Castello Di Carte

di Psplik
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Santana Lopez non piangeva, o almeno non lo faceva in presenza di un qualsiasi altro essere vivente. Santana Lopez non si innamorava. Per lei era solo sesso. Innamorarsi sarebbe stato un errore imperdonabile. Una distrazione. Santana Lopez non deludeva nessuno. Soprattutto sé stessa. E per quel motivo, in quel momento, stava singhiozzando e le lacrime le scendevano copiose dagli occhi. Santana Lopez, o quella che tutti credevano essere Santana Lopez, era crollata. Crollata come un castello di carte. Crollata sotto il peso insostenibile di qualcosa di più. E così aveva fatto tutte le cose che si era ripromessa di non fare in un giorno. Un giorno solo.
Si era innamorata deludendo sé stessa e poi era scoppiata a piangere. Tre cose che non avrebbe voluto, non avrebbe dovuto fare.
Santana Lopez  era di nuovo sola. Come sempre, come tutti i giorni della sua vita. Sola. Nell'affrontare il dolore di dover sembrare qualcosa che non si è. Sola. Nell'affrontare la frustrazione di desiderare qualcosa che non avrebbe potuto ottenere. Sola. Semplicemente quando avrebbe voluto un abbraccio. Niente di più. Si sarebbe accontentata di un abbraccio.
Quasi rise quando si ricordò il motivo di tutta quell'insensata tristezza. Finn Hudson. Da quando era innamorata di lui? Non lo sapeva. Da mai probabilmente. Da cinque minuti, da cinque anni. Non aveva la minima importanza. Lui non l'amava. Lui non vedeva niente in lei, come gli altri del resto. Per lui, lei era Santana Lopez. Quella che non avrebbe pianto. Quella che non avrebbe deluso nessuno. Quella che non si sarebbe innamorata perché sarebbe stato un errore.
Si asciugò le lacrime. Non aveva senso piangere. Non ne aveva mai avuto. Si stampò un bel sorriso in faccia, di quelli acidi che facevano irritare quella nanerottola di Rachel. Si alzò ed uscì da quello stanzino in disuso. Era polveroso e sciatto. Non voleva rimanere in quelle condizioni un secondo di più. Non voleva soffrire un secondo di più. E poi li vide. Rachel e Finn. Finchel, come li chiamavano al Glee. Tornò sé stessa in un secondo. Le tornò la rabbia, la voglia di vendetta che le avevano fatto meritare il titolo di “stronza” in quell'orrenda scuola. Tornò la Santana Lopez che avrebbe solo voluto distruggere ogni singolo briciolo di amore su questa terra.

Perché lei l'amore, quello vero, non l'aveva mai ricevuto.




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