ragazza.
Mi
frizionai i capelli e avvolsi un asciugamano intorno ai miei fianchi,
mi guardai allo specchio.
Merlino,
quanto sono fico..
Quando
tornai in camera la trovai ancora lì, m'irritai -non ti avevo detto
di andartene?!- mi avvicinai alla cassettiera e iniziai a vestirmi.
Sentivo
il suo sguardo languido seguire con interesse ogni mio movimento, non
mi rispose, sembrava incantata.
Risi
di lei.
-Ti
piace quel che vedi, vero? Beh, mi dispiace Pansy, ma questa è la
prima e l'ultima volta.. non ho intenzione di sprecare tempo con una
sciocca come te- nessuna risposta -sei anche sorda oltre a essere
stupida?!-
-Draco,
sapessi quanto ti amo..- era ancora incantata.
Stufo
presi il suo straccetto di Valentino che trovai per terra e glielo
lanciai -non è un problema mio. Vattene.-
Sull'orlo
delle lacrime, lei si rivestì e dopo un'ultima occhiata speranzosa
nella mia direzione se ne andò.
Finalmente.
Scesi
a fare colazione e presi una pozione contro gli effetti del
dopo-sbornia.
Controllai
l'orologio, le dieci e venti. Ero in ritardo, quell'oca mi aveva
fatto perdere del tempo prezioso.
Mi
smaterializzai.
Apparì
davanti a un grosso portone scuro, disegni di serpenti di ottone
erano incisi nel legno, bussai tre volte.
Un
energumeno mi aprì e s'inchinò, -Buongiorno Signor Malfoy-
Non
gli risposi nemmeno, la feccia come lui non meritava neanche un mio
sguardo, quindi lo superai e mi diressi nella sala delle riunioni,
dove sapevo di essere atteso.
La
stanza era semivuota, potevano esserci al massimo dodici o tredici
persone in piedi, solo la ristretta cerchia dei più fedeli era
ammessa a quelle riunioni, e qualche gradino più in alto, seduto su
di un grosso trono c'era lui.
-Mio
Signore- mi inchinai quando lo raggiunsi.
-Draco,
mio diletto, infine sei arrivato-
-Perdonate
il mio ritardo, sono stato trattenuto-
-Scuse
accettate- mi disse e poi guardò tutti gli altri -possiamo iniziare
la nostra riunione adesso-
Quasi
sorrisi, ero orgoglioso, a soli ventun anni ero il Braccio Destro di
Lord Voldemort e suo Altissimo Consigliere. Nessuna assemblea veniva
aperta senza di me.
-Ho
intenzione di sferrare un nuovo attacco- annunciò l'Oscuro Signore
dopo averci dato il benvenuto, ed essersi complimentato con noi per
il nostro recente successo.
-Mio
Signore, abbiamo già molto potere e molti consensi, gli Auror sono
distrutti per la morte di Malocchio Moody.. non credo che dovremmo
sfidare.. - iniziò Theodore Nott.
-Io
invece penso che sia il momento giusto proprio per questa ragione- lo
interruppi freddamente.
Odiavo
quel ragazzo, era stato un mio compagno di scuola ai tempi di
Hogwarts, avevo sempre odiato il suo atteggiamento pavido e
previdente.
-Come
ha detto Nott- continuai gettandogli un'occhiata e notando con mia
enorme soddisfazione che mi stava fulminando, -gli Auror sono
demoralizzati, tante morti in poco tempo, sono deboli.. persino
Potter lo è-
Era
vero, dalla morte del suo migliore amico, tale Ron Weasley, avvenuta
quattro anni prima, Harry Potter non era stato più lo stesso.
Sorrisi,
quel Weasley.. mi dispiaceva che fosse morto soltanto perchè non
avevo potuto ammazzarlo io.
-Draco
ha ragione, non dovremmo fermarci proprio adesso- intervenne mia zia
Bellatrix.
-Cosa
proponi?- Voldemort guardava me. Tutti guardavano me.
Ma
d'altronde come biasimarli? Ero il miglior stratega del mondo.
In
un paio di minuti formulai un piano, -diciamo alla nostra spia di
riferire ai nostri nemici che forse attaccheremo il British Museum
con cinquanta uomini..-
-E
invece?- domandò Nott.
Non
lo guardai nemmeno -lo attaccheremo davvero, ma porteremo con noi
trecento uomini..-
-Ma
è un suicidio!- protestò ancora il mio ex compagno di scuola.
-No,
è una trappola per topi- lo guardai con soddisfazione, mentre il
nostro Signore Oscuro annuiva -faremo attendere dentro il numero
stabilito, non appena arriveranno gli Auror faremo entrare gli altri
duecentocinquanta-.
-Eccellente
piano, come al solito.. semplice ma perfetto- lui si
complimentò con me e io mi inchinai.
-Ma
così facendo gli Auror non permetteranno l'entrata ai babbani, ergo
nessun babbano da trucidare- si lagnò zia Bella.
-Preferisco
uccidere un Auror che dieci babbani- le risposi.
-Mio
Signore, io non sono d'accordo, penso che..-
-Nessuno
ti vuole qui per pensare Nott, sei qui per eseguire gli Ordini e per
ammazzare chi ti è stato indicato- lo interruppi ancora una volta.
-Malfoy,
non stavo parlando con te!-
-Stavi
parlando in mia presenza quindi ero incluso nella conversazione.. e
comunque ho il dovere di zittirti per risparmiare al nostro Lord le
tue sciocchezze-
-Come
osi..!- il suo viso era diventato paonazzo.
-Basta
litigare! Seguiremo il piano di Draco, l'attacco si terrà domani
alle sette.. scegli tu gli uomini da portare, hai carta bianca,
Draco-
-Come
volete, Signore- mi inchinai ancora una volta.
-Adesso
andate, sono stanco-
Con
una riverenza ci congedammo da lui e io mi smaterializzai nel mio
studio per organizzare meglio il piano.
L'indomani
sarebbe stato un giorno da ricordare.
Il
giorno dopo mi svegliai tardi, avevo finito di contattare gli uomini,
decidere le postazioni ecc ecc, molto tardi la sera prima, e avevo
avuto bisogno di riposare molto.
“Un
guerriero stanco è un guerriero morto”, questo era ciò che
ripeteva sempre mio padre.
Il
mio lavoro non perdona..
Verso
le quattro mi recai in borghese nella Londra babbana, vicino al luogo
dell'attacco, per controllare se avevo calcolato tutto per il meglio.
Stavo
contando la distanza tra le finestre, quando quasi inciampai su
qualcosa, non caddi soltanto grazie ai miei eccezionali riflessi
felini.
Guardai
l'ostacolo sul mio cammino, ostacolo che avrei giurato fino a pochi
secondi prima non c'era.
Era
una donna, o meglio una vecchia stracciona, mi allontanai
immediatamente da lei, disgustato.
-Cosa
fai nel mio cammino, vecchia?-
-La
prego Signore, faccia la carità..-
-Mi
hai fatto quasi cadere con quel tuo sudiciume, immonda creatura- la
osservai.
Era
seduta sulle ginocchia, era tutta sporca e aveva una grossa gobba, un
occhio di vetro e radi capelli grigi.
Vestita
con un vecchio maglione verde strappato e un paio di pantaloni
marroni rattoppati, l'unica cosa che mi colpì della sua immagine fu
ciò che teneva in mano, un bocciolo di rosa rossa con pochissimi
petali.
-La
prego mi doni qualcosa, in cambio le regalerò questa rosa..-
supplicò ancora.
-E
cosa dovrei farci con una stupida rosa sciupata?!- la derisi.
-Tutto
ciò che vuole, è magica- insistette quella.
Io
mi irritai, come poteva quella lercia babbana pensare di fregare lui,
Draco Malfoy?!
-Io
di magia ne so molto più di te, vecchia. Non puoi fregarmi
vendendomi una cosa tanto brutta!-
-Non
si lasci ingannare dalle apparenze.. ciò che è brutto può
nascondere un tesoro, mentre a volte ciò che è bello non lo è
altrettanto dentro..-
-Ah
si? Mi guardi, io sono bello, ricco e potente.. mentre lei è
orrenda, vecchia e povera.. vuole dire di star meglio di me? Non
credo proprio- la derisi.
-Non
ti rendi conto di ciò che dici..-
M'irritai
di nuovo, come osava quella faccia darmi del tu?
Come osava
quell'ammasso di putridume pretendere di insegnarmi una lezione?
-Adesso stai passando il limite,
vecchia.. se non vuoi fare un'orribile fine ti conviene andartene-
-Volevo
solo darti una possibilità.. non sai ciò che hai fatto-
-Beh..
presumo di averla sprecata- le sorrisi glaciale.
La
donna mi guardò con uno sguardo indecifrabile e io provai un
improvviso brivido.
Mi
stupì, mai niente e nessuno mi aveva spaventato, ma c'era qualcosa
in quella vecchia qualcosa di indescrivibilmente.. strano.
Per
un secondo, ma solo per uno, mi era sembrato come se quello sguardo
nascondesse qualcosa di terribile, qualcosa di indescrivibile.
-Non
sai quello che hai fatto, ma lo scoprirai..- detto questo sparì
dietro l'angolo.
Scossi
la testa e feci per andarmene, quando notai qualcosa per terra, dove
prima vi era seduta la mendicante adesso vi era quella rosa che
teneva in mano.
Senza
che nemmeno me ne fossi accorto, l'avevo già raccolta, e per una
ragione sconosciuta decisi di mettermela in tasca.
Il
resto del pomeriggio passò in un lampo, l'attacco, le lotte, i
festeggiamenti per la nostra vittoria, tutto rapido come il flash
delle macchine fotografiche.
Non
sai quello che hai fatto.. ma lo scoprirai.. quelle
parole risuonavano nelle mie orecchie come un fastidioso ronzio.
Non
mi avevano dato pace nemmeno per un secondo, nemmeno quando feci
rapporto a Lord Voldemort.
Decisi
di evitare la cena in mio onore offerta dall'Oscuro, per
congratularsi con me, mi sentivo stanco, avevo mal di testa e avevo
una sorta di peso sullo stomaco. Come se qualcosa stesse per
succedere.
Arrivai
al mio castello e raggiunsi la mia stanza, mentre salivo le scale mi
tolsi la maschera d'argento dei Mangiamorte, mi sentivo soffocare.
Quando
aprì la porta, i miei occhi come dotati di poteri magici, si
spostarono sul letto.
La
vecchia era seduta lì, che mi stava aspettando.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
FF LIBERAMENTE ispirata a La Bella e la Bestia di Walt Disney e Beastly, il libro di Alex Finn.
Non lasciatevi ingannare, però, nel corso della storia ci saranno notevoli differenze............ :-D
|