Nuova pagina 1
Morgana si sentiva una completa idiota.
Era passato più di un mese e ancora continuava a
star male per lui.
Non riusciva a levarselo dalla testa anche se sapeva
che il suo amore non aveva futuro.
Tutti pensavano che la sua fosse solo una stupida cotta.
E forse avevano ragione.
Forse la sua era davvero una cotta, però questo non
significava che soffrisse di meno.
Nessuno la prendeva sul serio.
Tutti credevano di sapere, ma in realtà nessuno
capiva.
Nessuno sapeva del nodo allo stomaco che le prendeva
ogni volta che li incontrava.
Di quante notti aveva passato a piangere abbracciata
al suo cuscino.
Oh certo aveva sempre saputo di avere poche speranze,
non era così stupida.
Hisashi aveva quasi 11 anni più di lei; per
lui era sempre stata solo “la sorellina di Kaede”.
Certo con lei era amabile e carino.
Aveva sempre una parola gentile, una carezza, uno
sguardo affettuoso.
Ma erano gli
stessi sguardi e le stesse parole che rivolgerebbe a una sorellina.
Mai l’aveva fatta illudere.
Eppure.
Eppure c’era sempre stata una parte di lei che
continuava a sperare.
A dirle che forse un giorno……….
Intanto si era contenta di stargli vicino.
Il solo fatto di essere innamorata la rendeva felice.
Solo che l’amore somigliava molto a una corsa sulle
montagne russe: un secondo prima eri in alto e un secondo dopo, cadevi
rovinosamente, in basso.
Ovvero un giorno si sentiva in paradiso solo perché
lui le aveva fatto un complimento;
ma ecco che le bastava vedere le sue amiche
passeggiare mano nella mano con il loro ragazzo, per sentirsi sprofondare
all’inferno, pensando a ciò che non avrebbe mai avuto.
Sapeva che nel cuore di Mitsui c’era posto per una
sola ragazza e che, purtroppo per lei, quel posto era occupato da tempo.
Hisashi era innamorato di Ayako, praticamente da
sempre.
Si erano messi insieme quando lui faceva la terza media, in quello che Mitsui
definiva “il periodo d’oro.”
Il loro rapporto era durato quasi un anno.
Per entrambi era stato come vivere un sogno, un
bellissimo sogno ma, come tutti i sogni, destinato a finire.
Il loro era terminato con l’infortunio di Hisashi.
Da quel momento
lui aveva cominciato a chiudersi in se stesso, allontanando quanti cercavano di
aiutarlo.
Così aveva finito per perdere anche la ragazza che
amava.
Era diventato un teppista e aveva finito con
l’odiare il basket e chi ci giocava.
Poi dopo la famosa rissa era tornato a giocare e
piano, piano, aveva riguadagnato il rispetto e l’amicizia di Ayako e degli
altri.
Solo durante l’università erano tornati insieme.
Poi Hisashi era partito per gli Stati Uniti, come suo
fratello e Kaede, mentre Ayako era rimasta in Giappone.
Morgana
conosceva bene quella storia, in parte gliela aveva raccontata Hisashi e il
resto glielo aveva detto Akira (gli
piaceva da morire impicciarsi nelle storie d’amore dei suoi amici)
Fintanto che lei era lontana, Morgana pensava di
avere qualche possibilità, ma due mesi fa
Ayako era tornata e questo metteva la parola fine
ha tutte le sue speranze
Ma una cosa era sapere di doverlo dimenticare,
un’altra era riuscirci
Così per cercare di andare avanti, aveva accettato
l’invito di un ragazzo.
Se ripensava alla figura di merda che aveva rimediato
quella sera ….
Probabilmente non sarebbe più tornata in quel
locale, si vergognava da morire..
Aveva deciso di essere al meglio.
Si era fatta la permanente, era andata a comprarsi
dei vestiti nuovi e nonostante costassero un occhio della testa, si era lasciata
tentare da un paio di scarpe dal tacco alto e sottile.
Di solito non avrebbe spesso una simile cifra in
vestiti, ma aveva bisogno di consolarsi.
Del resto suo
padre non le ha mai lesinato il denaro, al contrario di quanto faccia con
l’affetto.
I suoi genitori si erano separati quando lei aveva 6
anni.
Anche se era piccola ricordava quello come il periodo
più orribile della sua vita.
I suoi si erano contesi la sua custodia così come si
erano contesi ogni singolo oggetto presente in casa.
L’avevano fatto solo perché non fosse l’altro a
vincere, ad avere qualcosa in più.
Probabilmente se fosse stato possibile, l’avrebbero
divisa a metà così come avevano fatto con l’ultimo canovaccio da cucina.
Se non era uscita distrutta da quella storia è stato
solo grazie a Kaede.
Kaede era suo fratello, il suo fratellastro, a voler
essere precisi.
Era nato dal primo matrimonio di suo padre, per
questo era stato escluso dai litigi dei suoi genitori.
Lui si era preso cura di lei, l’aveva fatta
divertire e se l’era persino portata dietro quando era andato in ritiro con la
nazionale.
Kaede non era un gran chiacchierone e non amava
eccessivamente la compagnia (il suo unico vero amico era Akira)
La maggior parte delle volte appariva apatico e anche
piuttosto arrogante, però se si
riusciva a conquistare la sua fiducia diventava molto più aperto e perfino
simpatico.
In fondo era molto più fragile di quanto sembrasse.
Quella sera aveva impiegato parecchio a preparasi, ma
guardandosi allo specchio era rimasta molto soddisfatta dal risultato.
Il vestito era corto ma non troppo,
attillato ma non volgare.
Per tirarsi su di morale aveva in mente un
progettuccio.
Tom, il
ragazzo che doveva passare a prenderla, era uno dei più carini della scuola.
Il fatto di esserne consapevole lo rendeva arrogante
e presuntuoso.
Pensava che ogni ragazza della scuola morisse dalla
voglia di averlo.
Per dirla in parole povere, se la tirava non poco.
Lei sue intenzione era stata di dargli una lezione.
Lo avrebbe fatto sbavare e poi l’avrebbe piantato
in asso, umiliato davanti a tutti, nello stesso modo in cui lui aveva umiliato
tante ragazze.
Purtroppo non tutto si era svolto secondo le
previsioni.
Mentre ballava sul cubo, il tacco della sua scarpa aveva avuto la brillante idea di
rompersi.
Di conseguenza era caduta e si era rotta il
ginocchio.
Non ricordava cosa successe in seguito , sapeva solo
che poco prima di svenire le era parso di vedere Akira vicino a lei.
Ma probabilmente si sbagliava, perché mai Akira
avrebbe dovuto essere lì?
Quando era uscita di casa, lui stava discutendo con
suo fratello dei prossimi avversari che avrebbero affrontato.
Non le era parso che avessero intenzione riuscire.
E poi ad Akira non
piacevano particolarmente le discoteche.
Comunque non aveva importanza.
Ora doveva pensare a guarire e ad uscire dallo stato
penoso in cui si era ridotta.
Era arrivato il momento di dire basta, di smetterla
di pensare a Hisashi.
Dopo il suo incidente, nonostante si fosse
ripromessa di andare avanti, ci era ricascata.
Questa volta avrebbe fatto sul serio, avrebbe smesso
di auto commiserarsi e avrebbe dato un calcio al passato.
Sapeva che non sarebbe stato facile, non esisteva una
bacchetta magica che cancellasse i sentimenti, ma dopotutto “domani
è un altro giorno”.
|