Little girl with vacant eyes, daddy won't be home tonight di sweetevil (/viewuser.php?uid=75685)
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OK OK so che non
dovrei imbarcarmi in un'altra storia dal momento che non ho finito la
fanfic sui Guns, ma che posso farci? Ho bisogno di condividere con
qualcuno queste mie pazzie, non possono mica rimanere a girare nella
mia testa per sempre! u.u
Voglio avvisarvi
inoltre che anche se la storia promette bene (ho già qualche
altro capitolo pronto) i tempi di aggiornamento non saranno
velocissimi, credo che metterò un capitolo a settimana,
forse meno, ma non ne sono sicura. Sempre se voi siate daccordo. Se vi
accorgete che quello che state leggendo è qualcosa di osceno
non esitate a contattarmi, sarò ben felice di darvi il mio
indirizzo così potete pestarmi a morte. Grazie
dell'attenzione (Accidenti che professionalità! mi stupisco
di me stessa!XD)
Il
titolo della storia è una frase della canzone Misunderstood
(che adoro) modificata in quanto il protagonista della storia
è una ragazza.
Lei, Hailey Williams 29 anni, californiana, di Los Angeles per essere
precisi. Era molto lontana dal classico stereotipo bionda-occhi azzurri
che caratterizzava molti ragazzi della west-coast. I suoi capelli erano
di un castano scuro, tendente al nero, i suoi occhi verde smeraldo.
Viveva da quando era nata nella città degli angeli e anche
se aveva viaggiato molto, soprattutto per lavoro e aveva visto luoghi
meravigliosi, era fermamente convinta che nessun posto fosse
speciale come la sua città.
Lui, Thomas
Lee Bass, in arte Tommy Lee o per gli amici semplicemente T-Bone.
Classe 1962, greco naturalizzato statunitense, batterista dei Motley
Crue, band famosa tanto per la sua musica tanto per i suoi eccessi,
anche se ora come ora potevano dirsi finalmente
“puliti”. Infondo avevano tutti una famiglia con
tanto di figli al seguito.
Eppure
alcuni di loro non ne tenevano proprio tutti in considerazione.
Prendiamo
Nikki Sixx ad esempio. Oltre a Gunner, Storm, Decker e Frankie Jean
aveva anche un'altra bellissima figlia, avuta in gioventù da
una delle sue tante ragazze dell'epoca, con i suoi stessi capelli
castani tendenti al nero e i suoi stessi occhi verdi, follemente
innamorata della sua città natale, Los Angeles. Il suo nome?
Hailey Williams.
Tornando
a lei.. possiamo dire che non avesse proprio un bel rapporto con il
padre, anzi non ce l'aveva proprio un rapporto con suo padre. Era
cresciuta in un sudicio condominio in un quartiere poco raccomandabile,
con una madre tossicodipendente che non aveva esitato un attimo a
buttarla fuori casa la vigilia dei suoi 17 anni a causa di uno dei loro
tanti litigi, forse un po' più violento del solito. Aveva
imparato a vivere sulla strada tra i mille pericoli che potevano
nascondersi dietro ogni angolo o faccia amica. Aveva imparato a non
fidarsi di nessuno, e ad essere invisibile alla maggior parte delle
persone che le capitava di incontrare ogni giorno. Non voleva fare
conoscenza o amicizia con nessuno, equivaleva a soffrire. Se infatti
c'era una cosa che aveva imparato dai suoi genitori (oltre a prepararsi
l'eroina, che era diventata parte integrante della sua vita) era che
tutti prima o poi ti abbandonano, perciò è meglio
che non ti affezioni a nessuno. Loro per primi l'avevano fatto, anche
se avrebbero avuto il dovere di starle accanto in tutti i gli aspetti
della sua vita.
Hailey
tra i 17 e i 21 anni era una tossicodipendente che si guadagnava da
vivere con qualche lavoretto qua e là, i soldi che riceveva
molto spesso non bastavano neanche per assicurarle un pasto decente,
figuriamoci una dose di eroina. Aveva perso il conto delle volte che
aveva preferito digiunare per comprarsi quella polverina bianca che le
permetteva di evadere dalla realtà per qualche ora.
La
svolta avvenne quando aveva 22 anni. Capì che se voleva
sopravvivere alla strada avrebbe dovuto escogitare un modo per avere
più soldi, trovarsi un posto dove stare e qualcuno che si
prendesse cura di lei. Fu con questo pensiero in testa che decise di
iniziare a prostituirsi. Era giovane e molto bella, non fu un impresa
difficile. Poteva permettersi di tenere anche i prezzi abbastanza alti,
in quella zona lei era l'unica al disotto dei trentacinque anni.
A
23 anni era diventata una delle più famose escort della
periferia di LA. Spesso si stupiva del fatto che suo padre o i suoi
amici non avessero ancora sentito parlare di lei. Chissà,
forse era vero che si erano “ripuliti”, erano
riusciti a cambiare vita.
Ma allora
perché non l'aveva cercata? Perché aveva
continuato a fingere che non fosse sua figlia? Non vedeva suo padre da
quando aveva sei anni, e anche se lo odiava le mancava da morire.
L'ultima volta che lo aveva visto, era sdraiato immobile sul divano,
solo successivamente comprese che non stava dormendo ma era in overdose
da eroina. Non aveva ricordi felici di lui o sua madre, ma non le
importava. Preferiva ricordarsi quasi niente piuttosto che rimanere
traumatizzata da due genitori tossicodipendenti che non erano in grado
di prendersi cura di loro stessi, figuriamoci di una bambina.
Finalmente
quando aveva 25 anni la sua vita cambiò direzione. Conobbe
in un caffè quello che poi sarebbe diventato il suo ragazzo
e successivamente il suo migliore amico.
Frank Meyer
si era laureato da poco in giurisprudenza, e aveva appena cominciato la
sua carriera di avvocato in uno studio legale abbastanza noto della
città. All'inizio era particolarmente interessato
alla ragazza per via della sua bellezza, ma mentre stavano facendo
colazione (che le aveva offerto) si rese conto che quella
della ragazza forte e carismatica non era altro che una maschera. Era
stata costretta a recitare la parte della dura per poter sopravvivere,
ma sotto sotto era rimasta la ragazzina bisognosa di affetto che era
sempre stata. E lui decise di prendersi cura di lei, senza altri fini.
Era riuscita a far breccia nel suo cuore in meno di dieci minuti.
Anche a lei
piacque fin da subito quel ragazzo biondo che sembrava tanto
interessato a lei, e al contrario di tutto quello in cui credeva,
sentiva di potersi fidare di lui.
Gli
raccontò la sua storia, senza omettere nessun particolare,
se non il nome di suo padre.
Frank dal
canto suo rimase impressionato dalla forza d'animo e dalla
volontà di quella ragazza. Cresciuta con una madre
eroinomane che le rinfacciava di essere troppo simile al padre e lui,
eroinomane anch'egli che non vedeva da quando era piccola. Poi il
vagabondaggio per le strade della città, l'eroina che era
entrata insistentemente a far parte anche della sua di vita, la
decisione di vendersi per sopravvivere.. non immaginava che quel bel
visino potesse averne passate così tante.
Era sempre
più convinto della sua decisione di prenderla sotto la sua
ala, trovava incredibilmente ingiusto tutto quello che la vita le aveva
dato, o non dato. Lui era cresciuto in una famiglia abbastanza
numerosa, infatti aveva quattro fratelli, ma l'amore dei suoi genitori
per tutti loro non aveva mai vacillato, neppure quando aveva deciso di
andarsene di casa per seguire il proprio sogno, loro erano sempre stati
accanto a lui. E adesso Frank aveva deciso che sarebbe diventato la
famiglia che quella ragazza non aveva mai avuto.
La
aiutò con la disintossicazione e poi le trovò un
lavoro come segretaria dello studio legale nel quale stava facendo
carriera. In poco tempo erano diventati talmente affiatati che era
inevitabile lo scoccare della scintilla tra i due. Purtroppo non era
durata molto, poco più di un anno, ma in compenso erano
diventati sempre più amici, anche se lei aveva lasciato il
lavoro come segretaria nel suo ufficio per inseguire il suo sogno di
fare la fotografa.
Ebbe
successo, i suoi scatti cominciarono subito ad apparire nelle riviste
prima americane e poi di tutto il mondo. Le sue fotografie
naturalistiche erano diventate famose in tutto il mondo, e questo le
aveva permesso di realizzare anche un altro suo sogno: viaggiare. Il
suo obbiettivo aveva immortalato le più belle meraviglie
della natura, dalla foresta amazzonica alle piramidi in Egitto, dagli
iceberg in Groenlandia ai leoni della savana in Africa.
Quando
aveva 27 anni sua madre morì a causa di problemi cardiaci
dovuti agli anni passati in compagnia di alcool ed eroina.
Si
aspettava di vedere finalmente suo padre al funerale, voleva parlargli,
fargli vedere che era diventata qualcuno anche senza il suo aiuto, ma
la cosa che più desiderava al mondo era riunirsi a lui,
poter finalmente affermare che Nikki Sixx era suo padre, avrebbe voluto
gridarlo al mondo. Lo odiava per come si era comportato nei suoi
confronti, ma era fiera di lui.
E invece
lui non si presentò al funerale, lasciandola a piangere su
una fredda panchina da sola.
Qualche
giorno dopo, forse guidata dall'odio nei confronti del genitore che
sembrava crescere a dismisura nel suo cuore, si fece coraggio
e disse a Frank il nome di suo padre. Sorride tutte le volte che
ripensa alla faccia che fece quando gli si parò davanti e
disse semplicemente “ Nikki Sixx ”. Conosceva la
passione di Frank per i Motley Crue e le dispiaceva far cadere in basso
uno dei suoi idoli, ma non voleva continuare a tenergli nascosto quel
“piccolo” dettaglio.
Frank non
ci mise molto a capire il significato di quel nome sussurrato con tanto
odio dalla ragazza, sapeva che prima o poi si sarebbe aperta del tutto
con lui, e adesso anche quell'ultimo piccolo segreto era stato svelato.
Hailey, gli aveva detto che suo padre era un personaggio importante del
rock, ma lui credeva che alludesse ad un qualche produttore, non di
certo ad una rock star di prima categoria come poteva essere il
bassista della sua band preferita.
La loro
amicizia non ne risentì negativamente, anzi, se possibile li
legò ancora di più.
Hailey
aveva finalmente trovato la forza di aprirsi del tutto con lui, Frank
da parte sua non aveva perso la stima che provava per Nikki Sixx, ma
solo per quanto riguardava la musica, dal punto di vista personale lo
considerava un vero verme, uno schifo di persona. Aveva promesso ad
Hailey che se mai lo avesse incontrato non si sarebbe fatto prendere
dall'euforia e gli avrebbe quantomeno dato un pugno in faccia, tanto
lui di avvocati pronti a tirarlo fuori dai guai ne conosceva a decine.
L'occasione
non si presentò fino all'anno successivo, quando per
festeggiare il ventottesimo compleanno della ragazza organizzarono una
mostra fotografica con fini benefici e come soggetti le piccole
meraviglie che la natura aveva fatto nascere nelle zone più
depresse e povere del pianeta. Lo scatto più ammirato di
tutta la serata fu quello che ritraeva una giovane donna Zulu che si
accarezza amorevolmente il ventre gravido con sfondo il suo villaggio
in fiamme. Le prese una bella paura quella volta, era capitata in
Africa per fare qualche scatto alle tribù locali e si era
ritrovata nel bel mezzo di uno scontro con la popolazione vicina. Fu
una sena agghiacciante, ma non perse l'occasione di scattare delle
bellissime foto. Appena tornata a casa fece in modo di inviare risorse
utili alla ricostruzione del villaggio, e si assicurò che
arrivassero a destinazione. Quell'episodio l'aveva davvero toccata e
per un occhio esperto come il suo e quello di qualche altro intenditore
presente alla mostra tutto quello che aveva provato in quella
circostanza veniva espresso attraverso quell'immagine.
La foto fu
venduta per poco più di trecentomila dollari, non era molto
in quell'ambito, ma per lei che era diventata fotografa professionista
da solo due anni era un bel traguardo.
Mentre
stava intrattenendo i vari ospiti famosi e importanti che avevano
partecipato all'evento intravide con la coda dell'occhio le ultime
persone che si sarebbe mai aspettata di vedere. Nikki Sixx e la
sua ragazza Kat Von D. Non le era mai andato a genio il fatto
che suo padre uscisse con una più piccola di lei, anche se
solo di un anno. Era convinta che la consapevolezza di avere una figlia
di più o meno quell'età avrebbe dovuto portarlo a
cercarsi delle compagne più grandi. Ma a quanto pare a lui
non importava, o forse come temeva lei, non aveva la consapevolezza di
essere padre di una donna quasi coetanea della sua ragazza.
La
cercarono, si complimentarono con lei per i bellissimi scatti che aveva
fatto, e scambiarono qualche parola, tutto sotto l'occhio vigile di
Frank, incredulo della capacità di fingere e di tenersi
tutto dentro mostrata dalla ragazza. Per questo forse non lo
colpì. Hailey aveva avuto la sua occasione per dirgli tutto,
ma se non lo aveva fatto era perché aveva i suoi motivi. Se
gli avesse dato un pugno avrebbe dovuto spiegare il perché e
lui voleva che fosse lei a decidere il momento più adatto,
quando si sarebbe sentita pronta.
Dopo aver
ricevuto congratulazioni ancora una volta dalla coppia si
congedò da loro con una scusa e corse nel terrazzino nel
retro dell'edificio. Tirò su col naso e si
asciugò una lacrima con la manica della maglia, mentre con
l'altra mano si accendeva una sigaretta. Sentì la porta
aprirsi dietro di lei e due braccia forti circondarle la vita. Si
girò e lo abbracciò, la sua roccia non l'aveva
lasciata sola neanche quella volta.
Dopo
l'episodio della mostra non lo vide più, un altro anno era
passato e nella sua testa continuavano a ronzare sempre le stesse
domande. Come aveva fatto a non riconoscerla? Era convinta che tra
genitori e figli ci fosse una sorta di legame indissolubile, che poteva
affievolirsi con il tempo, ma mai sparire del tutto. E invece ancora
una volta si era sbagliata.
Non solo
non conosceva suo padre, ma tutto quello che credeva di sapere di lui
era sbagliato.
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