Capitolo 2
Angolo
dell’autrice:
ragazzi/e
vi chiedo umilmente perdono per il mostruoso ritardo nel postare il secondo e
ultimo capitolo! Immagino che vorrete uccidermi e vi capisco... la mia unica
giustificazione è che la scuola mi ha tenuta così impegnata in queste settimane
che non ho avuto nemmeno 5 minuti di tempo! Vi chiedo scusa anche in anticipo
se il capitolo non sarà all’altezza delle vostre aspettative... Ma leggete e fatemi
sapere se dovrò chiudermi in casa per sempre oppure no... A voi l’ultima
parola!!
Capitolo 2
I primi raggi del sole fecero capolino da dietro le montagne
che circondavano in lontananza Cair Paravel e Susan aprì gli occhi. Stava
stranamente bene. Le ci volle qualche secondo per realizzare cosa fosse
successo e, quando finalmente i ricordi cominciarono a prendere forma nella sua
mente, arrossì violentemente.
Peter che la spogliava, con gli occhi incatenati ai suoi. Le
sue mani che le accarezzavano ogni centimetro di pelle. I suoi baci che
lasciavano una scia umida e infuocata. Sentirlo dentro di sé... E sentirsi
finalmente completa. Le emozioni che aveva provato... Non esisteva niente di
simile.
A fatica riuscì a staccarsi da quei pensieri. Era
abbracciata a Peter e aveva la testa posata al suo petto muscoloso. Alzò il
viso e incontrò i suoi occhi. Lui la stava fissando come se la vedesse per la
prima volta. Uno sguardo pieno di parole non dette ma sempre sapute, promesse
che non avrebbero mai potuto mantenere e che si sarebbero fatti comunque,
lacrime che nemmeno a loro stessi era concesso conoscere. Condanna e
assoluzione che arrivano dalla stessa mano.
Susan credette di perdersi in un oceano nuovo e mai
esplorato prima ma un movimento inatteso di Peter la riportò sulla Terra. Si
era alzato su un fianco e si era avvicinato per baciarla. Fu un bacio dolce,
casto, molto diverso da quelli che si erano scambiati durante la notte.
Le sembrò di poter vivere solo di quel bacio. Quanto
dolorosa e inutile era stata la sua vita fino adesso! E quanto infelice era
stata lei, affannandosi a soffocare un sentimento che, ormai lo sapeva, non era
poi così orribile come aveva sempre pensato.
Suo fratello si staccò da lei per sistemarsi meglio ma fece
in tempo a sussurrarle all’orecchio un ‘Sei bellissima’ che le provocò brividi
come se fossero tornati nel Lungo Inverno.
Lei cominciò a giocare con una ciocca di capelli, a disagio,
attorcigliandosela intorno al dito e, nel rispondere, dette ai suoi pensieri
l’opportunità di esprimersi.
“ Ho sempre creduto che fosse sbagliato e basta ”
Peter non ebbe bisogno di chiederle di cosa stesse parlando
e una mano scattò automaticamente ad accarezzarle la schiena nuda.
“ Non mi sono mai impegnata veramente a fondo perché
accadesse. L’ho sognato tante di quelle volte che ora faccio fatica persino a
crederci. Ti prego, dimmi che non è un sogno. Dimmi che sono davvero qui con
te. ”
Lui sorrise, amaro. Sapeva esattamente come si sentiva. La terribile sensazione di perdere la felicità
che, almeno nel sogno, aveva appena conquistato. La consapevolezza che quella felicità avrebbe
potuto essere sempre solo un sogno. Sentirsela
sfuggire come acqua tra le dita. Vedersela strappare impotenti dal pensiero di
un’altra giornata inevitabilmente passata a nascondere ciò desiderava davvero.
Era così che Peter si alzava ogni mattina. O meglio, si era
alzato ogni mattina da... Non ricordava nemmeno più quando si era innamorato di
sua sorella. Quando il suo cuore aveva cominciato a mandargli i segnali che il
ruolo del fratello maggiore protettivo e affettuoso gli stava ormai stretto.
Che l’avrebbe sempre protetta, certo, ma che volerle bene non gli bastava più.
Voleva amarla e voleva che lei lo amasse.
Forse ogni giorno era stato un piccolo segnale. Vederla
indossare un vestito nuovo e pensare che fosse bella. Non carina e nemmeno
graziosa. Ma bella. Oppure la voglia di prendere a pugni qualunque individuo di
sesso maschile oltrepassasse la barriera del metro intorno a lei o manifestasse
anche solo la minima aspirazione di entrare in più stretto contatto.
Il suo sguardo puntato addosso lo informò che era ancora in
attesa di una risposta. Le spostò una ciocca dietro l’orecchio, dolce.
“ No, non è un sogno amore. È la realtà. Comunque nemmeno
per me è facile da accettare, sai. Non sono sempre stato così sicuro della
bontà dei miei sentimenti. E anche se ho sempre sperato, fino a ieri questo era
il mio desiderio irrealizzabile. Quello stupendo e irraggiungibile, che ognuno
di noi ha racchiuso nel più profondo dell’anima... Ora me ne dovrò trovare un
altro, però. Questo si è avverato... ”
Sorrise ma Susan non si era ancora tranquillizzata.
“ Ho paura Peter. Paura che tutto sia solo l’ennesimo sogno di
una ragazza innamorata. Paura che ci scoprano. Paura di perderti. Paura di
essere costretta a separarmi da te, di voltarmi un attimo e vedere che tu non
ci sei più, che te ne sei andato, che ami un’altra... ”
Il giovane re esitò un solo piccolissimo istante, prima di
rispondere con la solita voce chiara e decisa. Come faceva a rassicurarla se
quelle erano le stesse paure che provava anche lui?
“ Oh, tesoro. Niente di tutto questo accadrà mai, lo sai
bene. Siamo fratelli e Dio solo sa cosa abbiamo dovuto sopportare prima di
giungere alla conclusione che quello che sentiamo l’uno per l’altra non è
sbagliato. Il nostro amore non può finire, perché non c’è sofferenza pari a
quella che abbiamo vissuto noi quando abbiamo capito di amarci. Sei mia sorella
e se credo che ti amo, ti amo davvero. E questo non potrà mai cambiare. Mi
dispiace che non sarò io l’uomo che avrai al tuo fianco, ma non ti lascerò mai.
Te lo prometto. Shakespeare diceva che l’uomo è solo un povero attore che si
pavoneggia sul palcoscenico e poi scompare nel silenzio... Almeno dietro le
quinte di questa stupida recita, io sarò sempre con te. E, in un modo o
nell’altro, saremo felici. Insieme. ”
Lei sentì i suoi dubbi e i suoi timori sparire lentamente a
quelle parole, ma alcune di esse avevano catturato la sua attenzione in modo
particolare.
“ Anch’io ti amo, Peter. Ma ora ci aspetta una battaglia e
io non so se sarò capace di affrontarla ”.
Come era successo tante volte la sera prima, abbassò lo
sguardo. Ma Peter le prese una mano e se la portò alle labbra. Susan si
vergognava profondamente per quello che aveva appena confessato ed era più che
certa che lui invece avrebbe fatto qualunque cosa per loro. Effettivamente la
fermezza di suo fratello non tardò ad rivelarsi, mischiata alla solita dolcezza
distratta che non si sarebbe mai reso conto di avere.
“ Hai ragione, Sue. La battaglia più difficile che abbiamo
mai combattuto. Ma ce la faremo vedrai. Supereremo quest’ostacolo. Superero
ogni ostacolo che ci ritroveremo davanti. E lo faremo per noi ”
Le baciò delicatamente le dita. Una per una, sensuale. Susan avvampò e dovette fare appello a tutto
il suo proverbiale autocontrollo per non liquidare la conversazione e tornare a
baciarlo. Il problema era spaventosamente reale, e molto grave.
“ Sì ma... Non sarà così facile. Ci dobbiamo vedere di
nascosto. Nessuno deve sapere o sospettare niente. Compresi Edmund e Lucy, e
non perché temo che ci possano tradire ma perché nemmeno loro capirebbero.
Usciti da questa stanza comincerà la guerra. Dovremo mentire con tutti, anche
con chi ci è più caro. Dovremo indossare una maschera. Non ci possiamo
permettere di lasciare segnali che qualcuno potrebbe cogliere. Dovremo essere
prudenti, guardarci le spalle. Inizia una vita di bugie e inganni ”
Peter stava per ribattere ma lei lo anticipò. Non voleva
essere dura ma era necessario che comprendesse in cosa si erano cacciati.
“ Non mi guardare così, Peter. Non sto dicendo che sono
pentita della mia decisione. Non lo sarò mai. Ho scelto te e ora dobbiamo
accettarne le conseguenze. La vedi davanti a noi la porta dell’Inferno?
Passarla con te sarà bello, ma dovremo essere pronti. Non sarà una passeggiata
e non sarà piacevole. Dovrò fingere che tu sia solo mio fratello quando in
realtà non lo sei mai stato, quando sei molto di più. Dovrò accettare il fatto
che ti sposerai con una donna che non potrò mai essere io e dovrò provare a
volerle bene perché tra di noi l’unica che non avrà nessuna colpa sarà proprio
lei. Lei che confiderà nel tuo amore più che in ogni altra cosa ma che mai lo
avrà. Dovrò non guardare i vostri figli e pensare che avrebbero potuto essere
nostri... Te li immagini i nostri figli Peter? Avrebbero i tuoi occhi e magari
i miei capelli, ma sarebbero bellissimi. Come sei tu. Arriverà il giorno che
almeno Ed e Lu sapranno la verità. Forse tra vent’anni, ma arriverà. E dovremo
far capire loro quello che tu hai fatto capire a me ieri sera. Che l’amore non
è mai sbagliato, che quando ami davvero una persona non ci sono regole da
seguire o legami, siano pure indissolubili, a ostacolare questo sentimento. Che
io e te ci amiamo, oltre ogni goccia dello stesso sangue che ci scorre nelle
vene. Un giorno sapranno la verità ma per ora questo è il nostro peso. Che solo
io e te possiamo e dobbiamo portare ”.
Susan concluse il suo discorso con un sospiro e Peter, che
non le aveva tolto gli occhi di dosso nemmeno per un secondo, seppe che poteva
respirare di nuovo.
Dire che non aveva mai pensato a tutto questo non sarebbe
stato corretto. Ci aveva pensato ogni volta che era stato sul punto di parlarle
e dirle la verità. Ma Peter era convinto che la vita, essendo una, doveva
essere vissuta intensamente e l’unica cosa che lo frenava era la paura di non
essere ricambiato. Perché stare con lei valeva davvero tutte quelle cose e
anche di più. In seguito, quando anche la paura era sparita, il problema era
stato accantonato in un remoto angolino del suo cervello. Anche Susan lo amava
e, ci avrebbe scommesso, era solo una questione di tempo prima che avrebbe
ceduto. Il resto , tutto il resto, non contava.
“ Beh... Che cosa posso dire? Hai ragione sulla battaglia e
su quello che dovremo affrontare tra poco. Hai ragione sull’amore, hai ragione
su tutto. Come sempre. E questi sono i momenti nei quali capisco di essermi
innamorato della persona più speciale del mondo. Come hai potuto dubitare di
essere una buona regina ieri sera? Questa è la dimostrazione del fatto che tu
sei davvero perfetta... E questi sono i momenti nei quali mi chiedo: come hai
fatto a innamorarti di uno come me? Perché proprio me? Di principi che sono
venuti al castello a chiedere la tua mano ce ne sono stati tanti. Ognuno più
bello e ricco dell’altro. Come ringraziavo il cielo ogni volta, tu hai
rifiutato tutti e lo farai ancora fino a quando il buonsenso, la ragion di
Stato e il tuo desiderio di essere mamma non ti spingeranno ad accettare
proposta di uno sconosciuto qualunque che proverà a prendere quel posto nel tuo
cuore che, per chissà quale capriccio del destino, appartiene a me. Lui ti darà
tutto quello che chiederai... Castelli immensi, abiti favolosi, gioielli
meravigliosi... Anche il mondo intero, se solo lo volessi... Ti contemplerà con
l’ammirazione e la venerazione con le quali si contempla una dea. E ti amerà...
Ma chi può dire se si renderà mai conto di dover competere con il pretendente
più improbabile? Me, tuo fratello. L’unico che non puoi avere. ”
Gli occhi di Peter si erano velati di tristezza e una nota
amara e malinconica era scesa ad accompagnare le sue parole.
Susan sentì una morsa gelida stringerle lo stomaco e una
forza strana e irresistibile portò la sua mano ad accarezzargli il viso.
Quel futuro incombeva minaccioso su di loro ma non dovevano
preoccuparsene. Non ancora. Ci avrebbero pensato in seguito, quando sarebbe
stato inevitabile.
“ Oh, amore... Sai benissimo che non voglio niente di tutto
questo. Credi che mio marito, per quanto bello e ricco possa essere, potrà
comprare il mio amore con due vestiti e qualche pietra luccicante? No... Io amo
te. Voglio te. Vorrò sempre solo te.” E, con una punta di
malizia, aggiunse “ E mi sbaglio, o l’unico che non posso avere è accanto a me
nel mio letto, nudo? ”
Peter sorrise di nuovo e il sole tornò a splendere nel cuore
di Susan. Era così bello... Possibile
che avesse così poca fiducia in se stesso e nel loro amore? Lui, che era sempre
stato più forte, più coraggioso, più determinato...
“ Hai ragione un’altra volta, hai visto? Tanto ci sono abituato. Però quello che
volevo dire è che io non sono niente in confronto a te. Tu sei ciò che di più bello
esiste al mondo. Ciò che di più bello esiste nel mio mondo... Tu sei... Tu
sei... Sì insomma, tu sei... ”
L’improvvisa certezza di trovarsi nella piena luce del
mattino spinse Susan a interrompere quella che, ne era certa, sarebbe stato un
eccellente ragionamento.
“Peter adesso basta farneticare. Comincia a vestirti, deve
essere tardi. Vai prima nella tua camera, però. Aspetta qualche minuto e poi
scendi tranquillamente a fare colazione. Mi raccomando, non farti vedere da
nessuno! ”
Il ragazzo assunse una finta aria totalmente ubbidiente. “
D’accordo, Vostra Altezza. Ogni vostro ordine è un ordine. Cioè ogni vostro
ordine è un desiderio... No, ehm... Ogni vostro... Com’è che si dice? ”,
concluse grattandosi la testa.
L’ironia del suo grande amore ebbe il potere di irritarla
ancora di più. Non stavano insieme nemmeno da ventiquattr’ore e già rischiavano
di mandare tutto all’aria.
“ Sei un irresponsabile, Peter! Ci potrebbero scoprire...
Qualcuno potrebbe entrare nella mia stanza in questo preciso momento. Come
pensi che reagirebbe vedendoci così? Smettila di fare l’idiota. Per quello c’è
già Ed... E muoviti! ”
Lui si stava divertendo un mondo ma pensò che non sarebbe
stato una buona idea farglielo sapere...
Senza contare che effettivamente aveva ragione. Tuttavia non resistette
alla tentazione di prenderla in giro ancora un po’. Si sporse in avanti e le scompigliò
i capelli. Sapeva che lei lo odiava.
“ Sì, anche io ti amo tanto...”
Susan si stava arrabbiando davvero... Il rischio era
incalcolabile e lui sembrava non rendersene minimamente conto.
“ Vai! ”
L’eco lontana di passi affrettati nel corridoio disse a
Peter che forse era meglio finirla lì. Non prima di averla punzecchiata
un’ultima volta...
“ Ok, ok. Ora vado! Però non credevo che dopo, ecco, la mia
magnifica performance di stanotte, tu mi cacciassi in questo modo... Dopotutto ora sei la mia ragazza, ma
il fatto di essere anche mia sorella non ti autorizza a trattarmi così... Regina Susan la Dolce ”
Con un’occhiata eloquente che la fece sciogliere come la
neve al sole sottolineò le ultime due parole con una lentezza esasperante
portandosi a un centimetro dal suo naso. Era più che mai il suo fratello
maggiore, che si sentiva assolutamente in diritto di stuzzicarla con ogni mezzo
solo per il fatto di essere tale.
Peter aveva sempre amato provocarla, anche quando questo era
fatto solo innocentemente, quando erano bambini. In un modo che era solo il
loro e che a nessuno era concesso condividere, ma pur sempre soltanto innocentemente.
Capitava a volte che qualcuno esagerasse con cose che certamente non pensava
davvero e che l’altro si offendesse, ma la parte preferita di entrambi era fare
pace. Guardarsi negli occhi, sorridere e capire che erano pronti a ricominciare
a giocare.
Susan rispose mostrandogli la lingua. Come faceva a resistergli?
“ E va bene. Ti chiedo scusa. Sono stata un po’ prepotente. Non
succederà più. Te lo prometto... ” disse con voce suadente.
Peter osservò che stava imparando molto in fretta le regole
dell’amore. Stava crescendo, la sua sorellina. Ormai era una donna ed era sua.
Lei continuò sbattendo le ciglia e passando le dita sui suoi
pettorali scolpiti da lunghi e faticosi giorni di allenamento.
“ E così, per farmi perdonare, ho deciso che potrai ripetere
la tua, come hai detto tu, magnifica performance dopo pranzo... ”
Lui stava quasi per cedere di fronte a questa allettante
offerta quando qualcosa si risvegliò all’improvviso nella sua mente.
“ Ma amore! Oggi dopo pranzo c’è la battuta di caccia e io
non me ne sono mai persa una! ”
Il suo sconvolto disappunto non scalfì la decisione di
Susan. Sapeva che avrebbe rinunciato a qualunque cosa pur di stare con lei. Il tempo
che avevano da recuperare era troppo perché potessero permettersi di perdere
anche solo un’occasione. Alzò le spalle e parlò come se gli proponesse davvero
due alternative.
“ Cosa vuoi che ti dica, Pete. Scegli: una noiosa ed inutile
battuta di caccia con tutti i nobili di Narnia che non faranno altro che
parlare di politica o cercare di entrare nelle tue grazie, oppure un pomeriggio
d’amore con me con tutto quello che questa frase può significare... ”
Peter si diede dello stupido per aver anche solo esitato...
Ma che gli era preso? Fortunatamente Susan sembrava avere le idee piuttosto chiare
su cosa avrebbe risposto e forse non si era offesa.
“ Bè, senza dubbio la seconda... ”
Lei sorrise radiosa, più innamorata che mai, ma Peter aveva
lo sguardo fisso davanti a sé.
“ Temo che dovremo farci l’abitudine ”
L’espressione di pura felicità sparì per lasciare il posto a
una perplessa. Aggrottò le sopracciglia, senza capire.“ Che vuoi dire? ” fece,
brusca.
Lui si ridestò dalla sua visione privilegiata sull’immediato
futuro e si limitò a scuotere la testa, pensieroso.
“ Solo che dovremo abituarci a non andare oltre i baci sulla
guancia e gli abbracci quando siamo il pubblico... Là fuori siamo Peter e Susan
Pevensie, fratello e sorella. Mentre una volta soli, ovunque ci troviamo, siamo
nient’altro che Pete e Sue, due ragazzi che si amano. Sarò dura... ” commentò
con voce distaccata, come se stessero parlando di convincere Lucy a rinunciare
al suo folle intento di insegnare il cricket al signor Tumnus.
Susan non sapeva cosa dire e accarezzò con il pollice il
dorso della mano di Peter, ancora stretta nella sua.
Il re supremo sospirò e si alzò dal letto, andando a
recuperare i suoi vestiti sparsi dappertutto sul pavimento.
“ Va bene... Io vado adesso. Sento dei movimenti nelle
stanze di Ed e Lu. Devono essersi svegliati. Ci vediamo più tardi a colazione. Ah,
quasi dimenticavo. Cerca di assumere un atteggiamento indifferente e di evitare
di sembrare una che ha appena fatto l’amore con suo fratello ”
Lo guardò vestirsi lentamente e in silenzio. Avrebbe sopportato
qualunque scandalo. L’odio e il disprezzo della gente sarebbero stati prezzi
molto ragionevoli da pagare per poter camminare mano nella mano con Peter
davanti ad latri, baciarlo magari. La sua vita sarebbe stata molto più che
impossibile ma finché avrebbe avuto lui, e Susan sentiva che era un periodo
molto vicino a ‘per sempre’, sapeva che poteva farcela.
Lui, suo fratello, l’unico che non poteva avere, si avvicinò
a lei quando ebbe finito di sistemare gli ultimi lacci degli stivali. E la
baciò. Con tutto l’amore di cui era capace, con la consapevolezza che, a
dispetto delle immense difficoltà che avrebbero dovuto affrontare, niente e
nessuno li avrebbe mai divisi.
“ Ti amo sorellina ”
Susan aspettò che lui si chiudesse la porta alle spalle
prima di respirare il cuscino ancora pieno del suo odore.
“ Ti amo anch’io ”
La prospettiva dell’Inferno non era mai stata più dolce.
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