Per sbaglio e per fortuna
Capitolo 1
Cioccolatini ripieni
Hermione
Dalla fine della guerra era passato un
anno. Io e Ron ci eravamo messi finalmente assieme alla fine di tutto
quanto; ci era voluto Voldemort per farci svegliare un po’.
Mi sembrava così strano che ci conoscessimo da quando
avevamo undici anni e ci fossimo resi conto di piacerci solo a
diciassette, da veri perdenti quali siamo e ai quali sono fiera di
appartenere. La banda dei perdenti: io, Ron e Harry.
Dopo un anno tutti e tre ricevemmo una lettera dalla preside McGranitt
che ci domandava, senza il solito tono formale che usava sempre nelle
lettere ufficiali, se volessimo tornare ad Hogwarts per un anno extra,
siccome non avevamo mai veramente terminato la scuola. Uccidere
Voldemort era stato un lavoro complicato, non avevamo avuto tempo di
studiare per il M.A.G.O. Ovviamente accettai subito. Non aver ottenuto
il diploma e non aver passato tutti assieme l’ultimo anno era
una delle cose che mi dispiaceva di più. Anche gli altri
tornarono volentieri, e non saremmo stati solo noi, ma anche altri
nostri compagni che non avevano terminato gli studi
dell’ultimo anno, soprattutto perché i genitori li
avevano ritirati dalla scuola. Lord Voldemort, durante l’anno
in cui aveva regnato incontrastato, era stato terribilmente influente
sulla comunità magica e anche su quella babbana che
custodiva il segreto, come i genitori di figli maghi o i babbani
sposati a streghe e maghi.
Con noi ci sarebbero stati anche Draco Malfoy, con gli inseparabili
Tiger e Goyle, e Blaise Zabini, che era stato ritirato poco prima della
fine dell’anno dai suoi genitori. Oltre ai Serpreverde sapevo
che con noi ci sarebbe stato Dean Thomas, che si era ritirato da scuola
negli ultimi tre o quattro mesi. Per i Tassorosso e i Corvonero invece
non sapevo nulla, a parte che ci sarebbero state le gemelle Padma e
Calì Patil.
Ci aspettava quindi un altro anno ad Hogwarts. L’ultimo, questa volta.
Quando fummo sul treno diverse persone ci guardavano e ci additavano
senza un briciolo di pudore, se possibile più di
prima… Immagino che vedere Il Bambino che era Sopravvissuto
più Volte fosse un vero spettacolo. Eravamo in
cabina assieme a Luna, Dean e Neville, e non tutti erano abituati agli
sguardi indiscreti a cui, dopo qualche tempo, io non facevo
più caso. “Non possiamo almeno tirare le
tendine?”, chiese Dean guardando nervoso verso la porta.
“Dean ha ragione”, dissi. Mi alzai e chiusi la
tenda dello scomparto, con la disapprovazione e le smorfie di un paio
di ragazzine del quinto anno che non potei non notare.
“Certo quello che hai fatto gli scorsi anni è
stato clamoroso, ma era ora che finissi il lavoro Harry”,
disse Luna masticando una Cioccorana. “Adesso sì
che la gente ti guarderà con interesse.”
Harry rise di gusto. “Finire il lavoro lo chiami
tu?”
“Ma certo”, sopraggiunse Neville con finta
noncuranza. “La Camera
dei Segreti e la Pietra
Filosofale erano solo l’inizio della
storia.”
“La Pietra
Filosofale?”, chiese Luna con interesse.
“Oh sì! Harry, Ron e Hermione hanno salvato la
Pietra Filosofale da Tu-sai-chi il primo anno che hanno frequentato
Hogwarts”, disse Neville concitato.
“E poi l’avete data a Madame Mortis?”,
chiese Luna con occhi sognanti.
“Noi… no!
Chi?”, domandò Ron parecchio confuso.
“Madame Mortis è la strega più vecchia
del mondo, nessuno sa quando sia nata, ma si hanno testimonianze della
sua esistenza già nel basso medioevo. Si dice che ogni mese
beva una Pozione
Rinvigorente mescolata a sangue di unicorno per restare
sempre giovane, ma certo la Pietra
Filosofale sarebbe molto più pratica che
uccidere tutti quegli unicorni”, disse Luna con lo stesso
tono che avrei usato io per parlare del punteggio che avevano fatto i
Cannoni di Chudley nell’ultima partita.
Dean ridacchiò e cominciò a succhiare con gusto
una piuma di zucchero extra-large. “Secondo voi
quest’anno ci sarà il campionato di
Quiddich?”
“Ma certo! Harry è ancora capitano!”,
esclamò Ron al mio fianco.
“Si? Farai i provini?”, chiese Dean nervoso.
“Si. Tranquillo”, aggiunse poi. “Non
credo ci sarà un cacciatore che ti possa superare.
Però devo fare comunque i provini, è una
questione di giustizia. Allenati, sono sicuro che sarai più
che pronto.”
Dean sorrise, appena un po’ più contento. Forse
pensava che Harry se la sarebbe presa con lui per essere stato
l’ex della sua ragazza, ma Harry non era così
sciocco. Oltretutto quell’anno Ginny non c’era. Lei
aveva già finito la scuola l’anno scorso, e si
stava dedicando ad un apprendistato da Olivander come fabbricante di
bacchette. Noi tutti avevamo preso una pausa come per una specie di
anno sabbatico.
I ragazzi, trascinati dal discorso, cominciarono a parlare di Quiddich.
Lanciai un’occhiata a Luna, che si immerse nella lettura del Cavillo,
così io tirai fuori Pozioni
Avanzate volume settimo e cominciai la leggere il capitolo
intitolato: ‘Pozioni Irritanti e Pozioni Irritatrici: le
differenze’.
Arrivammo ad Hogwarts, come al solito, verso sera. Salutammo Hagrid
che, come ogni anno, avrebbe accompagnato i ragazzini del primo per la
tradizionale traversata sul lago, e ci avviammo verso il castello. Una
volta che tutti furono seduti e in silenzio la McGranitt fece un
piccolo discorso, diede il benvenuto ai nuovi studenti e introdusse la
nuova insegnante di Pozioni, una donna alta con i capelli rossi e molto
ricci di nome Serena Blurett, e Difesa Contro le Arti Oscure, che
sarebbe stato tenuto da un mago dalla barba sfatta e gli occhi
infossati, George Goul.
Scoccai un’occhiata ad Harry e lo vidi un po’
rammaricato. Scommetto che adesso che sapeva la verità su
Severus Piton lo avrebbe accettato di buon grado come professore.
Alla fine del banchetto vidi Vitious che mi faceva segno di andare da
lui. Adesso era diventato vicepreside, e credo che fosse il
più adatto a quella carica. Chiamò i quattro
Capiscuola, uno per ogni casa: io ero quello di Grifondoro (per una
volta il mio egocentrismo prevalse, e devo ammettere che aspettavo
quella carica già da diverso tempo), Tassorosso aveva Hanna
Abbott, Corvonero un ragazzo di cui non sapevo il nome e Serpeverde,
come c’era da immaginare, Draco Malfoy.
“Voglio avvisarvi che quest’anno le regole sono
cambiate”, squittì Vitious, entusiasta come
sempre. “Ogni fine del mese i Capiscuola si riuniranno per
un’assemblea. Dovrete discutere di tutti i problemi della
scuola, compilerete una scheda e la consegnerete alla preside. Ogni
ultimo del mese, in modo che il primo del mese dopo la preside riceva
ogni vostra osservazione sull’andamento della scuola.
E’ chiaro?”
“Chiaro”, disse Hanna.
“Perfetto”, disse Vitious con un sorriso.
“Andate pure a dormire, domani vi aspetta il vostro ultimo
primo giorno!”
E così ci avviammo verso le nostre sale comuni. Anna e
l’altro ragazzo voltarono a destra dopo aver superato la Sala
Grande, e restammo solo io e Draco.
“Credi davvero che sia possibile fare una riunione mensile
assieme, Granger?”, chiese lui allora.
“Perché no?”, chiesi io, cercando di
essere cortese.
“Non lo so. Il fatto è che di solito io non parlo
con i Mezzosangue”, disse rivolgendomi un ghigno.
Lo guardai furiosa, ma cercai di non perdere la calma. “Mi
spiace che pensi così. Anche perché ho imparato
benissimo la formula di Trasfigurazione Animale. Mi basta tanto
così”, dissi avvicinando pollice e indice,
“per trasformati in un furetto bellissimo. O forse questa
volta potrei provare… che so, un pinguino! Sono tanto
simpatici.” E sorridendo me ne andai, mentre Malfoy arrossiva
di rabbia.
Draco
Non sopportavo la Granger nemmeno se la vedevo a distanza, figuriamoci
se volevo vederla una volta al mese, obbligatoriamente e per parlarci
senza insultarla né prenderla in giro! Se non fosse stato
così vantaggioso essere Caposcuola probabilmente mi sarei
dimesso dall’incarico solo per causa sua.
“Hey tu… tu”, dissi ad un ragazzino del
secondo anno, “dieci punti in meno a Tassorosso.”
“Perché?”, domandò lui con
tono lagnoso (i ragazzini di oggi non hanno nemmeno un po’ di
rispetto verso i più grandi e più nobili di loro).
“Perché sei troppo arrogant- ah! Un Fresbee
Zannuto!”, esclamai sbirciando nella sua borsa. In
realtà gli avevo tolto punti perché era da troppi
minuti che non esercitavo la mia autorità su qualcuno, ma un
Fresbee Zannuto era una buona scusa per sgridare uno sgorbietto del
secondo. Glielo presi e lo misi in borsa, mentre lui mugugnava qualcosa
che non mi diedi la pena di ascoltare. Proprio quando me stavo andando
scorsi la Granger che mi osservava con un cipiglio severo. La ignorai,
e me ne tornai in Sala Comune.
Le lezioni erano finite, e quella sera sarei dovuto andare alla
riunione dei Caposcuola. Era incredibile come le giornate passate a
studiare fossero così monotone e tediose, ma quando meno te
ne rendevi contoera già passato un mese. Feci una doccia
veloce, e quando tornai al dormitorio vidi Tiger e Goyle attorno al mio
letto che borbottavano qualcosa fra loro.
“Che cosa fate?”, chiesi asciugandomi i capelli.
Loro si voltarono di scatto e Goyle nascose qualcosa dietro la schiena.
“Niente!”
“Che hai lì?” Mi avvicinai e strinsi gli
occhi, dimentico di asciugarmi i capelli gocciolanti.
“Niente!”
“Ma dai, ti ho visto. Dietro la schiena!”
“Dietro la mia
schiena?”, chiese Goyle assumendo un’aria
esterrefatta. Mi prendeva per scemo?
“Ma che sei matto? Dammi qua!” Mi avvicinai e gli
strappai di mano una scatoletta quadrata e infiocchettata. Appiccicato
addosso c’era un bigliettino con scritto il mio nome.
“E’ per me!”
“Già… volevamo… dartelo di
persona”, borbottò Tiger.
“Volevate darmi una scatola con bigliettino a forma di cuore
rosa?”
“E che c’è di male?”, chiese
Tiger allargando le braccia. “Era l’unico
bigliettino che rimaneva”, borbottò poi.
Se conoscevo bene Tiger e Goyle quelli nella scatola erano dolci. E
altro che darmeli, quelli si li volevano mangiare! “Andate
via!”, esclamai stringendomi al petto la scatoletta di dolci.
“E poi non dovreste mangiare tutte quelle schifezze! Non
cercateli più, chiaro? Tanto adesso li butto. Non
m’interessano le ragazzine che mandano dolci.”
Una volta sicuro che Tiger e Goyle non mi avessero aggredito per
rubarmi un cioccocalderone aprii la scatola. Era piena di cioccolatini,
tutti incartati e con un adesivo che informava sul ripieno. Rigirai la
scatola per capire chi me li avesse mandati, ma purtroppo non
c’era scritto nulla. Solo quel bigliettino rosa con scritto
il mio nome in lettere eleganti. Non conoscevo nessuno con una
calligrafia del genere. Pensai che forse avevo
un’ammiratrice. Una dalla calligrafia elegante.
Chissà chi era…
Decisi di nascondere i cioccolatini, così Tiger e Goyle non
li avrebbero mangiati. Era quasi ora di andare alla riunione,
così mi vestii, presi un cioccolatino e feci per
assaggiarlo, ma proprio in quel momento arrivò Goyle.
Nascosi in fretta il cioccolatino nella tasca interna del mantello.
“Si?”
“Sono quasi le sette”, disse Goyle.
“Infatti sto andando”, dissi io spostandomi di lato
per sfuggirgli. Lo vidi guardarmi sospettoso e arricciare il naso nella
mia direzione. “Che succede?”
“Sento odore di crema alla nocciola”, disse alzando
il naso all’aria.
Si potrebbe lodare la capacità di Goyle di distinguere gli
odori a distanza di diversi centimetri, o forse addirittura metri e
metri, ma in quel momento sembrava in preda ad un attacco e avevo paura
che mi avrebbe mangiato. “Prova a vedere sul letto di Blaise,
magari anche a lui hanno mandato qualcosa”, dissi
velocemente, poi fuggii.
Evitando anche Tiger mi diressi alla saletta dove si sarebbe tenuta la
riunione. Andando mi dimenticai del cioccolatino: incontrai la Granger.
Sembrava assente e camminava con lo sguardo basso.
“Mezzosangue!”, l’apostrofai. Lei
alzò di scatto la testa e mi fulminò con lo
sguardo. In quel senso somigliava molto alla McGranitt. Si, avrebbe
potuto fare la preside. Non mi rispose, e continuò a
camminare a testa alta, ignorandomi, come se fossi una cacca di Doxy.
Non mi piaceva più prendere il giro la Mezzosangue come una
volta, perché prima reagiva ed era molto più
divertente.
La riunione fu noiosissima. Durò quasi un’ora
intera! Io non dissi quasi nulla, nessuno della mia casa si era
lamentato di qualcosa in particolare, anche se in realtà non
posso saperlo, perché non mi sono mai interessato a questo
genere di cose. Fare il Caposcuola è utile solo
perché si può usare il bagno privato, si possono
togliere punti alle altre case e i professori sono più
tolleranti e contano sul fatto che il Caposcuola dia il buon esempio,
così la colpa di un guaio non va quasi mai ad un Caposcuola.
Alla fine della riunione stavo per uscire, quando qualcuno mi
chiamò. Quella voce! Quanto la detestavo! L’avrei
riconosciuta fra mille: stridula, nervosa, antipatica. La Granger,
ovviamente. “Malfoy!”
Mi voltai e la guardai con quanto più disprezzo potessi
mettere nel mio sguardo. “Si?”
“Ti devo parlare di cose molto importanti”, disse
incrociando le braccia e facendo traballare tutti quei capelli
riccioluti.
Sospirai. “Proprio adesso?”
“Si. Non possiamo continuare a comportarci così.
Ormai dovremmo superare le nostre divergenze, la guerra è
finita e dovremmo dare il buon esempio. Sai, tutto inizia dalla scuola!
Se andassimo d’accordo… bla bla bla. Bla! Bla
bla?” Si,
più o meno è questo quello che sentii del suo
discorso.
Non so bene perché feci quel che feci allora. Okay, lo so:
per farla arrabbiare e farle notare che non la stavo ascoltando. Trovai
nella tasca il cioccolatino, di cui mi ero momentaneamente scordato, e
lo mangiai. Come da previsione, lei s’infuriò.
“Che cosa fai?! Mangi così, mentre ti
parlo!” Bingo.
“E’ olto
uono!”, esclamai.
“Non interessa quanto buono può essere! Sei un
menefreghista! Queste sono cose importanti!”, disse lei
furiosa, gesticolando.
Non l’avevo mai vista così arrabbiata.
“Granger calma”, le dissi facendo il tipico gesto
con le mani. “D’accordo, ti
ascolterò.”
Ero davvero ben intenzionato ad ascoltare, se non altro per non
sentirla strillare, ma in quel momento il mio cervello si
annebbiò. Vedevo solo la Granger davanti a me,
però sembrava così diversa dal solito! I suoi
capelli avevano preso il colore del cioccolato fuso, i suoi occhi
brillavano e la sua pelle era liscia e luminosa come il marmo.
Non mi ero mai accorto di quanto fosse bella. E, in fondo, che
importava se era Mezzosangue?! Oltretutto era una persona
così bella, non solo nel fisico, che non era per nulla da
disdegnare, ma anche nel carattere. Era gentile, educata, molto
intelligente.
Si. L’amavo.
Hermione
Lo sguardo di Malfoy si era spento. Mi osservava con un fantastico
sguardo da pesce lesso: gli occhi smorti, la bocca spalancata. Sembrava
fatto.
“Malfoy, ti senti bene?”, gli chiesi. Lui
sobbalzò, e io feci lo stesso.
“Hermione!”, gridò.
“Oddio cosa c’è? Stai male?”
Dovevo chiamare Madama
Chips!
“Ti preoccupi per me, sei così gentile”,
disse lui avvicinandosi.
O forse era meglio la
professoressa McGranitt.
“Andiamo Hermione!”, disse prendendomi le mani fra
le sue. “Fuggiamo via e amiamoci per sempre!”
Ma ripensandoci era
meglio chiamare direttamente un Medimago.
“Che cosa?”, chiesi staccandomi da lui.
“Potremmo andare a sposarci a Las Vegas,
lì i babbani si sposano così presto. Andiamo
Hermione, il nostro amore è così forte che non
può aspettare!”
“Mi prendi in giro? Mi fai paura Malfoy, smettila”,
dissi stizzita. Mi spaventai quando quasi si mise a piangere.
“Ma Hermione! Perché dici questo? Non mi
ami?”, domandò disperato avvicinandosi
pericolosamente.
“No! Ma sei impazzito? Se questo è uno scherzo ti
giuro che non mi piace”, dissi arretrando verso la porta.
“Non potrei mai considerare il nostro amore uno scherzo.
E’ la cosa più importante che ho, la sola cosa che
ho!”, disse con uno sguardo insistente e sperduto che non gli
si addiceva affatto.
“Il nostro amore? Malfoy, dico sul serio: smettila.”
“No. Il mio amore per te non si potrà mai
placare”, disse prendendomi le mani.
“Sta’ lontano da me!”, lo sgridai,
fuggendo via. Uscii dalla stanzetta e mi misi a correre verso la Sala
Comune. A metà strada mi scontrai contro Ron.
“Hermione”, mi disse lui guardandomi stupito.
“Che cos’hai? La riunione è
già finita? Perché corri?”, chiese poi
sospettoso.
“Malfoy è pazzo!”, esclamai guardandomi
le spalle e stringendomi a lui. Avevo paura di rivederlo spuntare
ancora dietro di noi, e ricominciare con le sue folli dichiarazioni
d’amore.
Ron rise e mi cinse la vita, avviandosi verso le scale. “Come
se non lo sapessimo!”, esclamò con un sorriso
dandomi un bacio sulla tempia.
Eccomi di ritorno! Dopo Therabithia
e svariati altri fandom torno alle origini! XD
E' l'influenza della nostalgia, alla quale mi sto abbandonando spesso:
ricordo i miei giorni da bimbetta di undici anni che aspettava lettera
da Hogwarts! XD Quando il primo di settembre passò e mi
accorsi che al posto di iniziare Hogwarts stavo per iniziare le scuole
medie quasi mi offesi XD
Be', la mia malattia mentale non c'entra niente con questa fic!
Piuttosto voglio dire:
Questa è la prima Dramione che scrivo, e se per caso vi
aspettate i soliti cliché del genere, rimarrete deluse.
Insomma, niente amori a prima vista, niente capelli color dell'oro per
Hermione, nessuno sbruffone Malfoy (piuttosto solo un ragazzo
complessato e, alla fine, uno come gli altri che ride e scherza), e
soprattutto niente cose come Prince
Serpeverde e Reginetta
dei Grifoni, è una cosa che detesto...
Poi, il genere è principalemnte comico e romantico, questo
significa che non alzerò mai il rating a rosso, indi per cui
non descriverò scene di sesso di alcun tipo -Draco ed
Hermione ringraziano: volevano proprio un po' di privacy-.
Non ho messo OOC negli avvertimenti, ma forse qualcuno avrà
da obbiettare ad alcuni comportamenti dei personaggi. L'unica cosa che
ho tentato di fare è mostrare un altro lato del loro
carattere che la Rowling non ha mostrato. Non è da
considerare OOC, a mio parere, perchè una persona ha
più sfaccettature, il fatto che poi quelle di Draco
risultino forse più strane è solo da attribuire
al fatto che, dalla Rowling, è considerato poco
più di un personaggio secondario e viene descritto solo dal
punto di vista di Harry.
Se volete potete avere anticipazioni su questa storia e leggerle nel
mio blog, che trovate nella mia pagina di autore.
Comunque, detto questo, spero che la fic possa piacervi almeno un po'!
^^
Mi farebbe molto piacere se lasciaste una piccola recensione, rispondo
sempre a tutti e a tutto le recensioni negative non mi sconvolgono! :)
Al prossimo capitolo,
Patrizia
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