Proemio
Ecco
come comincia la mia storia… con un giorno come tutti,
per me.
Mi
chiamo Diane e per una lunga e complicata storia, adesso mi
ritrovo qui a danzare per elemosinare un po’ di soldi… ho messo la
musica, ed
io sto ballando anche col sorriso, aspettando che qualcuno mi lasci
degli
spiccioli.
Ormai
era una giornata come le altre… mi ci ero abituata… la
trovavo una cosa normale. Purtroppo, nel mio girovagare, non tenni
conto dei
posti in cui elemosinare era vietato. Avevo soltanto visto un piccolo
quartiere
in cui nessuno elemosinava o si esibiva, e così pensai di cominciare
io. Magari
avrei guadagnato di più, pensai. E così appoggiai il cappello rovinato
per
terra, accesi lo stereo e cominciai a danzare. La gente veniva numerosa
e mi
osservava volteggiare per la strada. Cominciai anche a guadagnare
qualcosa, ma
le cose presero una brutta piega quando vidi arrivare, con aria
minacciosa, due
poliziotti.
-
signorina, qui è vietato elemosinare! Dobbiamo arrestarla.
– dissero tra il garbato e il severo.
Io
ovviamente mi dimenai, non volevo finire in prigione
anche per una notte sola!
Proprio
mentre stavo per rassegnarmi arrivò un gentil’uomo
alto, slanciato e vestito elegantemente.
-
oh! Signori! Meno male che l’avete trovata! La stavo
cercando dappertutto! Figliola, perché sei scappata?! – domandò con
tono
preoccupato.
Non
conoscevo affatto quell’uomo, eppure mi stava salvando
dall’essere arrestata. Un gesto al quanto carino per essere uno snob.
-
ehm… signore, questa è sua figlia? – chiese il poliziotto
confuso.
-
ma certo! È un mese che la cerco in lungo e in largo! E
finalmente voi l’avete ritrovata! –
-
è vero? – chiese conferma l’altro poliziotto.
-
ehm… si! Certo… lui è mio padre… sono scappata di casa
sperando di sopravvivere chiedendo l’elemosina -
Ero
piccola di statura e la mia carta d’identità poteva
confermare che io avevo 16 anni, e che quindi lui poteva benissimo
essere mio
padre.
La
mia carta d’identità non indicava quali fossero i miei
veri genitori, ma quando videro quella del signore, improvvisamente non
ebbero
più dubbi su chi lo era.
-
va bene, va bene… potete andare! – confermarono gli
agenti.
Lui
mi trascinò fino ad un vicolo cieco. Poi si fermò a
guardarmi.
-
chi siete voi realmente? – domandai velocemente.
-
oh, perdonate le mie poche buone maniere… io sono Spirit e
voi siete Diane, lo so… -
-
come fate a saperlo? –
-
io so tutto di tutti… -
-
non è possibile, probabilmente avrete visto la mia carta
d’identità mentre la mostravo ai poliziotti… vero? –
-
affatto! – si offese – non sono così meschino! –
-
e poi come avete fatto a convincere gli agenti che voi
eravate mio padre?! –
-
magia! – rispose semplicemente mostrandomi la sua carta
d’identità che col passaggio di una mano cambiava parole.
-
incredibile! – all’inizio ero davvero sorpresa – che
trucco state usando? –
-
nessun trucco, mia cara… -
-
volete dirmi che voi siete un… - stavo per dire una parola
maledetta, che il solo pensarla mi spaventava. Non dicevo quella parola
a caso:
ultimamente si sentiva spesso in giro e dai telegiornali che vedevo
passando
davanti alle case, che questi esseri magici, più comunemente chiamati
“demoni”,
si aggiravano per le vie della mia città e di quelle a noi vicine. Non
volevo
averci niente a che fare con loro, e ogni notte che passavo al freddo,
non
pregavo che qualcuno mi trovassi, bensì pregavo affinché quel qualcuno,
chiunque esso sia stato, non fosse mai un demone. Purtroppo non ebbi
molta
fortuna e quel giorno, uno come tanti per me, mi ritrovai tra le
grinfie di un
demone.
-
… demone?! – quasi non si sentì la parola che sussurrai,
ma stranamente lui la percepì bene.
-
esatto… - mi sorrise facendo diventare i suoi bei occhi
azzurri, rossi come il sangue.
-
stammi lontano demonio! – feci per andarmene, ma lui mi
fermò solo con la sua voce.
-
ti ho appena salvata dalla prigione… è questa la tua
gratitudine? –
-
capirai la prigione… mi avrebbero fatta rimanere li per
una notte al massimo –
-
sbagliato… evidentemente non sei mai stata in questo
quartiere. La punizione per chi elemosina o per chi si esibisce per
strada è
molto più dura di “una notte in prigione” –
-
e sarebbe? –
-
oh, meglio che tu non lo sappia… -
Mi
insospettii un po’. Cosa voleva lui da me? Che gli avevo
fatto? Perché mi aveva salvata?
-
ma non è solo per questo che ti ho tolto dai guai. –
-
ah si? – mi girai verso di lui indietreggiando leggermente
per paura.
-
si… ho bisogno del tuo aiuto. –
-
come dovrei aiutarti? – chiesi tanto per sapere, ma già
avevo in mente di non accettare.
-
ecco, vedi, io ti conosco, o meglio, conosco il tuo
passato, le tue sofferenze, il perché sei qui a chiedere elemosina
danzando, le
rovine che hai dovuto affrontare fin da piccolina… se non erro, tua
madre è
morta quando avevi 6 anni, giusto? –
Quando
rivelò quel segreto che non avevo mai detto a nessuno
mi si bloccò il battito cardiaco per più di un secondo. Ero sorpresa,
troppo
direi. Non mi piaceva quell’uomo dai capelli lunghi e neri.
-
come sospettavo, avevo ragione… i tuoi genitori sono morti
entrambi, tua madre per una malattia, tuo padre, quando avevi 14 anni,
per un
incidente stradale, e da allora eviti l’orfanotrofio girovagando e
chiedendo
elemosina. –
-
si, è vero… non so come tu possa sapere queste cose, ma
hai ragione… perché mi dici queste cose? A cosa vuoi arrivare? –
strinsi i
pugni quasi arrabbiata.
-
beh… non hai nessuno con cui stare. Io posso aiutarti a realizzare
i tuoi sogni se tu mi aiuti con la mia missione… -
-
dipende dalla missione – lo guardai storto.
-
mi serve un demone, che non sia più potente di me, ma
semplicemente che mi aiuti a catturare le anime e a creare nuovi
demoni. –
-
a che pro tutto questo? –
-
più demoni creo, più anime acquisto, e più divento
potente! –
-
NO! – urlai sdegnata da ciò che mi stava chiedendo – mai! –
-
so qual è il tuo sogno – mi rifermò mentre stavo per
andare via – tu vorresti diventare una famosa ballerina che gira per il
mondo
diffondendo la propria fama, sto sbagliando per caso? – ghignò
nuovamente.
-
e tu mi vorresti far credere che grazie a te io diventerei
ciò che voglio…? - mi irrigidii. Volevo a tutti i costi diventare una
famosa
ballerina, ma andando avanti così non ci sarei mai arrivata… e
cominciai a
pensare che forse la sua proposta non era del tutto malvagia.
-
non te lo voglio far credere. È così! –
-
lo spero vivamente per te… -
-
è un si? –
Annuii
sperando di non star sbagliando, come avevo fatto
fino a quel momento.
-
ma prima voglio sapere perché non mi hai direttamente
trasformata in demone piuttosto che chiedermelo gentilmente… -
-
per prima cosa, sono un gentil’uomo, è mio dovere chiedere,
secondo, perché se l’anima non è d’accordo ad essere un demone, io non
posso
trasformarla e di conseguenza non sarà mai mia –
Rimasi
in silenzio.
-
bene! La tua anima è mia! – rise e mi soffiò in faccia una
polvere strana che mi fece quasi perdere i sensi. Anzi, stavo proprio
svenendo.
Poi il buio.
Ecco
come comincia la mia storia.
Ed ecco la fine del
capitolo! Spero vi abbia incuriosito un pochettino. Continuate a
seguirmi! Ci tengo!
Al prossimo capitolo! E ci tengo a precisare che mi fanno piacere
recensioni di
tutti i generi! :D Adios Laura.
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