Scritta per il prompt su KinkMerlinItalia:
Arthur/Merlin, (AU o canon!era a discrezione dell'autrice), established
relationship. Arthur rientra dopo un'assenza di due settimane appena in
tempo
per il Natale. Lui e Merlin non si toccano da prima della sua partenza
e prima
di poterlo fare come si deve devono attendere la fine
dell'interminabile cena
della vigilia di Natale a cui sono stati invitati.
Rating: Soft R
Disclaimer: i personaggi di Merlin appartengono
alla BBC
An Eve to endure
Erano state due settimane interminabili per Merlin: il suo
fidanzato era dovuto partire per un improvviso viaggio
d’affari organizzato
dalla compagnia per il quale lavorava, rischiando di mancare alla
tradizionale
cena della Vigilia a casa Pendragon, e quasi costringendo Merlin a
parteciparvi
da solo, con suo sommo orrore.
Non si sentiva ancora molto a suo agio in presenza di Uther
Pendragon.
Aveva sempre, la costante impressione che lo studiasse come
si fa con una cavia da laboratorio e neanche la presenza di Morgana, la
sorella
adottiva di Arthur, riusciva a tranquillizzarlo.
Ma per fortuna Arthur era tornato in tempo, avendo preso
l’ultimo aereo per Londra, per un soffio, quasi a chiusura
imbarco, scortato
dalle lamentele dei passeggeri già imbarcati, che vedevano
il loro volo
ritardare.
Tutto ciò con grande sorpresa di Merlin, che se lo era visto
arrivare con passo svelto davanti al loro appartamento trascinandosi
dietro
valigia e borsone, imprecando a gran voce contro tassisti truffatori.
E Merlin, che era appena ritornato a casa dopo essere
passato in tintoria a ritirare delle camicie, quando se lo era
ritrovato
davanti non ci aveva pensato su due volte prima di lasciar cadere gli
indumenti
e placcare Arthur a terra, quasi soffocandolo con un bacio a tradimento.
-Mmm…ciao anche a te.- mormorò Arthur non appena
Merlin ne
ebbe abbastanza delle sue labbra.
-Sono contento che tu sia tornato. Mi sei mancato Arthur.-
Il biondo sorrise compiaciuto a quelle parole: se due
settimane di assenza sortivano un bentornato così caloroso,
non osava
immaginare se fosse stato fuori casa dei giorni in più cosa
lo avrebbe atteso.
-Erm, tesoro? Mi fai alzare? L’asfalto è un
po’ duro, sai?- ridacchiò
Arthur all’entusiasmo del compagno e del delizioso rossore
che si era impadronito
del suo volto mentre Merlin lo aiutava a rimettersi in piedi.
-Scusa…-
-Non scusarti, il tuo entusiasmo nel rivedermi è
gratificante.- disse mentre si spolverava il cappotto e raccoglieva da
terra le
valigie. –Entriamo? Fa un po’ freddo e ho una gran
voglia di farmi una doccia calda
prima della cena a casa di mio padre.-
Merlin annuì sorridente e raccolse le camicie che, per
fortuna, erano nel loro involucro di plastica, e non si erano sporcate.
Una
volta entrati nel loro appartamento, Arthur non aveva perso tempo a
spingere
Merlin contro la porta e a reclamare nuovamente le labbra del
fidanzato,
stuzzicandole con la lingua per invitarle ad aprirsi come un fiore a
primavera
e il ragazzo non se lo era fatto ripetere due volte, prima di
assecondarlo.
Gli era mancato Arthur.
Terribilmente.
E si sentiva così patetico, come una sciocca ragazzina
perché, infondo, era un uomo adulto e cosa potevano fargli
336 ore, 20.160
minuti e, beh…ma chi si metteva a contare?
Quando sentì le agili mani di Arthur infilarsi sotto al
maglione, accarezzando con reverenza i fianchi snelli, salendo sempre
più su
per tormentare i freschi capezzoli, si staccò a malincuore
ricordando, grazie a
quel poco di sangue che non era affluito nella sua risvegliata
erezione, e che
aveva rimesso in moto il cervello, che avevano una cena a cui
partecipare.
-Ar..Arthur!-
-Che c’è?- domandò petulante,
mordicchiandogli la mandibola.
-La doccia… vai a fare la doccia, ti sei già
scordato che
dobbiamo andare da tuo padre?-
-Urgh. Ti prego di non menzionare mai più mio padre quando
ho un erezione, se non vuoi provocarmi un trauma per tutta la vita.-
esclamò
con espressione di disgusto in viso, mentre si allontanava dal calore
del suo
fidanzato.
Merlin non potè che dargli ragione. Il solo pensiero bastava
per fargli venire ancora di più la nausea (come sempre,
quando Uther Pendragon
veniva nominato).
-Me ne ricorderò, adesso fila o arriveremo in ritardo.-
Arthur diede un’occhiata all’orologio che teneva al
polso e
aggrottò le sopracciglia.
-Ma è ancora presto! Abbiamo tutto il tempo del mondo e
stavo pensando..-
-Scordatelo.-
-Ma se non ho ancora detto nulla…- protestò.
-Arthur conosco troppo bene come ragioni tu e no, non farò
la doccia con te! L’ultima cosa che mi serve è
arrivare tardi ad una cena con
tuo padre, perché prima devi prenderti il tuo dolce tempo
per fare sesso nella
doccia!-
Il giovane Pendragon sbuffò deluso: due settimane di
lontananza
dal corpo tentatore di Merlin, solo con la compagnia della sua mano
destra e
fantasie di rocamboleschi exploit tra le lenzuola che più di
una volta erano
sopraggiunti in occasioni poco opportune
- come durante quel meeting particolarmente importante (e noioso) con
gli
associati Giapponesi -.
-E io che speravo di esserti mancato tanto quanto tu sei
mancato a me…- borbottò.
Merlin guardò di sottecchi il fidanzato: da Arthur
c’era da
aspettarsi che giocasse la carta del “Ho bisogno di affetto,
spogliati e
facciamo sesso sulla prima superficie disponibile!”, e
normalmente non si
sarebbe lasciato pregare (più probabilmente gli avrebbe
strappato i vestiti di
dosso a morsi, pensò arrossendo), ma la sola idea di dover
sedere davanti ad
Uther, quella sera a cena, con la consapevolezza di essersi fatto
sbattere dal
figlio… scosse la testa, terrorizzato.
Uther glielo avrebbe letto in faccia e, no, sarebbe stato
davvero mortificante.
Neanche se Arthur avesse offerto una performance tra le
lenzuola così grandiosa da mettere Giacomo Casanova in
ridicolo, avrebbe ceduto.
Ma il problema era farlo capire a quell’Asino del suo
fidanzato.
Si avvicinò al biondo e lo abbracciò, poggiando
l’orecchio
al petto di Arthur e ri-familiarizzando con quel ritmico tutum
tutum.
-Te l’ho confessato poco fa in strada che mi sei mancato,
non essere sciocco. E lo sai benissimo che non vorrei fare altro che
mandare al
diavolo la cena e rimanere in casa da solo con te, chiusi in camera da
letto, e
averti dentro di me…-
Di sicuro aveva ottenuto la sua attenzione, se l’erezione
che sentiva premere contro la sua coscia aveva qualcosa da dire.
-Ma dobbiamo aspettare. Sai quanto ci tenga tuo padre ad
averci tutti assieme per la Vigilia, e anche Morgana è
tornata appositamente da
Parigi per questa occasione. Non possiamo deluderlo.-
Il biondo sbuffò ma con riluttanza fece cenno di aver capito
e Merlin sorrise felino prima di far scivolare una mano lungo il fianco
destro
di Arthur, per poi arrivare all’inguine e stringerne
delicatamente l’orgogliosa
erezione.
-Finita la cena..- sussurrò al suo orecchio, -..finita la
cena, torneremo qui e non ci alzeremo da quel letto se non per andare
in bagno
e mangiare.-
-O rifornirci di lubrificante…- aggiunse Arthur con un
sorrisetto furbo.
-Anche. - rispose sogghignando come una volpe, -Adesso vai a
fare la doccia, ti lascio i vestiti da indossare sul letto.-
continuò prima di
schioccargli un ultimo bacio e andare a finire di incartare i regali
per Uther
e Morgana.
Arthur con un sospiro pensò che, ancora
una volta, avrebbe dovuto fare amicizia con la sua mano destra.
Scrivere per questo prompt è stato un vero piacere ^^
Se non fosse stato per il poco tempo che mi era rimasto
avrei potuto cominciare a muovere i primi passi verso una lemon vera e
propria,
ma pace ^^’’
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