Ragione e Sentimento

di Katherina Petrova
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9. 1864

 

 

Erano di nuovo un unico essere. Le loro anime si erano intrecciate e i battiti del loro cuore sincronizzati.

Elena chiuse gli occhi. Stava di nuovo commettendo lo stesso errore, ma non era mai stata così felice di sbagliare.

Estasiata com’era dal fuoco della passione, credette perfino di amarlo, Damon.

Nessuno era mai riuscito a farla sentire così felice da pensare di poter morire. Nessuno. Neanche Stefan.

Si rannicchiò tra le braccia del vampiro senza proferir parola, gli occhi chiusi e un sorriso dipinto sul volto.

Damon la osservava nello stesso modo in cui centoquarantasei anni prima osservava Katherine. 

Rise con amarezza, rendendosi conto di dipendere di nuovo da una donna che non ricambiava il suo amore.

Si stava illudendo ancora una volta, anche se contro la sua volontà.

 

1864

 

-Katherine, quand’è che finalmente mi trasformerai?- gemette Damon, cercando di non pensare al dolore che i canini di Katherine conficcati nel suo collo gli provocavano.

La vampira si staccò bruscamente da lui e lo guardò famelicamente, pulendosi con la lingua le labbra sporche di sangue.

-Non è ancora il momento, Damon. Porta pazienza e quel giorno arriverà presto- disse malevola e perforò nuovamente il candido collo del ragazzo con i suoi canini lucenti e affilati.

Il moro soffocò un urlo di dolore.

-Promettimi che quando sarò anch’io un vampiro, saremo solo noi due- mormorò con voce strozzata.

Il suo desiderio era semplice: trascorrere l’eternità in compagnia della sua amata Katherine.

In questo modo, non solo sarebbero stati insieme per sempre, ma lei lo avrebbe guardato con occhi diversi, sarebbe stato al suo stesso livello e lo avrebbe amato davvero.

E così, mentre la vampira gli succhiava via parte della sua linfa vitale, si abbandonò a visioni future: Katherine non l’avrebbe mai più considerato l’oggetto del suo divertimento, non l’avrebbe più usato come fonte di nutrimento, ma l’avrebbe amato e lui non avrebbe potuto desiderare nient’altro.

 

Damon era seduto in riva al fiume, lo sguardo perso nel vuoto.

Si struggeva per trovare una soluzione a ciò che stava accadendo: suo padre era risoluto a catturare ed uccidere tutti i vampiri presenti a Mystic Falls.

Pensava a Katherine e il cuore gli scoppiava nel petto. Anche se suo padre non sospettava di lei, era realmente al sicuro? E se l’avessero scoperta?

-Dovresti smetterla di preoccuparti, Damon- disse qualcuno, interrompendo il suo flusso di pensieri.

-Come fai ad essere così tranquillo, Stefan? Potrebbero ucciderla!-

Stefan si sedette accanto al fratello.

-Katherine è troppo astuta per cadere nella loro trappola-

Damon stette in silenzio qualche minuto, poi rise di gusto.

-Tanto tra poco io e Katherine ce ne andremo. Ha promesso di trasformarmi e tu sarai tagliato fuori dalla nostra vita-

Stefan lo guardò divertito.

-Sai che dovrei odiarti, fratello? So bene che anche tu vai a letto con lei- precisò il moro e tornò a guardare l’acqua del fiume.

 

 

-Tienimi con te, Elena- sussurrò con dolcezza, giocando con i capelli della ragazza, che nel frattempo si era addormentata.

La osservò ancora per qualche secondo, poi si alzò e si rivestì. La fame incominciava a farsi sempre più opprimente e bisognava che si nutrisse subito per non perdere il controllo su di se.

-Tornerò presto- sussurrò, rivolto ad Elena, ed uscì nella notte gelida.

 

 

Stefan si rigirava nel letto, inquieto.

La vecchia foto di Katherine aveva risvegliato in lui ricordi che ogni giorno si sforzava di dimenticare.

 

1864

 

-Damon! Damon, dobbiamo aiutarla!- esclamò Stefan con panico e disperazione, mentre il fratello continuava a guardarlo con odio profondo.

-E’ solo colpa tua se sono riusciti a catturarla, Stefan! Solo colpa tua-

-Nostro padre è riuscito a plagiarmi, Damon. Ho sbagliato, ma ora Katherine ha bisogno di noi- 

Il moro mise da parte l’orgoglio e annuì. Avrebbe dato la vita pur di salvare quella della donna che amava.

-Bene, io li distraggo- disse Stefan e corse verso la folla di cacciatori di vampiri.

Damon, appena fu certo di essere al sicuro, si precipitò a uno dei carri dove erano stati rinchiusi i vampiri catturati.

Tirò fuori Katherine, legata e debole a causa della Verbena che circolava nel suo corpo.

Stefan in breve fu di nuovo dal fratello, pronto ad adoperarsi per aiutarlo.

E poi uno sparo.

Damon non respirava più, gli occhi fissi nel vuoto e una mano sul petto.

-Damon!- urlò Stefan, mentre il fratello si accasciava al suolo.

Un secondo sparo e un dolore lacerante lo invase.

Cadde sdraiato accanto al corpo del fratello. Cercava di allungare una mano verso Katherine, mentre il freddo era già sceso ad avvolgerlo.

-Ti amo- sussurrò la vampira, prima che il ragazzo chiudesse gli occhi e si abbandonasse alla morte.

 

Non si era mai sentito così potente. Bere sangue umano gli trasmetteva una forza indicibile.

In quel momento fu davvero grato a Katherine per averlo, a sua insaputa, trasformato.

Anche Damon era diventato un vampiro.

Sembrava essere tutto come prima, ma una sostanziale differenza regnava tra di loro.

-Ti odio, Stefan- disse Damon, lo sguardo intriso di rabbia e rancore.

 

Stefan balzò giù dal letto e si diresse verso la grande finestra, percossa dalla pioggia che tamburellava incessante.

Guardò fuori e il suo pensiero andò inevitabilmente ad Elena.

-Non voglio che la storia si ripeta- sussurrò con supplichevole preoccupazione.

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Angolino dell'autrice = ragazzeee!! Grazie a tutte come sempre per le recensioni ^^ Mi rendo conto che questo capitolo è un po' particolore, ma spero che vi sia piaciuto comunque^^ baci =)





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