Titolo:
A Good Advice
Summary:
Scosse
la testa e si lasciò cadere sulla poltrona, sfinito.
<< Cosa posso
fare? >>
Si rese
perfettamente conto di aver chiesto un consiglio a Sherlock, che era
esperto di tutto tranne in relazioni umane, di qualsiasi natura
fossero.
Pairing:
Sherlock/John
Raiting:
Verde
Words:
1111 (LOL)
Disclaimers:
Presto proverò a rubare
i diritti a quei due geni! Lo giuro!
Notes:
Ispirazione dai Peanuts
e
da Grey's Anatomy.
Al solito. E diamoci al fluff!
A
Good Advice
“Mia
adorata,
come
ti amo.
Le
parole non possono dire quanto ti amo.
Quindi
lasciamo stare.”
-
Snoopy -
La settimana era una
delle più pesanti che John ricordasse.
Aveva turni a lavoro
praticamente sempre, i pazienti erano più suscettibili e
rompicoglioni che mai – no, non doveva pensarlo! Giuramento di
Ippocrate, giusto? - ed erano arrivate bollette più o meno per
qualsiasi cosa.
Ma non era ancora alla
ciliegina sulla torta.
A Sherlock era capitato
un nuovo caso e lui giustamente non poteva essere coinvolto a causa
dei turni di cui sopra.
<< Non ti
preoccupare. E' una sciocchezza. Pure formalità e scartoffie.
>>
Sciocchezza. Formalità.
Scartoffie.
Però era una
settimana che andava avanti e indietro da Scotland Yard!
Tra questo andirivieni
e il suo, riuscivano a incontrarsi pochissimo. Giusto la mattina o la
notte. Sherlock tornava quando lui già dormiva, o era lui a
fare le nottate in ambulatorio.
Mentre il suo
coinquilino passava le giornate con Lestrade!
Tutto ciò era
tremendamente ingiusto.
Si era imposto di non
pensarci tutta la settimana, ma niente da fare: quegli assurdi
pensieri ritornavano nei momenti meno adatti. Come quello.
E Sarah scelse proprio
quel momento per fare una chiacchierata sul loro rapporto.
<< Sarah, che
cosa vuoi esattamente da me? >> aveva sbottato ad un certo
punto, dopo chiacchiere senza senso che si erano tradotte in “Bla!
Bla-bla. Blablablabla. Bla?”
Stava passando troppo
tempo con Sherlock! Era per questo che le persone gli erano venute a
tedio. Giusto?
<< Io vorrei che
ti importasse qualcosa di me! >> rispose lei alzando sempre di
più la voce << Tu fai finta che io ti piaccia, mosso da
un bisogno irrazionale di essere il “bravo ragazzo”!
Tento in tutti i modi di attirare la tua attenzione su di me, ma
niente! Che cosa dovrei fare? Aspetta! Lo so! Dovrei cominciare a
passare del tempo con qualche ispettore di Scotland Yard,
perché a quanto pare è l'unica cosa che ti porti ad una
rabbia cieca! Aspetta, però. Non funzionerebbe lo stesso
perché IO NON SONO SHERLOCK HOLMES! >> (1)
Aveva letteralmente
urlato le ultime parole, facendo voltare tutti i pazienti. Distolse
lo sguardo imbarazzata. John, non trovando niente più da dire,
prese la sua roba e uscì dall'edificio senza voltarsi
indietro.
Tornato a casa, salì
le scale e trovò il consulente investigativo seduto sulla sua
poltrona già in pigiama. Da ciò John dedusse –
sì, ogni tanto capitava anche a lui – che doveva aver
concluso le indagini, arrestato i colpevoli, tanti saluti, addio,
ciao!
Lo vide aprire la bocca
per dire qualcosa, ma fu più veloce.
<< Sta' zitto! >>
gli disse puntandogli il dito contro << Lo so che vorresti
parlarmi del caso, come avevi promesso, e sono certo che è
tutto molto interessante, ma adesso ho bisogno che tu taccia per un
po' e stia ad ascoltare la mia noiosissima settimana! >>
Sherlock chiuse la
bocca e annuì comprensivo.
<< Bene. >>
asserì cominciando a camminare senza motivo per la stanza
<< Allora. Per
prima cosa, non so se hai notato che sono arrivate le bollette,
Sherlock. Tre bollette! Ma che dico! Ovvio che l'hai notato!
Noti qualsiasi cosa, tu. >> aggiunse prima che lui potesse
replicare
<< Ho avuto dei
turni allucinanti in quel teatro dell'inferno che si ostinano a
chiamare ambulatorio! E hai ragione: la gente è idiota! Non
riesce neanche a prendere un analgesico correttamente senza che
glielo spieghiamo noi! Non ci vuole mica una dannata laurea! >>
Sherlock lo guardava a
metà fra l'interessato e il divertito, con l'aria di chi la sa
lunga.
<< E per stare
appresso a questi coglioni isterici non sono riuscito a seguire il
tuo caso. Lo so che era stupido! >> disse limitandosi ad alzare
una mano per evitare proteste << Ma avrei voluto esserci.
Insomma, ci sono sempre! E' stato frustrante lasciarti solo con
Lestrade. Cioè, a indagare! >> si corresse
Lanciò
un'occhiata al suo coinquilino, e non gli piacque per niente il
ghigno che gli era spuntato.
<< Ma, come tutti
sappiamo, dulcis in fundo! >> continuò dopo aver ripreso
fiato << Sarah mi ha costretto ad una “chiacchieratina”
sul nostro rapporto ed è uscito fuori che io e lei non andiamo
d'accordo a causa tua! >>
Sherlock alzò
entrambe le sopracciglia.
<< Esatto! >>
concordò il dottore << Completamente senza senso! Ha
detto che sono sempre impegnato con te, che non la noto, e bla, bla,
bla! Ah, e sarei anche geloso di te! Sempre più nel grottesco!
>>
Scosse la testa e si
lasciò cadere sulla poltrona, sfinito.
<< Cosa posso
fare? >>
Si rese perfettamente
conto di aver chiesto un consiglio a Sherlock, che era esperto
di tutto tranne in relazioni umane, di qualsiasi natura fossero. Si
aspettava dicesse qualcosa su quanto fosse noiosa quella
conversazione e che partisse direttamente con l'elogiare l'incapacità
di Scotland Yard in un brusio di parole troppo fitte per quel John
così sfinito. Troppo fitte in generale, in realtà.
Non disse niente,
invece. Non una parola, esattamente come aveva promesso. E John
immaginò quale fatica dovesse essere per lui. Si alzò e
raggiunse la cucina, dove la teiera aveva cominciato a fischiare.
John lo osservò
mettere l'acqua nella tazza, l'infuso e lo zucchero.
Attonito, tentò
di spiccicare qualche parola su quanto fosse assurdo il fatto che non
l'avesse ancora investito con un ragionamento più che sensato,
ma anzi gli si fosse inginocchiato davanti assaggiando il tea
preparato per lui.
Fece un mezzo sorriso
allontanando la tazza dalle sue labbra.
La mano che la teneva
la porse a John e l'altra... L'altra arrivò inspiegabilmente
dietro la sua nuca facendolo avvicinare tanto che avrebbe potuto
baciarlo.
E fu esattamente quello
che fece. Senza una parola.
Le labbra umide di tea
facevano pressione sulle sue e, Cristo, per poco non gli cadeva la
tazza dalle mani per la sorpresa.
In un nanosecondo nella
testolina bionda e dall'intelligenza media di John si affollarono
centinaia di domande e centinaia di risposte allo stesso tempo. Solo
che non riusciva a collegarle in nessun modo.
Dio, avrebbe voluto
aprire le labbra e lasciare che la lingua troppo utilizzata del suo
amico lavorasse in mille altri sensi. Christ!
Sherlock però si
allontanò – non di molto, staccò le sue labbra
giusto di poco – e lo guardò negli occhi con
un'espressione indecifrabile.
<< Ho letto da
qualche parte che quando qualcuno è sconvolto in qualche modo,
è salutare che beva qualcosa di caldo. >>
Si fece di nuovo più
vicino, tanto che i loro nasi si sfiorarono.
<< Bevi il tuo
tea. >> mormorò
Poggiò ancora
una volta le labbra contro le sue, ma fu più rapido. Si alzò
e tornò in cucina.
John sorrise, un
sorriso idiota.
<< Questo mi
sembra un buon consiglio. >> (2)
Notes, again:
Eeeeeccoci qua! Due one
shot in un giorno! E che è successo?! XD
Mi sono ridata al
fluff! Conteeenti?
[è sotto
cioccolata, quindi è più di là che di qua]
Citazioni: (1) Addison,
nel suo “I'm not Meredith Grey” speech. Un mito. (2)
Piperita Patty :D Un altro mito.
Un ringraziamento a
rosmy90 ormai mia beta ufficiale <3
Ho davanti il primo
volume della raccolta sui Peanuts che stanno uscendo con
Sorrisi... E dato che sono fonte inesauribile di ispirazione
per me, mi è sembrato giusto avvisare. u.u
Baaaaaci <3
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