Titolo:
Ma i baci sanno di Limone
Fandom: DBZ
Paring:
Vegeta/Bulma
Rating:
per tutti
Spoiler: post Cell saga, pre Buu saga
Parole: 2508 (Word)
Disclamer:
DBZ e i suoi personaggi sono
proprietà del maestro Toriyama Akira
Note:
scritta per il contest “La
sorpresa nell’Uovo”
su
seguente prompt di an_rua_mia :
A
e B hanno una relazione complicata (che a casa
mia significa che si piacciono e l'ha capito tutto il mondo tranne
loro, ma a
casa tua può significare anche altro!) e sono al supermarket
a fare la spesa.
Nella storia puoi parlare di quello che vuoi, tipo anche fare una
panoramica su
tutta la gente che in quel momento è fare la spesa e parlare
delle loro vite, ma
deve esserci una parte in cui A bacia B (o B bacia A, in fin dei conti
è
uguale) e i nostri hanno il seguente scambio verbale: "Mi hai
baciato!?!?
Mi hai baciato davanti ai detersivi?!?!" "Se preferisci, posso farlo
davanti al banco dei surgelati." Poi sul serio, al supermercato
può
succedere di tutto. Ah, nel mio cervello A e B sono un uomo e una
donna, ma se
tu preferisci che siano due uomini/due donne/due animali... puoi
farlo!
MA I BACI SANNO DI LIMONE?
“è
assurdo…pazzesco, inconcepibile!”
Le urla anticiparono
l’entrata della ragazza nella cucina.
Irritata lanciò le riviste sul tavolo di fianco a lei per
rivolgersi verso la
madre che senza scomporsi continuava a armeggiare con i fornelli.
“possibile che debba essere
sempre presa di mira da giornalisti
in cerca di storielle insulse”
“ Tesoro- rispose calma la
madre mescolando il contenuto
della pentola davanti a lei- sei la figlia del grande impero Brief ,
è normale
che i giornalisti scrivano su di te”
“lo so, lo so –
sbuffò Bulma sedendosi su una sedia vicino
alla tavola – ma perché devono sempre scrivere
assurdità su me e Vegeta.
Possibile che non gli passi per la mente che il fatto che abbiamo un
figlio non
significhi che siamo legati da un amore da favola.”
La madre non rispose nulla, si
limitò a sorridere allo sfogo
della figlia. Si era abituata a quella sfuriata quotidiana e aveva
imparato che
era inutile tentare di farle notare come il fatto stesso che lei fosse
l’unica
persona con cui Vegeta si intratteneva per più di pochi
secondi, fosse sinonimo
di una chiara non indifferenza da parte del Saiyan.
“cioè ma senti
qui – continuò la giovane scienziata
prendendo in mano una delle riviste lanciate poco prima sulla tavola
– leggo
testuali parole: la giovane promessa
dell’impero Brief sembra aver
finalmente trovato il compagno della vita, di lui non si sa molto, ma
la sua
presenza è ormai costate nella vita della giovane donna. A
quando dunque le
nozze. Le nozze…capisci! –
tuonò ancora una volta Bulma lanciando
lontano, con rabbia, la rivista -
Nozze! Figuriamoci se io voglio sposarmi con quello
scimmione maniaco
della guerra!”
E dopo essersi versata una tazza di
caffè, così com’era
arrivata Bulma se ne andò furente come ogni mattina.
La madre ne seguì
l’uscita con gli occhi, ridendo di quella
scenetta quotidiana e domandandosi anche lei… a quando le
nozze…
--
La mattina era passata, le riviste
dimenticate sul tavolo
della cucina e Bulma era ora alle prese con le riparazioni della
gravity room.
In cima ad una scala davanti al panello di controllo della navicella
ora
adibita a stanza di allenamento per Vegeta, la donna controllava i
circuiti di
funzionamento.
Sotto di lei il Saiyan vegliava il lavoro continuando nel
frattempo le sue flessioni su un dito.
Un’esplosione improvvisa
fece perdere l’equilibrio a Bulma
che si ritrovò a precipitare verso il suolo con un urlo. Il
Saiyan si mosse
rapido, e senza che la sua mente avesse il tempo di dare un comando, il
suo
corpo aveva già afferrato la donna fermandone la caduta.
Bulma non si sorprese di essere stata
afferrata al volo ne
tanto meno ringraziò il suo salvatore, anzi non appena
sentì la familiare
figura di Vegeta contro la sua schiena aprì nuovamente gli
occhi guardandolo
infuriata
“stavo per uccidermi, tutto
per colpa della tua stupidissima
gravity room!”
Vegeta non rispose si
limitò a scendere verso il terreno
lasciando la presa e facendo cadere la donna da un’altezza
tanto ridicola che
nel momento in cui il sedere toccò terra Bulma non
sentì nessun dolore. Ciò non
le evitò comunque di inveire contro il Saiyan sulla sua poca
delicatezza. Dal
canto suo Vegeta la guardò con un sorriso di scherno e
tornò a suoi allenamenti
come se niente fosse.
Lei sempre più irritata si
alzò e si diresse verso casa
venendo fermata ben presto da una voce roca
“Ehi donna dove credi di
andare? Devi aggiustarmi la gravity
room”
Bulma sbatté il piede a
terra rivolgendosi verso l’origine
della voce
“Forse non ti sei accorto
che il circuito principale è
esploso! – urlò – devo andare a comprare
i pezzi nuovi per ricostruirlo,
ignorante!”
e con questo tornò a
dirigersi verso l’entrata della casa
pestando i piedi contro il selciato con forza ad ogni passo.
Usci dall’edificio
principale dopo poco più di
mezz’ora. Era entrata con la tuta da lavoro,
i capelli spettinati e macchie d’olio sul viso, ora era
uscita con i capelli
lisci e ordinati, viso impeccabile e vestiti giovanili che ben si
adattavano al
corpo snello mostrando più giovinezza di quella che in
realtà possedeva.
“Vegeta, muoviti. Devo
anche passare al supermercato. Vieni
con me così mi dai una mano a portare le borse”
Lo chiamò senza guardare
nella sua direzione ben sapendo che
lui fosse ancora li. Vegeta invece la guardò e anche con uno
sguardo decisamente
poco amichevole mentre lei controllava il contenuto della borsetta alla
ricerca
delle chiavi del piccolo jet
“Non ci penso nemmeno,
arrangianti donna. Non sono il tuo
servo, che si ben chiaro” le ringhiò lui di
rimando dirigendosi scocciato verso
la cucina alla ricerca di qualcosa da mangiare.
“Se stai andando in cucina
sappi che non ci troverai nulla,
per quello sto andato al supermercato. Guarda il lato positivo
– lo ricattò lei
- se vieni con me potrai comprare tutto quello che vuoi”
Ricatti e tentazioni su questo si
basava il loro rapporto.
Alle volte cedeva uno, alle volte cedeva l’altra, e questa
volta toccò a lui.
Grugnendo insulti malcelati
cambiò direzione avvicinandosi
controvoglia al jet su cui Bulma si era già accomodata,
trionfante, al posto di
guida.
Il volo fu breve, il supermercato non
era molto lontano, il
jet sarebbe servito più che altro per il viaggio di ritorno.
Nemmeno Vegeta
sarebbe riuscito a trasportare da solo tutto quello che, era sicura,
avrebbero
comperato.
Come volevasi dimostrare in appena 5
minuti il carrello era
già trasbordante di cose, tanto che per muoverlo Bulma aveva
dovuto lasciare il
compito al Saiyan. Quest’ultimo per prestarsi a tale lavoro
era comunque
riuscito a farsi promettere in cambio la possibilità di
evitare la
partecipazione al matrimonio di Crilin e #18 che si sarebbe tenuto tra
qualche
mese. Nonostante fosse stato invitato e Bulma stessa quando era
arrivata la
partecipazione lo avesse costretto ad accettare. Spingere un carrello
non era
poi molto in confronto al guadagno di una giornata lontano dal
moscerino pelato
e futura consorte.
Con la scusa di non dover essere lei a dover spingere quel
pesantissimo ammasso di
merce accatastata una sopra l’altra, la donna, intanto, non
si pose freni nel
riempire il carrello. Tra una confezione di biscotti, qualche bibita e
molta
carne, con il passare dei minuti, esso andava assumendo sempre di
più la
conformazione di una montagna di cibo
ambulante spinto senza fatica dalla piccola ma forte figura di Vegeta.
Bulma
era veloce nella sua opera di conquista, tant’è
che il Saiyan dalla sua
posizione, faticava a vedere il caschetto azzurro della donna davanti a
lui
che, imperterrita, guizzava da un banco all’altro aggiungendo
di tanto in tanto
qualcosa alla montagna che la seguiva.
Nonostante la velocità con
cui Bulma stava saccheggiando il
supermercato Vegeta, comunque, non aveva mai smesso di farle notare
quanto
tempo stesse perdendo inutilmente seguendola in quel insulso
supermercato
minacciandola di distruggere tutto se non si fosse sbrigata a comprare
ciò che
doveva. Bulma ovviamente non badò alle parole del saiyan ben
sapendo che si
trattava di vuote minacce, e anzi arrivata al banco frigo si
arrestò davanti ad
una nuova marca di yogurt che faceva bella mostra di se nel ripiano ad
altezza
occhi.
Vegeta notò che la donna
aveva fermato la sua furia
saccheggiatrice ed era intenta a leggere qualcosa sulla confezione che
aveva in
mano. Il saiyan lasciò il suo posto di guida del carrello
per avvicinarsi a
Bulma incuriosito.
“Che
c’è?” domandò notando la
confezione di yogurt che lei
teneva in mano
“Guarda! Leggi un
po’” le disse mettendogli davanti
agl’occhi il prodotto.
LemonKiss
– recitava la confezione
– abbandonatevi al sapore di un bacio quotidiano
con il nuovo yogurt
al limone lemon kiss
“Eh? E allora?”
chiese l’uomo alzando un sopracciglio con
fare interrogativo
“come allora…ah
già, tu forse non lo sai. Beh sulla Terra
c’è questa diciamo diceria, credenza, chiamala
come vuoi, che dice che i baci
sappiano di limone”
“Ahh? E tu ti fermi per una
sciocchezza del genere?! Muoviti
piuttosto che non ne posso più”
proclamò lui tornando dietro al carrello
“oh che seccatura che sei
– brontolò lei mentre aggiungeva
il lemonkiss alla montagna riposta nel carrello – devo ancora
prendere il
detersivo”
Vegeta la seguì dopo aver
preso qualche salame e qualche
confezione di wurstel dal frigo li vicino. Arrivò da lei
mentre era intenta a scegliere
il detersivo migliore. Non aveva bisogno di controllarne il prezzo,
questo è
certo, ma ne stava cercando uno che avesse un profumo delicato e fosse
al
contempo tra i più forti e smacchianti possibili. Vegeta si
appoggiò al
carrello cercando di essere paziente perché era vero che
odiava dover trovarsi
in un supermercato circondato da deboli esseri umani, ma era anche vero
che,
con quella donna che ce lo aveva trascinato, aveva un debito di
gratitudine che
non sarebbe forse mai riuscito a ripagare per intero. E anche se non lo
avrebbe
ammesso mai a voce alta era grato, davvero, per tutto quella che Bulma
aveva
fatto per lui. Quella donna insopportabile che ora se ne stava davanti
a lui in
punta dei piedi per raggiungere un detersivo posto un po’
troppo in alto, era
forse l’unico essere umano che Vegeta, sapeva, non sarebbe
mai e poi mai più
riuscito a uccidere, nemmeno se fosse stato costretto. E la cosa lo
spaventava
non poco. Quella donna era l’unica che avesse potere su di
lui, troppo potere
oltretutto. Ma la cosa più frustrante per il Saiyan era che
non riusciva a
capacitarsi del perché non riuscisse a ribellarsi a lei,
c’era qualcos’altro
oltre alla gratitudine…qualcos’altro…
Stava riflettendo su cose come queste
quando i suoi occhi
neri si posarono distrattamente su quella confezione di yogurt di poco
prima.
sulla Terra
c’è questa diciamo diceria,
credenza, chiamala come vuoi, che dice che i baci sappiano di limone
Che fosse vero?
Vegeta si alzò in volo
raggiungendo la confezione di detersivo
a cui Bulma stava mirando da un po’. La prese e poi
levitò fino a terra
porgendogliela. Bulma sorrise ringraziandolo e in quel momento il
Saiyan
scattò. Le artigliò il braccio traendola e se e
mentre la confezione di
detersivo cadeva a terra le sue labbra si appoggiarono delicate su
quelle di
lei.
Fu un bacio casto, veloce ma intenso
allo stesso tempo. Un
assaporarsi delicato da parte di entrambi, così diverso dai
baci che si
rubavano uno con l’altro quando nascosti dalla tenebre della
notte lasciavano
spazio al desiderio e alla passione che come vampiri si sgretolavano
alla luce
del giorno.
Quando si staccarono lei arrossi e
abbassò lo sguardo verso
il pavimento notando solo in quel momento la scatola del detersivo
cadutale
dalle mani. Lui invece volse gli occhi al soffitto senza guardarlo
davvero,
tutti i suoi sensi erano infatti rivolti alle proprie labbra dove la
lingua
ancora passava lisciandole e assaporandone un gusto nuovo. Era questo
il gusto
di una bacio, si chiese… non ebbe tempo di rispondersi che
Bulma si riprese
alzando gli occhi all’improvviso e voltandosi verso di lui
che ancora la teneva
saldamente per un braccio.
"Mi hai baciato!?!? Mi hai baciato
davanti ai
detersivi?!?!"
Lui la guardò. Aveva
ancora un timido rossore ad imporporale
le guance, ma anche sulle sue labbra la lingua danzava, probabilmente
inconsapevole, assaporando quel dolce residuo di bacio.
"Se preferisci, posso farlo davanti
al banco dei
surgelati." Rispose lui lasciando la presa al braccio e tornando verso
il
carrello.
“Ah – aggiunse
poi prendendo in mano il lemonkiss – vedi di
non mangiarlo tutto, voglio proprio sentire se il gusto è lo
stesso”
“e perché
dovrei? Potresti comprartene una confezione per te
oppure per lo meno potresti chiedermelo con gentilezza, non come fosse
un
ordine.”
“il principe dei Saiyan non
chiede mai, ottiene soltanto”
decreto lui senza nemmeno voltarsi.
Bulma si inginocchiò a
raccogliere la scatola di detersivo,
fermandosi però in quella posizione, con gli occhi
inchiodati alla schiena di
Vegeta che lentamente si allontanava spingendo il carrello…
Trunks?
Il ragazzo si
voltò distogliendo gli occhi dal cielo
stellato.
“Ah
Bulma-san”
“Come sarebbe a
dire ‘Bulma-san’, anche se sono più
giovane sono pur sempre tua madre, eh”
“Ahaha hai
ragione, scusa”
La donna sorrise al suo
futuro figlio e, avvicinandosi a
lui, anche lei volse gli occhi al cielo.
“beh che guardavi
di interessante tra le stelle?” chiese
“stavo pensando a
te, cioè, alla te stessa del
futuro…insomma a mia madre…- spiegò il
giovane - se mi vedesse ora sarebbe
invidiosissima di me. Io ho potuto conoscere mio padre, ma lei non
potrà più
rivederlo. Pensavo a quante volte l‘ho vista piangere di
nascosto mentre
guardava il cielo…”
“pensi che
piangessi per Vegeta?”
“non solo per lui,
certo, ma soprattutto per lui. Ne sono
sicuro, lo sguardo triste era lo stesso che aveva mentre mi parlava di
papà”
“Io che piango per
Vegeta…se me l’avessero detto qualche
anno fa probabilmente mi sarei messa a ridere al pensiero, ma
ora… mi spiace
per tua madre… - una pausa, poi un sospiro - che cosa
assurda, praticamente mi
sto auto dispiacendo per me stessa..”
“Sai - riprese lui
guardando quella giovane donna che era
sua madre ma al tempo stesso non lo era - una volta mi dicesti che ti
eri
pentita di non averlo sposato”
“Cheee? Figurati
se Vegeta sarebbe disposto a sposarmi…”
“gliel’hai
mai chiesto?”
Quel ricordo le tornò in
mente attraversando il suo cervello
con una velocità ma una nitidezza incredibili.
Si era auto convinta di non volerlo
sposare perché era
sicura che Vegeta non avrebbe mai acconsentito ad una cosa
così prettamente
“umana”, però, in effetti…
Gliel’aveva mai chiesto?
Bulma sorrise raccogliendo la scatola
di detersivo e
correndo dietro all’intrigante Saiyan. Arrivata vicino a lui
lanciò il
detersivo nel carrello prendendo l’uomo sotto braccio
causandogli un’alzata
interrogativa del sopracciglio..
“Senti Vegeta –
iniziò – vuoi sposarmi?” chiese
sorridente
alzando il volto con un pizzico di timore nei grandi occhi azzurri.
Il Saiyan alzò anche
l’altro sopracciglio deformando il
volto in un espressione di sorpresa così rara in quei
lineamenti sempre seri e
arrabbiati. Così come rara era quella punta di rossore che
Bulma giurò di aver
visto sulle sue guance quando le arrivò un basso e poco
articolato grugnito in
risposta. Quello fu il “si” più forte e
chiaro che mai le sue orecchie di donna
udirono.
Bulma strinse ancora di
più quel braccio che teneva come un
tesoro prezioso e poco importava se era stata lei a fare la proposta.
Poco
importava che il suo sogno di ragazzina, di un principe sul cavallo
bianco che
arrivava inginocchiandosi di fronte a lei per chiederla in sposa
coprendola di
doni, non si era realizzato. Poco importava perché lei il
suo principe lo aveva
trovato comunque e non lo avrebbe mai scambiato con nessun altro al
mondo.
L’aspettava un futuro
diverso. Non sarebbe stata sola a
guardare le stelle piangendo lacrime di ricordi. Voleva un futuro
felice con
suo figlio, suo marito…accanto a lei, per sempre. E
l’avrebbe ottenuto, perché
Bulma Brief ottiene sempre quel che vuole ed era anche questa sicurezza
che,
nonostante fosse un’umana, la rendeva al tempo stesso
perfetta per essere la
regina dei Saiyan.
In fondo quelle riviste non avevano
poi torto marcio come
voleva far credere…
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