Aspetta

di SHUN DI ANDROMEDA
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ASPETTA

Col clamore della folla festante che gli rimbombava nelle orecchie, CycloneJokerExtreme sparì in un vicolo deserto, poggiandosi al muro col fiatone: la X della Memory lampeggiava, Philip non poteva reggere più di così.

Joker sciolse la trasformazione e, mentre “l’uccellino spiccava il volo”, un Philip esausto gli si accasciò in braccio, gli occhi chiusi e il respiro affannoso: “Tutto bene, aibou?” gli chiese Shotaro, sfiorando con le dita la fronte gonfia e tumefatta del più giovane; questi annuì con un sorriso stanco e tirato, “Non ce la faccio più…” ammise il ragazzo con un filo di voce, reggendosi alle spalle di Hidari per non cadere, anche le gambe non gli rispondevano più.

Il bruno lo sorresse, anche lui sentiva la stanchezza, anzi, era più corretto dire che fosse esausto, ma al momento l’adrenalina lo reggeva ancora in piedi: “Terui e Akiko sono salvi, Fuuto è salva. Abbiamo risolto ancora una volta la situazione, malgrado ne siamo usciti peggio che mai.” Disse lui, passandosi un braccio di Cyclone dietro la nuca, “E ora, torniamo a casa.” dichiarò Joker, staccandosi dal muro.

“Aspetta…” sussurrò Philip, alzando la testa verso di lui.

Le labbra del moro di poggiarono su quelle del maggiore: “Grazie. Per non avermi lasciato lì.”.

Una frase che valeva tutto.

Una parola che aveva cancellato ogni cosa, sia essa passata o futura, congelando il tempo in quell’unico istante.

“Aspetta…”.





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