-Pine away ~ Consumarsi nel
dolore-
Ballo una danza che sa di morte.
Mi diletto a muovere il mio corpo scavato dai vermi e mangiato dai
ratti.
Danzo in quella casa dove siamo morti - prima tu, poi io, distrutta
dall'insopportabile dolore dato dalla tua mancanza.
Storia partecipante
alla challenge "Il festival del Nonsenso" indetta
da NonnaPapera!
sul Forum di EFP
-Titolo:
Pine away ~ Consumarsi nel dolore
-Autore:
XShade-Shinra
-Genere:
Romantico, Nonsense, Dark
-Rating:
Arancione
-Warning:
Non per stomaci delicati
-Capitoli:
One-Shot
-Disclaimer: Lo
scritto ed i personaggi sono interamente di mia
proprietà. Tutti i personaggi di questa storia sono
maggiorenni e comunque non esistono/non sono esistiti realmente, come
d’altronde i fatti in essa narrati.
-Note: Il
termine pirouette
designa un particolare tipo di passo nel quale il ballerino gira sul
proprio asse sostenendosi su di una sola gamba. [wikipedia]
- Pine away ~ Consumarsi nel
dolore -
Ballo una
danza che sa di morte.
Mi diletto a muovere il mio corpo scavato dai vermi e
mangiato dai ratti.
Danzo in quella casa dove siamo morti - prima tu, poi io,
distrutta dall'insopportabile dolore dato dalla tua mancanza.
Millemilioni di Pirouettes,
questo è l'obbiettivo che mi ero prefissata per sbalordire
il mio
pubblico di soffici pelouches squarciati - che riempiono le poltrone
con la loro imbottitura come fosse sangue - e bambole di porcellana
dagli occhi di vetro e dalla faccia fracassata. Però, tra il
pubblico vi è anche un altro spettatore; un uomo dai
contorni
evanescenti che mi guarda serio, con gli occhi pieni di sofferenza: tu,
il mio amato e defunto marito.
So che mi stai aspettando lì da quando sei morto,
ma io,
prima che il mietitore mi strappasse al mondo terreno, non ti avevo mai
visto.
Lo dicevi sempre che ero troppo attaccata alle cose
materiali,
ecco perché tutto ciò che è
intangibile non mi
interessava; a parte una cosa: il nostro amore - e tu lo sapevi,
altrimenti non saresti rimasto lì per settimane dopo la tua
prematura scomparsa.
E fu il mio essere morbosamente attaccata a qualsiasi cosa
terrena che si trasformò nella mia maledizione: dopo la
morte
non
mi attendeva la vita ultraterrena, ma una seconda - dannata -
possibilità. Divenni uno zombie.
E allora ti vidi.
E allora mi
vidi.
E allora capii.
E iniziai la mia folle danza, che durava ormai da giorni
interi.
Ballo, ballo ancora su note inudibili cantate dal vento che
entra
dalle imposte e mi lede come fosse composto da lame ghiacciate.
Ballo finché non avverto le dita dei piedi
staccarmisi, i tendini lacerarsi, le ossa spezzarsi. Le carni
consumarsi.
Le membra mi cadono al suolo come blocchi di carne marcia e
puzzolente dove le mosche depositano le uova e le vespe si radunano per
banchettare, assieme ai corvi.
Una marionetta marcescente, ecco quello che sono diventata.
Un occhio a penzoloni sul viso scavato dalla morte volteggia
assieme a me ad ogni piroetta.
I capelli cadono lenti al suolo come stelle filanti lanciate
dagli ammiratori.
I resti del vestito strappato e liso mi scoprono oltre le
cosce,
mostrando volgarmente la parte più calda e molle che i
roditori
avevano assaggiato per prima, insieme alla lingua e alle labbra.
Non posso parlare, ma non importa.
Quel che mi duole davvero è che non posso ballare
con un
fantasma. L'unica cosa che posso fare è danzare per lui,
attendendo il momento di poter volteggiare assieme.
Dopo altri gironi - Dio solo sa quanti -, precipito a terra,
senza
gambe, continuando con le braccia, poi solo con il busto,
finché
- dopo tanti altri giorni - non resta solo la testa, che faccio
rotolare e muovere tra i miei resti putrescenti perché si
consumi, si sgretoli, si spacchi.
Sto usando talmente tanto il mio corpo marcescente da
consumarlo.
Proseguo quella danza condotta dalla pazzia,
finché di me
non rimane solo un mucchietto di polvere, e lembi di pelle e carne
sparsi per il soggiorno.
Ora, senza corpo, mi rimane solo l'anima.
Mi sorridi.
Posso sentirti.
"Andiamo?" mi chiedi, porgendomi quella tua mano spettrale
che
finalmente posso toccare con le mie lunghe ed impalpabili dita
affusolate.
"Sì", sorrido, e prendendoci per mano ci
solleviamo,
librandoci in aria, sparendo attraverso il tetto, diretti incontro alla
notte nera che ci inghiotte, complice del nostro sogno d'amore.
Nemmeno la morte ci avrebbe diviso.
Ora possiamo ballare insieme...
...per tutta l'eternità.
§Fine§
XShade-Shinra
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