In un giorno qualunque
IN UN GIORNO
QUALUNQUE
Scorpius Hyperon Malfoy sbuffò tra sé mentre rallentava il
passo fermandosi davanti ad una vetrina colorata.
Entrò quasi senza pensarci e si guardò attorno un attimo
spaesato prima di capire che si trovava in una libreria.
Si inoltrò tra gli scaffali con disinteresse.
Non gli importava dove si trovasse, voleva soltanto che non
lo trovassero i suoi genitori.
Aveva pregato, anzi no, un Malfoy non prega mai, aveva
chiesto per giorni ai suoi genitori di portarlo ad Hogsmeade. Voleva la sua
prima scopa, perché lui era già fin troppo bravo per accontentarsi di quella di
suo padre, e poi non poteva di certo aspettare gli undici anni come tutti gli
altri bambini per averne una.
Alla fine Draco aveva acconsentito, ma non appena arrivati al
villaggio aveva abbandonato sua moglie, suo figlio e sua cognata per occuparsi
dei soliti, noiosi affari, promettendogli che sarebbero passati a prendere la
scopa prima di tornare a casa.
Astoria dal canto suo si era preoccupata di fare shopping
con sua sorella trascinandolo da un negozio all’altro e così lui si era
ritrovato annoiato a camminare sotto la neve.
“Al diavolo” mormorò Scorpius tra i denti, incrociando le
braccia sul petto ed imbronciandosi ulteriormente.
Alzò lo sguardo e solo allora si accorse della presenza di
una bambina.
Aveva i capelli incredibilmente ricci, tenuti malamente
fermi da un cerchietto e stringeva un libro tra le mani, ma, cosa più
importante, lo stava guardando.
Scorpius odiava che qualcuno lo fissasse.
Riusciva a sentirsi terribilmente in soggezione quando le
persone lo guardavano con insistenza.
“Che cosa vuoi?” esclamò allora inacidito e la ragazzina
alzò un sopracciglio scettica senza però scomporsi troppo.
“Ti stavo guardando” esordì con un profondo respiro, “Per
accertarmi che tu sia davvero chi penso che sia” affermò con aria saccente e
Scorpius aggrottò la fronte.
“E chi pensi che io sia?” le chiese continuando a guardarla
perplesso.
“L’ultimo discendente dei Malfoy” affermò a quel punto la
ragazzina con un sorrisino soddisfatto.
“Mio padre dice che voi Malfoy avete tutti lo stesso
marchio” aggiunse subito dopo con una scrollata di spalle.
Scorpius ghignò, affatto infastidito da quelle parole.
“E tu chi diavolo saresti, ragazzina?” le chiese con aria
spavalda.
A quel punto la bambina trattenne a stento un sorriso
divertito.
“Ragazzina? Sicuramente hai la mia stessa età” esclamò e
Scorpius la guardò interdetto.
“Tu…quanti anni hai?” le chiese.
“Otto” rispose l’altra con fierezza.
“Beh, anche io” ammise Malfoy con riluttanza e di nuovo la
bambina sorrise vittoriosa.
“Comunque io sono Rose Weasley” aggiunse subito dopo.
Scorpius sbuffò.
“Una Weasley” commentò sprezzante e Rose parve rabbuiarsi
per qualche secondo.
“Cosa ci fai qui?” gli chiese la Weasley ed il biondino si strinse nelle spalle.
“Esattamente quello che stai facendo tu” rispose vago.
“Io sto cercando un libro” esclamò a quel punto la ragazzina
sventolando il libro che stringeva tra le mani.
Scorpius la osservò per un po’ prima di stringersi nelle
spalle.
“Beh io mi sto nascondendo dai miei genitori” ammise infine
e Rose aggrottò la fronte perplessa.
“E perché?” gli chiese. Scorpius stava quasi per rispondere
quando una voce familiare lo interruppe.
“Scorpius”.
Entrambi i bambini si voltarono verso la figura sinuosa di
Astoria Malfoy, che li raggiunse a passi frettolosi.
“Scorpius, finalmente ti ho trovato. Ci hai fatto
spaventare” esclamò la donna con voce fredda.
Né una scintilla di sollievo brillò in quegli occhi grandi,
mentre lo sguardo del bambino perdeva tutta la sua luce.
“Bene” mormorò dispettosamente e la donna scosse la testa
con un sospiro.
“Vado ad avvisare tua zia che ti abbiamo trovato” dichiarò
voltandosi e sparendo di nuovo oltre lo scaffale.
Draco Malfoy comparve subito dopo di lei, nell’esatto
istante in cui Hermione Granger spuntava dall’altro lato.
“Scorpius” sillabò con voce incolore.
“Andiamo” aggiunse secco e quell’ordine non ammetteva
nessuna replica.
Il bambino fece per rifiutare, ma non appena la mano del
padre gli afferrò saldamente una spalla parve ripensarci e si voltò per andare.
Si girò solo un ultima volta per guardare la bambina che era
rimasta a fissarlo.
Ora sua madre le era affianco e le accarezzava i capelli
mentre controllava che la lettura che si era scelta fosse giusta per lei.
Poi alzò lo sguardo su suo padre che stava fissando la donna
di fronte a lui.
“Granger” lo sentì sillabare mentre un’espressione divertita
si disegnava sul suo viso.
“Malfoy” rispose l’altra e improvvisamente quel tocco
glaciale sulla sua spalla si trasformò in una strana carezza.
La bambina alzò il mento in un muto cenno di saluto e
Scorpius si voltò per seguire suo padre fuori da quella libreria.
Spazio autrice:
Salve giovincelli, in primis vi ringrazio per aver letto questa storia.
In secondo luogo ci tengo a specificare che questa shot è nata per il "Diciannove anni Contest" indetto da Rannie. E si è classificata seconda. Per questo ringrazio infinitamente la giudiciA. I prompts a me assegnati erano: Neve e la lettera S (che doveva essere l'iniziale del nome del protagonista della storia). Inoltre il titolo è stato preso da una canzone di Mengoni perchè mi sembrava decisamente adatto. Grazie ancora.
Alla prossima _EpicLoVe_
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