Non so perchè, ma nella storia c'è una parola ("molto") che è diventata un link. Non ho idea di come abbia fatto e non posso cambiarla, comunque non cliccatela, almeno per sicurezza. o.o
Ok ragazzi, questa
è solo una cosina che ho scritto in meno di un’ora
per questa giornata. Depressa
come l’anno scorso, ho deciso di scrivere qualcosa di
più allegro, una vicenda
alternativa di Death Note e della storia di Matt e Mello. Spero vi
piacerà
anche se veramente non è nulla di che!
Nightmare
A Mail e Mihael, che nella mia mente saranno sempre
insieme.
Mello si
risvegliò all’improvviso sentendo l’aria
venirgli
meno. Aveva il corpo imperlato di sudore freddo, i brividi lo
scuotevano,
facendolo tremare in modo incontrollabile. Matt si tirò su
al suo fianco,
facendo ricadere le lenzuola sul suo ventre.
“Mel, che
c’è? Hai avuto un incubo?”
Mello non
riuscì a rispondere, aveva la gola troppo secca.
Prese il bicchiere d’acqua dal suo comodino e lo
finì praticamente in una
sorsata, alleviando l'arsura che lo aveva colto.
Guardò il
compagno al suo fianco, il quale si rese conto degli
occhi lucidi dell’altro. Il rosso portò una mano
alla sua guancia e la strofinò
prima di abbracciare il ragazzo ancora scosso.
“Stai tranquillo
Mihael, era solo un brutto sogno. Ti va di
raccontarmelo?”
Mello, che non aveva
ancora aperto bocca, prese un gran respiro
e fece scivolare le braccia attorno al torace caldo di Matt.
“E’
stato orribile, Mail. Sembrava così vero,
così… Reale…”
Matt posò un
bacio tra i suoi capelli, cercando di calmarlo
accarezzandogli la schiena sudata.
“Cosa hai
sognato?”
Mello respirò
ancora profondamente, e cercò le parole giuste
per esprimere quello che avevo vissuto, l’orrore che aveva
provato, perché
fosse così scosso.
“Stavamo…
ero un detective, e tu un hacker, e stavamo dando
la caccia ad un pericoloso criminale…”
Il rosso restò
ad ascoltarlo, senza interromperlo, senza
commentare quanta fantasia potesse avere il biondo.
“C’era…
C’era questo ragazzino, che assomigliava molto ad un
mio collega, ed io lo odiavo a morte… Entrambi cercavamo di
arrivare per primi
a catturare questo tizio… Noi due lavoravamo da soli, e
avevamo elaborato un
piano per farla finita, solo che… Solo che qualcosa
è andato storto e...”
La voce gli si
spezzò in gola e Matt lo abbracciò ancora
più
strettamente, sussurrandogli parole dolci all’orecchio per
farlo calmare.
“Mihael, era solo un sogno, non prenderla così,
non preoccuparti…” a questo
punto però il rosso era curioso di conoscere quale fosse la fine del
sogno. “Come andava a
finire?” domandò, poggiando una guancia sulla
sommità del suo capo.
Mihael si
asciugò il viso col dorso della mano, sentendosi
alquanto uno stupido per essersi fatto condizionare così da
un parto della
propria mente.
“Alla
fine… alla fine ti sparavano dopo un inseguimento. E
io vedevo tutto da un televisore, mentre portavo a termine il piano,
dopo aver
rapito una collaboratrice
dell’assassino…” gli baciò il
petto nudo, cullandosi
nel suo buon odore che lo aiutava sempre a calmare i nervi.
“Mentre io venivo
ucciso da questa donna, mi provocava un infarto grazie ad un quaderno
della
morte…”
“Un quaderno
della morte?” le labbra di Matt si incurvarono
in un lieve sorriso divertito. “Cioè, una specie
di arma magica?”
“Non ridere,
idiota! Nel sogno era una cosa molto importante
e pericolosa!” gli tirò un pugno contro una
spalla, gonfiando le guance. Matt si
lasciò cadere sul materasso e scoppiò a ridere,
lieto anche di aver alleggerito
un poco l’atmosfera pesante. “Dai Melly, cerca di
sdrammatizzare! Non mi piace
vederti piangere.” Allargò le braccia dalla sua
posizione sdraiata, guardando
l’altro ancora seduto. Quello prima lo guardò
corrucciato, ma poi il suo viso
si allargò in un sorriso e si fece accogliere dalla braccia
forti del rosso.
“Comunque
è stato orribile, Matt, te lo giuro. Ho sentito
una tale angoscia quando ti ho visto a terra, morto, in una pozza di
sangue. Ho
davvero pensato di averti perso per sempre, che non ti avrei rivisto
mai più.”
Matt arrotolò
una ciocca dei suoi capelli dorati con le dita,
e pensò che se avesse sognato di vedere Mello morire,
avrebbe reagito allo
stesso modo. “Lo immagino, Mels, ma non preoccuparti. Sono
qui, no? Pensa che
mi hai allungato la vita di dieci anni.” Disse in tono
allegro.
Mello rispose con un
“mpf”, e non parlò per un po’,
perso
nei propri pensieri.
“Che giorno
è domani?” chiese all’improvviso, come
ricordandosi
di qualcosa.
Matt guardò la
radiosveglia sul comodino. Segnava le una e
mezza e la data.
“Se intendi dire
oggi, è mercoledì ventisei gennaio.”
Mello fece un verso
inarticolato e si coprì gli occhi.
“Oggi arriva mia
madre.” Disse in tono funereo.
“Che
cosa?!” Matt si alzò un pelo e lo
guardò in faccia.
“Starai scherzando spero!”
“No.”
Rispose il biondo scuotendo appena il capo. “E’
tutto
vero, arriverà nel pomeriggio, resterà un paio di
giorni.”
“Non ce la posso
fare…” disse Matt con tono da vittima.
“Quella donna mi farà a fettine!”
“Avanti, non
farla tanto lunga.” Disse Mello accoccolandosi
di nuovo contro di lui. “Pensa alla tua, di madre, che
continua a chiedermi
quando finalmente la farò diventare nonna!”
“Vabbè,
ma mia madre è un po’ fuori di testa, è
giustificata. E poi ti adora! Tua madre mi odia! Quando mi urla contro
con quel
suo accento tedesco mi spaventa…”
Mello rise. Non poteva
negare che sua madre ce l’avesse un pochino
con Matt per averlo portato
sulla cattiva strada, ma averlo al suo fianco era semplicemente troppo
meraviglioso per preoccuparsi di cose del genere.
“Ok amore,
cerchiamo di dormire ancora un po’. Domani dovrò
passare almeno sei ore davanti allo schermo, se penso che
tornerò a casa col
mal di testa e ci sarà quel demonio ad aspettarmi mi viene
l’ansia!”
Mello gli tirò
un altro pungo su una spalla. “Non chiamare
così mia madre.” Ma poi gli diede un bacio dove
l’aveva colpito. “Ti amo da
morire, Mail.”
Matt lo
abbracciò stretto e lo baciò delicatamente sulle
labbra. “Anche io ti amo, Mihael. Dormi bene, spero non avrai
altri incubi.”
Il biondo si
rilassò al suo fianco. Il calore della pelle di
Matt lo avvolse completamente, il suo odore gli riempì le
narici e si
addormentò quasi immediatamente. Fu cullato dal suono del
suo respiro.
Era stato solo un
terribile, orrendo incubo. Forse
particolarmente realistico, ma nient’altro che quello.
Avrebbe vissuto molti anni
a fianco del suo Mail. Sarebbe
morto serenamente, sapendo di aver vissuto tutto ciò che
c’era da vivere con il
suo grande amore.
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